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Carta del Docente, viaggi, chitarre e stampanti 3D: gli interessanti spunti dalla FAQ del Ministero

carta del docente cosa acquistare

Dalla FAQ del Ministero dell’Istruzione importanti spunti e chiarimenti arrivano per l’utilizzo della Carta Del Docente, il bonus Cultura dal valore di 500 euro destinato alla crescita professionale degli insegnanti.

Il Ministero ha difatti chiarito la posizione su alcuni beni acquistabili con Carta Del Docente che sono rimasti sempre un po’ in bilico nell’immaginario collettivo dei docenti. Sebbene in tantissimi stiano spendendo in queste ore il bonus Carta del Docente per acquistare libri scolastici, ci sono una serie di beni che non è ben chiaro se siano o meno nel paniere da parecchio tempo.

Partiamo, ad esempio, dalla Stampante 3D. Il Miur ha chiarito che per questo strumento (solitamente costosissimo) rientra nei beni acquistabili da insegnanti di laboratori informatici “in quanto il dispositivo consente di sperimentare modelli didattici innovativi, in linea con le finalità della formazione e dell’aggiornamento professionali”.

Lo stesso vale per gli strumenti musicali per gli insegnanti di musica acquistabili con Carta del Docente “purchè lo strumento musicale sia strettamente correlato alle iniziative individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa e del piano nazionale di formazione”.

I docenti di scienze motorie, invece, non possono pagare la palestra con la Carta del Docente. Possono però “utilizzare il bonus per la quota associativa ma è possibile per i corsi inerenti attività sportive federali che sono finalizzati alla formazione e all’aggiornamento delle professionalità del docente”.

Inoltre, il Miur ricorda che si può usare il bonus Cultura per comprare hardware che separatamente può essere usato per assemblare un computer.

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Carta del Docente, invariato il paniere di beni acquistabili per il 2020

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Non cambiano i beni accessibili per i docenti che vogliono usare il bonus Cultura Carta del Docente per l’anno 2019/20.

Ricordiamo che il bonus è mirato alla crescita professionale del docente e migliorarne competenze e conoscenze, anche non strettamente attinenti al suo campo (il motivo per cui ad esempio tutti i libri e tutte le rappresentazioni cinematografiche e teatrali possono essere acquistate a prescindere dalla tipologia).

Molti docenti in queste ore stanno usando la Carta del Docente per acquistare libri scolastici come guide e quizzari. C’è la possibilità di comprarli anche online generando un buono elettronico sull’apposito sito.

Ricordiamo che attualmente gli insegnanti in possesso dei requisiti possono usufruire del bonus accreditato a settembre di 500 euro e del residuo non speso dell’anno scolastico 2018/19, che scadrà il prossimo agosto 2020.

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Istituti professionali, la denuncia della Gilda degli Insegnanti: “Docenti costretti a lavorare gratis”

aula generica esami maturità 2019

Il nuovo assetto organizzativo e didattico degli istituti superiori professionali individua ulteriori incarichi per i docenti tutor senza prevedere per queste figure alcuna formazione e caricando su di loro lavoro aggiuntivo non retribuito. La Gilda degli Insegnanti dice no all’ennesima riforma in ambito scolastico improntata all’improvvisazione, che svilisce la professionalità dei docenti, all’aumento della burocratizzazione e dei carichi di lavoro.

“Dopo un iter legislativo lungo e spesso confuso – spiega la Gilda – negli istituti superiori a indirizzo professionale è stato introdotto il PFI, ovvero il Progetto Formativo Individuale, che si aggiunge ai PEI e a i PDP, strumenti già numerosi nella realtà di questi istituti. La revisione dei percorsi di istruzione professionale prevede, inoltre, la ridefinizione dei quadri orari, in un’ottica che predilige maggiormente le attività di laboratorio, e la didattica per competenze scandita in Unità di Apprendimento (UdA). Tutte innovazioni che relegano il lavoro degli insegnanti ad atti formali e non sostanziali e che spingono la scuola verso una burocratizzazione sempre più asfissiante”.

“Non stiamo chiudendo la porta a nuove metodologie, a una nuova didattica o a nuovi strumenti in grado di abbattere discriminazioni ed emarginazioni – sottolinea la Gilda – ma chiediamo al Miur di riconoscere e valorizzare l’impegno professionale, stanziando risorse aggiuntive per retribuire i docenti tutor sulle cui spalle grava una mole di lavoro perlopiù impiegatizio, fatto di inutili scartoffie da compilare che sottraggono tempo prezioso alle attività didattiche e, quindi, alla formazione concreta degli studenti”.

“In alternativa – propone la Gilda – si potrebbe aumentare l’organico degli istituti professionali, così da permettere ai tutor di avere ore a disposizione da dedicare alla personalizzazione dell’insegnamento”.

“Senza questi interventi, da mettere in campo in breve tempo, – conclude il sindacato – la riforma rischia di fallire”.

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Presentate al Miur proposte di modifica del sindacato Anief, funzione docente

sede Miur Trastevere Roma

Nei giorni scorsi, una delegazione Anief ha incontrato il Vice Capo di Gabinetto del Miur e ha proposto delle modifiche per una rapida riscrittura, tra cui: estensione del concorso straordinario all’infanzia, primaria ed educatori, ai docenti delle paritarie e dei corsi Iefp, ai dottori di ricerca, eliminazione della quota limite di posti autorizzati nella nuova graduatoria valida per le assunzioni, riconoscimento del servizio prestato su posti di sostegno, riduzione a due anni del servizio valutabile e comunque valutazione di quello in corso. Ma anche: confermare nei ruoli chi ha superato l’anno di prova (DM e ITP) evitando i licenziamenti e procedendo al reintegro, aggiornare annualmente graduatorie di istituto provinciali aperte ai neo-laureati, stabilizzare i collaboratori scolastici in possesso dei medesimi requisiti del personale delle cooperative, ammettere i facenti funzioni alle prove scritte dell’attuale concorso a DSGA, bandire i concorsi per i profili As e C e per i passaggi verticali, ripristinare la figura del ricercatore a tempo indeterminato, cambiare le regole per il reclutamento del personale Afam e stabilizzarlo, assumere il personale delle sezioni primavera, assistente all’autonomia e alla comunicazione. Nella memoria sono molti i punti trattati, tra cui la funzione docente 

Il ruolo fondamentale che il capitale umano riveste nello sviluppo di un paese evidenzia l’importanza dei sistemi educativi. La funzione del docente è centrale per la formazione dei cittadini e la costruzione della società; in quanto mediatori degli obiettivi della scuola, gli insegnanti esercitano una funzione sociale basilare. Questo processo di negoziazione che si compie ogni giorno in aula ci indica la centralità della figura del docente e la natura professionale della sua funzione. Tuttavia, a causa di scelte che sono frutto di una politica economico-finanziaria di natura restrittiva, la condizione degli insegnanti si è definitivamente allontanata dallo status di cui dovrebbe a buon diritto godere: lo stipendio medio dei docenti italiani è ben al di sotto della media europea e, in rapporto al costo crescente della vita nel nostro Paese, quasi il peggiore della scena europea. 

Oltre che più poveri gli insegnanti sono anche più precari: ogni anno si assiste all’avvicendarsi di migliaia di supplenti ad anno scolastico già avviato e si stima che nella Scuola un dipendente su quattro sia precario. La Commissione Europea ha inviato una lettera di costituzione in mora all’Italia, “Paese in cui i lavoratori del settore pubblico non sono tutelati contro l’utilizzo abusivo della successione di contratti a tempo determinato e la discriminazione come previsto dalle norme dell’UE”. Non dimentichiamo che il personale precario gode, purtroppo, di un trattamento svantaggioso in termini economici e in relazione alle ferie e ai permessi.

Si aggiungono a questi altri elementi che rendono la professione più gravosa e povera di soddisfazione; infatti i rapidi cambiamenti di una società sempre più multiculturale richiedono maggiore sforzo, da parte dei docenti, nella predisposizione di un adeguato assetto organizzativo sia dell’accoglienza sia dell’offerta formativa. La profonda crisi delle relazioni sociali sfoga i suoi pesanti effetti anche sulla scuola e genera sempre più numerosi episodi di burnout tra i docenti, anche per il variare delle condizioni di lavoro e per il mutare delle emergenze educative. L’eccessivo carico di lavoro dovuto a classi troppo affollate e una mole non sostenibile di compiti burocratici spesso opprimono i docenti compromettendo le attività̀ di insegnamento. 

Al riconoscimento della centralità della funzione docente, che le nostre proposte mirano a sottolineare, dovrebbe conseguire che le risorse a disposizione del Miur fossero orientate a supportare il rapporto docente-discenti: a chi impara e a chi insegna dovrebbero essere messi a disposizione gli ambienti più confortevoli e le attrezzature più efficienti. 

Questione essenziale è anche quella relativa all’autonomia educativa dei docenti: l’adozione di regole gestionali ispirate al paradigma dell’efficienza economicistica ha messo in ombra la libertà educativo/culturale dei docenti, e con la L. 107/2015 si è fatta strada l’idea angusta che il lavoro degli insegnanti derivi in gran parte dall’imporsi della cultura dell’organizzazione aziendale. In risposta infine alle sempre più frequenti aggressioni al personale scolastico, riteniamo che per dare un segnale di discontinuità occorra recepire la Sentenza della Corte di Cassazione V Penale n. 15367 del 2014 laddove afferma che “i docenti nell’espletamento delle loro funzioni e durante le ore di servizio sono pubblici ufficiali. Come tali negli atti afferenti alle proprie mansioni e nel rapporto con gli studenti e con i loro genitori sono degni di fede privilegiata”. 

L’Anief ritiene che, recependo tale orientamento giuridico, i docenti debbano essere posti nelle condizioni di operare in autonomia scelte educative e correttive unilaterali per conto dell’amministrazione che, in caso di violenza subita dal docente per ragioni di lavoro, deve risultare parte lesa e procedere a individuare le rappresentanze legali del dipendente offeso. Anief è sempre disponibile al dialogo al di là delle proteste di piazza e convinta che occorra rivendicare la natura professionale della funzione del docente. Le proposte che abbiamo elaborato intendono dare una risposta alle emergenze del mondo della scuola che necessita di rapidità di intervento. 

Per una tutela della funzione e della professionalità dei docenti Anief propone i seguenti punti: verificare e trasformare i posti in organico di fatto in posti in organico di diritto laddove risultino per più di un anno privi di titolare, inclusi i posti in Deroga di sostegno; trasformare le graduatorie d’istituto in provinciali, aggiornabili annualmente e aperte ai nuovi laureati; ai sensi della direttiva 70/1999/CEE trasformare in contratti a tempo indeterminato tutti i contratti a tempo determinato laddove superino complessivamente la durata dei 36 mesi; introdurre risorse nella legge di bilancio per agganciare gli stipendi all’inflazione degli ultimi 10 anni e allineare progressivamente gli stipendi alla media europea; prevedere l’equiparazione economica e giuridica dei lavoratori precari della scuola al personale di ruolo; estendere la carta docente anche al personale precario ed educativo; vigilare perché i docenti (in particolare i docenti su potenziamento) non svolgano compiti che esulano dalla loro professione; vigilare perché gli adempimenti burocratici abbiamo ricadute sul successo formativo e affinché i docenti non superino il monte ore previsto nelle attività funzionali; rivedere le norme sul numero di alunni per classe con non più di 20 alunni per le classi prime o in presenza di alunni disabili e massimo 22 per le altre classi; avviare un’indagine per riconoscere lo stress da lavoro correlato per la funzione docente e prevedere finestre di uscita per pensioni anticipate; riportare i moduli nella scuola primaria; elevare l’obbligo scolastico a 18 anni e anticiparlo a 5 anni con la previsione in organico dei posti relativi alle sezioni primavera; garantire la mobilità annuale e i passaggi di ruolo attraverso corsi abilitanti riservati al personale di ruolo ed eliminare vincoli temporali alle operazioni mobilità, garantendo in ogni caso la possibilità di chiedere l’assegnazione provvisoria; agevolare l’assunzione di tutto il personale docente vincitore e idoneo dei concorsi ordinari e straordinari.

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A turno per andare in bagno: la storia shock da Salerno

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A turno per andare in bagno. La disposizione è stata introdotta in una scuola media di Salerno: “per proteggere i docenti da ulteriori responsabilità – scrive il quotidiano Il Mattino -, una dirigente scolastica ha diramato una circolare per vietare agli studenti di andare in bagno da soli in assenza di bidelli nei corridoi”. La dirigente scolastica ha indicato così delle disposizioni ben precise, al fine di evitare che quella di recarsi ai servizi igienici diventi una circostanza a rischio incidenti, per via della mancanza di personale addetto alla sorveglianza. 

Ho agito nell’interesse primario della sicurezza degli allievi – ha detto la dirigente scolastica al quotidiano –: tutelare l’incolumità degli studenti e non esporre a responsabilità i docenti. E’ una tutela per gli insegnanti dopo i gravi fatti di Milano”. La circolare, rimarca Orizzonte Scuola, è stata indirizzata anche alle famiglie. “Si raccomanda il controllo preventivo e successivo dello stato dei servizi igienici – si legge nella circolare – onde monitorare il grado di competenza civica degli alunni e correggere gli eventuali comportamenti inadeguati. Negli orari pomeridiani, si rispetteranno gli stessi turni, a cominciare dal rientro dalla mensa”. 

Secondo Anief, quello che sta accadendo nelle nostre scuole è la conseguenza nefasta dei tagli al personale prodotti da più di 10 anni, senza che nessuno abbia fatto nulla per rimediare al danno. La cancellazione dei posti, anche tra il personale Ata, ha avuto avvio con la Legge 133 del 6 agosto 2008, voluta dall’esecutivo Berlusconi-Tremonti, con la quale solo per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario sono stati soppressi quasi 50 mila posti in tre anni, di cui 47mila in meno in un solo triennio

I Governi successivi, anche del Centro-Sinistra, non solo non si sono opposti, ma hanno dato il loro contributo a tagliare ulteriormente: il Decreto Interministeriale Miur-Mef del giugno 2014, afferente alla nuova dotazione organica del personale Ata per l’anno scolastico 2014/2015, ha ad esempio recepito in pieno la riduzione del 17% della consistenza numerica del personale Ata. 

Poi, abbiamo avuto la Legge di Stabilità 2015, (la Legge 190/14 art. 1) che ha introdotto l’obbligo, per i dirigenti scolastici, nel nominare i supplenti del personale Ata solo dall’ottavo giorno di assenza. E con i tagli alle supplenze “brevi” proprio tra il personale Ata, molte scuole sono state messe in ginocchio. E a poco è servita la nota n. 2116 del 30 settembre 2015, che ha dato facoltà ai presidi di nominare supplenti anche “per i primi sette giorni di assenza” però per il solo “profilo di collaboratore scolastico”. Lasciando completamente scoperto il servizio in tutti i casi di assenza di assistenti amministrativi e tecnici. Per non parlare del blocco del turn over protratto per anni, al punto che nel 2015 si è arrivati a congelare le oltre 5mila assunzioni già annunciate per coprire almeno il turn over. Anche quest’anno, si è arrivati ad assumere poche migliaia di unità di Ata, a fronte di 20 mila posti vacanti e quasi altrettanti potenziali. Mentre, dopo avere inutilmente tentato di fare spazio al personale perdente posto delle province, si è provveduto a fare assumere oltre 11 mila ex lavoratori socialmente utili. 

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Concorso Straordinario 2018: il Consiglio di Stato dà ragione all’Anief sulla valutazione del servizio

tribunale giustizia martelletto

Con la sentenza n. 7294/2019 il Consiglio di Stato concorda con quanto già ottenuto dal legale Anief Chiara Sciacca nella sentenza n. 9855/18 emanata dal TAR Lazio, confermando l’illegittimità della tabella valutazione titoli del concorso straordinario 2018 per la scuola secondaria allegata al D.M. 995/17 nella parte in cui non prevedeva che il servizio scolastico svolto a tempo determinato fosse valutabile come anno intero se svolto per almeno 180 giorni anche non continuativi.

“L’atto amministrativo impugnato dai nostri legali – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – era in evidente contrasto con l’art. 488 del D.Lgs. n. 297/1994 come interpretato autenticamente dall’art. 11, co. 14 della L. n. 124/1999 laddove prevede che l’anno scolastico è considerato utile se si è svolto un servizio da almeno 180 giorni e non prescrive che tale periodo di servizio debba essere necessariamente continuativo. Il TAR del Lazio, prima, e il Consiglio di Stato, ora, hanno concordato con i nostri legali ribadendo che l’interprete della norma non può in nessun caso essere autorizzato a introdurre restrittivamente la condizione che tale periodo minimo debba essere continuativo o non interrotto”.

Il TAR Lazio aveva già evidenziato, infatti, come “si profilerebbe distonico e disarmonico discriminare il servizio pregresso imponendone la continuatività onde valutarlo ai fini del punteggio finale nelle procedure concorsuali quale titolo ai sensi della impugnata Tabella A allegata, punti D.1.1. e D.1.2. al DM n. 995/2017” e aveva dichiarato la citata Tabella “illegittima nei punti D.1.1. e D.1.2. i quali vano annullati nei sensi sopra illustrati, ossia nella parte in cui non prevedono che il servizio scolastico svolto a tempo determinato sia valutabile come anno intero se svolto per almeno 180 giorni anche non continuativi ma frazionati”. Il Consiglio di Stato conferma, ora, sul punto la sentenza di primo grado e chiarisce che “è sufficiente osservare che i punti D.1.1. e D.1.2. della tabella A allegata al D.M. n. 995/2017 fanno espresso rinvio, ai fini della valutazione del servizio prestato, a quanto disposto dagli artt. 438, comma 1, e del D. Lgs. n. 297/1994 e 11, comma 14, della L. n. 124/1999” e che “è sufficiente a reggere la sentenza la ravvisata violazione dell’art. 11, comma 14, della L. n. 124/1999 di interpretazione autentica dell’art. 489 del D. Lgs. n. 297/1994”.

L’Ufficio Legale Anief, nelle prossime ore, trasmetterà specifiche istruzioni ai ricorrenti per rivendicare il punteggio spettante sul servizio svolto con 180 giorni non continuativi in caso non sia ancora stato attribuito dai competenti Uffici Scolastici Regionali fornendo anche informazioni sulle eventuali azioni aggiuntive da porre in essere in caso di mancata immissione in ruolo se, con il punteggio corretto, i ricorrenti si sarebbero ritrovati in posizione utile per la stipula di un contratto a tempo indeterminato già dagli scorsi anni scolastici.

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Staffan de Mistura per l’inaugurazione dell’anno di Scienze Politiche della Federico II

Una lectio magistralis del diplomatico Staffan de Mistura inaugurerà le attività didattiche dell’anno accademico, 2019/2020 del Dipartimento di Scienze Politiche, mercoledì 30 ottobre alle 11, nella Chiesa dei Santi Marcellino e Festo, a San Marcellino.

Sursum corda. Esperienze di diplomazia operativa in zone di conflitto’, il titolo della Lectio in cui de Mistura analizzerà le molte e difficili missioni che ha svolto in quasi mezzo secolo di attività diplomatica. Negli ultimi anni, l’Ambasciatore ha ricoperto il ruolo di rappresentante speciale delle Nazioni Unite per l’Iraq dal 2007 al 2009, di rappresentante speciale per l’Afghanistan nel 2010 e di inviato speciale del segretario generale dell’ONU in Siria dal 2014 fino a pochi mesi fa.

La sua esperienza rappresenta l’occasione per accogliere gli studenti del Dipartimento di Scienze Politiche che intraprendono gli studi universitari che, in tutti i percorsi offerti, sono caratterizzati dalla acquisizione di conoscenze socio-economiche, geo-politiche, storiche, demografiche e statistiche.

Tali conoscenze sono fondamentali per maturare senso critico e per, contestualmente, comprendere una realtà nazionale ed internazionale sempre più complessa, addivenendo ad una capacità di sintesi e di elaborazione di soluzioni ai problemi del mondo globalizzato attraverso la via del dialogo.

La giornata sarà aperta dai saluti istituzionali del Rettore della Federico II Gaetano Manfredi, e del Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche, Vittorio Amato.

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Protocollo d’intesa Comune di Napoli – Università Parthenope

Presso la Sala Giunta di Palazzo San Giacomo, il Sindaco Luigi de Magistris e il Rettore dell’Università “Parthenope” Alberto Carotenuto la firma del protocollo d’intesa tra il Comune di Napoli e l’Università per la alienazione e la valorizzazione del compendio immobiliare sito in piazza Neghelli per destinarvi attività didattiche e scientifiche del Dipartimento di Scienze Motorie.

L’Università Parthenope ha manifestato la volontà di acquistare l’immobile di piazza Neghelli n.14, attualmente chiuso e in gran parte abbandonato ad ecezione di poche aule destinate ancora come succursale della scuola “Gigante Neghelli”. Nel contempo l’Università opererà a vantaggio della scuola interventi di ristrutturazione e riqualificazione del Comprensivo scolastico centrale di piazza Neghelli n.41 (palestra, aule e servizi igienici) consentendo finalmente una migliore organizzazione delle attività didattiche dello stesso. La dismissione avrà anche una positiva ricaduta sui delicati equilibri finanziari del Comune di Napoli e fornirà un’offerta formativa più ampia sul territorio (Scuola e Università fianco a fianco), nonché la rigenerazione e fruizione di spazi e strutture dedicate al tempo libero e allo sport, come la vecchia palestra dell’Istituto Comprensivo “Gigante Neghelli” che pure risulta impraticabile da numerosi anni. La localizzazione di una sede universitaria nel territorio di Cavalleggeri d’Aosta definita in accordo con la X Municipalità rappresenta una significativa valorizzazione e rigenerazione dell’area e nel contempo una nuova offerta di servizi sia per gli studenti universitari che per la platea scolastica.

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Precariato, boom di cattedre scoperte e raddoppiato il numero dei supplenti da quando sono state chiuse definitivamente le Gae

aula scuola generica

Mai era accaduto che un anno scolastico iniziasse con 205 mila cattedre da coprire con personale precario: nell’ultimo decennio, il numero di contratti a tempo determinato è addirittura raddoppiato. Anche perché su 180mila immissioni in ruolo ne sono state fatte soltanto 90mila, per colpa di un sistema di reclutamento che lascia ai margini gli abilitati all’insegnamento e permette di lavorare sempre più con le Mad. E ora pure con gli annunci sui social.

Il problema della supplentite e del ricorso alla magistratura per l’abuso dei contratti a termini con crescenti danni erariali per lo Stato, si risolve per Anief con la riapertura straordinaria delle ex graduatorie permanenti a tutto il personale abilitato, incluso i diplomati magistrali, Itp ed educatori, e la fine dei licenziamenti. Fu fatto proficuamente nel 2008 e nel 2012, con due “finestre specifiche” rivolte al personale precario abilitato: perché oggi non si può ripetere? Il presidente nazionale Marcello Pacifico lo chiede prima che vengano costituite le nuove graduatorie del salva-precari bis, come specificato in un punto della piattaforma dello prossimo sciopero del 12 novembre.

“Il nodo della questione – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è che fino a tutto il 2014 ci furono gli effetti benefici delle riaperture delle GaE, mentre ai laureati in scienze della formazione primaria laureati dopo il 2012 fu impedito l’ingresso, come ai diplomati magistrali dal primo aggiornamento del febbraio 2002 delle ex graduatorie permanenti. Il tutto, con il beneplacito delle attuali organizzazioni sindacali che hanno raggiunto l’intesa nei giorni scorsi sulla proroga dei contratti in essere in caso di licenziamento, gli stessi sindacati che hanno seguito l’Anief nella vertenza legale che ha ammesso a partire dal 2014 migliaia di maestre con riserva nelle stesse GaE e in duemila nei ruoli con sentenza passata in giudicato prima della doppia pronuncia negativa dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato che ora pone a rischio migliaia di immessi in ruolo in corso d’anno pure dopo avere svolto l’anno di prova”.

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“Ridateci il tempo”, l’appello della Gilda per la Giornata Nazionale del Docente

Rino di Meglio

Area contrattuale separata; Consiglio superiore della docenza; preside elettivo e garanzie disciplinari. Sono queste le proposte per valorizzare la professione docente avanzate dalla Gilda degli Insegnanti e illustrate nel corso delle assemblee provinciali che si sono svolte contemporaneamente in tutta Italia in occasione della Giornata Nazionale del Docente indetta dal sindacato.

“Abbiamo voluto dedicare questa giornata agli insegnanti per fare con loro una riflessione sulle condizioni sempre più difficili in cui sono costretti a lavorare ogni giorno – spiega il coordinatore nazionale Rino Di Meglio, intervenuto all’assemblea che si è svolta a Roma -. È fondamentale che i docenti si riapproprino del tempo per studiare e del piacere di insegnare, combattendo il grande spreco di ore che quotidianamente nelle scuole vengono sottratte alla didattica per colpa della burocrazia”.

“I docenti non possono essere considerati come generici lavoratori della scuola perché la loro professione non ha carattere impiegatizio. In virtù di ciò, chiediamo l’istituzione di un’area di contrattazione separata che tenga conto della specificità della funzione insegnante e la valorizzi”.

Tra le questioni affrontate, anche quella riguardante le sanzioni disciplinari di cui spesso i dirigenti scolastici abusano: “Urgono garanzie per tutelare la libertà di insegnamento messa a rischio dalla figura del dirigente al quale è affidato il doppio ruolo di inquirente e giudice. Chiediamo la terzietà del soggetto al quale viene affidato il potere sanzionatorio e perciò proponiamo l’istituzione del Consiglio superiore della docenza affinché la disciplina non venga utilizzata come un’arma per sopprimere la libertà di insegnamento. Inoltre – aggiunge Di Meglio – proponiamo che il preside venga eletto dal corpo docente con un incarico a tempo che si concentri sul coordinamento degli insegnanti e della didattica, lasciando la funzione amministrativa ad altre figure”.

“Alcune di queste proposte saranno portate al tavolo contrattuale, augurandoci che, diversamente da quanto avvenuto per l’ultimo rinnovo, si discuta anche della parte normativa. Per altre, invece, – conclude il coordinatore nazionale – sono necessari interventi legislativi e, quindi, sono affidate alla sensibilità della politica”.