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Fino al 6 aprile la prima tappa di Futura a Genova. Chiude Bussetti

Marco Bussetti Miur Ministro

Al via da domani il nuovo tour di “Futura”, l’evento itinerante organizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per raccontare, promuovere e sperimentare sui territori la scuola digitale. Prima tappa, Genova. Per tre giorni, fino al 6 aprile, oltre 8.000 persone saranno coinvolte in attività, dibattiti, gare di idee per contribuire al percorso di innovazione in atto negli istituti scolastici italiani.

A chiudere la manifestazione il Ministro Marco Bussetti, che sarà presente nel capoluogo ligure nella giornata di sabato.

“Partiamo da Genova – ha dichiarato il Ministro Bussetti – perché siamo rimasti molto colpiti dalla sua tenacia e dalla sua determinazione: dopo il crollo del Ponte Morandi, tutta la cittadinanza ha reagito con forza per ricominciare, anche a partire dalla scuola. Non c’è luogo migliore di questo per inaugurare una manifestazione che guarda al futuro, che dimostra come il sistema di istruzione e formazione italiano possa essere e sia già incubatore di progresso e sviluppo”.

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Gradone 3-8 mesi, il Tribunale del Lavoro di Trieste decide l’applicazione anche per i docenti immessi in ruolo dopo il 2011

ccnl comparto scuola soldi

Anche il Tribunale del Lavoro di Trieste dà piena ragione alle tesi Anief e applica il previgente gradone stipendiale 3-8 anni anche ai docenti immessi in ruolo dopo il 2011 con almeno un anno di servizio a termine precedente al 2011. “La clausola di salvaguardia – spiega il leader di Anief Marcello Pacifico – prevista nel contratto economico del 2011 deve essere applicata anche a chi ha prestato servizio da precario prima del 2011. I tribunali ci stanno dando ragione e confermano che prevedere questo beneficio solo per quanti avessero in essere solo un contratto a tempo indeterminato è in palese contrasto con le norme comunitarie”. Anief ricorda a tutti i propri iscritti che è ancora possibile aderire allo specifico ricorso 

Arrivano, infatti, due sentenze dal Tribunale del Lavoro di Trieste ottenute dai legali Anief Fabio Ganci, Walter Miceli e Mirella Pulvento che accolgono le tesi del nostro sindacato e confermano il diritto dei docenti immessi in ruolo dopo il 2011, ma con almeno un anno di precariato svolto negli anni precedenti, all’applicazione della “clausola di salvaguardia” che riconosce il mantenimento economico del gradone stipendiale “3-8 anni” molto più favorevole. Le due sentenze, di identico tenore, evidenziano con chiarezza come precedentemente al 2011 “sembra che non possa porsi in dubbio che l’insegnante abbia iniziato e terminato l’intero anno scolastico e, quindi, abbia sostanzialmente, svolto la stessa attività dei colleghi a tempo indeterminato, con acquisizione di analoga esperienza che ha aumentato la professionalità per l’anno successivo”. Il Miur, inoltre, non ha saputo indicare “ragioni oggettive idonee a giustificare la diversità di trattamento in casi del genere e, quindi, ne discende che viola il principio di non discriminazione la disposizione che esclude qualsivoglia riconoscimento dell’anzianità di servizio prevista dall’art. 526 d.lgs. 297/94 durante il precariato, così come le analoghe clausole della contrattazione collettiva che vanno disapplicate”. 

Il Giudice, dunque, richiamando le conclusioni già rassegnate, in ordine all’equiparabilità del servizio reso dalla docente durante il precariato rispetto a quello svolto dagli insegnanti di ruolo, dichiara senza ombra di dubbio che “deve ritenersi che anche alla stessa vada applicata la clausola di salvaguardia prevista dal CCNL del 19 luglio 2011 e che, quindi, abbia diritto a percepire il valore retributivo della fascia stipendiale 3-8 anni fino al conseguimento della fascia retributiva 9-14 anni” riconoscendo, inoltre, “il diritto della ricorrente, ad ottenere il riconoscimento dell’anzianità di servizio derivante dai periodi di servizio, in forza dei contratti stipulati con il Ministero nei periodi sopraindicati, in base ai criteri di cui all’art. 485 d.lgs. 297/94 ed il diritto alle eventuali differenze retributive per l’anzianità in tal modo maturata”

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Concorso docenti e domicilio professionale: è scontro Pittoni – Pacifico

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Botta e risposta tra il presidente della VII Commissione del Senato e quello dell’Anief sulle nuove regole per il concorso a cattedra a rischio di incostituzionalità. Una sola certezza, saranno ancora una volta i tribunale a decidere per colpa di una politica irresponsabile, mentre sale la protesta contro la Regionalizzazione della scuola 

Per il senatore leghista, presidente della VII Commissione Istruzione, coloro che vorranno partecipare al reclutamento non dovranno cambiare la residenza, circostanza su cui si potrebbe invocare l’incostituzionalità ma solo “sostituire la residenza con il domicilio professionale, di ispirazione europea, che è indipendente dalla residenza. Si può infatti eleggere nella regione preferita in libertà, e rappresenta una scelta di vita e un primo fattore di equilibrio”. Replica del leader dell’Anief: Costringere un insegnante a rimanere fermo per cinque anni, pur in presenza di posti liberi, cozza con la Costituzione, nelle parti che tutelano il diritto alla famiglia e al lavoro, punti centrali per ‘il pieno sviluppo della persona umana’. Non è casuale che il Quirinale e il Senato abbiano già detto no alle modifiche che si volevano introdurre al decreto semplificazioni. 

Mentre la Lega spinge il Governo per approvare la regionalizzazione, nella scuola si sta cercando di realizzare più di una fuga in avanti attraverso iniziative legislative. Come la volontà di associare il “domicilio professionale” alla regione dove un aspirante docente ha intenzione di concorrere per essere selezionato e immesso in ruolo. Il bizzarro progetto leghista – con cui si vorrebbe dire basta ai trasferimenti forzosi – prevede che il candidato scelga la regione in cui svolgere il concorso e si impegni anche a rimanervi per un periodo predefinito di tempo. È una decisione preliminare che l’insegnante potrebbe fare rispetto ad una serie di variabili: il proprio grado di preparazione, la media degli iscritti, i posti probabilmente disponibili. 

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La FLC Cgil ha una nuova segreteria nazionale

L’assemblea generale della FLC CGIL alla presenza del segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, ha eletto oggi, con il 76,58% di voti favorevoli, la nuova segreteria nazionale. Ad affiancare il segretario generale, Francesco Sinopoli, riconfermato alla guida della categoria nello scorso dicembre in occasione del IV Congresso nazionale, i segretari nazionali uscenti Gigi Caramia, Pino Di Lullo e Francesca Ruocco, a cui si aggiungono i nuovi entrati Manuela Calza, Graziamaria Pistorino e Alessandro Rapezzi. Lo comunica la FLC con un comunicato stampa.

“La nuova squadra – commenta il segretario FLC Sinopoli – metterà a disposizione competenze specifiche e capacità di integrazione, nella ricerca di un’espressione unitaria della nostra categoria. Nel prossimo futuro ci troveremo davanti molteplici sfide, il primo impegno è quello in cui siamo coinvolti, assieme ad un fronte ampio di organizzazioni sindacali ed associazioni, contro il progetto di regionalizzazione del sistema Istruzione. L’autonomia differenziata è per la nostra organizzazione non negoziabile, è un processo che va assolutamente fermato”.

“Il rinnovo del Contratto – prosegue il segretario – è un altro punto fondamentale. Ci batteremo per un rinnovo di qualità che riporti i salari delle lavoratrici e dei lavoratori del nostro Comparto ai livelli europei e per l’eliminazione di ogni forma di precariato nei nostri settori. La sfida, infine, è quella di tornare nelle piazze per dimostrare l’importanza che il sindacato ha per il lavoro e i lavoratori. Uguaglianza, solidarietà, integrazione, rifiuto della xenofobia, antifascismo, erano e restano i nostri valori fondanti e il lavoro che abbiamo davanti è quello di rilanciarli nel Paese”.

I nuovi membri

Manuela Calza, nata nel 1963 a Stresa (VB) è una docente di scuola primaria, RSU nella scuola dal 2003, entra nella segreteria provinciale della FLC di Piacenza nel 2009 e riveste poi il ruolo di segretaria provinciale dal 2010 al 2018.

Graziamaria Pistorino, docente di scuola secondaria superiore, è nata a Messina nel 1968, nel 2004 entra nella segreteria della FLC CGIL Messina di cui sarà segretaria dal 2008 al 2016. Dal 2016 ad oggi, ha rivestito il ruolo di segretaria regionale della FLC siciliana. 

Alessandro Rapezzi, fiorentino, classe 1966, è un docente di scuola primaria dal 2007 al 2011 è stato segretario generale della FLC a Firenze, dal 2011 segretario regionale FLC in Toscana. Dal 2016 al 2017 ha presieduto la Camera del Lavoro CGIL del capoluogo Toscano, mentre dal 2017 al 2019 è stato segretario regionale FLC in Campania rivestendo dal 2017 al 2018 anche la carica di segretario generale FLC a Napoli.

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ATA 24 mesi, il TAR dà ragione ad Anief

tar del lazio foto flickr

Il TAR del Lazio ha dato piena ragione all’Anief sul diritto del personale ATA nella domanda di aggiornamento/inserimento delle graduatorie “24 mesi” a vedersi riconosciuto, per il servizio svolto nelle scuole paritarie, il medesimo punteggio attribuito al servizio svolto nelle scuole statali. Marcello Pacifico (Anief) dichiara: “Abbiamo nuovamente dimostrato in tribunale di saper correttamente interpretare la normativa e il Miur non ha più scuse. La pubblicazione dei nuovi bandi “24 mesi” con il permanere dell’illegittima discriminazione nei confronti di chi ha svolto servizio nelle paritarie sarà nuovamente impugnata da noi in tribunale con l’apposito ricorso che abbiamo promosso anche quest’anno”. Anief ricorda ai propri iscritti che l’adesione al ricorso scade il prossimo 15 aprile

Il TAR Lazio, infatti, dopo aver già concesso l’Ordinanza cautelare lo scorso anno che aveva permesso ai ricorrenti Anief di ottenere già l’intero punteggio per il servizio svolto nelle scuole paritarie, ha emanato nei giorni scorsi la relativa sentenza confermando in toto quanto sostenuto dall’Avv. Elena Boccanfuso e ribadendo come “In armonia col delineato sistema equiparativo il D.L. n. 255 del 3.7.2001, convertito con L. n. 333/2001, ha stabilito l’equiparazione nella valutazione del servizio prestato nelle scuole paritarie e nelle scuole statali nei termini e limiti temporali che seguono: “I servizi di insegnamento prestati dal 10 settembre 2000nelle scuole paritarie di cui alla legge 10 marzo 2000, n. 62, sono valutati nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali”. I provvedimenti del Miur, dunque, nella parte in cui attribuiscono al servizio prestato presso scuole paritarie un punteggio pari alla metà di quello attribuito allo stesso servizio prestato, invece in scuole statali, sono stati dichiarati dal Tribunale Amministrativo del Lazio “illegittimi per violazione della l. n. 62 del 2000, della l. n. 107 del 2015, del d. m. n. 94 del 2016 e inosservanza dei principi di parità di trattamento e divieto di ingiusta discriminazione”.

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Maturità 2019, sul sito del Miur le nuove simulazioni della seconda prova

Sono stati pubblicati nella sezione “Esami di Stato” del sito del MIUR i nuovi esempi della seconda prova scritta dell’Esame di Stato del II ciclo, come previsto dalla circolare n. 2472 dell’8 febbraio scorso.

Le simulazioni sono disponibili a questo indirizzo: http://esempi.esamidistato.istruzione.it/
Le simulazioni – spiega il Miur attraverso un comunicato stampa – fanno parte di un pacchetto di azioni fortemente voluto dal Ministro Bussetti per accompagnare scuole, studenti e docenti verso il nuovo Esame di Stato ridisegnato dal decreto legislativo 62 del 2017.

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Def, Pacifico: “Felici per il senso pratico di Di Maio”

marcello pacifico anief

Anief accoglie positivamente il senso di realismo espresso dal vicepremier Luigi Di Maio, che ha ipotizzato un inserimento in Def di risorse per i docenti precari: “Sono parole che ci riempiono di speranza – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché significa che all’interno del Governo ci sono anche dei ministri che ragionano con senso pratico: quella delle supplenze di lunga durata è diventata una prassi per la scuola pubblica italiana. Nessun Paese europeo si ritrova ad ogni inizio di anno scolastici con oltre 120 mila supplenti annuali, con l’aggravante di avere pure selezionato e formato altrettanti maestri e insegnanti per poi, però, obbligarli a fare i precari di lunga data, anche a vita, perché nel frattempo il loro canale di stabilizzazione, le GaE, è stato chiuso senza una motivazione valida”. 

“Sul percorso da intraprendere – sottolinea il sindacalista autonomo – non vi sono dubbi: da una parte ci sono da assumere i vincitori dei vari concorsi, dall’altra, tutti gli abilitati all’insegnamento che attraverso le GaE troverebbero quell’accesso al ruolo oggi invece negato da norme ingiuste e discriminanti o ancora attraverso l’estensione del doppio canale di reclutamento alle graduatorie d’istituto. È chiaro che, come Anief, continueremo la nostra battaglia per fare assumere a tempo indeterminato, con automatismo, tutti i supplenti che operano su posto vacante da almeno 36 mesi e prevedere pure adeguati risarcimenti per l’attesa indebita”. 

“Parallelamente – conclude Pacifico – il sindacato continuerà a difendere strenuamente i maestri con diploma magistrale, conseguito fino al 2002, che sono stati ingiustamente licenziati, sia supplenti sia di ruolo, con la più grande battaglia giudiziaria conosciuta dallo Stato italiano che citeremo al tribunale di Roma, pure in giudizio per violazione della stessa normativa comunitaria.

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Di Maio: nel Def risorse per assunzione docenti precari

luigi di maio foto facebook

Il Governo avrebbe in serbo il progetto di attuare delle assunzioni per i docenti precari con risorse che dovrebbero essere stanziate nel nuovo Def, il Documento di Economia e Finanza, e nella prossima Legge di Bilancio: a farlo capire è stato il vice-premier Luigi Di Maio, secondo il quale “prima di riformare la scuola bisogna finanziarla e dobbiamo investire molte più risorse sia con il nuovo Def sia con la legge di Bilancio per garantire continuità didattica per gli studenti che vuol dire meno precariato per gli insegnanti e un’edilizia scolastica che sia all’altezza”. 

Per Di Maio, la scuola non ha bisogno di altre riforme e, per quante ne ha subite, ha subito anche degli shock. Si deve lavorare, ha quindi sintetizzato Orizzonte Scuola, per studenti e insegnanti: ciò che serve alla scuola, ha affermato ancora il vice-premier, che è anche Ministro del Lavoro, sono quelle risorse necessarie ad assicurare la continuità didattica agli studenti, cosa che vuol dire meno precariato per gli insegnanti e un’edilizia scolastica che sia all’altezza. 

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Mini aumenti stipendi, Anief: “Rischio di una nuova stagione di fermo contrattuale”

Anief Sciopero

“Al di là degli annunci e delle promesse di volere introdurre stipendi europei – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – il nostro timore è quello di aver ripreso a vivere un’altra stagione di fermo contrattuale, con la sola applicazione dell’indennità di vacanza contrattuale a contrastare il peso dell’inflazione: chi ci governa fa finta di non sapere che stiamo parlando di un comparto, quella della scuola, i cui lavoratori percepiscono le buste paga più basse della PA. Sul lungo periodo, la perdita è diventata abissale: basterebbe ricordare che negli anni trenta un maestro guadagnava il triplo di un operaio e la metà di un senatore, mentre oggi lo stipendio base di chi insegna è più basso di un dipendente del settore privato e dieci volte inferiore a quello di un politico che siede in Parlamento”.

“La mancata consistenza degli stipendi dei docenti – continua Pacifico – è tipica dell’Italia. Basterebbe ricordare che rispetto alla Francia il divario salariale medio per chi sta dietro la cattedra, a sostanziale parità di impegni didattici settimanali e di funzioni da condurre, è salito in media a 8 mila euro annui. Un divario che a lungo andare assume connotati ancora più vistosi: alla primaria i neo-assunti transalpini percepiscono infatti una cifra non molto diversa dai colleghi italiani, pari a 22-23 mila euro lorde, mentre a fine carriera un maestro francese si ritrova con quasi 11 mila euro in più l’anno: 44.500 euro contro 33.700 euro. Eppure la professione è la stessa”, conclude il sindacalista autonomo. 

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Stipendi insegnanti, da oggi scattano i mini-aumenti

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I salari dei dipendenti della scuola si muovono, ma di pochi euro. Queste cifre irrisorie giungono nel momento in cui, scrive Orizzonte Scuola, le trattative non sono state ancora avviate e per le quali forse i sindacati sono già in procinto di proclamare uno sciopero, che avrà il sostegno dell’Anief, nonostante le rassicurazioni del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, che ha espresso la “volontà di chiudere il contratto. Le dichiarazioni del titolare del Miur sono, infatti, dichiarazioni generiche, del tutto prive dei tempi di attuazione del rinnovo contrattuale (considerando che l’ultima volta sono passati quasi dieci anni) e, soprattutto, senza alcuna indicazioni sulla consistenza degli aumenti. 

La verità sugli stipendi

La verità sui salari dei lavoratori della scuola è nel Conto annuale della Ragioneria dello Stato, pubblicato pochi giorni fa, dal quale si evince che tra il 2011 e il 2018 il blocco dei contratti ha prodotto una riduzione stipendiale di quasi 1.900 euro a lavoratore: a fronte di questa grave perdita economica, il Governo precedente ha pensato di cavarsela con 85 euro medi di aumento, tra i 37 e i 52 euro netti, più degli arretrati di poche centinaia di euro. Mentre l’attuale Governo giallo-verde, attraverso l’ultima Legge di Bilancio, non è andato oltre la cancellazione della beffa di ridurre gli stipendi medi-bassi per via della cosiddetta “perequazione”, che sempre l’Esecutivo Pd aveva coperto solo fino al 31 dicembre 2018.