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Anche Conte lo ammette: in Italia gli stipendi dei docenti sono bassi

Nel corso della consueta conferenza stampa di fine anno, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha affrontato anche i temi più ricorrenti siulla scuola e in particolare sugli stipendi degli insegnanti: “Il mio stipendio da professore universitario – ha ricordato Giuseppe Conte – era molto più modesto rispetto ad altri Paesi. Sugli stipendi siamo intervenuti con 400 milioni per il contatto del pubblico impiego e con 850 milioni all’anno nella legge di Bilancio come indennità a medici e infermieri da riconoscere già dal 1° gennaio 2021”.

Ha parlato anche di scuola e compensi dei docenti italiani il premier Giuseppe Conte nel concorso della conferenza stampa di fine anno organizzata oggi dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa Parlamentare: “Per gli insegnanti – ha detto il presidente del Consiglio – gli stipendi non sono elevati, dovremo fare qualcosa di più. Ma stiamo lavorando per migliorare la qualità dell’insegnamento: il Piano pluriennale con 25mila insegnanti di sostegno è qualificante, sarà a favore degli alunni con disabilità. È un grande segnale che diamo al comparto scuola che tradizionalmente su questo fronte non è negli standard più elevati del mondo occidentale”.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)

IL COMMENTO DELL’ANIEF

Il sindacato Anief ritiene che i 100 euro lordi di aumento previsti, derivanti dai 400 milioni previsti dalla Legge di Bilancio approvata oggi, sommati a quelli del biennio precedente, sono da considerare solo come l’avvio di un lungo percorso. Servono infatti provvedimenti paralleli, ad iniziare dal riconoscimento del salario minimo e dell’intero periodo di precariato: la sentenza del 25 ottobre 2018 della Corte di Giustizia Europea sulla causa C-331/17 Sciotto ha tracciato un solco, che gli Stati membri devono necessariamente percorrere. Così da far cadere le annose discriminazioni tra personale di ruolo e precario. Per cancellare queste ed altre norme discriminanti, come l’introduzione nel 2011 delle nuove fasce di posizione stipendiale che hanno cancellato il primo scatto, l’Anief aveva predispost specifici emendamenti al Disegno di Legge di Bilancio 2021

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