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Amicizia sui social tra insegnanti e alunni?

smartphone scuola

A dare nuova linfa a un dibattito ormai di lungo corso è il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti: secondo il responsabile del Miur, i “contatti sui social tra insegnanti e alunni dovrebbero essere evitati“.

“Rispetto l’autonomia dei professori ma personalmente sono contrario ai contatti sui social tra studenti e professori, perché il rispetto reciproco passa anche attraverso certi atteggiamenti e certe scelte”.

Un parere di peso che rimpolpa un problema vivido: quel muro tra insegnante e alunno va mantenuto? E in tal caso, sono social e app di IM (Instant Messaging) ad abbatterlo?

Whatsapp sul banco degli imputati

Scambio di messaggi su Whatsapp (foto: Wikipedia)
Scambio di messaggi su Whatsapp (foto: Wikipedia)

Il primo imputato di quella che per alcuni è una degenerazione del rapporto insegnante – alunno è Whatsapp. Esistono casi limite, come quello del liceo Tasso di Roma in cui un prof sarebbe andato ben oltre il confronto didattico con le sue allieve e si sia spinto nel campo delle allusioni sessuali. Chiaro che parliamo di un eccesso, ma esiste il problema di scivolare su argomenti che con il rapporto “professionale” tra alunni e docenti non contemplano.

L’ultimo contratto

E proprio sull’onda di determinati casi di cronaca, l’ultimo contratto del comparto insegnanti poneva dei severi paletti sull’utilizzo di social e IM per docenti e alunni. Non li vieta, sia chiaro, anche perché in fase di dibattito i sindacati di categoria hanno manifestato la loro contrarietà a questo provvedimento punitivo (tutti: Anief, Usb, FLC Cgil, Cisl Scuola e Gilda degli Insegnanti).

sede Miur Trastevere Roma
Sede Miur Trastevere Roma

Lo scorso febbraio quindi si imponeva un uso dei canali di comunicazione digitale cosciente e limitato alle comunicazioni didattiche urgenti. In una nota, il Miur spiegava:

Il contratto prevede anche nuove misure a salvaguardia delle studentesse e degli studenti e di un sano rapporto con le loro e i loro docenti. Si prevedono misure disciplinari per chi usa in modo improprio, ovvero con fini non coerenti con l’obiettivo dell’istruzione, della formazione e dell’orientamento, i canali di comunicazione informatici o i social per relazionarsi con gli studenti. I docenti che dovessero violare la fiducia accordatagli, mettendo in atto comportamenti o molestie di carattere sessuale nei confronti dei loro alunni, saranno licenziati”.

Il resto del mondo che fa?

In questo senso, la Germania è probabilmente il Paese europeo più severo in materia. Lì, infatti, insegnanti e alunni non possono essere amici sui social, è severamente proibito. Una misura simile è presa anche in alcuni degli Stati Uniti, come il Missouri.

L’obiettivo? Mantenere l’autorevolezza

Sono diversi i pareri raccolti in questi mesi da parte di esponenti più o meno importanti del panorama scolastico italiano. Chi a favore, chi contro.

Pro social

Chi a favore argomenta solitamente con il “mondo che va avanti”, che è “interconnesso”, la possibilità di comunicare in maniera immediata utilizzando i nuovi strumenti digitali. Non solo, ma citando un’intervista interessante rilasciata al sito Tecnica della Scuola dal docente Paolo Fasce, si ricorda quanto è importante per i “grandi” non essere avulsi al sistema di comunicazione dei giovani, con particolare riferimento al cyberbullismo:

“Se genitori e insegnanti si ritirano da questo genere di interazione è più facile che gli studenti subiscano modalità di relazione non appropriate”

Contro social

Chi contro sostiene che c’è un limite che non deve essere superato, e i social mettono tutti su un livello di parità, inaccettabile quindi per preservare i ruoli. Non solo, ma i social non devono essere una sorta di finestra sulla vita del docente e/o dell’alunno, e il rischio che ciò accada è alto.

Il punto d’accordo

Entrambe le posizioni, però, hanno un punto d’accordo: i social non devono mettere in discussione l’autorevolezza del docente. Che si sia pro o contro la comunicazione social e digitale tra alunni e docenti, è necessario preservare il ruolo rispettabile dell’insegnante.

Non si smette mai di essere insegnanti

insegnanti docenti immissione in graduatoriaPer i docenti, è importante ricordare che i social non sono una sospensione dal proprio ruolo. Un insegnante è sempre un insegnante, un educatore, un maestro, un esempio. Quindi è necessario, per i docenti che sono visibili sui social, ricordare di:

  • saper ben veicolare i contenuti che propone relativi alle sue opinioni, alle sue abitudini. Insomma, fare particolarmente attenzione alla sua privacy e a ciò che trasmette agli allievi;
  • essere consapevole del mezzo che utilizza. I docenti devono sapere ad esempio che è possibile utilizzare le pagine o i gruppi anziché accettare richieste di contatto per restare in comunicazione coi propri allievi se ritiene che la cosa sia utile;
  • non trascendere mai dal rapporto professionale, sebbene l’insegnamento è un’esperienza comunque umana.
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Cade un neon, tragedia sfiorata in una scuola a Napoli

spaccanapoli napoli centro storico insegnanti

Cede un neon nel bel mezzo del compito di scienze. Solo un caso – dicono i testimoni – ha voluto che nessuno si facesse male. Accade a Napoli, nel centrale istituto Casanova. Lo riporta il Mattino.

I fatti

Dal video di Andrea Ruberto si evince chiaramente la violenza della caduta della plafoniera del neon. Secondo la testimonianza diretta del 17enne protagonista di questo incidente, un sostegno del neon si sarebbe spezzato, ma prima della caduta ci sarebbe stato un istante in cui è riuscito a spostarsi. “Un millesimo di secondo”, spiega lo studente. Il crollo è avvenuto da un’altezza di circa 3 metri. L’impatto al suolo ha distrutto il neon, con schegge che sono volate ovunque in classe. Insomma, tutti illesi, ma per miracolo.

L’ormai atavico problema dell’edilizia scolastica

Il tema della sicurezza delle scuole è centrale nel dibattito. Da inizio anno, purtroppo, si sono contati già troppi casi di problemi legati allo stato di fatiscenza delle scuole. Si veda ad esempio il caso di Palermo. Un recente rapporto di Cittadinanzattiva ha ribadito l’emergenza della sicurezza negli edifici scolastici. Questo rapporto sottolineava come, soprattutto al sud, la situazione è critica e richiederebbe interventi celeri e urgenti. E la Campania – ahinoi – primeggia per diversi indicatori negativi. Riprendendo quanto abbiamo scritto qualche settimana fa:

Un’Italia spaccata in due: i dati del nord, che già di per sé dovrebbero non essere questo granché, diventano virtuosi se paragonati a quelli del centro-sud. Secondo l’indagine di Cittadinanzattiva difatti al 63 percento degli istituti aventi certificato di agibilità al nord corrisponde un preoccupante 15 percento al sud, con la Campania anche in questo caso eccellenza negativa (11 percento). Se si parla di prevenzione incendi addirittura la Calabria risponde con uno 0, in un quadro critico che vede una forbice di quasi il 50 percento tra settentrione e meridione.

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Educazione alla legalità, Bussetti annuncia cabina ad hoc

Marco Bussetti Miur Ministro

“L’educazione è la forma più efficace di prevenzione”, con queste parole il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti annuncia la volontà del Miur di istituire una cabina di regia che avrà il ruolo di coordinare il lavoro realizzato in merito all’educazione alla legalità, una sorta di collettore delle esperienze di tutte le regione e gli enti locali.

“L’educazione è la forma più efficace di prevenzione: in questo la scuola ha una responsabilità enorme”, ha affermato Bussetti che aggiunge: “Centrale è la collaborazione con le Regioni e gli enti locali”.

“Vogliamo inoltre perseguire un migliore impiego dei fondi, comunitari e non, da investire in concrete azioni di contrasto alla dispersione scolastica e annunciamo qui l’intenzione di formare una cabina di regia incaricata di coordinare il lavoro che viene realizzato sul tema dell’educazione alla legalità in tutte le regioni e gli enti locali”.

Le dichiarazioni del responsabile del dicastero dell’Istruzione a margine della presentazione della ricerca dell’Osservatorio Cross predisposto dall’Università degli studi di Milano sulla storia dell’educazione alla legalità nella scuola italiana (a palazzo Pirelli). Lo riporta l’Ansa.

Nella cabina di regia personaggi di alto profilo

Nelle intenzioni di Bussetti quella di comporre la cabina di regia con figure di spicco della magistratura ma anche provenienti da altri ministeri.

“La missione della scuola – spiega nel dettaglio Bussetti – è formare persone libere, autonome, cittadini attivi e responsabili, perché educare alla legalità significa educare alla libertà e ogni giovane escluso dalle possibilità educative è un’opportunità persa per il Paese. Educare alla legalità significa educare alla libertà e ogni giovane escluso dalle possibilità educative è un’opportunità persa per il Paese. Oggi partiamo con una nuova missione”.

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Da ora in Lazio stop al certificato medico per la riammissione a scuola

La data è arrivata: dal 24 ottobre non ci sarà più bisogno di portare il certificato medico per ritornare a scuola dopo 5 giorni di malattia. La rivoluzione in regione Lazio era stata approvata lo scorso settembre (ne abbiamo parlato qui): faceva parte del Collegato, una sorta di “Milleproroghe” su scala regionale. Da ora diventerà operativa.

La soddisfazione dell’assessore D’Amato

Alessio D'Amato (foto: Consiglio Regionale del Lazio)
Alessio D’Amato (foto: Consiglio Regionale del Lazio)

L’assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato, applaude alla scelta della giunta: «Un’importante semplificazione che porta meno burocrazia per le famiglie e gli istituti scolastici. Una scelta che riduce la burocrazia senza abbassare i livelli della prevenzione in una Regione come il Lazio che è leader in Italia per quanto riguarda le coperture vaccinali e che ha esteso la continuità assistenziale pediatrica anche al sabato, la domenica e nei festivi».

La settima regione certificato-free d’Italia

Il Lazio è la settima regione a eliminare l’obbligo di certificato medico in Italia. Prima della giunta Zingaretti scelte simili erano state prese in Lombardia, Friuli Venezia-Giulia, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna e Umbria.

Le eccezioni

La certificazione medica potrà essere necessaria in un solo caso, ossia quando sussistono “misure di profilassi previste a livello nazionale e internazionale per esigenze di sanità pubblica” (come ad esempio epidemie).

 

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Matrimonio e insegnanti: quali diritti e quali doveri?

matrimonio docenti

Un insegnante è sposato con il suo lavoro, lo sappiamo bene. Ma potrebbe anche voler coronare un altro sogno d’amore. Magari con quel partner che è lì ad accoglierlo alla fine delle sue giornate tra bambini e libri.

Ai docenti, sia precari che non, spettano 15 giorni consecutivi di permesso matrimoniale retribuiti. In che modo possono fruirne? Quali sono i vincoli? Ve lo spieghiamo qui.

Il matrimonio deve essere civile

In primis, è bene chiarire immediatamente che il solo matrimonio religioso non basta per godere del permesso matrimoniale. Il rito religioso difatti non ha valenza civile senza trascrizione. La giurisprudenza però prevede la possibilità di usufruire dei 15 giorni di permesso in concomitanza del rito religioso se susseguente al rito civile, a patto che non abbia – chiaramente – già usufruito del congedo matrimoniale.

Quale finestra temporale?

Secondo il contratto nazionale di lavoro degli insegnanti, è possibile godere dei 15 giorni consecutivi in una finestra che va da una settimana prima a due mesi dopo la data del matrimonio, a decorrere dalla data indicata dallo stesso. Questo permesso non è sindacabile dal dirigente scolastico anche in presenza di esigenze particolari.

Obbligo però dello sposo quello di comunicare con ampio margine temporale la richiesta alla dirigenza, anche in carta semplice.

E se mi sposo all’estero?

Nessun problema. Anzi, il cittadino italiano che si sposa all’estero non è nemmeno soggetto alle pubblicazioni di matrimonio. Una notevole giurisprudenza sostiene ciò, tenendo presente che però la data entro cui stabilire la finestra temporale per usufruire del permesso è fissata non nella trascrizione del matrimonio in Italia, ma nella data in cui è effettuato fuori Italia.

Vale anche per gli insegnanti omosessuali

Sebbene sembri una banalità, a chiarire questo punto è stata una volta per tutte la Legge Cirinnà del 2016 (legge sulle unioni civili e coppie di fatto). L’introduzione di questa legge ha equiparato senza mezzi termini i diritti dei matrimoni tra persone eterosessuali e le unioni civili tra coppie omosessuali. Quindi, anche il diritto al congedo matrimoniale.

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Alterato e armato entra a scuola e chiede di incontrare il preside: fermato da un bidello

auto carabinieri cronaca generica

Dal Bresciano un caso di cronaca preoccupante rimbalza sulle pagine dei quotidiani locali. Lo rendono noto i Carabinieri. Un uomo, padre di tre figli, si sarebbe recato nel pomeriggio di ieri (intorno alle 16) in una scuola di località Roncadelle, in via Togliatti, armato di coltello. Secondo alcune testimonianze l’uomo sarebbe arrivato in evidente stato di alterazione al plesso scolastico, urlando frasi apparentemente sconnesse e chiedendo di vedere il dirigente scolastico dell’istituto.

Bidelli eroi

La situazione non è degenerata perché, ancor prima dell’intervento comunque immediato dei militari dell’Arma, a gestire la situazione sarebbero stati i collaboratori scolastici. Con grande lucidità, i bidelli hanno prima gestito la criticità con l’uomo – che brandiva un’arma – e al contempo sono riusciti a trattenere – nonostante la campanella – i ragazzi nelle aule avvisando prontamente gli insegnanti.

Nelle concitate fasi che hanno preceduto l’arrivo dei carabinieri un bidello è rimasto lievemente ferito – per fortuna nulla di grave.

I bambini non si sono accorti di nulla

Grazie alla prontezza dell’intervento dei Carabinieri e all’abilità del personale scolastico, i bambini non si sarebbero accorti di cosa stesse accadendo intorno a loro. Lo stesso varrebbe per i genitori, che si sarebbero accorti di quanto accaduto solo quando l’uomo col coltello sarebbe stato portato via dalle forze dell’ordine.

L’uomo – intorno alla quarantina e forse ubriaco – è stato preso in consegna dai militari della Benemerita e portato in caserma per cercare di comprendere i motivi dietro all’insano gesto. La sua posizione è ora al vaglio degli inquirenti.

Secondo alcune indiscrezioni riportate dai quotidiani locali, l’uomo avrebbe motivato l’atto sostenendo di voler anticipare l’uscita dei figli dalla scuola. Non è ben chiaro perché brandisse un’arma da taglio.

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Toccafondi? La tocca… piano: “Sulla scuola dilettantismo incosciente Lega – 5 Stelle”

gabriele toccafondi

“Non è mica una casualità se il primo movimento di protesta contro il Governo gialloverde sia nato proprio nella scuola, fra studenti e insegnanti: è stata ed è una reazione naturale di fronte a scelte che forse saranno dettate dal dilettantismo incosciente ma certo stanno producendo un effetto perverso sul mondo dell’istruzione pubblica corrodendone alcuni pilastri fondamentali che negli ultimi anni, anche con contraddizioni, erano stati finalmente impiantati”. Parole e musica di Gabriele Toccafondi, ex sottosegretario del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in quota centrosinistra, che non lesina critiche all’operato dell’esecutivo Lega – 5 Stelle sul tema della scuola.

Vaccini e numero chiuso a Medicina: “Almeno Arbore faceva ridere”

Nel mirino dell’ex sottosegretario il modo in cui alcuni temi caldi e delicati siano stati affrontati, o almeno la percezione di come questo sia accaduto dall’esterno: “La scuola è fatta per i ragazzi che hanno bisogno di certezze e serietà, non di annunci e contro annunci come è accaduto sul numero chiuso a medicina: prima l’aboliscono, poi no, poi forse, poi vedremo. Così che migliaia di studenti e migliaia di famiglie oggi non sanno più cosa succederà da qui a qualche settimana. Ma la stessa sceneggiata l’avevano fatta sui vaccini e le iscrizioni alla scuola dell’obbligo”. Poi cita l’indimenticabile Renzo Arbore e uno dei suoi programmi cult: “Siamo a Indietro Tutta ma Arbore faceva ridere”.

Alternanza scuola – lavoro: “Il governo del cambiamento… in peggio”

Ma, durante il suo intervento a Didacta, Toccafondi si scaglia contro l’esecutivo per le scelte sull’alternanza scuola-lavoro: “Dal Governo dicono che l’alternanza scuola-lavoro è utile, utilissima, fondamentale, che orienta i ragazzi e che quindi deve essere fatta bene. Ci credono talmente tanto che quest’anno l’hanno abolita per l’esame di maturità cambiando le carte in tavola a migliaia di maturandi. Per tutti gli altri studenti ne hanno più che dimezzato le ore nel triennio. Per aumentarne la qualità? Magari, purtroppo la risposta è più misera: perché avevano bisogno di 100 milioni e quindi sono andati a prenderli alla scuola e più specificatamente al fondo per migliorare l’alternanza. E’ un governo che rischia davvero di essere il governo del cambiamento, ma in peggio“.

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Formazione Professionale: 20 ex militari pronti a diventare… meccatronici

Dai ranghi militari all’officina. Questo il percorso che attende 20 tra congedati e congedanti dell’Esercito Italiano senza demerito a cui verrà fornita però un’occasione per formarsi e reinserirsi in ambito lavorativo con una qualifica importante e spendibile nel mondo delle professioni, quella di meccatronico, ossia la figura professionale che assorbe in sé le caratteristiche del meccanico e dell’elettrauto.

Anche quest’anno si rinnova così la partnership tra la scuola di formazione professionale ACIIEF e il Comando Forze di Difesa Interregionale Sud dell’Esercito Italiano che da tempo ha scelto l’ente formativo per il suo progetto di reinserimento lavorativo dei tanti giovani che hanno prestato servizio come volontari ma che per motivi disparati – che non rientrano nel merito – non sono riusciti a essere assorbiti nei ranghi.

Il corso scelto quest’anno è uno dei più richiesti dal mondo del lavoro, e uno dei più avvincenti e sentiti di quelli messi a disposizione dalla scuola. Un tempo riconducibile alle figure separate di meccanico e di elettrauto, il corso Meccatronico delle Autoriparazioni, in osservanza del nuovo Repertorio Regionale delle Professioni e delle leggi che regolano il comparto degli autoriparatori a livello nazionale, è una figura un po’ diversa rispetto a quella nell’immaginario collettivo. Del resto, i tempi sono cambiati, le nostre auto e le nostre moto sono sempre più complesse e piene di apparati digitali, sensori e chi più ne ha più ne metta. È chiaro che, per chi approccia a questo settore, le competenze da acquisire sono un po’ diverse da quelle che un tempo si apprendevano in officina.

Oggi 22 ottobre presso la sede di ACIIEF di via Francesco Parrillo 3 (angolo via Reggia di Portici), i vertici dell’ente di formazione daranno il benvenuto ai nuovi allievi, corsisti speciali che coniugheranno le competenze e la ferrea disciplina acquisita durante la leva con le skills che potranno apprendere dagli insegnanti della scuola di formazione.

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La denuncia di Confintesa: quota Cento, caos pensioni

La manovra che dovrà sostituire la riforma Fornero sulle pensioni, la così detta quota cento, desta qualche perplessità: è quanto sostiene Francesco Prudenzano, segretario generale di Confintesa che a Terrasini (PA)  ha riunito oltre duecento dirigenti nazionali per fare il punto della situazione sulle pensioni e sul nuovo contratto collettivo nazionale del comparto Funzioni Centrali.

Questo l’affondo:  “Più di un milione di dipendenti pubblici in Italia rischia di avere seri problemi per andare in pensione: a causa di disguidi burocratici vecchi di anni, infatti, ci sono dei buchi nella contribuzione previdenziale. Chiediamo che lo Stato corra immediatamente ai ripari, altrimenti con la “quota 100″ già dal 2019 ci troveremo in emergenza”.

Ma qual è il reale problema?

A conti fatti, sembra che ci siano dei “buchi” negli estratti contributivi dei dipendenti pubblici. Tradotto: potrebbero presentarsi serie difficoltà a chi deciderà di accettare la quota Cento e andare in pensione.

La task force di Confintesa la spiega così: “Il problema è che il sistema di trasmissione dei dati dei contributi è stato informatizzato solo all’inizio degli anni duemila e i vari enti pubblici a volte non hanno comunicato bene i dati all’ex Inpdap. La criticità riguarda tutti i dipendenti pubblici, che in Italia sono oltre 3 milioni: dipendenti di ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici, scuola, sanità ed enti locali. Ecco perché siamo così preoccupati, specie in vista della quota 100”.

Quale soluzione allora?

“Nel corso del convegno – dice il coordinatore nazionale Confintesa Inps Franco Viola – l’Istituto nazionale di previdenza sociale ha illustrato i provvedimenti adottati per correre ai ripari: è stata istituita una task-force con 250 unità che sta provvedendo a regolarizzare le posizioni contributive dei lavoratori entro il 2022”.

Le preoccupazioni però non finiscono qui: a Terrasini si è discusso anche del contratto collettivo nazionale del triennio 2019 – 2021, dibattito in cui Confintesa ha lanciato alcune proposte.

“Il rinnovo firmato lo scorso febbraio riguarda gli ultimi otto anni, ma i dipendenti sono stati penalizzati due volte – spiegano –  Non solo non hanno ricevuto gli arretrati e si sono dovuti accontentare di un importo una tantum, ma avranno anche una pensione più bassa visto che i mancati arretrati non vengono calcolati ai fini pensionistici.

Siamo pronti ad andare in Tribunale per difendere i diritti di oltre tre milioni di dipendenti pubblici”.

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Portare la questione israelo-palestinese sui banchi del liceo, la sfida di Nazra

nazra palestine film festival napoli locandina

Portare la questione israelo-palestinese sui banchi scolastici, più precisamente su quelli di periferia. Sensibilizzare gli allievi troppo spesso lontani – vuoi per gli atavici problemi della programmazione scolastica, vuoi per disinteresse degli stessi – su quanto accade in quell’area di mondo solo apparentemente lontana da noi. Questo l’obiettivo, ambizioso, che si è dato quest’anno il Nazra Palestine Short Film Festival, che farà tappa a Napoli nei prossimi giorni. Il festival di corti dedicato alla situazione palestinese sarà ospitato nella città partenopea dal 21 al 24 ottobre (qui i dettagli) ma grazie all’attività di Sabrina Innocenti, vicepresidente del Nazra Festival e organizzatrice della kermesse napoletana, sarà anticipato sabato 20 ottobre da un incontro con gli allievi del Galileo Ferraris di via Labriola a Scampia.

Sabrina Innocenti (foto: Facebook)
Sabrina Innocenti (foto: Facebook)

Sabrina Innocenti, perché è importante portare questi temi nelle scuole?

Perché di questi temi se ne parla poco. I libri di geografia o di storia danno poco rilievo alla situazione geopolitica, non solo della Palestina ma del mondo in genere. Per educare a delle competenze civiche, sociali e multiculturali, e quindi per fare un discorso di inclusione, il cinema è uno strumento molto importante per creare dei veri ponti multiculturali. Conoscere ciò che accade aiuta ad abbassare il livello di pressione, perché non conoscere spaventa. I ragazzi hanno necessità di essere formati su questi argomenti“.

Perché il cortometraggio?

Perché è uno strumento più incisivo e di facile lettura, con diverse caratteristiche e diversi generi. Si prenda quello di animazione: è molto incisivo ed è vicino ai ragazzi. Oltre al film stesso, è importante far conoscere la Palestina non solo come terra in cui si soffre ma anche come terra in cui nascono delle forme artistiche bellissime. Il senso del Nazra è del resto avvicinare culture diverse. Noi così dimostriamo che i sogni e le speranze dei ragazzi palestinesi non sono così diversi da quelli dei ragazzi napoletani e italiani“.

Qual è la risposta dei ragazzi?

La risposta è sempre molto entusiasmante, sia da parte degli insegnanti che dei ragazzi. In giuria abbiamo, pensi, una scuola media, proprio perché la lettura di questo linguaggio è facile, e possono sentirla loro. Questo è un vero e proprio strumento didattico: si può parlare di storia, geografia, di linguaggi attraverso questo modus operandi. Tutte le proiezioni sono seguite da un dibattito, che è sempre ben preparato e molto partecipato“.

Quali consapevolezze hanno attualmente i ragazzi dei nostri licei riguardo la situazione israelo-palestinese?

Ancora latente della situazione attuale, sia in Palestina che degli altri conflitti del mondo. Glielo dico da insegnante: i ragazzi sono poco documentati. Forse forse, la colpa è anche di aver ridotto la materia geografia nelle scuole. Sarebbe il caso che nell’era globale la geografia avesse il suo degno posto. I ragazzi sono poco informati, il cinema è un veicolo straordinario per fare informazione ed educazione alla multiculturalità“.