Cosa potrà fare il nuovo ministro a capo dell’Istruzione per coprire a settembre, con l’avvio del nuovo anno scolastico, il numero record di posti che vanno a supplenza? Secondo la stampa specializzata, “il canale di assunzione dei nuovi concorsi non può considerarsi percorribile, almeno per i concorsi ordinari infanzia, primaria e secondaria, dato che sono ancora bloccati. La chance” tuttavia è limitati ai soli “vincitori del concorso straordinario, la procedura ripartita proprio ieri e che potrebbero effettivamente essere immessi in ruolo a settembre”.
Pertanto, per evitare un nuovo record di supplenze annuali, stavolta superiore ai 250 mila contratti da stipulare sino alla fine dell’anno scolastico o al 31 agosto, si potrebbe puntare davvero su quello che l’Unione europea chiede: l’immissione in ruolo per titoli e servizi. Una possibilità che ha di recente trovato d’accordo anche il Comitato europeo dei diritti sociali, che accogliendo il reclamo Anief n. 146/2017 ha dato di fatto il via libera a procedure accelerate, anche per evitare una dura condanna dell’Italia da parte dell’Ue.
“Una prima ipotesi plausibile – conferma Orizzonte Scuola – potrebbe essere quella di modificare la normativa vigente sul concorso riservato, cancellando le norme che prevedono la selezione per esami e trasformando il tutto in un concorso per titoli. Sappiamo che la proposta era stata avanzata sia da alcune forze politiche che dai sindacati, ma l’ex Ministra Azzolina non aprì il dialogo”. Come possibile soluzione c’è la riapertura delle Gae: “ci sarebbe anche l’ipotesi – continua la rivista specialistica – di riaprire le graduatorie a esaurimento. Così da consentire ai precari abilitati di concorrere alle immissioni in ruolo tramite una selezione per titoli di natura strutturale”.
L’ipotesi ha un precedente di spessore: “Si tratta della soluzione che venne adottata durante il dicastero Mattarella con la legge 417/89, il cosiddetto doppio canale, successivamente trasfusa nella disciplina delle graduatorie permanenti istituite dalla legge 124/99, è stata poi archiviata con la trasformazione delle graduatorie permanenti in elenchi a esaurimento introdotta dall’articolo 1, comma 605, della legge n. 296 del 2006”. Ed anche nel corso della diretta di Orizzonte Scuola Tv, alcuni esponenti politici hanno ricordato la necessità di stabilizzare i precari: fra questi Francesco Verducci, senatore in quota Pd, che ha detto: “Bisogna evitare la falsa partenza di quest’anno con oltre 200 mila cattedre. Bisognava già stabilizzare i precari quando ne avevamo avuto l’occasione, la scorsa primavera, con il decreto scuola. Adesso, fra le priorità bisogna pensare ad una riforma del reclutamento”. Parole sagge: c’è solo da sperare che non si perdano nel vuoto.
Le domande di pensionamento presentate da docenti dei vari ordini di scuola per lasciare il servizio dal prossimo anno scolastico sono un campanello ulteriore d’allarme: altri 27.600 posti che si liberano e che in larga parte non potranno essere coperte dal turn over, sia per l’esaurimento di molte graduatorie per varie classi di concorso e per l’inadeguata disponibilità di graduatorie di merito delle precedenti procedure concorsuali.
I NUMERI DELLA STAMPA SPECIALIZZATA
La rivista Tuttoscuola ricorda che “nel settembre scorso, nonostante l’autorizzazione del MEF a ricoprire 84mila posti, nonostante la call veloce per cambiare l’iscrizione in GAE per una provincia diversa con posti vacanti, nonostante insomma questa complessiva situazione oltremodo favorevole, sono rimasti vacanti migliaia di posti che nemmeno gli iscritti in GAE sono riusciti a coprire per esaurimento di graduatorie. Sono stati coperti soltanto 18.254 posti, costringendo l’Amministrazione scolastica ad attivare 66.654 supplenze annuali sui posti rimasti vacanti”.
E non è finita qui, perché “a queste supplenze se ne sono aggiunte altre fino al termine delle attività didattiche (30 giugno) per circa 70 mila posti di sostegno in deroga e per altre migliaia su posti disponibili in organico di fatto, soprattutto per spezzoni di cattedra”. In conclusione, “se l’anno scolastico 2020-21 ha fatto segnare un record negativo di precariato nella scuola (stimabile intorno al 25%), quello che si prospetta per l’anno prossimo segnerà un nuovo record negativo, in particolare nelle scuole settentrionali dove ai numerosi posti e cattedre già vacanti e non coperti nel settembre scorso, andranno ad aggiungersi i vuoti per nuovi pensionamenti (più di 4.700 nella sola Lombardia)”.
LA PROPOSTA ANIEF
Secondo l’Anief diventa vitale, per il bene della scuola e dei suoi discenti, riattivare con urgenza il doppio canale di reclutamento, come è già accaduto nel 2008 e nel 2012 per volontà del Parlamento. Alle scuole serve più che mai l’apertura delle GaE e la trasformazione dei concorsi in procedure utili a stilare delle graduatorie a scorrimento, da utilizzare ogni anno per assumere tutti i precari, anche a seguito di corsi abilitanti e sul sostegno aperti a tutti, pure a distanza. Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, “avere aggirato per oltre vent’anni le direttive europee contro l’abuso delle supplenze, avere ignorato storiche sentenze sullo stesso tema emesse dalla nostra Cassazione italiana e dalla Corte Costituzionale, significa avere abbandonato la causa della Conoscenza e migliaia di lavoratori precari, collocati tra i docenti e tra gli Ata, come dipendenti dell’Università, dell’Afam, degli Enti di Ricerca e di tutta la PA”.
Arriva dal Consiglio di Stato una nuova conferma dell’azione legale promossa dall’Anief a tutela dei diritti dei docenti con diploma magistrale inseriti nelle Graduatorie a Esaurimento. Il Consiglio di Stato, infatti, rigetta l’istanza di revoca del Ministero dell’Istruzione e conferma in toto la sospensione delle sentenze di rigetto emanate dal TAR Lazio nello scorso mese di luglio.
Il team di legali Anief, infatti, composto da Fabio Ganci, Walter Miceli, Nicola Zampieri e Fortunato Niro, ottiene nuovamente ragione in Consiglio di Stato: le ordinanze cautelari emanate nello scorso mese di settembre dal medesimo organo giudicante sono state confermate ed è confermato, anche, che deve essere il Ministero dell’Istruzione a produrre, prima dell’udienza di merito già fissata per il prossimo mese di febbraio, una memoria esaustiva volta a “a) specificare se il Ministero, all’esito delle favorevoli misure cautelari ottenute dai ricorrenti, abbia disposto l’inserimento degli odierni appellanti nelle GAE con l’esplicita formulazione di apposita clausola di riserva correlata all’andamento del giudizio; b) individuare gli appellanti titolari di contratto di lavoro a tempo indeterminato non recante l’apposizione di siffatta clausola di riserva o comunque immessi in ruolo senza riserva; nonché c) chiarire le ragioni per cui detta clausola di riserva in talune circostanze non sia stata inserita nei contratti di lavoro o negli atti di immissione in ruolo de quibus”.
Tutto confermato, dunque, i ricorrenti Anief già destinatari dei favorevoli provvedimenti del Consiglio di Stato, ove cancellati, devono essere reinseriti immediatamente nelle Graduatorie a Esaurimento e devono essere confermati i loro contratti di lavoro. “Il Ministero dovrà chiarire nel merito in che modo sta agendo o vuole agire nei confronti di docenti che da anni permettono il corretto svolgimento delle attività didattiche – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e non potrà licenziare i nostri iscritti fino all’udienza di merito. Auspichiamo da anni una risoluzione politica della “problematica” che interessa i diplomati magistrale e chiediamo nuovamente e con forza la loro conferma in ruolo una volta superato l’anno di prova”. Gli iscritti Anief direttamente interessati dalle nuove ordinanze di conferma del Consiglio di Stato riceveranno entro pochi giorni dettagliate istruzioni dai legali Anief che effettueranno anche una nuova rilevazione per la tutela delle singole specifiche situazioni.
Nell’impresa impossibile di “concludere entro il 24 settembre” la stipula di 230 mila contratti fino al termine delle lezioni o con scadenza 30 giugno o 31 agosto 2021, e di ridurre i disagi alle scuole con meno personale di ruolo, in alcuni casi costrette in questi giorni a chiudere per mancanza di docenti come accaduto a Bologna, gli Uffici scolastici stanno realizzando decine di migliaia di supplenze annuali utilizzando graduatorie provinciali non corrette, se non addirittura falsate: lo denuncia oggi Orizzonte Scuola, sostenendo che “lo sforzo di avere tutti i supplenti in cattedra entro il 24 settembre ha indotto numerosi Uffici Scolastici a non avviare il processo di revisione dei punteggi pubblicati nella prima pubblicazione delle GPS, lasciando alle segreterie scolastiche l’onere di una valutazione più accurata. Inevitabilmente l’attribuzione delle supplenze potrà risultare falsata”.
“L’alto numero di cattedre si poteva mettere nel conto – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – considerando anche il semi-fallimento delle call veloci e delle nomine in ruolo, ma a complicare tutto c’è stata l’ostinazione dell’amministrazione scolastica di introdurre le graduatorie provinciali per le supplenze sulla base di criteri di accesso non omogenei e tabelle di valutazione a dir poco discutibili andando a determinare uno scenario che l’Anief ha denunciato da prima che lo stesso regolamento delle Gps fosse pubblicato. Se non si apporranno celeri modifiche alle graduatorie, valutando a fondo la consistenza dei nostri reclami e ricorsi, ci ritroveremo con una situazione cattedre ancora peggiore dell’anno scolastico passato, quando le nomine si accavallarono fino in pieno inverno, con ampio ricorso della Messa a disposizione e addirittura annunci social da parte dei dirigenti scolastici. A questo punto è necessario riaprire le GaE al personale con titolo valido per insegnare e che hanno svolto 36 mesi di servizio, come abbiamo chiesto nel reclamo collettivo al Consiglio d’Europa”.
La rivista Orizzonte Scuola fa l’esempio di “province che hanno pubblicato le rettifiche” con “aspiranti che hanno visto il proprio punteggio modificato da 69 a 43 punti o da 25,5 a 40,5”: questo comporta il sacrosanto “diritto ad essere nominati per una supplenza potrebbe cambiare”. Le segnalazioni giungono da più province. Ad iniziare da Napoli, dove sabato scorso l’Ufficio scolastico ha pubblicato l’esito delle assegnazioni di cattedra attraverso il nuovo sistema digitalizzato. “Io e molti altri colleghi – dice un precario -, sciaguratamente, non risultiamo essere presenti nell’elenco pur avendone avuto diritto per punteggio. Le cattedre sono state assegnate a persone in posizione molto più bassa che prenderanno servizio mercoledì. Sabato mattina ho immediatamente inviato una mail di rettifica all’USP. Non ci sono state date ancora risposte e non sono affatto chiare le motivazioni di quello che è accaduto”.
Problemi simili si sono ravvisati a Padova, dove l’Ufficio scolastico “ha fatto pervenire ai candidati in posizione utile, contemporaneamente tante proposte di assegnazione quante sono le graduatorie alle quali si è iscritti. Potendo, però, ciascun candidato scegliere una sola cattedra, questo sistema ha avuto l’effetto di riservare al candidato che abbia punti a sufficienza, oltre che la cattedra che effettivamente sceglierà anche quelle per le quali non accetterà la proposta di assegnazione”. Con questo sistema “molti docenti si sono trovati sparati in scuole molto distanti dal loro comune di residenza, e dalla loro scuola di assegnazione di precedenti anni scolastici, alla faccia della continuità didattica. Tanto più che beffa delle beffe: se magari si libera un posto nella tua scuola di precedente assegnazione non puoi prenderlo perchè significherebbe rinunciare all’assegnazione fatta quindi essere esclusi in automatico dalle successive convocazioni”. Con il rischio di “vedersi sfumare la cattedra assegnata a qualcuno in graduatoria con punteggi più bassi pur avendone i requisiti e didattica nei vari istituti stravolta alla faccia della tanto desiderata continuità di insegnamento”.
Scenario non molto diverso a Brescia, dove “il calendario delle convocazioni e delle relative nomine, nonostante non si sia provveduto a rettificare i punteggi e verificare i titoli erronei, hanno subito ben tre rettifiche. Mentre prima il giorno della nomina su posto comune coincideva con la rispettiva possibilità di nomina su posto di sostegno da graduatoria incrociata, lasciando quindi all’aspirante la possibilità di scelta della sede più consona alle proprie esigenze, con l’ultima rettifica si posticipato di un giorno la nomina su posto di sostegno da graduatoria incrociata, e di un ulteriore giorno la nomina su posto comune, comportando così che l’intero corpo docenti precari sia stato considerato in prima istanza un docente di sostegno e solo successivamente un docente sulla materia. Ciò comporterebbe che un docente procederà alla scelta sicura e certa del posto di sostegno a discapito dell’incertezza del posto su materia”.
IL SINDACATO: ALTI NUMERI
Anief ricorda che il problema della mancata copertura di docenti riguarda moltissime discipline – a partire da matematica, lingue straniere e sostegno, per il quale vanno nominati ancora 100 mila precari – ed è particolarmente sentito in alcune regioni. Soprattutto del Centro-Nord: in Emilia Romagna, ad esempio, con 3 mila posti vacanti solo a Reggio Emilia; in un istituto secondario di primo grado della Maremma, dove scarseggiano i docenti di ruolo e gli insegnanti supplenti tardano ad essere nominati, le lezioni sono state interrotte almeno fino a lunedì 21 settembre. Non sono da meno la Lombardia, il Piemonte e il Veneto, dove vanno nominati ben 13.500 docenti. Inoltre, a causa del Covid19 si è ridotta la disponibilità a spostarsi di provincia e regione.
IL PARERE DEL PRESIDENTE
“Con questi numeri da record – chiosa Marcello Pacifico, leader del sindacato Anief – non possiamo permetterci anche il ‘balletto’ delle cattedre scoperte derivante da punteggi errati nelle graduatorie provinciali e modificati a distanza di tempo dai giudici. L’amministrazione intervenga in autotutela e subito, altrimenti il caos prenderà il sopravvento a discapito dell’offerta formativa di livello e della continuità didattica”.
“Il nuovo decreto scuola delinea una situazione che sfida la logica e mette a rischio il regolare avvio del prossimo anno scolastico. Per garantirne l’ordinato avvio non basterà certo la proroga al 15 settembre del termine entro cui provvedere alle prossime operazioni di assegnazione provvisoria e alle nomine in ruolo. Il prossimo anno, infatti, potrebbe abbattere tutti i record sul numero di supplenti, che rischia addirittura di sfondare quota 250mila. È noto, infatti, che siano esaurite sia le GaE che le graduatorie dei concorsi ordinari e straordinari per molte classi di concorso. E non servirà nemmeno la call veloce per provare a far spostare i docenti verso le province e le regioni dove ci saranno più posti disponibili: il vincolo quinquennale nella scuola di titolarità che scatterà dal prossimo anno scolastico per tutti i neo assunti in ruolo, abbinato all’attuale situazione di incertezza sanitaria sarà, con tutta probabilità, un fortissimo deterrente alla mobilità dei docenti”. Lo rende noto Anief in una nota stampa.
“In tutto questo, mentre non siamo ancora in grado nemmeno di immaginare se e come si svolgerà la didattica da settembre, il ministro chiede al governo di varare un decreto in cui si ribadisce la necessità di procedere alla pubblicazione dei bandi dei concorsi straordinari e ordinari di cui, però, non si sa quando si potranno svolgere le prove. Gli esperti, infatti, dicono che potrebbe essere necessario attendere il primo trimestre del 2021 per avere il vaccino, unica vera chiave per il ritorno alla normalità.
Sappiamo, in ogni caso, che certamente non potremo far svolgere le prove dei concorsi prima del 15 settembre, quindi in tempo per garantire l’immissione in ruolo già dal prossimo anno scolastico. Per di più, il ministro ha deciso anche di rimandare di un anno l’aggiornamento delle graduatorie d’istituto e l’attivazione delle nuove graduatorie provinciali da cui attingere per l’assegnazione degli incarichi di supplenza annuali. Ma si è ancora in tempo per cambiare rotta”.
IL PARERE DEL PRESIDENTE ANIEF
“Chiediamo al ministro – afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – di ascoltare le proposte che arrivano, una volta tanto, dall’intero panorama sindacale che, alla fine, ha sposato ciò che ANIEF dice da sempre: si proceda ad assumere immediatamente i docenti in ruolo attivando procedure selettive solo per titoli riservate ai docenti con almeno tre anni di servizio, consentendo loro di conseguire l’abilitazione il prossimo anno con corsi on line gratuiti da concludere prima della valutazione finale dell’anno di prova. Parimenti, si attivino corsi telematici per conseguire la specializzazione di sostegno, senza selezione in ingresso, aperti a tutti i docenti con almeno tre anni di servizio su sostegno, prevedendo da subito anche per loro un percorso di stabilizzazione da completare al conseguimento del titolo. E si sciolgano le riserve a tutti gli assunti in ruolo con riserva, che già oggi stanno garantendo la continuità dell’azione didattica, anche a distanza.
Solo così potremo avere in cattedra tutti i docenti che servono per far fronte in modo efficace alla più grande sfida che la Scuola italiana abbia mai dovuto affrontare. Gli studenti italiani hanno assoluto bisogno di sapere chi avranno in classe, fisica o virtuale che sia, il prossimo anno. È di questo che, oggi, il ministro deve preoccuparsi”.
A seguito della pubblicazione e della notifica di sentenze definitive in
merito all’esclusione delle diplomate magistrale ante 2001/2002 dalle GAE,
molti insegnanti in servizio di ruolo da anni o in servizio con contratti a
tempo determinato vengono licenziati e si trovano all’improvviso nella
condizione di non poter più insegnare, oltretutto con l’onere di non percepire
alcuna indennità di disoccupazione, non ricorrendone le condizioni di legge.
Per il giovane sindacato rappresentativo Anief è assurdo negare a questi
docenti i ruoli confermati in sede collegiale dopo il superamento dell’anno di
prova.
L’ALLARME E LA SOLUZIONE
Il senatore Roberto Berardi, promotore degli Odg. G/1729/2/1, G/1719/3/1,
sostiene che siamo di fronte a una vera e propria emergenza, perché viene messa
a repentaglio la continuità didattica e viene meno il regolare svolgimento
dell’anno scolastico.
Per questa ragione Marcello Pacifico, presidente Anief, chiede la riapertura
delle GAE: queste insegnanti – migliaia di maestre della scuola dell’infanzia e
primaria diplomate fino al 2002, che da anni garantiscono il diritto allo
studio dei più piccoli – rischiano di uscire anche per lungo tempo dal circuito
scolastico, continuando a rappresentare una delle tante criticità del comparto
scolastico italiano. Ecco perché è necessaria una soluzione nel più stretto
tempo possibile. La prossima estate, stando così le cose, quanti dovessero
ricevere sentenza negativa non avranno scampo: si ritroveranno fuori dalle GaE
e verranno licenziati. Compresi gli oltre 7 mila maestri già immessi in ruolo e
con anno di prova superato.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “siamo alla
schizofrenia governativa: questi lavoratori precari, anche da vent’anni, vanno
più che bene allo Stato per tappare i vuoti di organico, assicurando il
servizio pubblico e la didattica con regolarità; poi però quando si tratta di
stabilizzarli, si tirano fuori tutti i cavilli legislativi possibili per
mantenerli nella condizione di supplenti. Noi continuiamo a essere convinti che
i maestri con diploma magistrale hanno pieno diritto a rimanere nelle GaE e a
essere confermati in ruolo”.
“Arrivare a un licenziamento di massa del genere – continua Pacifico, leader
del sindacato autonomo – sarebbe un atto di irriconoscenza professionale e di
illegittimità senza precedenti. Siamo anche convinti che le stesse aule di
giustizia, alla lunga, non potranno che darci ragione riguardo a chi ha
superato l’anno di prova. La politica è in grado di sanare questa situazione,
basterebbe riaprire le GaE, magari approfittando della finestra annuale di
aggiornamento, che non riguarda i punteggi o il cambio provincia, ma solo lo
scioglimento della riserva per chi è già inserito, tutto ciò avrebbe costo zero
per lo Stato e un grande vantaggio per la scuola”.
“Call veloce da graduatorie di istituto e conferma dei ruoli per chi ha superato l’anno di prova”. Così rilancia il giovane sindacato alle dichiarazioni della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina rilasciate a ‘Il Fatto Quotidiano’ sulla chiusura delle GaE e sui diplomati magistrale
IL PARERE DEL PRESIDENTE ANIEF, MARCELLO PACIFICO
Per Marcello Pacifico, presidente Anief, bisogna assumere nei ruoli e da
subito dalle attuali graduatorie da cui si sono chiamati i docenti e che ora
sono state trasformate in provinciali, mentre si deve pensare a un concorso
straordinario anche per il personale dell’infanzia e della primaria, dove ci
sono 16 mila posti vacanti. Non è mai successo che si facciano concorsi alterni
per grado di scuole e questo la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, lo sa.
Inoltre il problema del licenziamento di 7 mila maestre che hanno superato
l’anno di prova non è ancora risolto, basterebbe recepire il parere dell’ex
presidente di Cassazione, Michele De Luca, e garantire la continuità didattica,
rispettando il merito dimostrato.
Comunque, ad oggi, “la riapertura delle GaE, come fatto e mai voluto dai
ministri Mariastella Gelmini e Francesco Profumo, non è dovuta alla volontà di
chi detiene le chiavi di viale Trastevere, ma di chi capisce che quando si
hanno 8 mila docenti inseriti in GaE e 200 mila docenti chiamati come
supplenti, il problema è proprio quello di riaprire le GaE da dove vengono
chiamati per il 50% dei posti e non di esaurirle. Perché altrimenti la supplentite
rimarrà per sempre”, conclude il sindacalista autonomo.
Per riaprire le GaE a tutto il personale abilitato – inclusi DM, ITP, educatori – e per assumere nei ruoli da graduatorie di istituto provinciali, aggiornabili annualmente e aperte ai laureati, Anief chiederà in audizione ai parlamentari di presentare emendamento.
La proposta di emendamento nel sostitutire i cc. 1-16 dell’art. 1 utilizza l’attuale doppio canale di reclutamento al luogo della nuova procedura riservata, regola le chiamate delle supplenze fuori graduatoria, sviluppando un punto specifico della piattaforma dello sciopero del 12 novembre.
LA PROPOSTA
La proposta risolve immediatamente il problema delle 90 mila cattedre andate
deserte durante le convocazioni per le immissioni in ruolo negli ultimi cinque
anni, delle maestre con diploma magistrale inserite con riserva nelle GaE e
degli insegnanti tecnico pratici ed educatori a rischio licenziamento, dei più
di 100 mila docenti abilitati dopo il 2012 con il TFA, PAS all’estero esclusi
dalle graduatorie ad esaurimento a differenza degli altri docenti abilitati in
precedenza, e degli altrettanti docenti senza abilitazione inseriti nella terza
fascia delle graduatorie di istituto che entrerebbero nei ruoli dopo la
frequenza di un apposito corso abilitante. La norma, nel trasformare le
graduatorie di istituto in provinciali, limiterebbe l’utilizzo delle messe a
disposizione sempre più inflazionato e non regolamentato, sostituendo l’attuale
scelta delle dieci/venti scuole da parte degli aspiranti supplenti con le
scuole della provincia e consentendo ai giovani laureati di inserirsi nelle
graduatorie.
Nel caso in cui non fosse approvata, il sindacato ha già pronte diverse
altre proposte emendative migliorative del testo approvato dal Governo, a
seguito dell’intesa del 24 aprile con i sindacati firmatari di contratto, da
loro in ritardo sconfessata.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE PACIFICO
Marcello Pacifico, presidente Anief, afferma: “Piuttosto che pensare a
nuove graduatorie e nuovi corsi abilitanti che comunque devono essere ripensati
anche nella legge di bilancio, sarebbe intelligente, pratico e giusto
utilizzare appieno quel doppio canale di reclutamento che per 25 anni ha
regolato le assunzioni del personale docente, aggiornando il meccanismo di
chiamata dalle graduatorie di istituto che pure potrebbero essere utilizzati
per i ruoli. In questo modo si risolverebbe il problema del licenziamento anche
delle maestre con diploma magistrali dalle GaE e dai ruoli, del reclutamento
delle giovani laureate in scienze della formazione primaria e dei tanti ITP.
Poi si consentirebbe ai giovani laureati di inserirsi nel mondo
dell’insegnamento dal canale principale delle graduatorie di istituto senza
aspettare la chiamata fortuita dalle messe a disposizione dei presidi, con
l’assunzione diretta anche dei precari di terza fascia. Chiediamo alla politica
una
riflessione seria su questo testo che siamo pronti a spiegare in
piazza durante il sit-in ai tanti che verranno per sostenerci”.
Mai era accaduto che un anno scolastico iniziasse con 205 mila cattedre da coprire con
personale precario: nell’ultimo decennio, il numero di contratti a tempo
determinato è addirittura raddoppiato. Anche perché su 180mila immissioni in
ruolo ne sono state fatte soltanto 90mila, per colpa di un sistema di
reclutamento che lascia ai margini gli abilitati all’insegnamento e permette di
lavorare sempre più con
le Mad. E ora pure con gli annunci sui social.
Il problema della supplentite e del ricorso alla magistratura per
l’abuso dei contratti a termini con crescenti danni erariali per lo Stato, si
risolve per Anief con la riapertura straordinaria delle ex graduatorie
permanenti a tutto il personale abilitato, incluso i diplomati magistrali, Itp
ed educatori, e la fine dei licenziamenti. Fu fatto proficuamente nel 2008 e
nel 2012, con due “finestre specifiche” rivolte al personale precario
abilitato: perché oggi non si può ripetere? Il presidente nazionale Marcello
Pacifico lo chiede prima che vengano costituite le nuove graduatorie del
salva-precari bis, come specificato in un punto della piattaforma dello
prossimo sciopero
del 12 novembre.
“Il nodo della questione – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale
Anief – è che fino a tutto il 2014 ci furono gli effetti benefici delle
riaperture delle GaE, mentre ai laureati in scienze della formazione primaria
laureati dopo il 2012 fu impedito l’ingresso, come ai diplomati magistrali dal
primo aggiornamento del febbraio 2002 delle ex graduatorie permanenti. Il
tutto, con il beneplacito delle attuali organizzazioni sindacali che hanno
raggiunto l’intesa nei giorni scorsi sulla proroga dei contratti in essere in
caso di licenziamento, gli stessi sindacati che hanno seguito l’Anief nella
vertenza legale che ha ammesso a partire dal 2014 migliaia di maestre con
riserva nelle stesse GaE e in duemila nei ruoli con sentenza passata in
giudicato prima della doppia
pronuncia negativa dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato che ora
pone a
rischio migliaia di immessi in ruolo in corso d’anno pure dopo avere svolto
l’anno di prova”.
Ferragosto e l’estate sono “amare” per alcuni insegnanti. Emblematico il titolo scelto per il comunicato stampa di Ferragosto di Anief.
Che ne approfitta per ricordare una vertenza aperta e dolorosa: “Perché colpevoli di essere entrati di ruolo con un titolo, il diploma magistrale, che per il Consiglio di Stato vale soltanto per insegnare come supplente e non per entrare nei ruoli. La risposta del Governo giallo-verde è stata deludente persino per l’assessore Elena Donazzan della Regione Veneto. Ora a rischio la continuità didattica e l’apertura delle scuole. A giugno, peraltro, è scaduta la proroga dei contratti prevista dal Decreto dignità. Anief ribadisce la volontà di ricorrere al giudice del lavoro per chi ha superato l’anno di prova”.
Marcello Pacifico (presidente Anief) afferma: “Un anno fa, almeno, tanti precari potevano sperare sulla riapertura delle GaE a tutto il personale abilitato approvata in prima lettura al Senato proprio ad agosto, salvo ritrovarsi presi in giro a settembre dalla politica”.
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