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Licenziata diplomata magistrale a Giffoni: prima “vittima” della sentenza del Consiglio di Stato

Licenziata diplomata magistrale a Giffoni: è la prima “vittima” della sentenza del Consiglio di Stato sulle diplomate magistrali. Lo riporta oggi il Corriere del Mezzogiorno.

Il tutto poche ore dopo che il Consiglio dei Ministri ha spiegato, nell’illustrare il cosiddetto Decreto Dignità, che il Miur procederà con l’esecuzione delle sentenze di merito (e il ministro Bussetti non aveva mai detto il contrario, anzi ha sempre ribadito che la sentenza c’è e va rispettata) che arriveranno tra luglio e agosto ma lo farà entro 120 giorni dall’emissione delle stesse.

Il Decreto Dignità ha infatti esteso ai diplomati magistrali quanto previsto dal d.l. 669/96 che concede alle amministrazioni “di ottemperare all’esecuzione di provvedimenti giurisdizionali entro 120 giorni dalla data di comunicazione del titolo esecutivo”. Il tutto con l’obiettivo di far partire l’anno scolastico regolarmente, poi si vedrà.

Ma nonostante il “congelamento” del Governo riferito ai maestri diplomati magistrale assunti dopo lo scorrimento delle GaE, il meccanismo è già stato innestato e per i provvedimenti singoli non si ferma. La maestra di Giffoni, dopo un anno dall’assunzione, è quindi tornata nel calderone dei precari.

Cosa dice la sentenza?

Ricordiamo che lo scorso dicembre il Consiglio di Stato in riunione plenaria ha sentenziato – in estrema sintesi – che il diploma magistrale non è titolo valido per l’assunzione a tempo indeterminato.

La Corte d’Appello di Salerno, su ricorso del Miur, ha sentenziato che l’immissione in ruolo della docente al centro di questo caso – proprio in funzione di quanto stabilito dal Consiglio di Stato – era contra legem.

Il licenziamento della maestra del Salernitano rischia di essere apripista di migliaia di provvedimenti simili.

Secondo la Uil Scuola quanto accaduto in Campania dimostra “l’inefficacia del Decreto Dignità”. In un comunicato stampa diffuso nelle scorse ore il segretario generale Uil Scuola Pino Turi afferma:

Il Decreto Dignità consente all’amministrazione di adottare il provvedimento entro 120 giorni. Troppo pochi per garantire, oltre all’inizio, anche la fine dell’anno scolastico.

Nel caso di Salerno l’amministrazione si trova nelle condizioni di licenziare, con una certa discrezionalità la docente che si potrebbe venire a trovare senza posto e senza reddito, già da domani. E’ pertanto palese l’inefficacia del decreto di ieri.

 

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Gli studenti migliori? Hanno motivazioni personali e genitori preparati

studenti 15enni

Gli studenti migliori italiani sono quelli che a casa respirano cultura, che vivono un ambiente capace di fargli fronteggiare correttamente stress e ansia, che hanno motivazioni personali nell’affrontare lo studio radicate e convinte. Di contro, l’impatto del ceto sociale di provenienza sull’andamento scolastico è pressoché minimo. Questo si evince da un’interessante ricerca condotta dal Politecnico di Milano e dalla Lancaster University su un bacino di allievi di 15 anni provenienti da nove diversi Paesi, tra cui il nostro.

Più bravi se mamma e papà sono acculturati

Insomma, sembra che i risultati migliori derivino proprio dalla provenienza da un ambiente familiare vivace culturalmente. Il grado di istruzione dei genitori è una variabile che incide sul successo degli studi. Non solo, ma altro dato importante che incide sulla bravura degli allievi è la facilità di reperire materiale culturale tra le mura domestiche, quindi libri, manuali o quant’altro (se la vostra biblioteca è povera, iniziate ad acquistare online qualche libro interessante su siti specializzati come Oceanon)

Capacità di cooperazione

Un’altra evidenza importante della ricerca è data dalla capacità di cooperare con gli altri, quindi quella di costruire dei sani rapporti interpersonali con i compagni mirati al raggiungimento dell’obiettivo comune.

Il ceto sociale c’entra poco

Poco invece è legato al ceto sociale da cui l’allievo proviene. Un dato che può voler dire tanto, in termini di accessibilità della cultura, di livellamento delle classi sociali, di opportunità offerte ai giovani. Un dato che, in qualsivoglia modo lo si interpreti, è un dato positivo e di cui andar fieri.

Anche le strutture contano

Ebbene sì, secondo la ricerca del Politecnico e della Lancaster continua a persistere una differenza di preparazione tra scuola e scuola, ed è un dato particolarmente evidente in Italia (mentre in Paesi come la Spagna questa incidenza si ferma al 18 percento). In altri Paesi come Giappone e Germania, invece, si evidenzia un dato non banale ma nemmeno inimmaginabile: a incidere sulla preparazione dello studente è la dimensione dell’istituto scolastico. Più la popolazione scolastica è numerosa, più gli allievi sono bravi.

(fonte: Il Fatto Quotidiano)

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Scuola: slitterà il concorso per docenti con tre anni di servizio e 24 CFU

consiglio dei ministri

I concorsi previsti dall’ultimo esecutivo per i docenti con tre anni di servizio e 24 CFU sono destinati a slittare. E a cambiare, in linea con l’idea che il Ministro alla Scuola, all’Università e alla Ricerca Marco Bussetti ha preventivato già qualche giorno fa. “I concorsi […] sono in stand-by”, le parole allora di Bussetti che già anticipava la volontà di cambiare le carte in tavola rispetto a quanto messo in campo da chi l’ha preceduto, Valeria Fedeli, che ne aveva disposto l’esecuzione con la legge 107.

Per ora salvi gli altri concorsi destinati ad altre tipologie del comparto scuola.

Nulla di non detto

La volontà del ministro dell’esecutivo gialloverde era già stata abbondantemente palesata nelle scorse ore. In primis, c’è la necessità auspicata dal Miur di “effettuare una ricognizione” dei posti disponibili in modo da avere un quadro più chiaro dell’attuale stato delle cose.

L’idea territoriale leghista

L’altro grande tema è che nella visione del comparto scuola di Bussetti c’è la volontà di tornare a una gestione dei concorsi nazionali da parte degli Uffici Scolastici Regionali. Insomma, il docente meridionale che vorrà partecipare al concorso per le scuole settentrionali dovrà individuare (molto brevemente) la Regione in cui esercitare la professione, la stessa del domicilio professionale indicato. Cancellata anche la chiamata diretta dei docenti. da parte dei dirigenti scolastici, e ridotta a una l’indicazione della scuola volontaria da parte del candidato, in pratica il docente è a disposizione dell’Ufficio Scolastico Regionale.

Il vincolo di tre anni

L’altro importante tema tirato in ballo da Bussetti è il vincolo triennale di cattedra, atto a “evitare le migrazioni” dei docenti che decidono di partecipare ai concorsi al nord per poi chiedere il trasferimento verso il sud.

Salvate le maestre col diploma magistrale

Nelle stesse ore in cui si ridiscute del concorso, arriva la tanto agognata notizia dell’accordo in Consiglio dei Ministri per le diplomate magistrali, che nonostante siano state retrocesse in seconda fascia dal Consiglio di Stato resteranno in ruolo. Anche in questo caso, il ministro Bussetti aveva anticipato la volontà politica: l’esponente leghista le ha difatti definite “necessarie” per il “corretto avvio del prossimo anno scolastico”. Per le inserite nelle GaE (Graduatorie a esaurimento) tutto rinviato di 4 mesi.

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Portare le presentazioni dei libri nelle scuole: perché conviene e perché è utile

incontri di lettura nelle scuole con gli autori

Durante l’ultima presentazione della rassegna letteraria napoletana Incontro con l’Autore promossa da Libri Market (marketplace per autori e librerie), lo scrittore Christian Capriello, apprezzato papà della saga fantasy di Derek Dolphyn, è tornato su un tema molto sentito degli ultimi tempi: la possibilità di utilizzare le scuole primarie per la presentazione dei libri.

Christian Capriello, scrittore autore della saga di Derek Dolphyn
Christian Capriello, scrittore autore della saga di Derek Dolphyn

Non quelli strettamente didattici, ma anche romanzi, racconti, approfondimenti. E lo ha fatto utilizzando queste parole:

I giovani sono il nostro domani. Ma rappresentano anche una già cospicua parte del nostro presente. Sono quindi il più doveroso “investimento” su cui devon puntare sia genitori che corpo docente. Bambini e ragazzi vanno plasmati e veicolati con virtuosa pervicacia intorno ai concetti di LETTURA e di SCRITTURA.

E ciò, a mio modesto parere, ancor prima che vengano indirizzati “frontalmente” rispetto al concetto di apprendimento, che risulta spesso ostico e “invalidante”, ove spesso legato a una volontà di studio che si ritiene di non avere, ad esempio, per determinate materie.

L’apprendimento, a mio giudizio, è assai più efficace se previamente supportato da un reale approfondimento tematico inerente le specificità e i benefici, peraltro duraturi nel tempo, che possono recare LETTURA e SCRITTURA. Credo che, ai giovani, e già alla radice, vadano fatte scoprire in concreto le virtù di questo paio di bizzosi gemelli. Chi SCRIVE, attiva zone della mente fino a quel momento sconosciute; e, senza manco rendersene conto, ne sblocca altre.

Percorre strade che nemmeno pensava di poter mai percorrere. Inizia a formulare pensieri connotati da buona sintesi e capacità espressiva. Si accorge che la sua mente non è solamente un foglio bianco. E che l’inventiva propria ha molto più inchiostro di quel che si credeva. Il soggetto inizia a compiacersene. Inizia a intervenire nei dialoghi ove prima temeva di farfugliare ed essere ignorato dalla platea udente. Acquista sicurezza e spirito di proposta. Anche chi LEGGE, nella maggior parte dei casi, trancia di netto anche gli apparenti lucchetti intorno ai quali si snoda l’espressione più comune “Non mi piace leggere”, invero legata all’erroneo convincimento di non “esserci portato”.

Non è una questione di genere letterario, ma di stile narrativo. Il lettore va condotto per mano in un contesto attuale quanto in un universo immaginario, dove deve sentirsi confortato, guidato, mai lasciato solo. Il lettore deve essere incuriosito da ciò che legge. Rispetto al racconto, deve avere la sensazione di restarvi ancorato solidamente con la fiocina non semplicemente preso all’amo. Alla fine del volume deve avvertire ancora i segni del narrato, non soltanto avvertire un effimero sapore in bocca. Chi legge, qualsiasi cosa legga, acquisisce spirito critico e, laddove l’obiettivo dello scrittore non è giungere meramente alla creazione di stuoli di adepti consenzienti, ciò è un bene. Si allarga il confronto. Chi prima taceva, ora è in grado di formulare ipotesi, portare tesi più idonee alla discussione di una generico tema. Può finalmente dare il suo contributo, in forma compiuta. Il LETTORE deve essere educato all’autonomo sviluppo della propria CURIOSITÀ.

La Curiosità va coltivata. E’ come una pianta grassa. Sopravvive anche in assenza di stimoli se ne hai saputo innervare le foglie e il busto. Occorre solo trovare l’incipit adatto, e poi il lettore andrà da sé. Il “Non curioso” non esiste. E’ solo un’aberrazione della pigrizia. Il “Non curioso” è un animale in una gabbia fatta di sbarre trasparenti e dalla consistenza del fumo. Può uscirne quando vuole, ma solo se ne ha voglia. Agli occhi degli altri, pone mille scuse per restarne incapsulato. Ma, in verità, è l’assenza momentanea di volontà a relegarlo nel perimetro dell’inerzia. Per esperienza personale, sottoporre libri di narrativa ad alunni della scuola media – magari sottolineando che non si tratta di un libro di testo “obbligatorio” e che viene quindi visto come un’imposizione di quel mondo verso cui ogni adolescente inizia fisiologicamente a protestare-, è un buon esperimento.

Nel mio caso, alla presentazione presso istituti scolastici anticipate da letture preventive, sovente sono state formulate relazioni lunghe, esaustive ed approfondite inerenti l’analisi del testo e gli sviluppi della trama. E in tempi estremamente ridotti. I visi sono distesi, sinceramente curiosi. I bambini/ragazzi tendono a fare “a gara” per porre domande allo “scrittore” del momento. Pongono le loro domande con temerario coraggio, magari andando anche al di là di quanto “concordato” con il docente. Non v’è timidezza, anzi. Anche alla fine della presentazione si avvicinano, magari fuori dal contesto ufficiale si sentono anche più tutelati. E la domanda principe è una: “Come hai fatto a diventare scrittore?”.

A riprova di un desiderio innato della maggior parte di loro. Saper raccontare. O, in altri casi, sapersi raccontare. Essere in grado di riporre su carta le proprie impressioni è un vantaggio. Esser capaci di interpretare correttamente il pensiero di un altro, al contempo sgrezzando il medesimo da faziosità ed individualismi e suggendone il solo nocciolo acritico, lo è altrettanto. I vecchi diari sono troppo spesso sostituiti dai post sui social. Il diario era principalmente uno strumento di autoconoscenza, da riproporsi anche a distanza di tempo per non perdere memoria di quel che si è stati o si è fatto. I post, invece, tendono più a capire quali possono essere le opinioni medie sui propri pensieri. E questo può inibire il perseguimento di una linea o di un’idea della vita, specie a fronte di commenti sgarbati, scomposti, fuori tema. Si rischia di degradare nell’acquisire informazioni su natura ed entità del pensiero dominante, finendo supinamente per uniformarvisi.

Ciò va evitato, o quantomeno limitato. Come? Col buon senso, a partire dalle famiglie. In ogni modo, esser in grado di offrire al prossimo i propri pensieri recide le differenze, pone argini alle incomprensioni. Potrei dire che, benché in scala microscopica, partire da una campagna di “coscienziosità” delle singole classi delle scuole potrebbe portare a un affievolimento dei conflitti planetari. Ma moltiplicate l’eventuale risultato positivo per migliaia e migliaia di volte. L’iniziale goccia nell’oceano comincia a diventare prima un bicchiere, poi un secchio, poi ancora un barile. Che, rigettato nel mare, a differenza della goccia, quantomeno a riva comincia a fare un minimo di rumore.

E sono sicuro che almeno una, due persone, magari anche per caso passate di là, saranno state capaci di avvertire proprio quel rumore.

Christian, infatti, ha già incontrato direttamente i bambini nelle scuole, durante il giro di presentazioni del primo capitolo della saga fantasy da lui ideata: Derek Dolphyn e il varco incantato (disponibile su Libri Market).

Insomma, sembra che in un momento difficile, in cui gli scrittori stentano a riempire le sale di librerie o associazioni per presentare i loro lavori, siano proprio i lettori in tenera età quelli più interessanti al coinvolgimento diretto, alla possibilità di poter parlare con lo scrittore viso a viso, a far esplodere quella curiosità che dovrebbe essere il primo stimolo per coinvolgerci nella lettura, nel piacere di sfogliare un libro.

In questo articolo proviamo a spiegarvi i tre motivi per cui portare gli scrittori nelle scuole è sempre un’idea vincente.

Incontrare l’autore stimola i ragazzi a leggere

Il confronto diretto, la possibilità di farsi coinvolgere, la voglia di chiedere spiegazioni direttamente a chi quel libro l’ha scritto fanno dell’incontro con l’autore un mezzo efficace per invogliare direttamente i ragazzi alla lettura. Rendendola un’esperienza meno solitaria e più aperta al mondo. Non solo, ma mantenendo intatto il valore culturale, di crescita e di arricchimento insito nella tipologia di attività stessa.

Non solo, ma portare la lettura in un ambiente familiare al ragazzo come quello scolastico la rende un’esperienza in qualche modo sicura protetta, di cui avere fiducia.

Non è complicato organizzare un incontro a scuola con lo scrittore

In fase promozionale, l’autore di un libro è impegnato in un tour de force che lo porta praticamente ovunque. L’interesse dello scrittore è quello di portare a conoscenza il maggior numero di persone possibili del suo libro. Quindi, godrete quasi sempre di una totale disponibilità.

Non solo, ma sono tantissime le associazioni che organizzano questa tipologia di attività presenti sui territori. Se non si sa da dove partire, basta contattare loro e sapranno cosa proporvi e quando.

Tra le attività extracurricolari, inoltre, è tra le più facilmente realizzabili e meno onerose: basta una sala

Si tratta di un’attività economica

L’autore in fase promozionale non è motivo di spesa. L’invitato, insomma, non ha alcuna tipologia di costo a carico di chi invita nella maggior parte dei casi. Basta un’aula scolastica, qualche copia del libro messa a disposizione e… che si entri nelle pagine insieme!

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Maltrattamenti sugli alunni, sospese quattro suore nel Casertano

bambino asilo generica

Quattro suore di un asilo di San Marcellino, in provincia di Caserta, sono state sospese dall’insegnamento per un anno perché accusate di maltrattamenti a bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni. Il provvedimento, notificato nelle scorse ore dai carabinieri della locale stazione, è stato emesso dal Gip del Tribunale di Napoli Nord. Il pm in realtà aveva chiesto l’arresto per le donne, richiesta rigettata.

Le indagini

A dare avvio alle indagini la denuncia di una delle mamme dei bambini che sarebbero stati vittime di maltrattamenti da parte delle quattro suore. La donna si è insospettita vedendo tornare a casa la figlia con lividi sul corpo e i capelli strappati. A questa denuncia ne sono seguite altre.

In fase di indagine, i carabinieri hanno installato delle telecamere nella scuola materna, potendo raccogliere prove definibili schiaccianti delle violenze perpetrate. Non solo ceffoni e urla, ma anche punizioni che rimandano indietro di decenni, con i piccoli che non mangiavano che sarebbero stati rinchiusi per punizione in una stanza buia. Secondo indiscrezioni raccolte dai giornalisti, i bambini avrebbero confessato episodi di violenza raccapriccianti, come cinghiate e percosse ai genitali.

Le accuse

Quattro le suore – insegnanti al centro delle indagini: si tratta di due donne di origini filippine, una di origini indonesiane e la madre superiora, italiana. L’accusa è di maltrattamenti ai danni di cinque bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni. Anche se la madre superiora non avrebbe perpetrato violenze ma il sospetto è che ne fosse a conoscenza e non avesse fatto niente per fermarle. Come racconta Raffaele Sardo su Repubblica, inoltre, la religiosa avrebbe provato anche a offrire dei soldi alla prima donna che ha sporto denuncia nel tentativo di mettere a tacere la cosa.

Le reazioni

C’è sgomento e incredulità a San Marcellino, dove i giornalisti hanno raccolto le testimonianze di altri genitori che hanno difeso le religiose e che ritengono sia tutto falso.

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Letture per l’estate bambini, i nostri suggerimenti

bambini estate

Si avvicina l’estate e quale migliore periodo per invitare i bambini alla lettura senza la pressione di dover essere interrogati o di doverlo fare per obbligo imposto?

Le vacanze estive possono essere un dramma per il bambino che vuole vivere all’aria aperta le sue meritate ferie. Ma può essere anche un’occasione per spingere i nostri allievi alla lettura in maniera libera ma non per questo meno consapevole. L’importante è utilizzare il modo giusto e un libro che sia a loro familiare (come quello didattico) ma al contempo leggero e godibile. Quindi, uscire il più possibile dal concetto austero e sorpassato di “compiti per le vacanze”.

E farlo senza vincoli alcuni, senza abusare insomma della minaccia di interrogazione al ritorno nell’aula.

Qualche consiglio utile:

  • La linea Vacanze Scacciapensieri è una delle più apprezzate dalle docenti italiane. I volumi editi da Raffaello Editrice coprono tutte le scuole elementari e si distinguono per la qualità dei contenuti proposti, stimolanti e variegati. Si può trovare su Libri Market.
  • Stravacanze è un altro masterpiece amato dalle docenti delle scuole elementari. Il libro della Tresei editore è richiestissimo perché scritto in maniera impeccabile e che mira attraverso all’interdisciplinarità a fornire i rudimenti giusti ai piccoli alunni per affrontare il ritorno a scuola.
  • Kit Quaderno di Viaggio della Raffaello Editore, collana Raffaello Scuola, attraverso il tema del viaggio – simbolo della vacanza – riesce a coprire un’ampia area di discipline, materie e competenze a 360 gradi.
  • Campioni in Vacanza verso le scuole medie (Il Capitello) è invece un volume indicatissimo per i ragazzi che devono affrontare il salto da scuola elementare a scuola media. Uno strumento utile per affrontare l’avventura formativa dei più grandi con le spalle larghe. Il libro contiene anche test in lingua inglese.

Una vasta scelta di libri per le vacanze in offerta è disponibile sul sito di Matacena Libri ed è facilmente acquistabile online.

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Bussetti a 360 gradi nell’intervista a La Repubblica: i principali argomenti trattati

Il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti

A distanza di un mese dall’insediamento del nuovo Governo e il giuramento, La Repubblica intervista il ministro dell’istruzione Marco Bussetti, sicuramente tra i più attivi e decisi del nuovo esecutivo. In meno di 30 giorni Bussetti ha messo in discussione Buona Scuola e avviato gli iter per riformare l’intero comparto istruzione: solo nell’arco delle ultime 24 ore ha raggiunto l’accordo con i sindacati per cancellare la chiamata diretta dei docenti e ha riunito l’Osservatorio permanente per l’inclusione ribadendo il “diritto allo studio di tutti”.

Dalla chiacchierata – a firma Corrado Zunino – a tutto tondo vengono fuori una serie di importanti spunti che animeranno il dibattito nei prossimi mesi.

  • La Buona Scuola non è tutta da buttare: sebbene i presagi sembravano dire l’esatto opposto, è lo stesso Bussetti a sottolineare che “Quello che funziona si tiene, ciò che va migliorato si cambia”. Proprio questa forte dichiarazione offre lo spunto a Repubblica per il titolo.
  • Concorsi per docenti su base regionale: la proposta del Ministro, da questo punto di vista, è molto chiara. L’idea è quella – entro il 2019 – di riproporre i concorsi per docenti su base regionale, con un vincolo di tre anni di attività prima di chiedere il trasferimento presso altra sede.
  • Chiamata diretta dei docenti: Bussetti difende la scelta di cancellarla. “Era nel contratto di Governo – spiega – ed era troppo discrezionale e inefficiente. Ora abbiamo criteri certi”.
  • Finanziamenti alle scuole paritarie: “La libertà di educazione è un valore e le scuole paritarie svolgono un ruolo complementare importantissimo”. Così, la linea tracciata dal Pd resta.
  • Concorso per i dirigenti scolastici: il concorso non sarà rinviato, resta fissata la data del 23 luglio.
  • Concorso per i precari: ne sono due nel 2018 e “sono in stand-by“.
  • GaE: il tema più importante probabilmente è questo. Rispondendo a un domanda sul decreto delle diplomate magistrali, il ministro afferma:

«Le dico che è già stato inviato a Palazzo Chigi per la condivisione. Ho appena rassicurato le diplomate: rispetteremo la sentenza del Consiglio di Stato che le toglie dalle Graduatorie a esaurimento, ma andremo incontro alle aspettative di tutte le maestre interessate. Diplomate, laureate. Posso dire che non ci sarà una terza graduatoria. Bisogna garantire un corretto avvio dell’anno scolastico e le maestre diplomate sono parte di questo corretto avvio»

L’intervista completa è disponibile a questo link.

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Buona Scuola: un colpo di spugna cancella la chiamata diretta dei docenti

scuola primaria stock

Nelle scorse ore il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca guidato nell’attuale esecutivo da Marco Bussetti, ha raggiunto un accordo (manca solo l’ufficialità) con le sigle sindacali di categoria del comparto scuola (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda delle Insegnanti) che di fatto cassa la chiamata diretta dei docenti già da agosto. Un accordo dai forti connotati politici: è difatti il primo provvedimento del governo Lega – Movimento 5 Stelle che va a colpire la legge cosiddetta Buona Scuola targata Partito Democratico.

Tre anni dopo l’approvazione della legge 107 che prevedeva la chiamata diretta dei docenti da parte del dirigente, si torna quindi all’assegnazione per graduatoria. Secondo i sindacati – si legge in una nota – questo accordo “finalmente rende oggettivo e non discrezionale il passaggio dall’ambito alla scuola. Cade un altro tassello della Legge 107/15”.

Il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti
Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti

Queste le parole che commentano l’accordo pronunciate dal ministro Bussetti:

“In attesa dell’intervento legislativo di definitiva abrogazione, che è mia intenzione proporre nel primo provvedimento utile, con l’accordo sindacale di oggi si dà attuazione a una precisa previsione del contratto del governo del cambiamento, sostituendo la chiamata diretta, connotata da eccessiva discrezionalità e da profili di inefficienza, con criteri trasparenti e obiettivi di mobilità ed assegnazione dei docenti dagli uffici territoriali agli istituti scolastici”.

Chiamata diretta dei docenti, cosa cambierà

L’introduzione della chiamata diretta del docente, in base al curriculum insomma, era forse la più importante novità introdotta dalla Buona Scuola di matrice renziana.

Il docente torna ora a essere assegnato alla scuola dall’Ufficio scolastico territoriale tenendo conto di titoli e punteggio di mobilità. Viene meno, dunque, la possibilità del dirigente scolastico della scuola di poter chiamare direttamente l’insegnante ritenuto – da curriculum – maggiormente adatto all’offerta didattica erogata.

La chiamata avverrà in due fasi: innanzitutto si copriranno i posti disponibili con personale che ha ottenuto la mobilità su ambito con una delle precedenze previste dal Contratto nazionale sulla mobilità; la copertura dei posti residuati col restante personale, secondo il punteggio di mobilità. Il personale in questione potrà indicare la preferenza di una scuola (a differenza delle cinque precedentemente previste): la domanda si effettuerà online. Le operazioni termineranno il 27 luglio.

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Carta Docente: cosa è possibile acquistare?

carta del docente cosa acquistare

Cosa è possibile acquistare con la Carta Docente? Dato per assunto che anche per il prossimo anno questo bonus sarà riconfermato, ecco un utile vademecum di cosa può essere acquistato.

  • Libri e testi: questo capitolo include tutte le pubblicazioni, i volumi e le riviste utili all’aggiornamento professionale del docente. Importante ricordare che non parliamo solo di stampe cartacee ma anche di pubblicazioni digitali. Non esiste alcun obbligo di disciplina per il docente che intenda acquistare libri: non devono obbligatoriamente essere inerenti alla sua materia d’insegnamento. Si può acquistare anche online: in tal caso è preferibile scegliere siti che siano già progettati per l’acquisto online con Carta Docente.
  • Corsi di formazione: la Carta Docente può essere utilizzata per acquistare la partecipazione a corsi di formazione, workshop e seminari. In questo caso però i corsi devono essere di aggiornamento professionale e devono essere erogati da enti e/o simili che siano convenzionati col Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR). Vale anche per i corsi in FAD e/o più genericamente online.
  • Studio: la Carta Docente può in parte coprire le spese per i corsi di laurea (anche magistrale, specialistica e a ciclo unico) e master o corsi post laurea che siano in linea con il profilo professionale del richiedente.
  • Cinema, teatro e cultura: anche i titoli d’ingresso per le rappresentazioni teatrali e cinematografiche sono coperte dalla Carta Docente. Lo stesso vale per l’accesso ai musei, mostre, eventi culturali e rappresentazioni dal vivo.
  • Buona Scuola: le iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione inerenti alla legge cosiddetta Buona Scuola sono coperte dal bonus in oggetto.
  • Hardware e software.

Acquistare hardware e software con la Carta Docente

Questo capitolo merita un approfondimento a parte. Bisogna tenere bene a mente la distinzione tra gli strumenti che, in linea con l’obiettivo perseguito da questa iniziativa, possano “sostenere la formazione continua dei docenti” o “valorizzarne la professionalità” e quelli che invece hanno un ruolo prevalentemente legato alla comunicazione. In funzione di questa sostanziale differenza, infatti, rientrano nell’hardware acquistabile con Carta Docente dispositivo come laptop, pc, tablet mentre invece sono esclusi gli smartphone. Esclusi dalla carta docente per lo stesso motivo toner per la stampante, videocamere, stampanti, dispositivi di memoria USB (chiavette USB o pennette USB).

Per il software, invece, è acquistabile tramite Carta Docente il programma che è mirato all’esigenza specifica dell’insegnante. Rientrano quindi nei possibili acquisti con bonus i programmi di office automation (come la suite Office), le enciclopedie digitali e affini, programmi relativi alla modellazione matematica o al disegno tecnico.

Nel dubbio, alcuni siti come Matacena Giochi hanno già sezioni apposite che contengono esclusivamente i prodotti hardware e software acquistabili con Carta Docenti.

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Introdurre i più piccoli all’inglese: prepararsi ai corsi Cambridge

United Kingdom Flag Patriotic Union Jack Uk

Una buona preparazione in lingua inglese parte dalla scuola primaria, già dagli anni più teneri dei nostri figli e allievi. Spesso però tendiamo a credere che per assicurare ai nostri ragazzi una conoscenza che gli permetta di muoversi agilmente in futuro nella vita e nel lavoro basti prendere una certificazione che attesti un qualcosa.

Non è così: alla prova dei fatti, il pezzo di carta a sé stante serve a poco e niente. Servirà avere dimestichezza con la lingua, metodo di apprendimento, solide basi acquisite in maniera scientifica e certosina.

Gli esami Cambridge

Nel panorama dell’offerta formativa per i nostri istituti, i corsi mirati ad ottenere la certificazione Cambridge sono particolarmente efficaci. A differenza di altri, gli esami Cambridge sono tenuti da una commissione esterna e sono articolati in maniera diversa. Non sono pensati per essere sorpassati, ma pensati per accertarsi che le competenze di lingua siano state acquisite.

Organizza un corso d’inglese nella tua scuola

Realizzare tra i progetti scolastici un corso d’inglese che sia orientato all’acquisizione di una certificazione Cambridge è un’ottima idea: la formazione dell’allievo in lingua, profonda e mirata, è una delle maggiori richieste da parte dei genitori. Mirare a un risultato di prestigio alla fine di percorsi modulari che siano facilmente “scomponibili” e che possono essere effettuati in diversi “monti ore” li rende particolarmente appetibili, easy e apprezzati.

I libri da cui studiare

Un altro vantaggio dei corsi d’inglese per l’esame Cambridge è dato dalla varietà di volumi mirati alla preparazione dell’esame stesso.

Libri didattici, testi e manuali di preparazione all’esame certificato sono realizzati da esperti che si occupano della stesura degli esami stessi, sono mirati al livello dell’allievo e sono solo parte del supporto che Cambridge fornisce a chi decide di avvalersi della sua storia.

Un esempio. Per il loro primo corso d’inglese, e per “loro” intendiamo che sia destinato agli allievi di scuola elementare, un ottimo abbinamento di libri è il seguente:

  • Kid’s box. Starter. Class book. L’edizione (comprensiva di CD-Rom) è in realtà un ottimo modo per preparare il test Cambridge Young Learners English (YLE);
  • StoryFun. A partire da coinvolgenti storie pensate per i ragazzi, StoryFun offre tutte le attività utili per preparare lo Young Learners English test. Ogni volume contiene otto storie illustrate con attività divertenti;
  • Cambridge Starters. I test ufficiali per la preparazione all’esame Cambridge, gli unici certificati.