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Bussetti, il Digitale e la strategia per superare la “Buona scuola” renziana

Marco Bussetti Miur Ministro

Il ministro all’Istruzione Marco Bussetti torna a far parlare di sé: in un’intervista rilasciata all’agenzia AGI, ha illustrato il suo Piano Nazionale per la Scuola Digitale, il superamento della così detta “Buona Scuola” e della dotazione di strumenti e attrezzature tecnologiche.

Secondo il Ministro, infatti, “Il Piano Scuola Digitale è molto ambizioso. Gli investimenti sono partiti in questi anni. Ma anche qui dobbiamo accelerare. Come per l’edilizia scolastica, dobbiamo passare dai ‘titoli’ ai fatti. A Firenze, dal 18 al 20 ottobre, si svolgerà Fiera Didacta, la fiera sull’innovazione didattica: sarà l’occasione per lanciare la nostra visione su questo fronte. Dobbiamo lavorare per scuole con connessioni più veloci e strumentazioni adeguate, ma anche scuole ‘smart’ dal punto di vista della metodologia didattica. La tecnologia deve essere un’alleata. Credo che ormai tutto ciò sia imprescindibile. E per gli zaini, beh, il mio ideale di scuola prevede armadietti per tutti. Uno spazio a cui affidare le proprie cose e dove lasciare anche i libri. Molti istituti già li hanno. Lavoreremo per diffondere questa pratica che crea anche senso di appartenenza”.

Non solo tecnologia e digitale, ma anche una proposta per smantellare la scuola di stampo renziano. Lo stesso Bussetti, infatti, dichiara che “Modificheremo tutto quello che non funziona e miglioreremo quello che può essere mantenuto. Il precedente governo non ha ascoltato, è stato miope. Ha calato tutto dall’alto, senza condivisione.

L’immissione in ruolo di decine di migliaia di docenti è stata concepita e gestita male, provocando l’allontanamento forzato di molte persone da casa. Abbiamo avuto insegnanti mandati a centinaia di chilometri dalla famiglia senza una logica precisa. La chiamata diretta, così come era regolamentata, risultava poco incisiva, per questo l’abbiamo abolita. Ma ci sono anche alcuni elementi che abbiamo intenzione di mantenere, migliorandoli. Ad esempio l’alternanza scuola-lavoro che deve essere una modalità formativa e di orientamento, uno strumento didattico che arricchisce il percorso degli studenti. Diminuiremo il numero delle ore per puntare maggiormente sulla qualità. Daremo alle scuole linee guida adeguate”.