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Non ci saranno tagli sul sostegno: lo afferma la senatrice Granato (M5S)

bianca laura granato m5s

“Sta girando un articolo che, come quando uscì la legge di bilancio, annuncia tagli di 4 miliardi sul sostegno. Stessa accusa, stessa cifra di 6 mesi fa. Ora come allora ribadiamo che le spese messe a bilancio per il triennio sono solo quelle fisse, perché i posti in deroga su sostegno vengono contabilizzati di anno in anno”. Lo sostiene la senatrice Bianca Laura Granato (M5S) in un post piccato su Facebook.

“È triste constatare – continua la Granato – come gli attacchi di cui siamo fatti oggetto non si plachino praticamente mai e si ripetano sempre uguali a se stessi… si perde tempo più a smentire che a lavorare. Piuttosto in questa settimana si concluderanno le audizioni per il correttivo al decreto legislativo 66/17. Io sono relatrice del provvedimento. Nessun taglio dunque, si correggono i danni fatti dalla Fedeli due anni fa, invece”.

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DL crescita, la FLC Cgil: no ad una scuola discriminante e subalterna alle aziende

flc cgil logo

Netta presa di posizione di FLC Cgil sul DL crescita: “Il credito d’imposta concesso alle imprese che decidono di donare risorse agli istituti professionali e assumere giovani diplomati negli stessi, previsto nel decreto crescita, aumenta le discriminazioni a scapito degli studenti che vivono nelle aree più povere del Paese. Si tratta, quindi, di un provvedimento inaccettabile che mette a rischio i principi dell’indipendenza e della libertà d’insegnamento, nonché dell’uguaglianza tra gli studenti. Principi costituzionali che dovrebbero caratterizzare la scuola più di qualsiasi altra istituzione”.

La Federazione Lavoratori della Conoscenza, in seno a CGIL, rincara la dose: “La realizzazione, la riqualificazione e l’ammodernamento dei laboratori scolastici non possono e non debbono dipendere dalle donazioni delle aziende, ma devono dipendere integralmente dall’impegno di risorse pubbliche. È lo Stato che deve garantire le stesse condizioni a tutte le scuole, da Nord a Sud, a prescindere dal contesto economico in cui l’istituzione scolastica si trova. Così facendo, invece, ci troveremo ad avere scuole di serie a e di serie b””. 

“Inoltre – concludono in un comunicato stampa – c’è il pericolo concreto che le istituzioni scolastiche beneficiarie smarriscano l’obiettivo primario dell’istruzione pubblica, ovvero quello di fornire valori di cittadinanza oltre che competenze e abilità generali, puntando sull’apprendimento delle competenze professionali funzionali alle aziende donatrici”.

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Medicina e Odontoiatria, aumentano i posti disponibili al test d’ingresso: l’annuncio del Miur

sede Miur Trastevere Roma

Una buona notizia per gli aspiranti medici odontoiatri: aumentano ulteriormente i posti per le immatricolazioni ai corsi di laurea ad accesso programmato nazionale in Medicina e in Odontoiatria. Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti ha firmato i decreti che stabiliscono i posti per l’anno accademico 2019/2020. Quelli per Medicina e Chirurgia sono 11.568 (erano 9.779 lo scorso anno) e quelli per Odontoiatria sono 1.133 (erano 1.096).

Il decreto per Medicina e Chirurgia passa ora al Ministero della Salute, per essere controfirmato dalla Ministra Giulia Grillo.

“Su Medicina e Odontoiatria questo Governo sta mantenendo le promesse fatte, portando avanti un’azione strategica, sia nell’interesse dei nostri giovani che del Paese – dichiara il Ministro Marco Bussetti -. Abbiamo aumentato i posti a disposizione degli studenti universitari e continueremo a lavorare in questa direzione. L’Italia ha bisogno di medici, dobbiamo colmare questo vuoto. Chiaramente, è importante che a questo corrisponda anche un incremento delle borse di specializzazione mediche. Ed è per questo che ci siamo mossi su questo fronte. Abbiamo aumentato le borse già a partire dallo scorso anno e anche quest’anno abbiamo incrementato le risorse di cento milioni in Legge di bilancio per finanziare nuovi contratti di formazione. Non ha alcuna utilità avere più laureati se poi non si specializzano e non possono esercitare. Inoltre, siamo impegnati insieme al Ministero della Salute, agli Atenei e alle Regioni in una riforma del modello di ammissione ai corsi. È richiesta da anni, è stata molto dibattuta e adesso vogliamo arrivare alle risposte attese”.

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Pensionamenti, il Miur: “Già lavorato l’80% delle pratiche di ‘quota 100’”

Marco Bussetti Miur Ministro

Si è svolta mercoledì 26 giugno al Miur l’informativa sindacale sull’andamento delle certificazioni del diritto a pensione del comparto scuola per il 2019. Erano presenti rappresentanti del MIUR e dell’INPS (l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) che stanno collaborando attivamente attraverso i loro uffici territoriali.

Al 24 giugno, secondo i dati forniti oggi alle Organizzazioni Sindacali, risulta lavorato il 99,12% delle domande di pensionamento presentate entro il 12 dicembre scorso, secondo le regole di pensionamento vigenti prima dell’introduzione della cosiddetta ‘quota 100’ entrata in vigore successivamente (si tratta della cosiddetta prima platea).

Risulta poi lavorato il 79,77% delle domande relative alla cosiddetta seconda platea, quella che ha presentato domanda entro il 28 febbraio, dopo l’introduzione di ‘quota 100’. 

“Siamo particolarmente soddisfatti – commenta il Ministro Marco Bussetti – dell’andamento delle operazioni. Grazie al lavoro di squadra svolto da MIUR e INPS, sia attraverso gli uffici centrali che territoriali, stiamo procedendo molto rapidamente con le certificazioni. L’obiettivo finale è quello di consentire a coloro che nella scuola hanno diritto alla pensione di poterne usufruire da settembre, senza soluzione di continuità con lo stipendio. Anche a quelli che hanno presentato domanda nell’ambito della finestra che si è aperta a seguito dell’introduzione di ‘quota 100’ e dell’‘Opzione donna’”.

(fonte: sito Miur)

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Regionalizzazione, i sindacati: “Scuola fuori da ogni regionalizzazione”

Siamo fermamente convinti che la scuola vada lasciata fuori da ogni ipotesi di autonomia differenziata, operazione a nostro avviso in contrasto per molti aspetti col dettato costituzionale ed estremamente pericolosa – dichiarano Francesco Sinopoli, Maddalena Gissi, Giuseppe Turi, Elvira Serafini e Rino Di Meglio – perché destinata ad accentuare squilibri e disuguaglianze già oggi presenti, situazioni che andrebbero affrontate e risolte proprio con un deciso investimento in istruzione e formazione. Il carattere unitario e nazionale del sistema scolastico è per questo una risorsa preziosa di cui il Paese non può essere privato”.

L’esame dei testi da parte del Consiglio dei Ministri, previsto per ieri, è stato rinviato, ma i sindacati scuola non abbassano la guardia, forti anche del vasto consenso espresso dalla categoria in numerose iniziative svolte in tutte le regioni italiane e dell’altissimo numero di adesioni alla raccolta di firme contro la regionalizzazione.

Le ragioni del no ai progetti di autonomia differenziata che contemplano anche una regionalizzazione delle competenze in materia di istruzione sono state ribadite il 26 giugno 2019 con un flash mob, organizzato dalle segreterie regionali del Lazio, davanti alla Camera dei Deputati dai maggiori sindacati del comparto istruzione e ricerca (FLC CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams).

“Ricordiamo al Governo – affermano i segretari generali – che nell’intesa sottoscritta a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio vi sono impegni espliciti e chiari in questo senso, laddove si riconosce il ruolo assegnato alla scuola per garantire identità e unità culturale del Paese, anche attraverso l’unitarietà dello stato giuridico del personale, il valore nazionale dei contratti, un sistema nazionale di reclutamento del personale e le regole per il governo delle scuole autonome”.

L’impegno dei sindacati prosegue, non solo in relazione al procedere dell’iter delle intese, sulle quali peraltro hanno chiesto ai Presidenti delle Camere di farsi garanti di un pieno coinvolgimento del Parlamento su questioni che non possono essere gestite in un rapporto esclusivo tra Governo e singole regioni: per contrastare quello che ritengono un disegno disgregatore dell’unità nazionale le organizzazioni sindacali non trascureranno alcuna iniziativa.

(fonte: Gilda degli Insegnanti)

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Stipendi a confronto, in Europa retribuzioni doppie rispetto all’Italia e massima retribuzione dieci anni prima

ccnl comparto scuola soldi

Con l’ennesimo mini-incremento del mese di giugno, erogato in questi giorni, il personale della scuola ha ricevuto una variazione dello 0,42%, sulla base della fascia stipendiale di anzianità in cui si è attualmente inseriti. Di conseguenza, per insegnanti e personale Ata, l’indennità di vacanza contrattuale potrà aumentare di pochi spiccioli: su uno stipendio di 1.500 euro, che è la media delle retribuzioni nella scuola, si applicherà un aumento di circa 6 euro.

La denuncia arriva tramite nota stampa da Anief. Il presidente Marcello Pacifico dichiara: “Dopo gli aumenti del 3,48%  e gli arretrati farsa del Governo Pd, i lavoratori della scuola si ritrovano a percepire cifre che si commentano da sole e delle vaghe promesse del premier Giuseppe Conte senza un minimo di finanziamenti nel Def, propedeutico alla Legge di Stabilità. I numeri parlano chiaro, ma noi non ci arrendiamo”.

“Gli stipendi di chi lavora nella scuola si muovono così poco da sembrare fermi: gli attuali 6 euro di media si sommano infatti a quelli dello scorso mese di aprile, quando furono aggiunti in busta paga dai 3,90 euro del collaboratore scolastico ai 5,60 euro di un docente delle superiori assieme ad un mini-conguaglio e all’elemento perequativo applicato a maggio. Poi, il prossimo mese di luglio, in attesa del rinnovo contrattuale, ha scritto Orizzonte Scuola, l’indennità di vacanza contrattuale aumenterà ulteriormente da 5,88 a 10,99 euro (la somma non si aggiunge a quella di aprile, ma la sostituisce). Tuttavia, ha fatto notare la rivista specializzata, “dal mese di marzo fino a novembre lo stipendio dei pubblici dipendenti” rimane gravato dalle “addizionali regionali e comunali”. Si tratta di cifre non altissime, ma che “purtroppo a volte superano la somma dell’indennità di vacanza contrattuale, che viene così annullata””. 

“Quindi, i dipendenti della scuola nemmeno si accorgeranno di nulla. E continueranno ad essere pagati molto meno rispetto agli altri Paesi, dove in media si lavora anche meno ore. Senza dimenticare che uno dei pochi provvedimenti positivi del Governo, gli 80 euro applicati agli stipendi fino a circa 26 mila euro, che nella scuola riguarda oltre mezzo milione di dipendenti, potrebbe ora anche essere cancellato”. 

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No all’autonomia differenziata, la scuola in piazza

La proposta del ministro leghista Erika Stefani, avallata dai Governatori del Nord e dal vice-premier Matteo Salvini, è ad un passo dal via libera del CdM, malgrado nella sezione Scuola del Contratto di Governo non vi sia traccia di questo folle progetto secessionista. I cittadini italiani hanno capito che l’autonomia differenziata spezzetterebbe l’istruzione, penalizzando gli istituti formativi collocati in aree particolari, ad iniziare da quelli del Sud: in tanti oggi si sono dati appuntamento davanti a Montecitorio, per partecipare alla manifestazione promossa da Anief, Cobas, Unicobas, Gilda e diverse associazioni. 

È pressoché unanime il no all’autonomia differenziata che la Lega si appresta a portare domani in Consiglio dei Ministri: tanti cittadini si sono presentati oggi davanti alla Camera, aderendo alla manifestazione “No alla regionalizzazione scolastica, per difendere la Scuola di Stato“, promossa da diversi sindacati di categoria e alla quale hanno aderito associazioni e comitati di settore, tra cui l’Accademia nazionale Docenti, Adida, Donne a scuola, Professione Insegnante, Civesscuola, Per la Scuola della Repubblica, Illuminitalia ed il Comitato Nazionale contro Mobbing-bossing scolastico (2007) Onlus.

“Se passa questo testo sciagurato – ha detto durante la manifestazione il professor Marcello Pacifico, presidente Anief – siamo pronti a raccogliere le firme per un referendum abrogativo, come già accaduto a Trento, dove esemplari sono state le sentenze, n. 242/2011, della Consulta che hanno bloccato le nuove norme proposte dalla provincia autonoma di Trento, in riferimento all’art. 92, c. 2bis, legge 5/2006, e ad andare dinanzi alla Corte Costituzionale: nel frattempo, faremo di tutto per far dichiarare questo modello organizzativo scolastico illegittimo dal giudice delle leggi. Abbiamo già la scuola dell’autonomia, non abbiamo bisogno della scuola delle regioni. Gli istituti scolastici sono autonomi da vent’anni per Costituzione, per valorizzare di più il territorio e la libertà d’insegnamento”. 

“Piuttosto che far transitare il personale dallo Stato alle Regioni – ha detto ancora il sindacalista autonomo -, il Governo farebbe bene a trovare il modo di assegnare organici differenziati e ulteriori risorse economiche, per centrare obiettivi specifici mirati a colmare il gap di formazione e occupazione tra le aree del Paese. Questo chiediamo al Governo e con noi i tanti cittadini riuniti oggi davanti alla Camera”.

(fonte: Ufficio Stampa Anief)

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Il Miur ha un nuovo sito web

screenshot nuovo sito miur

Chi si è collegato nella giornata di ieri ha potuto essere tra i primi ad ammirare la nuova veste grafica del sito istituzionale del Miur.

Obiettivo di questo rifacimento, oltre a dare una rinfrescata necessaria all’aspetto del portale, è quello di permettere all’utente una navigazione “più efficace” grazie a un riorganizzamento collettivo dei contenuti. Nel nuovo sito maggiore spazio per le buone pratiche del sistema di istruzione e il mondo MIUR. Il Miur descrive la nuova versione del sito come “più aggiornata e dinamica, pensata per offrire un servizio migliore agli utenti e valorizzare le iniziative di scuole, università ed enti di ricerca”.

Tra le principali novità che il Miur mette in evidenza l’introduzione di una chatbot nella sezione relativa all’Ufficio relazioni con il pubblico: gli utenti avranno a disposizione un assistente virtuale in grado di offrire loro le informazioni di cui hanno bisogno.

Inoltre, l’accesso ai servizi on line del portale sarà finalmente consentito anche tramite SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale che garantisce sicurezza e protezione dei dati a tutti i cittadini e alle imprese che ne fanno uso. 

“Il sito – aggiungono dal Miur – diventa sempre più mobile-friendly, per assicurare la piena fruibilità dei contenuti anche da smartphone e dispositivi mobili. Vengono introdotti un nuovo motore di ricerca e una sezione denominata Le storie, grazie alla quale gli utenti potranno conoscere le eccellenze del sistema di istruzione e formazione italiano”.

“Infine, per consentire un accesso semplificato agli argomenti e ai servizi di maggior interesse e facilitarne la consultazione, sarà disponibile sul sito una finestra dinamica che conterrà, in evidenza, i temi più ricercati con tutti gli aggiornamenti in tempo reale su atti, normativa e notizie pubblicati”. 

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Mobilità: pubblicati sul sito della Gilda gli esiti dei movimenti

aula generica esami maturità 2019

Sono stati resi ieri lunedì 24 giugno gli esiti dei movimenti (trasferimenti e passaggi di cattedra e di ruolo) del personale docente.

Gli interessati hanno ricevuto comunicazione direttamente in posta elettronica, mentre le Scuole possono consultare il SIDI.

Gli Uffici Scolastici stanno pubblicando i bollettini completi di tutti i movimenti della provincia.

La Gilda degli Insegnanti sul suo sito ha pubblicato le tabelle riassuntive delle operazioni con le disponibilità residue al termine delle operazioni di mobilità.

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Graduatorie ATA 24 mesi: l’Anief vince ancora sul servizio svolto nelle scuole paritarie

Anief Sciopero

Arriva dal TAR Lazio una nuova vittoria targata Anief nella battaglia per il giusto riconoscimento del servizio svolto nelle scuole paritarie. L’Avv. Elena Boccanfuso ottiene nuovamente ragione in tribunale con un’ordinanza cautelare che impone al Miur il riconoscimento del diritto all’attribuzione del punteggio intero agli anni di servizio svolti nelle scuole paritarie, anche ai fini della compilazione delle cosiddette graduatorie “ATA 24 mesi”. Marcello Pacifico (Anief): il servizio nelle paritarie non è di serie B. Avanti tutta contro le ingiuste discriminazioni. 

Il TAR del Lazio dà, infatti, nuovamente ragione al nostro sindacato e sospende l’efficacia della Nota Miur n. 8991/2019 di indizione dei concorsi per titoli per l’accesso ai ruoli provinciali, relativi ai profili professionali dell’area A e B del personale ATA, nella parte in cui, invitando gli Uffici Scolastici Regionali ad indire I concorsi per soli titoli per i profili professionali del personale ATA dell’area A e B, ai sensi dell’art. 554 del decreto legislativo n. 297/1994 e dell’O.M. n. 21 del 23.02.2009, fa implicito rinvio alla tabella di valutazione dei titoli allegata a quest’ultima ordinanza n. 21/2009 e, in particolare, alla nota n. 4 della tabella di valutazione dei titoli, secondo la quale “Qualora il servizio sia stato prestato in scuole secondarie pareggiate o legalmente riconosciute o in scuole elementari parificate o in scuole paritarie il punteggio è ridotto alla metà”. Il servizio nelle scuole paritarie, infatti, va riconosciuto con punteggio intero.

“Ancora una volta abbiamo portato avanti una battaglia vincente promossa contro l’ingiusta discriminazione del servizio svolto nelle scuole paritarie che nelle graduatorie “per soli titoli” del personale ATA viene valutato la metà del punteggio rispetto a quello prestato nella statale, come se fosse un servizio “di serie B”. La normativa di settore è chiara, invece, nel definire l’equiparazione tra le due tipologie di servizio che, pertanto, non possono essere valutate in modo differente dal Miur. Continueremo a batterci contro queste e altre discriminazioni perpetrate pervicacemente dal Ministero dell’Istruzione a danno dei lavoratori della scuola”.

L’Anief, infatti, promuove anche lo specifico ricorso per il riconoscimento del servizio prestato nelle scuole paritarie ai fini del punteggio nella Mobilità e nelle procedure di ricostruzione di carriera in cui il servizio nelle paritarie non viene considerato utile per l’inquadramento stipendiale di docenti e ATA.