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Aggressioni ai docenti e a scuola, quattro nuovi casi sul territorio nazionale

aula generica esami maturità 2019

Milano, istituto comprensivo Agazzi: un maestro di matematica in servizio da settembre viene aggredito. Ricoverato in codice verde al Niguarda, sostiene di essere stato aggredito da madre e zio di un alunno, anche se sulla vicenda indagano i Carabinieri che vogliono vederci chiaro. A Gela, in provincia di Caltanissetta, un 37enne è evaso dagli arresti domiciliari per picchiare un professore di suo figlio ‘colpevole’ di averlo rimproverato in classe perché disturbava. Il ragazzo aveva contestato il suo insegnante perché gli aveva messo una nota sul registro per il suo comportamento, pretendendone invece l’immediato annullamento. A Foggia il papà di un’alunna ha schiaffeggiato il vicepreside di una scuola media perché aveva rimproverato sua figlia. L’aggressione è avvenuta davanti agli altri insegnanti che hanno chiamato la polizia. Quando gli agenti sono arrivati, però, l’uomo era già fuggito ma è stato rintracciato a casa e denunciato per percosse. C’è invece una discussione per gusti musicali dietro l’aggressione alla succursale di un istituto tecnico di Avigliana, comune alle porte di Torino, dove un 18enne, che frequenta la sede centrale, è entrato in una classe con una mazza da hockey e si è scagliato contro un 15enne che la sera prima l’avrebbe deriso alla fermata del pullman per la sua passione per il rap. A difendere la vittima sono intervenuti alcuni compagni, tra i 14 e i 15 anni, tre dei quali sono rimasti lievemente feriti e medicati sul posto.

Quattro casi che riportano all’attenzione della cronaca come il fenomeno della violenza a scuola non sia ancora stato arginato e come (almeno in due casi su tre) il ruolo dell’insegnante sia stato ferocemente messo in discussione“Pubblici ufficiali di cui nessuno ha rispetto”, per utilizzare le dure parole di ANIEF in una nota stampa.

“L’istituzione scolastica – spiega il leader del sindacato Marcello Pacifico – non è strutturata e creata per combattere certi crimini. È bene, tuttavia, che si ricordi sempre che secondo la Cassazione un insegnante della scuola statale riveste il ruolo di pubblico ufficiale. Colpirlo, costringerlo alle cure dell’ospedale, è un comportamento vigliacco e sempre sanzionabile. Per questo va denunciato in modo sistematico alla polizia giudiziaria che provvederà a verificare la consistenza delle accuse e se vi sono dei profili penali da percorrere”.

La valutazione e quantificazione del rischio

Il portale di informazione del mondo scolastico Orizzonte Scuola ha pubblicato nelle scorse ore un utile vademecum per comprendere come valutare e quantificare il rischio legato a un’aggressione sul lavoro per i docenti, spesso presi di mira da alunni, ex alunni e (purtroppo) anche i genitori.

“Una volta valutati la probabilità che un evento accada – si legge sul sito – e il danno potenziale arrecato dal verificarsi dell’evento stesso, si può procedere alla prima quantificazione. A seguire dovranno essere attivate sia le misure preventive e protettive e sia le procedure di vigilanza e di monitoraggio del rischio”.

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Iscrizioni scuola 2019/20 e obbligo vaccinale: come comportarsi

vaccinazione bambini scuola

Dal 7 al 31 gennaio 2019 sarà possibile effettuare le iscrizioni per gli studenti all’anno scolastico 2019/2020. Corre però fare attenzione al tema delle vaccinazioni: secondo l’ultima circolare del MIUR, se non si è già in possesso della certificazione relativa ai vaccini, è necessario che…

  • i dirigenti scolastici (e i responsabili dei servizi educativi, dei centri di formazione professionale e delle scuole private non paritarie) devono trasmettere alle aziende sanitarie locali, entro il 10 marzo, l’elenco degli iscritti di età compresa tra zero e sedici anni, inclusi i minori stranieri non accompagnati, per l’anno scolastico successivo;
  • le ASL, entro il 10 giugno, restituiscono i summenzionati elenchi con l’indicazione dei soggetti che non risultino in regola con gli obblighi vaccinali, che non rientrino nelle situazioni di esonero, omissione o differimento delle vaccinazioni e che non abbiano presentato formale richiesta di vaccinazione;
  • nei dieci giorni successivi all’acquisizione degli elenchi con le indicazioni succitate, i dirigenti scolastici invitano i genitori, i tutori o i soggetti affidatari a depositare, entro il 10 luglio, la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni ovvero l’esonero, l’omissione o il differimento delle stesse, o la presentazione della formale richiesta di vaccinazione all’ASL competente;
  • dopo il suddetto invito, i dirigenti scolastici trasmettono all’ASL, entro il 20 luglio, la documentazione presentata dai genitori o la comunicazione dell’eventuale mancato deposito per gli adempimenti di competenza e, ricorrendone i presupposti, per l’applicazione delle sanzioni.

Per la scuola dell’infanzia e i servizi educativi per l’infanzia la mancata presentazione della documentazione summenzionata comporta la decadenza dall’iscrizione. Non determina, invece, la decadenza dall’iscrizione né impedisce la partecipazione  agli esami, per gli altri gradi di istruzione.

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Appalti di pulizie, ANIEF: “No a due pesi e due misure”

appalti pulizie scuola ata

La fine degli appalti di pulizie nelle scuole porterà all’internalizzazione dei servizi e all’assunzione di 12.000 lavoratori socialmente utili nel ruolo di collaboratori scolastici: la novità è contenuta nel secondo pacchetto di emendamenti alla Legge di Bilancio, già approvato alla Camera. La norma, ora all’esame del Senato, è in continuità con quanto disposto dall’ultima legge di bilancio 2015/17: oltre a confermare l’immissione in ruolo dei precari con contratto co.co.co. di Palermo, prevede la fine dell’esternalizzazione dei servizi e il passaggio nei ruoli dello Stato dopo anni di abusi.

Il problema però rimane per diverse migliaia di Ata, i collaboratori scolastici e gli assistenti tecnici e amministrativi che operano direttamente per lo Stato, che da anni prestano servizio, ma non sono stati mai assunti, eludendo in questo modo anche la stabilizzazione automatica prevista nei Paesi membri dell’Ue per chi ha svolto oltre 36 mesi su posto libero.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal) afferma: “Perché si adottano due pesi e due misure, lo dovrebbe spiegare l’on. Luigi Gallo (M5S), dopo che il Governo Letta scoprì nel 2013 che questo servizio costava allo Stato il doppio di quanto richiesto con l’utilizzo del personale interno. Anief ha presentato in Senato un emendamento per stabilizzare anche tutti gli Ata precari. E la spiegazione dovrebbe ancor più urgere dopo la sentenza Sciotto della Corte di Giustizia Europea che autorizza la stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato nella PA, la Sentenza Mascolo che affronta il problema dei docenti e la sentenza Sibilio che nega proprio la stabilizzazione degli LSU”.

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Bussetti chiede “meno compiti per le vacanze”, i sindacati replicano: “Pensi ai problemi seri”

insegnanti docenti immissione in graduatoria

Il Ministro dell’Istruzione incontra il Garante per l’infanzia. Poi si rivolge al corpo docente e alle scuole, preannunciando una posizione ufficiale sull’eccesso di carico di lavoro che viene richiesto agli alunni fuori scuola, perché “in un momento di riposo degli studenti e delle famiglie, vengano diminuiti i compiti durante le vacanze natalizie”.

“La circolare – afferma in una nota l’ANIEF – arriverà dopo i numeri impietosi sul basso investimento degli ultimi Governi italiani, di ogni colore, nel settore della Conoscenza che abbraccia Università, Istruzione e Ricerca”.

Il sindacato proprio non digerisce il colpo, come confermano le parole del suo leader Marcello Pacifico: “Certo si potrebbe anche abolire il valore legale del titolo di studio e perché no interrogazioni e verifiche. Magari si potrebbe fare tutto da casa? Ma allora perché non si comincia ad abolire l’Invalsi? Il Ministro farebbe bene a risolvere i problemi della scuola a partire dal precariato e dalla continuità didattica, dal rispetto per una professione che sembra non avere più il diritto di dover persino assegnare dei compiti per esercitare e valutare i suoi studenti, senza parlare della libertà di insegnamento che vede un’ingerenza dal forte sapore di propaganda politica che fatta da un dirigente scolastico, ex provveditore, suona pure amara”.

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Iscrizione scuola 2019/20: l’iter per gli studenti disabili, con DSA e per gli allievi stranieri

alunni con disabilità insegnanti di sostegno generica

Come vi abbiamo già illustrato sono state pubblicate dal MIUR le circolari che illustrano l’iter di iscrizione per l’anno scolastico 2019/2020. Vediamo ora, nel dettaglio, le modalità di iscrizione per alunni disabili, DSA e stranieri.

Studenti con disabilità

Le iscrizioni di alunni/studenti con disabilità effettuate nella modalità on line sono perfezionate con la presentazione alla scuola prescelta della certificazione rilasciata dalla A.S.L. di competenza, comprensiva della diagnosi funzionale, predisposta a seguito degli accertamenti collegiali previsti dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 febbraio 2006, n. 185. Sulla base di tale certificazione e della diagnosi funzionale, la scuola procede alla richiesta di personale docente di sostegno e di eventuali assistenti educativi a carico dell’Ente locale, nonché alla successiva stesura del piano educativo individualizzato, in stretta relazione con la famiglia e gli specialisti dell’A.S.L.

L’alunno/studente con disabilità che consegua il diploma conclusivo del primo ciclo di istruzione ha titolo, ai sensi dell’art. 11 del d.lgs. 62 del 2017, qualora non abbia compiuto il diciottesimo anno di età prima dell’inizio dell’anno scolastico 2019/2020, alla iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado o ai percorsi di istruzione e formazione professionale, con le misure di integrazione previste dalla legge n.104 del 1992. Solo per le alunne e alunni che non si presentano agli esami è previsto il rilascio di un attestato di credito formativo che è titolo per l’iscrizione e la frequenza della scuola secondaria di secondo grado o dei corsi di istruzione e formazione professionale regionale, ai soli fini dell’acquisizione di ulteriori crediti formativi, da valere anche per percorsi integrati di istruzione e formazione. Pertanto, tali alunni non possono essere iscritti, nell’anno scolastico 2019/2020, alla terza classe di scuola secondaria di primo grado, ma potranno assolvere l’obbligo di istruzione nella scuola secondaria di secondo grado o nei percorsi di istruzione e formazione professionale regionale.

Alunne e alunni con disabilità ultradiciottenni, non in possesso del diploma di licenza conclusivo del primo ciclo, ovvero in possesso del diploma di licenza conclusivo del primo ciclo ma non frequentanti l’istruzione secondaria di secondo grado, hanno diritto a frequentare i percorsi di istruzione per gli adulti con i diritti previsti dalla legge n.104/1992 e successive modificazioni (cfr. sentenza della Corte Costituzionale n. 226/2001).

Studenti con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento)

Le iscrizioni di alunni/studenti con diagnosi di disturbo specifico di apprendimento (DSA), effettuate nella modalità on line, sono perfezionate con la presentazione alla scuola prescelta della relativa diagnosi, rilasciata ai sensi della legge n. 170 del 2010 e secondo quanto previsto dall’Accordo Stato-Regioni del 25 luglio 2012 sul rilascio delle certificazioni. Le alunne e gli alunni con diagnosi di DSA esonerati dall’insegnamento della lingua straniera ovvero dispensati dalle prove scritte di lingua straniera in base a quanto previsto dall’articolo 11 del d.lgs. 62 del 2017, conseguono titolo valido per l’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado.

Studenti con cittadinanza non italiana

Agli alunni/studenti con cittadinanza non italiana si applicano le medesime procedure di iscrizione previste per gli alunni/studenti con cittadinanza italiana, ai sensi dell’articolo 45 del d.P.R. 394 del 1999. Al riguardo, si fa integralmente rinvio alla circolare ministeriale 8 gennaio 2010, n. 2, recante “Indicazioni e raccomandazioni per l’integrazione di alunni con cittadinanza non italiana”, e in particolare, al punto 3 “Distribuzione degli alunni con cittadinanza non italiana tra le scuole e formazione delle classi”, in cui si precisa che a tale fine è necessario programmare il flusso delle iscrizioni con azioni concertate e attivate territorialmente con l’Ente locale e la Prefettura e gestite in modo strategico dagli Uffici scolastici regionali, fissando – di norma – Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione 16/18 dei limiti massimi di presenza nelle singole classi di alunni/studenti con cittadinanza non italiana con ridotta conoscenza della lingua italiana.

Ai sensi dell’art. 26 del decreto legislativo 19 gennaio 2007, n. 251, i minori titolari dello status di rifugiato o dello status di protezione sussidiaria hanno accesso – come peraltro i minori stranieri non accompagnati – agli studi di ogni ordine e grado secondo le modalità previste per i cittadini italiani. Si rammenta che anche per gli alunni/studenti con cittadinanza non italiana sprovvisti di codice fiscale è consentito effettuare la domanda di iscrizione on line. Una funzione di sistema, infatti, consente la creazione di un “codice provvisorio” che, appena possibile, l’istituzione scolastica sostituisce sul portale SIDI con il codice fiscale definitivo.

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“Scuola in chiaro” diventa un’app

Scuola in chiaro banner

Nell’era della tecnologia e dell’informazione anche le scuole non avranno più segreti: già sul portale “Scuola in Chiaro” è possibile prendere visione dei documenti caratterizzanti l’istituzione scolastica da voi scelta, quale ad esempio il RAV (rapporto di autovalutazione), il Piano di Offerta Formativa, gli orari e quanto altro di vostro interesse.

C’è però una novità: il MIUR ha comunicato l’ideazione dell’applicazione “Scuola in Chiaro in un’app”, finalizzata a supportare ed integrare le iniziative di orientamento delle scuole ed offrire un servizio utile anche per le famiglie nella imminente fase delle iscrizioni.

Come si usa

L’utilizzo dell’applicazione è legato ad un QR Code, associato ad ogni istituzione scolastica sede di Istituto principale. Pertanto, è necessario avere sul proprio dispositivo un’app per leggere i QR Code.

Quali dati si visualizzano

Con la nuova applicazione sarà possibile accedere alle informazioni principali sulla scuola e confrontare alcuni dati già presenti nel sistema informativo con quelli di altre scuole del territorio. In questa prima fase, l’applicazione permetterà di visualizzare i dati relativi ai risultati scolastici e a quelli a distanza, alle caratteristiche del personale docente e alle strutture scolastiche.

Tempistica

Il QR Code dinamico, associato alla singola scuola, sarà attivo a partire dal 30 novembre. Entro la succitata data verrà inviata una mail all’indirizzo di posta istituzionale della scuola con le indicazioni utili per ricevere il proprio QR Code, che potrà essere valorizzato con materiali informativi predisposti per gli open day di presentazione dell’offerta formativa o sul sito web della scuola stessa.

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Iscrizioni scuola 2019/2020, l’iter e le novità che riguardano le famiglie

Una bambina che va a scuola il primo giorno

La scelta della scuola migliore per i propri figli è un passaggio fondamentale nella vita di ogni genitore e, per affrontarla al meglio, bisogna arrivare preparati e consapevoli dell’iter di iscrizione.
Quest’anno, infatti, il MIUR ha stabilito che sarà possibile effettuare la domanda di iscrizione solo dal 7 al 31 gennaio 2019.

Vediamo, in pochi step, cosa è necessario sapere prima della deadline di gennaio: la prima scadenza è più presto di quanto immaginiate!

Registrazione online prima delle iscrizioni

Cari genitori, non pensate di chiudere l’anno senza alcun pensiero: per effettuare le iscrizioni online per la scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado è necessaria la registrazione al sito http://www.istruzione.it/iscrizionionline/ a partire dalle ore 09.00 del 27 dicembre 2018.
Con questa registrazione, infatti, potrete accedere all’identità digitale SPID utile per effettuare gli ulteriori passaggi.
Mondodocenti vi consiglia, prima di effettuare l’iscrizione, di cercare sul portale “Scuola in Chiaro” l’istituto scolastico da voi scelto: sarà possibile prendere visione dei documenti caratterizzanti l’istituzione scolastica, quale ad esempio il RAV (rapporto di autovalutazione), il Piano di Offerta Formativa, gli orari e quanto altro di vostro interesse.

Iscrizioni cartacee

Nonostante imperino la tecnologia e i procedimenti informatici, alcune iscrizioni resteranno cartacee anche per l’anno scolastico 2019/2020, quali:

  • alle sezioni delle scuole dell’infanzia;
  • alle scuole della Valle d’Aosta e delle province di Trento e Bolzano;
  • alle classi terze dei licei artistici e degli istituti tecnici e professionali;
  • al percorso di specializzazione per “Enotecnico” degli istituti tecnici del settore tecnologico a indirizzo “Agraria, agroalimentare e agroindustria”, articolazione “Viticoltura ed enologia”;
  • ai percorsi di istruzione per gli adulti, ivi compresi quelli attivati presso gli istituti di prevenzione e pena.

Iscrizioni

Ci sarà dunque tempo dalle 8.00 del 7 gennaio alle 20.00 del 31 gennaio 2019 per effettuare la procedura on line per l’iscrizione alle classi prime della scuola primaria e della secondaria di I e II grado.

Scuola dell’infanzia

La domanda resta cartacea e va presentata alla scuola prescelta. Possono essere iscritti alle scuole dell’infanzia i bambini che compiono il terzo anno di età entro il 31 dicembre 2019, che hanno la precedenza. Possono poi essere iscritti i bambini che compiono il terzo anno di età entro il 30 aprile 2020. Non è consentita, anche in presenza di disponibilità di posti, l’iscrizione alla Scuola dell’infanzia di bambini che compiono i tre anni di età successivamente al 30 aprile 2020. I genitori possono scegliere tra tempo normale (40 ore settimanali), ridotto (25 ore) o esteso fino a 50 ore.

Scuola primaria

Le iscrizioni si fanno on line. I genitori possono iscrivere alla prima classe i bambini che compiono sei anni di età entro il 31 dicembre 2019. Si possono iscrivere anche i bambini che compiono sei anni dopo il 31 dicembre 2019 e comunque entro il 30 aprile 2020. Non è consentita, anche in presenza di disponibilità di posti, l’iscrizione alla prima classe della primaria di bambini che compiono i sei anni successivamente al 30 aprile 2020. I genitori, al momento della compilazione delle domande di iscrizione on line, esprimono le proprie opzioni rispetto alle possibili articolazioni dell’orario settimanale che può essere di 24, 27, fino a 30 ore oppure 40 ore (tempo pieno). Possono anche indicare, in subordine rispetto alla scuola che costituisce la loro prima scelta, fino a un massimo di altre due scuole di proprio gradimento. Il sistema di iscrizioni on line comunica di aver inoltrato la domanda di iscrizione verso le scuole indicate come seconda o terza opzione nel caso in cui non vi sia disponibilità di posti nella scuola di prima scelta.

Secondaria di I grado

All’atto dell’iscrizione on line, i genitori esprimono le proprie opzioni rispetto alle possibili articolazioni dell’orario settimanale che può essere di 30 oppure 36 ore, elevabili fino a 40 (tempo prolungato), in presenza di servizi e strutture idonee. In subordine alla scuola che costituisce la prima scelta, è possibile indicare fino a un massimo di altre due scuole di proprio gradimento. Per l’iscrizione alle prime classi a indirizzo musicale, i genitori devono barrare l’apposita casella del modulo di domanda di iscrizione on line. Le istituzioni scolastiche organizzeranno la prova orientativo-attitudinale in tempi utili per consentire ai genitori, nel caso di carenza di posti disponibili, di presentare una nuova istanza di iscrizione, eventualmente anche a un’altra scuola.

Secondaria di II grado

Nella domanda di iscrizione on line alla prima classe di una scuola secondaria di secondo grado statale, i genitori esprimono anche la scelta dell’indirizzo di studio, indicando anche l’eventuale opzione rispetto ai diversi indirizzi attivati dalla scuola. Oltre alla scuola di prima scelta è possibile indicare, in subordine, fino a un massimo di altre due scuole di proprio gradimento.

L’iscrizione alle prime classi dei Licei musicali e coreutici è subordinata al superamento di una prova di verifica del possesso di specifiche competenze musicali o coreutiche. La prova è organizzata in tempi utili per consentire ai genitori, nel caso di mancato superamento della prova o di carenza di posti disponibili, di presentare una nuova istanza di iscrizione, eventualmente anche a un’altra scuola.

La circolare contiene informazioni dettagliate anche sulle iscrizioni di alunni con disabilità, con disturbi specifici di apprendimento e con cittadinanza non italiana. Con riferimento a questi ultimi, in particolare, si ricorda che anche per quelli sprovvisti di codice fiscale è consentito effettuare la domanda di iscrizione on line. Una funzione di sistema, infatti, consente la creazione di un cosiddetto “codice provvisorio” che, appena possibile, l’istituzione scolastica sostituisce con il codice fiscale definitivo.

Anche per l’anno scolastico 2019/2020 si prevedono interventi a favore degli studenti residenti nei comuni delle zone terremotate del Centro Italia (Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria). È previsto per tutte le domande di iscrizione un tempo aggiuntivo per la scelta definitiva della scuola prescelta tra quelle indicate nella domanda. Per le iscrizioni alla scuola dell’infanzia è possibile anche indicare due istituzioni scolastiche anziché una.

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Più educazione civica alla primaria, ma anche più Europa: lo chiede l’ANIEF

Bandiera dell'Unione Europea Europa Unita

“Pensare di introdurre delle ore di educazione civica obbligatoria già nella scuola dell’infanzia con alcuni progetti e dalla primaria con 33 ore annuali obbligatorie è un’idea convincente, ma a due condizioni: quelle ore devono essere aggiuntive e riguardare anche la storia europea”: a sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, a commento della proposta di legge che sarà presentata alla Camera nel prossimo mese di gennaio 2019, con l’impegno del Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti di seguirne l’iter per giungere presto all’approvazione.

“Introdurre delle ore di scuola sull’educazione civica è un passaggio fondamentale per contrastare la deriva di aggressività ed intolleranza che si è venuta a determinare negli ultimi anni, anche all’interno degli istituti scolastici. Tuttavia, si deve trattare di un aumento di offerta formativa e non certo di una sottrazione di altre, come invece sembrerebbe voler fare il Miur. Si tratterebbe, in questo caso, di un travaso di 33 ore annuali da una disciplina all’altra. In particolare, non avrebbe alcun senso sottrarre delle ore a Storia: prima di tutto perché già ingloba nei suoi programmi questo genere di contenuti e poi perché, semmai, la Storia va potenziata, non certo ridotta”.

Il sindacalista, che solo pochi giorni fa ha espresso questi concetti a Lisbona, nel corso del convegno Accademia Europea Cesi su Horizon 2025, sostiene anche che nel pacchetto aggiuntivo di educazione civica debba essere presente la costruzione dello Stato di diritto: “partendo dalle Carte fondamentali e dai Trattati Europei, ha già trovato un’ossatura importante nelle diverse direttive che regolano la nostra vita – ricorda Pacifico -: occorre che le nuove generazioni conoscano la storia europea e le regole che la governano fin dal Duecento, perché mai come oggi questi contenuti si intrecciano con lo studio della storia, del pensiero, dell’economia, della società e di nostri valori comuni da rintracciare”.

“In Italia – si legge nella nota diffusa dal sindacato – l’attuale governo sembrerebbe più attratto da progetti che puntano ad una didattica sempre più localistica, sulla spinta di impulsi che portano alla regionalizzazione piuttosto che all’allargamento dei confini”.

“Sapere da dove arriviamo – dice ancora il leader Anief – significa conoscere il rapporto di alterità-identità ed è compito di noi educatori ricostruire un legame senza il quale nessuno si può riconoscere pienamente in quel progetto di pace e giustizia, in primo luogo sociale, che vuole e deve essere l’Europa dei nostri Padri fondatori. Bisogna sentirsi fieri di essere cittadini europei, dentro uno spazio che dal nome stesso di Europa, principessa libanese, ci rimanda a uno ben più ampio, euro-mediterraneo, rispetto anche a quello descritto da Braudel, comunque aperto e non di frontiera. Ecco perché quando si parla di cittadinanza e costituzione non ci si deve fermare alle barriere nazionali”.

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Convitto di Napoli, la protesta degli studenti e le risposte dei docenti

Piazza Dante Napoli Notte convitto nazionale

Napoli, piazza Dante, nel cuore della città. Qui sorge lo storico Convitto Nazionale della città partenopea. La storia del Convitto inizia nel 1768 quando Ferdinando IV di Borbone, dopo aver espulso i Gesuiti dal Regno, fondò la Casa del Salvatore nel loro originario complesso. Oggi lo storico edificio ospita una scuola primaria, una secondaria di primo grado e cinque di secondo grado (un Liceo classico europeo, un Liceo scientifico tradizionale e un Liceo scientifico sportivo). Ed è proprio dagli studenti che monta la protesta, come testimonia questo servizio realizzato da Fanpage.it.

Le proteste degli allievi

Mensa scadente, orari eccessivamente lunghi, stato dei locali scolastici. Questo ha portato almeno 200 allievi del Convitto in piazza. Sebbene la dirigente scolastica abbia replicato punto su punto alle istanze portate avanti dagli allievi, questi sembrano non fare passi indietro: “Non vogliamo essere considerati solo in base ai documenti”.

La replica dei sindacati

Le RSU del Convitto Nazionale di Napoli non ci stanno, e attraverso una nota stampa a firma di Balestrieri Vittorio (Fgu Gilda Unams), De Luca Antonio, Esposito Nunzia, Nappo Raffaele (Uil Scuola RUA), Spina Elisabetta (Cisl Scuola) Tramontano Gilda (Anief) e i delegati territoriali FLC CGIL, UIL SCUOLA RUA, CISL SCUOLA, FGU GILDA UNAMS dichiarano: “Il servizio erogato dal Convitto Nazionale a convittori e semiconvittori è di eccellenza compreso il servizio mensa, è di qualità e risponde ai requisiti di legge per quanto riguarda igiene e salubrità”.

“Alcune notizie – continuano – diffuse a mezzo stampa e social network miranti a screditare tali servizi di eccellenza, sono false e tendenziose. Ciò non significa naturalmente che i servizi erogati non possano essere ulteriormente migliorati con il concorso di tutte le componenti scolastiche: docenti, educatori, ATA; nonché famiglie e studenti”.

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Il personale di ruolo docente e Ata ha diritto al risarcimento per l’abuso dei contratti a termine superiori ai 36 mesi

libero professionista scuola

riceviamo e pubblichiamo:

Nuovo colpo di scena sul precariato scolastico. Sull’abuso da parte dello Stato italiano anche l’avvocato generale Szpunar della Curia europea si dichiara d’accordo con le tesi della Commissione UE e del ricorrente Rossato. Anief avvia le preadesioni al ricorso gratuito per ottenere dalle due alle dodici mensilità di risarcimento in caso di pronuncia conforme della Corte di giustizia e di superamento delle sentenze della Corte suprema italiana. Per aderire vai sul Portale ANIEF. Potrebbero essere più di 300 mila gli insegnanti e Ata interessati.

Il pronunciamento riguarda la Causa C-494/17 promossa dalla Corte di Appello di Trento su ricorso presentato dal docente Rossato che, una volta assunto in ruolo dopo diversi anni di precariato, chiedeva il risarcimento per l’abuso dei contratti a termine, da negare per i giudici della Cassazione: nel depositare le sue osservazioni sulla reiterazione dei contratti a termine, l’avvocato generale della Corte di Giustizia Europea sposa la tesi dei legali Anief: emerge, infatti, “che un’interpretazione giurisprudenziale di una normativa nazionale come quella di cui al procedimento principale non risulta conforme, fatte salve le verifiche incombenti al giudice del rinvio, ai requisiti risultanti dalla sentenza Mascolo” del novembre 2014 emessa dalla Corte di Giustizia Europea. Gli avvocati Anief hanno sempre sostenuto che la Legge 107/15 non prevede le sanzioni per l’abuso dei contratti a termine subito dal personale di ruolo anche durante il periodo di precariato.

Se la tesi verrà confermata dalla Corte di giustizia europea, i giudici del lavoro dovranno disapplicare le sentenze delle sezioni unite della Cassazione (ex plurimis 22552/17) ed estendere il risarcimento dalle 2 alle 12 mensilità anche al personale di ruolo che ha avuto più di 36 mesi di contratti a termine prima dell’assunzioni a tempo indeterminato, oltre agli eventuali danni morali e materiali che potrebbe vantare.

Il giovane sindacato ricorda che è ancora possibile aderire al ricorso da QUESTO LINK.