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Scuola e calo demografico, Bussetti: “Non influisce sull’offerta formativa plurale e di qualità”

Marco Bussetti Miur Ministro

Una nuova presa di posizione da parte del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti, ancora una volta in direzione della difesa e della tutela del sistema scolastico.

A fronte della presentazione dei dati regionali sul decremento demografico in Sardegna, fenomeno di interesse nazionale poiché coinvolge ogni regione italiana, Bussetti ha espresso in un’intervista a “La Nuova Sardegna” la chiara volontà di rafforzare quello che è il sistema-scuola perché “ogni ragazzo che rimane fuori dall’istruzione è un’occasione persa per il Paese”.

“L’Italia – ha spiegato il Ministro Bussetti – ha bisogno di più scuola: è l’istituzione in cui più delle altre si costruisce più concretamente il futuro“.

E continua, spiegando che “le scuole sono fondamentali per i territori. E devono essere in dialogo, in contatto costante con essi. È durante il corso di studi che un giovane scopre la sua identità e sviluppa il suo senso di appartenenza alla comunità”. E, sul tema del calo demografico, spiega che: “È certo che le istituzioni scolastiche da sole non possono bastare a contrastare lo spopolamento di un’area, che è il risultato di determinati fattori sociali, economici, culturali molto diversi tra loro. Ma – continua il Ministro – ciò che non deve mancare da parte nostra, Istituzioni e Governo, è l’impegno di garantire un’offerta formativa plurale e di qualità”.

L’impregno è preso per tutta Italia, isole comprese: Bussetti ha ribadito anche per la Sardegna la sua idea di scuola aperta anche fuori dall’orario curricolare per consentire attività sportive, musica, consolidare conoscenze e competenze degli studenti.

E, infine, conclude con un monito “Ogni ragazzo deve avere la possibilità di trovare una strada in linea con i propri sogni vicino casa”.

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Avvezzi all’alcool, attaccati agli smartphone, che si fanno del male da soli: l’impietoso ritratto dell’adolescente italiano di oggi

ragazza che beve alcool

Ragazze attaccate agli smartphone in ogni momento utile, ragazzi che non fanno più attività fisica. Paghette che arrivano a 30 euro utilizzate per acquistare alcolici o cannabis. Sono solo alcuni dei dati choc emersi da una ricerca condotta tra i giovani di Pavia e ripresa da autorevoli testate nazionali (su tutte l’Ansa).

La ricerca

La ricerca è stata condotta a Pavia in 3 istituti di primo grado (coinvolgendo 682 ragazzi) e 5 istituti di secondo grado (qui gli studenti coinvolti sono 4.546 studenti). A portare avanti la ricerca le associazioni Semi di Melo, Fondazione Exodus e Casa del Giovane.

Una generazione allo sbando

Il ritratto che ne viene fuori è impietoso, e al contempo estremamente preoccupante.

Smartphone e social network

Il primo grande dato che desta serie preoccupazioni è quello legato all’utilizzo degli smartphone, soprattutto per connettersi ai social network. Il 63 percento delle ragazze intervistate ammette candidamente di utilizzarlo “in ogni momento libero a disposizione” (contro il 34 percento dei ragazzi). Le une lo usano per chattare, gli altri per giocare con le app. In totale, in ogni giornata dei nostri ragazzi almeno due ore sono davanti allo schermo del telefono.

Le ripercussioni sulla vita sociale

Questo dato è legato a doppio filo a quello delle attività sociali e di interazione con gli altri e/o di stimolo artistico e culturale. Non è un caso che con l’esplosione dei telefoni diminuisce drasticamente il numero di giovani che si dedicano ad attività sportive, alla lettura, al disegno o alla musica.

Alcool e droghe

Che l’età media in cui si entra a contatto con gli alcolici e gli stupefacenti si è abbassata è fatto noto. Ma preoccupa che il 50 percento e più dei maschietti intervistati dichiara di destinare gran parte della sua paghetta all’acquisto di alcolici, e uno su cinque per comprare cannabinoidi. Altro dato preoccupante è che questo numero è in aumento anche tra le giovani donne, che si stanno mettendo al passo con i pari età uomini.

Autolesionismo al 24 percento

Infine, a completare questo quadro nero, il numero di ragazzi che dichiarano di “essersi fatti del male da soli” che si attesta al 24 percento degli intervistati. Riferito solo alla quota rosa, questa percentuale sale al 29 percento, quasi insomma una ragazza su tre.

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Maturità 2019 inizia a delinearsi: date e modalità di svolgimento

studenti liceo esame maturita

In attesa di informazioni ufficiali inizia a delinearsi la nuova maturità 2019, la prima di impronta gialloverde e con Marco Bussetti alla guida del Ministero del’lstruzione, dell’Università e della Ricerca. Tra grandi smentite e importanti novità. Andiamo a vederle insieme.

La cancellazione della terza prova

La più sostanziale novità che verrà introdotta nella prossima sessione di esami di maturità è l’abolizione della terza prova, il famoso quiz multidisciplinare. Dopo quindi il tema della prima prova e la seconda prova sulla materia scelta per la propria tipologia di liceo – istituto superiore si passerà direttamente all’orale.

I punteggi

La cancellazione della terza prova comporta necessariamente una rimodulazione dei punteggi assegnati a ogni singola prova, che passano dai 15 del passato ai 20 attuali, per un totale di 60 punti realizzabili in seduta d’esame. Gli altri 40 verranno dal percorso didattico dell’allievo nel corso del triennio che lo ha portato all’esame di Stato.

Le date della Maturità 2019

Fissate anche le date della sessione degli esami di maturità del 2019: il 19 giugno 2019 alle 8.30 (è un mercoledì) avrà inizio la prima prova. Per la seconda non ci sono ancora indicazioni ufficiali ma, come accade da anni, il giorno dovrebbe essere quello immediatamente successivo, ossia il 20 giugno.

Come si viene ammessi alla maturità?

I requisiti per accedere all’esame di Maturità 2019 restano invariati rispetto al 2018:

  1. Sufficienza in condotta;
  2. Sufficienza in tutte le materie; *
  3. Presenza superiore al 75 percento del monte ore.

* Il consiglio di classe può decidere con adeguata motivazione di ammettere alla maturità anche chi non raggiunge la sufficienza in una sola disciplina, con ripercussioni però sui crediti.

La commissione d’esame

Anche questa dovrebbe restare praticamente invariata rispetto al 2018.

  • Tre commissari interni;
  • Tre commissari esterni;
  • Il presidente di commissione.

Per la nomina bisognerà aspettare almeno fino a maggio 2019.

Invalsi propedeutico per l’accesso alla Maturità?

I test Invalsi non saranno propedeutici per l’accesso all’Esame di Stato. Sebbene originariamente l’ipotesi era più che una voce, si è deciso al momento di rinviare di un anno questa eventuale scelta. Ciò non toglie che le prove Invalsi restano anche quest’anno, quindi iniziate a prepararvi al test Invalsi!

E l’Alternanza scuola-lavoro?

Stesso discorso vale per i percorsi di alternanza scuola-lavoro al momento oggetto di una animata discussione istituzionale, con lo stesso Bussetti che più di una volta ha manifestato la volontà di rimodulare il programma e nello specifico il monte – ore.

Ad ogni modo, sebbene non propedeutica per l’Esame di Maturità, l’alternanza scuola lavoro continua a esistere e a dover essere svolta.

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Palermo, crolla cornicione a scuola

vigili del fuoco generica

La tragedia è stata solo sfiorata, ma tanta paura (e tanti disagi) a Palermo per il crollo di un cornicione in una scuola primaria del quartiere Pallavicino, la Siragusa. Più per la precisione, il plesso Savio di viale Resurrezione.

Lezioni sospese e pronto intervento dei Vigili del Fuoco che hanno dichiarato la scuola inagibile. Circa duecento bambini sono quindi tornati a casa e ora aspettano una sistemazione alternativa per poter seguire le lezioni.

A rendere noto il fatto è il Movimento 5 Stelle che parte all’attacco del sindaco Orlando:

“L’amministrazione Orlando non può continuare a sfidare la sorte, per inerzia e incapacità, soprattutto se di mezzo ci sono dei bambini”

In una nota il consigliere comunale Viviana Lo Monaco e il portavoce della VII circoscrizione palermitana Giovanni Galioto, dichiarano che i pentastellati dal loro insediamento chiedono “di ricevere informazioni puntuali sui collaudi e la messa a norma di tutti gli edifici scolastici, richiesta che però rimane inascoltata da oltre un anno” e che presenteranno una richiesta di accesso agli atti per verificare eventuali inadempienze.

L’emergenza edilizia scolastica

Quello di Palermo è un forte campanello d’allarme relativo a un tema che ha animato il dibattito estivo prima della partenza del nuovo anno scolastico: quello della sicurezza delle scuole. I numeri sono impietosi: sono più della metà le scuole non a norma secondo gli ultimi dati. Una battaglia che, soprattutto dopo la tragedia del crollo del Ponte Morandi a Genova, si protrae ancora oggi. In prima linea soprattutto l’Anci che chiede maggiori stanziamenti per poter intervenire sulle strutture e gli edifici scolastici. Un accordo quadro sul tema dell’edilizia scolastica è stato pubblicato negli scorsi giorni, ma bisogna – e si deve – fare di più.

 

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Concorso straordinario infanzia e primaria, decreto per il bando entro il 10 ottobre

studenti scuola primaria generica

Si infittisce l’agenda per dare alla luce l’ormai imminente bando di concorso straordinario destinato ai docenti di infanzia e scuola primaria previsto dal Decreto Dignità dello scorso agosto, e volto a risolvere in parte l’incresciosa questione dei diplomati magistrale.

Nelle scorse ore Miur e sindacati di categoria si sono di nuovo incontrati per discutere del concorso straordinario. Il bando deve ancora essere trasmesso al Consiglio superiore della pubblica istruzione (CSPI). Ma l’iter è urgente e – nonostante i tempi necessari – sembra che il decreto contenente il bando possa essere pubblicato prima del 10 ottobre.

Monitoraggio dei posti liberi

Sempre nell’ottica di una procedura il più veloce possibile, entro il 30 settembre il Miur dovrebbe effettuare il monitoraggio dei posti liberi. Utile tanto per il concorso straordinario che per i successivi (e necessari) ordinari.

Chi può accedere al concorso straordinario?

Il bando di concorso straordinario è destinato ai diplomati magistrale che hanno acquisito il proprio titolo entro l’anno scolastico 2001/2001 e i laureati in Scienze della formazione primaria a patto che abbiano almeno due annualità di servizio specifiche nelle scuole statali per il posto per cui ci si candida.

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Docenti e liberi professionisti contemporaneamente: come funziona?

libero professionista scuola

Si può essere docente pubblico e al contempo libero professionista? La risposta è sì. Ma con dei paletti. Tra questi, l’autorizzazione del dirigente. Andiamo a vedere quali.

Docenti e liberi professionisti, chi può farlo?

La normativa in vigore prevede che i liberi professionisti possano insegnare. Lo stesso vale per chi esercita la professione di avvocato, regolamentata però dalla legge 247 del 2012 e successiva nota 17263 del 06/12/2013.

Quali sono le condizioni per poter insegnare e essere libero professionista?

Coerenza e non di intralcio: queste in sintesi le due condizioni che permettono a un libero professionista di poter insegnare. In estrema sintesi l’attività di libero professionista deve essere coerente con l’insegnamento erogato, non deve essere in contrastcon gli orari scolastici e di servizio, non deve essere da pregiudizio all’assolvimento dei compiti relativi alla funzione docente.

Per gli avvocati la normativa è ancora più stringente: si chiede difatti all’avvocato-insegnante di non assumere il Patrocinio legale in controversie in cui sia parte in causa la scuola, non può assumere incarichi professionali dalla scuola stessa e non può insegnare altro se non materie giuridiche.

C’è un’eccezione a questa ultima regola, ed è legata all’inapplicabilità della retroattività della 247/2012. Quindi i docenti che prima del 2 febbraio 2013 erano già iscritti all’albo non sono vincolati all’obbligo di insegnamento di materie giuridiche.

L’autorizzazione del dirigente scolastico

Obbligatoria per i liberi professionisti è però l’autorizzazione del dirigente scolastico. Se questi la dovesse negare, è possibile presentare ricorso al Provveditore agli Studi a cui spetta l’ultima parola sulla questione.

Differenza tra libero professionista e attività professionale

Tutto ciò che è detto sopra vale per i liberi professionista ma non per chi svolge attività professionale, quindi in maniera continuativa a orari e ricompensa fissa per un altro “datore di lavoro”. In tal caso, l’attività professionale diventa incompatibile con l’insegnamento, a prescindere da come questa sia inquadrata contrattualmente.

Differenze tra part-time e full-time

Non esistono differenze, sul tema sopra trattato, tra insegnanti con contratti part-time e full-time.

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Alternanza scuola-lavoro, Bussetti: “Diminuiremo le ore”

sede Miur Trastevere Roma

Riduzione del numero di ore di alternanza scuola – lavoro e calibrazioni specifiche a seconda del tipo di liceo / istituto professionale lo studente affronti. Questa in sintesi la volontà politica del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti.

Il question time alla Camera

Il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti
Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti

Il Ministro Bussetti è intervenuto alla Camera su domanda di Alessandro Fusacchia (+Europa, gruppo misto). L’intenzione è la seguente:

“Prevedere un numero minimo di ore da svolgere, in misura diversificata nei vari istituti poi ciascuna scuola potrà decidere la durata dello stesso”

L’idea del Ministro, in sintesi, è quella di prevedere un numero minimo di ore di alternanza scuola lavoro differenziato tra istituto e istituto. Questo minimo potrà però essere ritoccato verso l’alto da parte della scuola stessa in funzione di valutazioni interne.

Il futuro di Alternanza scuola-lavoro

Bussetti non ha mai fatto mistero di “non voler cestinare” tutto il passato dell’istruzione, anche quello targato Pd. E su Alternanza scuola-lavoro vale questo discorso. Più di una volta il Ministro è intervenuto “lodando” lo strumento di alternanza ma auspicando “cambiamenti” per renderlo più utile. In primis, l’idea è di intervenire sui percorsi stessi per renderli maggiormente professionalizzanti e di qualità.

I lavori sono in progresso. Al momento il Milleproroghe ha rinviato di un anno il provvedimento che voleva la partecipazione ai percorsi di alternanza come requisito di ammissione all’esame di Maturità già dal corrente anno scolastico 2018/19. Probabilmente, al Miur lavorano per una rivisitazione più profonda dell’intera alternanza scuola-lavoro.

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Zaino scuola: quattro consigli per “salvare” la schiena dei più piccoli

zainetti scuola inizio anno scolastico

Con l’inizio dell’anno scolastico torna l’incubo di tutti i genitori: lo zaino scuola per i più piccoli. Stracolmi, pesanti, poco capienti, tendenti a rompersi, maltrattati, scarabocchiati. All’ultima moda o con i supereroi del momento. Per maschietti o per femminucce. Insomma, coniugare l’utile (la salvaguardia della salute dei più piccoli) col dilettevole (affrontare l’anno scolastico con lo zainetto più affine al bambino) può rivelarsi una vera e propria impresa.

Gli studi: non scoliosi ma danni comunque presenti

Sgomberiamo subito il campo da leggende e falsi miti: gli zainetti troppo pesanti non provocano la scoliosi. L’origine di quella tipologia di deformazione della colonna vertebrale è infatti genetica. Ma comunque caricare troppo i nostri ragazzi può provocare dolori alla schiena legati a contratture. Il periodo di transizione tra scuola elementare e media è particolarmente ostico da questo punto di vista: da un lato i bambini non sono più tali e quindi “impongono” la scelta di zaini che magari non sono il massimo del comfort, dall’altro la struttura muscolare degli stessi non è così forte da sostenere eventuali squilibri. Inoltre, il carico cambia e i tomi diventano più pesanti dalle elementari alle medie. Provare per credere.

I consigli di Mondo Docenti

Come evitare dunque che alle fatiche mentali si aggiungano nei nostri figli anche fastidi e dolori fisici? Ecco alcuni pratici consigli da parte del nostro staff:

  • Mai caricare più del 10 percento del peso corporeo: lo zaino deve essere il più possibile conforme alla corporatura dell’allievo che lo indossa, e riempito in maniera uniforme. In ogni caso, mai caricarlo più del 10 percento del peso corporeo di chi lo indossa: questa è la proporzione magica per evitare di incorrere in problemi fisici.
  • Equidistribuire il carico: non bisogna mai portare lo zaino su una sola spalla, è la postura peggiore e quella che crea i maggiori problemi. Non solo i libri devono essere ben disposti nello zaino e creare un appoggio uniforme (a tal proposito, è sempre bene favorire gli zainetti con schienale rigido), ma devono anche essere equamente distribuiti sulle spalle.
  • Favorire i trolley: dove possibile, una soluzione trasportata con le rotelle è preferibile rispetto al solito zaino. Se vi risulta difficile convincere il vostro adorato figlioletto, potete sempre pensare a uno zaino con rotelle che all’occorrenza possa essere trascinato quando stanchi.
  • Comprare prodotti di qualità: gli zaini scuola che i ragazzi preferiscono sono legati non al comfort ma alle tendenze dell’età. Questo non ci mette al riparo da acquisti di prodotti che ammiccano al mercato ma che non siano qualitativamente solidi. Evitate di comprare prodotti di dubbia provenienza e sprovvisti del marchio CE, possibilmente di marche note per qualità. Un’utile alternativa è quella di acquistare lo zaino scuola online su siti affidabili che si contraddistinguono per qualità del prodotto.
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Concorso dirigenti scolastici: c’è la data della prova scritta. Tutto quello che c’è da sapere

Scuola concorsi documenti scrittura uomo

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, c’è finalmente una data certa per il concorso per dirigenti scolastici le cui preselezioni si sono svolte lo scorso luglio. La data stabilita è quella del 18 ottobre, l’ora fissata è per le 10.00.

Il problema delle reggenze

Nel panorama scuola, con tutte le sue carenze di personale, quello dei dirigenti scolastici è uno dei temi più spinosi. Ad oggi ancora più di 1700 reggenze si contano su tutto il territorio nazionale. Questo concorso è volto a rimpolpare il comparto dei dirigenti scolastici e iniziare a ridurre in maniera sensibile il numero di reggenze che resta altissimo.

La struttura del concorso

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha attivato un apposito spazio sul sito istituzionale dedicato a chi deve affrontare la prova. L’elenco delle sedi della prova scritta con l’indicazione della destinazione dei candidati distribuiti nella regione di residenza in ordine alfabetico insieme alle altre istruzioni operative, sarà comunicato entro il 3 ottobre 2018 sempre sulla piattaforma web ministeriale.

Quella del 18 ottobre è la prova scritta, a cui seguirà una prova orale.

La struttura della prova scritta

Cinque quesiti a risposta aperta, due quesiti in altra lingua straniera. Questa la prova che dovranno sostenere gli aspiranti presidi. Il test si svolgerà al computer e durerà due ore e mezza (150 minuti).

Il punteggio massimo conseguibile è di 100 punti. Per i cinque quesiti a risposta aperta in lingua italiana verrà assegnato un massimo di 16 punti, mentre per i due in lingua straniera (una tra quelle indicate dal candidato a scelta tra inglese, francese, tedesco e spagnolo per verificarne la conoscenza al livello B2 del CEF) il punteggio massimo assegnabile è di 10 punti.

La soglia minima di ammissione alla successiva prova orale è di 70 punti.

Gli argomenti

Sul contenuto dei quesiti ci viene incontro DiSAL. I temi su cui il candidato è chiamato a rispondere sono i seguenti:

a) normativa riferita al sistema educativo di istruzione e di formazione e agli ordinamenti degli studi in Italia con particolare attenzione ai processi di riforma in atto;

b) modalità di conduzione delle organizzazioni complesse, con particolare riferimento alla realta’ delle istituzioni scolastiche ed educative statali;

c) processi di programmazione, gestione e valutazione delle istituzioni scolastiche, con particolare riferimento alla predisposizione e gestione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa, all’elaborazione del Rapporto di Autovalutazione e del Piano di Miglioramento, nel quadro dell’autonomia delle istituzioni scolastiche e in rapporto alle esigenze formative del territorio;

d) organizzazione degli ambienti di apprendimento, con particolare riferimento all’inclusione scolastica, all’innovazione digitale e ai processi di innovazione nella didattica;

e) organizzazione del lavoro e gestione del personale, con particolare riferimento alla realta’ del personale scolastico;

f) valutazione ed autovalutazione del personale, degli apprendimenti e dei sistemi e dei processi scolastici;

g) elementi di diritto civile e amministrativo, con particolare riferimento alle obbligazioni giuridiche e alle responsabilità tipiche del dirigente scolastico, nonché di diritto penale con particolare riferimento ai delitti contro la Pubblica Amministrazione e in danno di minorenni;

h) contabilità di Stato, con particolare riferimento alla programmazione e gestione finanziaria presso le istituzioni scolastiche ed educative statali e relative aziende speciali;

i) sistemi educativi dei Paesi dell’Unione Europea.

I quesiti in lingua straniera invece verteranno solo sui punti d) e i).

 

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Insegnanti di sostegno: interrogazione urgente in Parlamento

paolo siani

“Oggi chiederemo al Ministro dell’Istruzione e al Ministro per la Famiglia e la disabilità quali misure intendono adottare per la carenza di insegnanti di sostegno”. Lo annuncia in un post Facebook il deputato e pediatra Paolo Siani. Il riferimento è ai dati emersi attraverso i giornali che parlano di oltre 11mila insegnanti di sostegno in meno sul totale necessario a livello nazionale di 13.329 unità nella scuola primaria e di secondo grado.

Il deputato, fratello del giornalista Giancarlo Siani barbaramente ucciso dalla camorra per il suo lavoro, si sta dimostrando uno dei più attivi e attenti osservatori della situazione scuola alla Camera.

I contenuti dell’interrogazione

Secondo quanto scritto nella richiesta d’interrogazione urgente inoltrata da Siani e da altri deputati, sono 240mila gli studenti con disabilità di vario tipo che – a causa di questa carenza – non godrebbero del diritto allo studio garantito per legge.

I Parlamentari chiedono ai ministri Bussetti e Fontana di riferire su quali sono le misure che intendono adottare per risolvere il problema e – in sintesi – se queste saranno misure d’urgenza.

Anief: riaprire GaE

“[…] ad oggi non risulta coperto oltre il 50% dei posti disponibili sia per via della mancanza di candidati nelle graduatorie ad esaurimento e del concorso pubblico 2016, sia per la mancata pubblicazione delle graduatorie del concorso 2018 entro lo scorso 31 agosto. Ma mentre per i concorsi occorrono tempi tecnici, per ripopolare le GaE è mancata la volontà politica che alla Camera ha portato la maggioranza a cassare, con la fiducia al decreto Milleproroghe, l’emendamento salva-precari già approvato in Senato ad inizio agosto andando contro il volere dei docenti stessi scesi in piazza”.

Lo afferma l’Anief in una nota stampa. L’associazione sindacale rilancia la riapertura delle GaE come unica soluzione: “Anief rilancia la richiesta di riapertura delle GaE, unica vera soluzione al problema del precariato scolastico italiano, che per i docenti di sostegno raggiunge l’apice. I problemi sono diversi: gli uffici scolastici continuano a ridurre il monte orario settimanale di sostegno previsto dalle strutture socio-sanitarie deputate allo scopo; ci ritroviamo con oltre 50 mila cattedre di sostegno da assegnare ai precari, pur in presenza di 20 mila docenti specializzati che rimangono fuori dalle GaE e non possono essere immessi in ruolo. Anche loro dovranno accontentarsi di una supplenza annuale al 30 giugno, anziché al 31 agosto, perché il posto che ricoprono è vacante ma lo Stato si ostina ad applicare la Legge Carrozza 128 del 2013, introdotta per motivi di risparmio pubblico quando gli iscritti e le cattedre libere da assegnare erano molte meno”.