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Mobilità: pubblicati sul sito della Gilda gli esiti dei movimenti

aula generica esami maturità 2019

Sono stati resi ieri lunedì 24 giugno gli esiti dei movimenti (trasferimenti e passaggi di cattedra e di ruolo) del personale docente.

Gli interessati hanno ricevuto comunicazione direttamente in posta elettronica, mentre le Scuole possono consultare il SIDI.

Gli Uffici Scolastici stanno pubblicando i bollettini completi di tutti i movimenti della provincia.

La Gilda degli Insegnanti sul suo sito ha pubblicato le tabelle riassuntive delle operazioni con le disponibilità residue al termine delle operazioni di mobilità.

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Graduatorie ATA 24 mesi: l’Anief vince ancora sul servizio svolto nelle scuole paritarie

Anief Sciopero

Arriva dal TAR Lazio una nuova vittoria targata Anief nella battaglia per il giusto riconoscimento del servizio svolto nelle scuole paritarie. L’Avv. Elena Boccanfuso ottiene nuovamente ragione in tribunale con un’ordinanza cautelare che impone al Miur il riconoscimento del diritto all’attribuzione del punteggio intero agli anni di servizio svolti nelle scuole paritarie, anche ai fini della compilazione delle cosiddette graduatorie “ATA 24 mesi”. Marcello Pacifico (Anief): il servizio nelle paritarie non è di serie B. Avanti tutta contro le ingiuste discriminazioni. 

Il TAR del Lazio dà, infatti, nuovamente ragione al nostro sindacato e sospende l’efficacia della Nota Miur n. 8991/2019 di indizione dei concorsi per titoli per l’accesso ai ruoli provinciali, relativi ai profili professionali dell’area A e B del personale ATA, nella parte in cui, invitando gli Uffici Scolastici Regionali ad indire I concorsi per soli titoli per i profili professionali del personale ATA dell’area A e B, ai sensi dell’art. 554 del decreto legislativo n. 297/1994 e dell’O.M. n. 21 del 23.02.2009, fa implicito rinvio alla tabella di valutazione dei titoli allegata a quest’ultima ordinanza n. 21/2009 e, in particolare, alla nota n. 4 della tabella di valutazione dei titoli, secondo la quale “Qualora il servizio sia stato prestato in scuole secondarie pareggiate o legalmente riconosciute o in scuole elementari parificate o in scuole paritarie il punteggio è ridotto alla metà”. Il servizio nelle scuole paritarie, infatti, va riconosciuto con punteggio intero.

“Ancora una volta abbiamo portato avanti una battaglia vincente promossa contro l’ingiusta discriminazione del servizio svolto nelle scuole paritarie che nelle graduatorie “per soli titoli” del personale ATA viene valutato la metà del punteggio rispetto a quello prestato nella statale, come se fosse un servizio “di serie B”. La normativa di settore è chiara, invece, nel definire l’equiparazione tra le due tipologie di servizio che, pertanto, non possono essere valutate in modo differente dal Miur. Continueremo a batterci contro queste e altre discriminazioni perpetrate pervicacemente dal Ministero dell’Istruzione a danno dei lavoratori della scuola”.

L’Anief, infatti, promuove anche lo specifico ricorso per il riconoscimento del servizio prestato nelle scuole paritarie ai fini del punteggio nella Mobilità e nelle procedure di ricostruzione di carriera in cui il servizio nelle paritarie non viene considerato utile per l’inquadramento stipendiale di docenti e ATA. 

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“Aumento stipendi a rischio per colpa dei sindacati”, l’affondo di Anief

Il Governo è pronto da aprile, a seguito dell’accordo, ad incrementare la retribuzione di un milione di insegnanti ed Ata, ma i ritardi nella definizione del contratto quadro sulla rappresentatività e le nuove risorse che devono essere approntate per evitare la procedura d’infrazione dell’Europa potrebbero far saltare tutto: diventa a rischio persino l’indennità di vacanza contrattuale riattivata dalla Legge 145/2018, se confermate le stime della crescita zero del Pil. Unica soluzione, siglare il CCNQ su aree, comparti e rappresentanza mercoledì prossimo – 26 giugno – per firmare il CCNL 2019/2021 in estate prima della prossima legge di stabilità? La stessa sorte potrebbe accadere agli altri 2 milioni di dipendenti pubblici. Ma le confederazioni rappresentative firmeranno, perché senza la certificazione della nuova rappresentatività non si possono firmare i contratti di settore e fino ad oggi, per paura di far sedere Anief ai tavoli, in Aran si è perso soltanto tempo, con opposizioni strumentali, al punto che la vicenda potrebbe finire in tribunale. 

Anief ha diffidato tutte le confederazioni presenti al tavolo affinché venga firmato il Ccnq.

(ufficio stampa Anief)

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Sindacati, Anief sul piede di guerra: “A un anno di distanza nuova fumata nera in Aran sull’accordo per il rinnovo della rappresentatività”

marcello pacifico anief

Anief – attraverso una nota stampa – diffida tutte le confederazioni presenti al tavolo e chiede un voto sull’ipotesi di accordo sostenuta dal Governo prima del 30 giugno per non violare il voto e il risultato delle ultime elezioni RSU. Il presidente Marcello Pacifico si dice pronto a portare la questione in tribunale, perché “dopo 12 mesi non è possibile ignorare la legge e le regole condivise per l’interesse di qualcuno che ha perso una parte del consenso dei lavoratori“. 

Il CASO

“Per i comparti del pubblico impiego la rappresentatività si misura con il 5% del dato associativo ed elettorale preso durante le ultime elezioni RSU. Il dato delle deleghe è del dicembre 2017, quello dei voti dell’aprile 2018. A gennaio 2019, l’Aran delibera l’accertamento provvisorio dei nuovi sindacati, tra cui risulta Anief come new entry nella scuola dopo un trentennio di monopolio sindacale. Nell’aprile 2019, l’Atto di indirizzo del ministro Bongiorno è emanato per firmare i CCNQ per la definizione delle nuove aree e comparti e per l’attribuzione di permessi e distacchi per il triennio 2019/2021. Nel mese di giugno, l’Aran convoca per tre volte le confederazioni rappresentative per la firma degli accordi quadro. Al secondo incontro presenta una bozza che ancora al terzo incontro non viene messa ai voti nonostante più della metà delle organizzazioni sindacali presenti sembra orientata al voto favorevole”.  

“Intanto, entro il 30 giugno i sindacati rappresentativi sono obbligati a chiedere al Miur i docenti che saranno collocati in aspettativa per il prossimo anno scolastico. E fra un anno e mezzo riparte il nuovo conteggio delle deleghe prima del nuovo voto elettorale”. 

LA POSIZIONE DI ANIEF

“Il presidente di Anief, Marcello Pacifico, presente a tutte le convocazioni dell’ARAN, in qualità di segretario organizzativo della Confedir e confederale della Cisal – confederazioni rappresentative nell’area della dirigenza e nei comparti della P.A. -, registra come la maggioranza delle sigle sindacali si dichiari d’accordo a votare l’ipotesi del CCNQ proposta dal presidente dell’ARAN già alla seconda convocazione sull’atto di indirizzo del Governo. Ma l’opposizione di CISL e CGIL all’approvazione del testo, senza modifiche insieme a quella di alcune confederazioni della dirigenza contrarie all’intervento del legislatore sul passaggio dall’area delle funzioni locali a quella della dirigenza medica dei dirigenti amministrativi della sanità, sembra che stia rallentando e dilatando nel tempo, dopo ogni ritardo consentito, l’attribuzione delle prerogative sindacali”. 

“Tutto ciò si sta realizzando al punto da rendere inutile il successo ottenuto dell’Anief alle ultime elezioni RSU. Il giovane sindacato, infatti, a un anno dal voto, sei mesi dopo la certificazione del risultato ottenuto (6.16%) e riconosciuto dall’Aran stesso in via provvisoria, che gli consentirebbe per legge di avere le prerogative sindacali nel comparto scuola, continua a non poter indire assemblee, a non essere convocato dal Miur e a non poter usufruire delle ore di permesso e di distacchi sindacali che continuano a essere assegnati a chi ha perso consenso nell’ultima tornata elettorale”. 

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Intesa: la FLC Cgil fa il punto sulle trattative per DSGA e mobilità ATA

flc cgil logo

Giovedì 20 giugno 2019, alle ore 10.30, è proseguito il confronto tra il Miur, rappresentato dal dottor Chinè, vice capo di Gabinetto del Ministro, e i sindacati per affrontare un altro punto dell’Intesa del 24 aprile 2019 tra governo e sindacati e riguardante il personale ATA.

L’incontro era rivolto a mettere a fuoco due importanti questioni per trovare le possibili soluzioni alla luce della normativa vigente:

  • assistenti amministrativi facenti funzione di DSGA
  • valorizzazione, tramite mobilità professionale, del personale ATA.

Lo rende noto la FLC Cgil che riassume così le posizioni di amministrazione e sindacato.

La posizione dell’Amministrazione

L’Amministrazione ha posto subito all’attenzione del tavolo che, per quanto riguarda i facenti funzione, ci sono alcuni ostacoli di ordine giuridico da superare. La normativa vigente (Legge Madia), secondo il Dott. Chiné non consentirebbe un salto di doppia area (dall’area B all’area D, né permetterebbe di prescindere dal titolo di studio specifico e la procedura prevista del concorso interno stabilisce che tutti debbano aver prima superato un concorso pubblico. A ciò si aggiungono numerose sentenze della Corte Costituzionale che in passato hanno messo in questione i concorsi riservati agli interni.

Altro punto da tenere in considerazione è che, avendo corrisposto il 30% dei posti riservati ai facenti funzione nel concorso ordinario, ora non si può superare il 50% come prevede la legge Brunetta.

E in ogni caso un’eventuale norma ad hoc deve avere il necessario sostegno politico per essere approvata in Parlamento anche se non manca la volontà di trovare una soluzione condivisa con il sindacato”.

La posizione di FLC Cgil

La FLC CGIL, pur trovando positivo l’approccio tenuto dall’Amministrazione nel voler individuare concretamente delle soluzioni all’annosa questione dei facenti funzioni con l’esperienza di DSGA, ha ribadito che occorre fare uno sforzo per superare tutti gli ostacoli, analogamente a quanto è già stato fatto al tavolo per i docenti.
Il punto due dell’Intesa, firmata a Palazzo Chigi il 24 aprile scorso, ci viene in sostegno perché indica in maniera puntuale e precisa che va trovata una soluzione per dare uno sbocco di carriera sia ai facenti funzione, che in generale a tutto il personale ATA.
Finora la questione ATA è rimasta al margine della trattativa, ma adesso che è stata chiusa la partita docenti è necessario concentrarsi per dare stabilità alle scuole con DSGA finalmente titolari della funzione e far ripartire gli istituti contrattuali legati alla valorizzazione delle professionalità Ata rimaste bloccate per precise responsabilità politiche.

La FLC CGIL ha perciò fatto presente che, sui facenti funzioni, abbiamo, innanzitutto, un’emergenza che va affrontata al più presto. Al prossimo avvio dell’anno scolastico ci saranno circa 3.000 scuole scoperte senza DSGA e il concorso ordinario – che abbiamo rivendicato per anni – non può dare soluzioni nell’immediato circa la funzionalità di queste scuole. Sussiste, perciò, ancora la necessità di rivolgerci ai facenti funzione (se saranno disponibili). È necessaria un’operazione di giustizia nei confronti di questi colleghi. Essi per anni hanno garantito il servizio in condizioni di estrema difficoltà. È mancato il supporto dell’amministrazione in termini di formazione e hanno subito in diversi casi la decurtazione dello stipendio percepito come assistenti amministrativi.  
L’argomentazione del salto di due aree come impeditiva al passaggio dall’Area B all’area D non può essere utilizzata, dal momento che questi colleghi stanno già operando da tempo nelle scuole firmando atti ufficiali la cui validità non è stata mai messa in discussione.

La FLC CGIL ha ribadito ancora una volta i contenuti della proposta unitaria, che è quella di un concorso straordinario riservato con procedura semplificata, al pari di quello dei docenti. Tre anni di esperienza come DSGA, compreso quello in corso, possono essere considerati in via straordinaria come sostitutivi del titolo di studio.
La questione giuridica delle norme si può superare, dal momento che vanno messe in sequenza le due norme – la legge Madia che ha modificato il 165 e il comma 605 della legge di bilancio 2018 che ha introdotto una deroga al possesso del titolo di studio per i facenti funzione. Pertanto, per effetto di una legge ordinaria entrata in vigore successivamente, i facenti funzione possono partecipare ad un concorso riservato anche in assenza del titolo di studio specifico.
È ora di dare un segnale di distensione alle scuole e alla categoria. Nella sola regione Lombardia il prossimo anno le scuole senza DSGA saranno il 55%. Pertanto ancora una volta gli amministrativi dovranno prendere in carico la copertura di queste sedi vuote e garantire il funzionamento del servizio.

Sulla valorizzazione (mobilità professionale e posizioni economiche) per tutto il personale ATA abbiamo chiesto un tavolo specifico, in modo da approfondire in momento successivo questa materia.

L’Amministrazione si è riservata di fare un approfondimento e di riconvocare quanto prima il tavolo.

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Gilda: presentato ai sindacati il testo della norma su reclutamento e precariato

sede Miur Trastevere Roma

Il Capo Di Gabinetto del MIUR, Giuseppe Chiné, ha incontrato martedì scorso i segretari generali di FLC CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams per fare il punto sull’attuazione dell’accordo in materia di reclutamento e precariato sottoscritto l’11 giugno scorso sulla base di quanto previsto nell’Intesa del 24 aprile a Palazzo Chigi.

Lo rende noto la Gilda degli Insegnanti.

“Sono stati illustrati i contenuti del testo normativo a tal fine predisposto dal MIUR, che recepisce in modo puntuale e coerente quanto previsto dall’intesa. Sarà lo stesso ministro Bussetti a verificare modalità e strumenti attraverso i quali compiere il necessario percorso legislativo”.

“Da parte loro le organizzazioni sindacali, oltre a valutare positivamente il testo sottoposto alla loro attenzione, hanno chiesto di procedere con l’immediata emanazione di un provvedimento con carattere d’urgenza”.

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Il Miur sintetizza i dati OCSE sul TALIS

aula scuola generica

Sul sito dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) sono disponibili da oggi i risultati dell’indagine internazionale sull’insegnamento e l’apprendimento TALIS (Teaching and Learning International Survey) per il 2018. Un rilevamento effettuato con l’obiettivo di acquisire informazioni, comparabili a livello internazionale, sulle pratiche didattiche dei docenti e sulla loro formazione e preparazione iniziale, sull’ambiente scolastico, l’innovazione, l’equità, le diversità.

In ciascuno dei 48 Paesi partecipanti è stata operata una selezione casuale di un campione di 200 scuole, rappresentativo di circa 4.000 insegnanti. In Italia sono stati coinvolti 3.612 docenti e 190 dirigenti scolasticidelle Scuole secondarie di I grado.

Lo rende noto il Miur che evidenzia alcuni dati.

Secondo i dati raccolti e diffusi oggi, l’insegnamento è stata la professione individuata come prima scelta dal 65% dei docenti italiani e dal 67% nei Paesi OCSE.

In Italia, in media:

• i docenti hanno 49 anni (44 anni la media nei Paesi OCSE), i dirigenti scolastici 56 (52 anni nei Paesi OCSE);

• il 78% dei docenti e il 69% dei dirigenti scolastici è di sesso femminile (68% la percentuale media delle docenti e 47% quella delle dirigenti scolastiche nei Paesi OCSE);

• il 97% dei docenti concorda nel definire positive le relazioni tra studenti e insegnanti. Il 3% dei dirigenti scolastici segnala atti di bullismo tra i propri studenti, percentuale comunque inferiore alla media del 14% registrata negli altri Paesi;

• il 35% degli insegnanti lavora in scuole in cui almeno il 10% degli studenti ha un background migratorio (a fronte di una media OCSE del 17%). Il 94% dei dirigenti scolastici riferisce che i loro docenti ritengono che bambini e giovani debbano apprendere che le persone di culture diverse hanno molto in comune (media OCSE del 95%).

Durante una lezione tipica, i docenti italiani dedicano il 78% del tempo in classe all’insegnamento e all’apprendimento, la stessa media degli altri Paesi della rilevazione.

In Italia, il 74% degli insegnanti valuta regolarmente i progressi degli studenti osservandoli e fornendo un riscontro immediato.

In generale, la stragrande maggioranza dei docenti e dei dirigenti scolastici considera i propri colleghi aperti al cambiamento e le proprie scuole come luoghi che hanno la capacità di adottare pratiche innovative.

In Italia, il 64% degli insegnanti ha ricevuto una formazione iniziale su contenuti disciplinari, pedagogia e sulla gestione della classe (media dei Paesi OCSE 79%). Il 61% dei dirigenti scolastici italiani ha completato un programma o un corso di amministrazione scolastica o di formazione per dirigenti (a fronte di una media degli altri Paesi del 54%).

Partecipare alla formazione in servizio è comune tra insegnanti e dirigenti scolastici in Italia. Il 93% dei docenti(media OCSE 94%) e il 100% dei dirigenti scolastici (media OCSE 99%) ha frequentato almeno un’attività di sviluppo professionale nell’anno precedente all’indagine.

Nel nostro Paese l’81% dei docenti partecipa a corsi di formazione e seminari, mentre il 25% fruisce della formazione basata sull’apprendimento tra pari e sul coaching.

I docenti italiani sembrano soddisfatti della formazione ricevuta: l’84% riferisce un impatto positivo sulla propria pratica d’insegnamento, mostrando livelli più elevati di autoefficacia e soddisfazione lavorativa. La percentuale è superiore alla media dell’82% degli altri Paesi.

In media, il 47% degli insegnanti italiani consente “frequentemente” o “sempre” agli studenti di utilizzare le TIC per progetti o lavori in classe (53% la media OCSE).

In Italia, il 52% dei docenti ha riferito che “l’uso delle TIC per l’insegnamento” è stato incluso nella propria formazione, mentre il 36% si è sentito preparato per l’uso delle TIC per l’insegnamento al termine degli studi.

Il 68% dei docenti ha partecipato ad attività di sviluppo professionale incluso “uso delle TIC per l’insegnamento” nei 12 mesi precedenti l’indagine. La formazione sull’uso delle TIC è comunque il tema dello sviluppo professionale di cui gli insegnanti segnalano un forte bisogno: il 17% in Italia (18% media dei Paesi OCSE).

In media, in Italia, il 31% dei dirigenti scolastici riporta che la qualità dell’istruzione nella propria scuola è frenata da un’inadeguatezza della tecnologia digitale per la didattica (25% media dei Paesi OCSE TALIS).

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Concorso DSGA: c’è il ricorso di Anief, tutti i dettagli

Scuola concorsi documenti scrittura uomo

Prosegue l’iter del Concorso Dsga: le Commissioni hanno iniziato a pubblicare gli elenchi degli ammessi alle prove scritte. Anief attiva il ricorso per far ammettere alla prova scritta coloro i quali abbiano raggiunto la soglia di 60/100 come punteggio alla prova preselettiva

In queste ore le Commissioni hanno iniziato a pubblicare gli elenchi per regione con i nominativi dei candidati che continueranno il Concorso Dsga: Anief contesta la decisione di non ammettere chi ha raggiunto la soglia della sufficienza. In questa maniera, allargando la platea di partecipanti, gli ammessi potrebbero giocarsi ancora la partita, misurandosi con gli altri colleghi su argomenti di settore specifici.

Dunque il sindacato rilancia il ricorso, presso il Tar del Lazio, per ottenere l’accesso alla prova scritta del Concorso Dsga di tutti i candidati che hanno ottenuto alla prova preselettiva un punteggio di almeno 60/100, pari alla sufficienza, ma non sono rientrati nel numero degli ammessi allo scritto.

Il ricorso sarà proposto avverso la previsione del bando di ammettere alla prova scritta un numero di candidati triplo rispetto al posti disponibili e non tutti i candidati che avranno superato la prova preselettiva con un punteggio pari o superiore a 60/100.

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Maturità 2019, prima prova: Ungaretti, Sciascia e Stajano

studenti liceo esame maturita

Alle 8:30 di oggi 19 giugno 2019, con l’apertura del plico telematico, è cominciata ufficialmente la maturità 2019 per gli studenti italiani. La prima prova come sempre è quella d’italiano. Dopo tanti dubbi, pronostici, voci più o meno azzeccate, l’apertura delle buste ha finalmente svelato gli argomenti su cui gli studenti devono districarsi.

Maturità 2019, tutte le tracce

“Risvegli”, poesia di Giuseppe Ungaretti che confluisce nel Porto Sepolto, e “Il Giorno della Civetta” di Sciascia sono le due proposte di analisi del testo a disposizione degli studenti.

Per l’analisi e la produzione del testo argomentativo, a disposizione degli esaminandi la scelta tra il testo di Tomaso Montanari “Istruzioni sull’uso del futuro. Il patrimonio culturale e la democrazia che verrà”; “L’Illusione della conoscenza” di Philip Fernbach e Steven Sloman”; “La Cultura italiana del ‘900” di Corrado Stajano.

Per la riflessione critica di carattere espositivo / argomentativo su tematiche di attualità al scelta era tra un testo tratto dal discorso del prefetto Luigi Viana per il trentennale dell’uccisione di Carlo Alberto Dalla Chiesa e un articolo di Cristiano Gatti pubblicato su “Il Giornale” su sport e storia.

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Al Suor Orsola una laurea honoris causa per Alberto Angela

“La straordinaria capacità di sintesi tra competenza e comunicazione, ovvero tra i valori della conoscenza scientifica e i metodi della trasmissione del sapere nell’era dei nuovi media”. È questa la sintesi delle motivazioni con cui l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, che nel 1993 è stato il primo Ateneo italiano ad avviare un percorso formativo sulla conservazione e la valorizzazione dei beni culturali, ha scelto di conferire la laurea magistrale honoris causa in Archeologia ad Alberto Angela.

Classe 1962, natali parigini, Alberto Angela, dopo la laurea in Scienze Naturali all’Università La Sapienza di Roma, si specializza in paleontologia e in paleoantropologia in alcune della più prestigiose Università americane (da Harvard alla Columbia) fino a diventare, negli ultimi trent’anni, con il suo impegno televisivo ed editoriale, uno dei più importanti divulgatori scientifici internazionali (con servizi e documentari realizzati in tutti i continenti: dalle Ande peruviane al Vietnam, dalla Tanzania al Congo). 

Martedì 25 Giugno alle ore 16.30 nella Sala degli Angeli dell’Università Suor Orsola Benincasa ad un anno di distanza dalle cittadinanze onorarie di Napoli e di Pompei la laurea honoris causa in Archeologia sarà un altro riconoscimento al suo impegno particolare per la divulgazione scientifica e culturale del grande patrimonio artistico, storico e archeologico della Campania per il quale è diventata ormai cult la puntata di “Ulisse” dedicata a “I mille segreti di Napoli”, uno straordinario viaggio tra alcuni dei luoghi più suggestivi della città (dalla Cappella Sansevero al Tunnel Borbonico).

Dalla laudatio di Emma Giammattei alla lectio magistralis di Alberto Angela sul racconto ‘moderno’ dell’antico: il programma della cerimonia e la composizione della Commissione

A rappresentare la straordinaria variegatura delle sue competenze e delle sue conoscenze per la laurea honoris causa ad Alberto Angela ci sarà una commissione di laurea di grandissimo prestigio in rappresentanza dei diversi settori accademici che abbracciano il suo lavoro di divulgazione scientifica: dalla storia all’arte, dalla scienza alla letteratura. Una commissione nella quale ci saranno, tra gli altri, Massimo Bray, direttore generale dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, Enrico Corbi, direttore del Dipartimento di Scienze formative, psicologiche e della comunicazione del Suor Orsola, Piero Craveri, presidente dell’Ente Morale Suor Orsola Benincasa, Paola D’Agostino, direttore del Museo Nazionale del Bargello di Firenze, Edoardo D’Angelo, presidente del Corso di laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte del Suor Orsola, Stefano De Luca, presidente del Corso di laurea magistrale in Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale del Suor Orsola, Luciano Garella, Soprintendente al patrimonio archeologico del Comune di Napoli, Gianluca Genovese, presidente del Corso di Laurea in Lingue e culture moderne del Suor Orsola, Pierluigi Leone De Castris, direttore della Scuola di Specializzazione in Beni storici artistici del Suor Orsola, Massimiliano Marazzi, direttore del Centro Euromediterraneo per il beni culturali del Suor Orsola, Massimo Osanna, direttore del Parco Archeologico di Pompei, Rosanna Pastore, vicedirettore di Rai Uno, Pasquale Rossi, presidente del Corso di Laurea magistrale in Restauro dei beni culturali del Suor Orsola, Marco Salvatore, direttore scientifico dell’IRCCS SDN, Aldo Sandulli, direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche del Suor Orsola e Laura Valente, presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.

Nella Sala degli Angeli del Suor Orsola (l’antica chiesa seicentesca della cittadella orsolina impreziosita da cinque grandi tele d’autore di alcuni dei più celebri pittori napoletani del XVII secolo, dal Malinconico al Vaccaro) la cerimonia di conferimento della laurea magistrale honoris causa in archeologia ad Alberto Angela sarà aperta da Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa e vicepresidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, che anticipa come “questo importante riconoscimento vuole sottolineare la rilevanza pedagogica della sapiente interconnessione tra la conoscenza e i nuovi metodi della sua trasmissione che in Angela viene esaltata da una peculiare visione comunicativa capace di appassionare al bene culturale e al culto non inerte del passato anche i fruitori più giovani”. 

La presentazione di Alberto Angela sarà affidata all’archeologo Antonio De Simone, professore straordinario di Storia dell’Architettura antica dell’Università Suor Orsola Benincasa, che con Angela ha lavorato per lunghi anni alla divulgazione delle scoperte di numerosi cantieri di scavo (dalla Villa dei Papiri di Ercolano alla Villa di Augusto di Somma Vesuviana). La laudatio affidata ad Emma Giammattei, direttore del Dipartimento di Scienze Umanistiche del Suor Orsola, introdurrà la lectio magistralis di Alberto Angela dedicata al tema “Raccontare l’antico: immagini e storie dell’archeologia”.