In attesa dell’adozione formale dell’ordinanza prevista dal decreto legge approvato in Consiglio dei Ministri, preso atto che per motivi precauzionali i viaggi di istruzione vanno sospesi a partire da oggi, in attesa delle disposizioni che a breve verranno emesse dal ministero dell’Istruzione, il sindacato Anief ha preso la decisione di sospendere gli sportelli informativi e le assemblee sindacali in tutte le province italiane coinvolte dai provvedimenti d’emergenza.
I dirigenti sindacali Anief continueranno a fare consulenza telefonica e telematica ai recapiti che saranno indicati sui siti regionali fino alla nuova apertura degli sportelli territoriali. Inoltre, sul sito Anief sono presenti tutti i contatti utili.
Marcello Pacifico, presidente Anief, solidarizza con la popolazione delle zone colpite e invita tutto il personale a rispettare quanto prescritto dal ministero della Salute. “È importante contenere il contagio anche nei piccoli episodi quotidiani ed evitare allarmismi. Siamo pronti a interrompere ogni attività di apertura al pubblico ed evento anche nelle regioni in cui saranno precluse tutte le attività scolastiche e didattiche, predisponendo analogamente quanto già previsto per le Università. Aspettiamo ulteriori indicazioni dal dicastero di Viale Trastevere”.
“Come noto, il Consiglio dei Ministri, nella serata di sabato 22 febbraio 2020 ha definito apposite misure per evitare la diffusione del Covid – 19 e ulteriori misure di contenimento. Fra le previsioni adottate dal Governo c’è anche quella relativa alla possibile sospensione dalla frequenza delle attività di formazione superiore, fatte salve le attività formative svolte a distanza”. Lo specifica il Miur in una comunicazione rivolta agli Atenei e alle Istituzioni Afam di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.
“In attesa dell’adozione formale dei provvedimenti consequenziali previsti dal decreto approvato in Consiglio dei Ministri, per motivi precauzionali, si invitano le Istituzioni universitarie e quelle di Alta Formazione Artistico Musicale e Coreutica presenti nelle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna a sospendere comunque, fino al 29 febbraio 2020, l’attività didattica”.
“Tale soluzione è in linea con le scelte già autonomamente assunte da alcune Istituzioni interessate e consegue da un confronto tra il Ministro e le stesse”, conclude il Miur ringraziando per la collaborazione.
Vile furto stamattina al plesso della primaria dell’ICI Casanova Costantinopoli in Piazza Cavour (Napoli). Lo rende noto attraverso l’ufficio stampa del Comune di Napoli l’Assessorato alla scuola della città partenopea.
Sono stati rubati alcuni notebook delle classi dei bimbi; sono stati divelti i cancelli, le porte, gli armadietti.
Il dirigente scolastico sollecita le coscienze di tutti ad un intervento immediato. “Ancora una volta – dichiara l’Assessore all’Istruzione Annamaria Palmieri – ci auguriamo una reazione da parte dei cittadini tutti. La scuola violata è violazione di democrazia”.
Il Ministero dell’Istruzione ha diramato agli Uffici Scolastici Regionali e alle scuole la circolare predisposta dal Ministero della Salute con le “Indicazioni per la gestione degli studenti e dei docenti di ritorno o in partenza verso aree affette della Cina”.
Dopo le dovute premesse e spiegazioni, ecco quali indicazioni dà il Miur per la gestione della situazione.
Studenti universitari o di corsi equivalenti A. Per studenti che non rientrino nelle condizioni di cui ai successivi punti B e C, non sono previste misure specifiche se non quelle mirate a prevenire le comuni infezioni delle vie respiratorie: i. Lavarsi le mani; ii. Coprire le vie aeree quando si tossisce e starnutisce; iii. In caso di utilizzo di fazzolettini di carta, una volta utilizzati, vanno gettati; iv. Porre particolare attenzione all’igiene delle superfici; v. Evitare contatti stretti con persone con sintomi simil influenzali. B. Studenti che sono rientrati dalla Cina nelle ultime 2 settimane: Oltre alle misure precedenti; a. Monitorare la eventuale insorgenza di sintomi come tosse, febbre, difficoltà respiratorie; b. In caso di insorgenza di sintomi: i. Chiamare il 1500 o i centri regionali di riferimento; ii. Proteggere le vie aeree con mascherina; iii. Evitare contatti stretti fino alla definizione della situazione sanitaria da parte del personale sanitario. 3 B. Studenti ai quali è stato comunicato dall’autorità sanitaria, o che sono venuti in altro modo a conoscenza, di aver effettuato un viaggio insieme ad un paziente nCoV – con qualsiasi tipo di trasporto – e/o di aver coabitato con un paziente nCoV, entro un periodo di 14 giorni: a. telefonare tempestivamente al 1500 o ai centri di riferimento delle regioni, per le misure di sorveglianza, ove non siano state già adottate dall’autorità sanitaria; Studenti e bambini che frequentano i servizi educativi per l’infanzia, le scuole primarie e secondarie Oltre a confermare le indicazioni sopra fornite per studenti universitari o di corsi equivalenti, per questa fascia d’età si suggerisce che gli adulti facenti parte del personale scolastico (docente e non) prestino particolare attenzione a favorire l’adozione di comportamenti atti a ridurre la possibilità di contaminazione con secrezioni delle vie aeree, anche attraverso oggetti (giocattoli, matite, etc.). Viaggi di studenti verso le aree colpite Per ridurre il rischio generale di infezioni respiratorie acute, gli studenti delle scuole secondarie e gli universitari che abbiano intenzione di viaggiare verso le aree colpite, alla luce della situazione epidemiologica globale relativa all’infezione da 2019-nCoV, si ribadisce che tali viaggi sono sconsigliati. Nel caso in cui i viaggi nelle aree colpite siano già iniziati, gli interessati devono attenersi alle seguenti indicazioni: i. evitare di visitare i mercati di prodotti alimentari freschi di origine animale e di animali vivi; ii. evitare il contatto con persone che hanno sintomi respiratori; iii. lavare frequentemente le mani; iv. per qualsiasi necessità contattare l’Ambasciata o il Consolato; v. qualora una persona sviluppi sintomi respiratori (tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie) mentre si trova nelle aree a rischio, dovrebbe rivolgersi immediatamente a un medico. Tali indicazioni sono da ritenersi valide anche per docenti, ricercatori e personale universitario. Le presenti indicazioni potranno essere modificate al variare della situazione epidemiologica.
Gli agenti dell’unità operativa Tutela emergenze sociali e minori della Polizia municipale di Napoli, nell’ambito delle verifiche sulle strutture scolastiche dedicate ai bambini al di sotto dei 3 anni, hanno sanzionato e chiuso una struttura nelle vicinanze del viale Colli Aminei trovata sprovvista di autorizzazione. “L’asilo nido – sostiene una nota stampa diffusa dal Comune di Napoli – al momento dell’accesso degli agenti è stato trovato in piena attività ed è stato sanzionato per irregolarità connesse al rispetto della legge regionale n. 11/2007 e successivo regolamento attuativo l.r. 04/2014 con una multa di 5000 euro e diffida a non proseguire nell’attività. Nella struttura sono stati trovati 16 bambini al di sotto dei tre anni di età i quali sono stati contestualmente affidati ai genitori, ignari delle difformità riscontrate durante il controllo. L’attività di verifica costante della polizia municipale è anche il frutto della collaborazione con il servizio scuole comunali e prevede controlli sui requisiti previsti dalla normativa vigente e che ogni struttura è tenuta a certificare”.
“L’ u.o. Tutela emergenze sociali e minori è impegnata quotidianamente nella tutela delle fasce deboli con particolare riguardo a minori e bambini e pertanto predispone regolarmente attività mirate al controllo di strutture a loro dedicate”.
Una triste storia che viene dalla provincia di Varese dove ancora una volta le telecamere installate dai carabinieri su disposizione del magistrato hanno permesso di documentare un caso di sospetto maltrattamento di bambini. Ma il racconto, in barba a ogni professionalità, stavolta si arricchisce di dettagli che potrebbero essere definiti piccanti in un contesto meno drammatico di questo.
Una maestra di asilo di Cocquio Trevisago avrebbe difatti consumato rapporti sessuali col suo compagno mentre avrebbe dovuto vegliare sui piccolissimi studenti. L’uomo entrava di nascosto nella struttura e si chiudeva a chiave in una stanza con l’insegnante: lì si sarebbero consumati i fugaci amplessi tra i due.
Tutto molto romantico, se non fosse altro che in quel lasso di tempo i bambini venivano abbandonati a sé stessi.
Si tratterebbe, secondo la ricostruzione degli investigatori, solo della punta dell’iceberg di una situazione grave in cui i minori sarebbero stati vittime di violenze verbali e a volte anche fisiche.
La donna è stata sospesa dalla professione, in attesa che la giustizia faccia il suo corso.
Piena conferma in Consiglio di Stato per l’Anief sulla validità delle tesi che da anni porta avanti per la tutela dei diritti dei docenti precari inseriti nelle Graduatorie d’Istituto: l’Avv. Michele Speranza ottiene due distinte sentenze che ribaltano le precedenti sentenze negative TAR e consacrano il definitivo diritto all’attribuzione del giusto punteggio relativo al periodo di servizio militare prestato non in costanza di nomina sia nella II sia nella III Fascia delle Graduatorie d’Istituto. Marcello Pacifico (Anief): il Miur attribuisca il giusto punteggio nel rispetto della normativa primaria.
“Le due sentenze emanate ieri dal Consiglio di Stato – commenta Marcello
Pacifico, presidente nazionale Anief – riportano a chiare lettere la
correttezza delle ragioni sostenute dal nostro sindacato e richiamano la
giurisprudenza ricorrente confermando che il servizio militare deve essere
sempre valutabile ai sensi dell’art. 485 comma 7 del D.lgs 297/94 che prevede
testualmente che il periodo di servizio militare di leva o per richiamo e il
servizio civile sostitutivo di quello di leva è valido a tutti gli effetti,
riconoscendo espressamente la portata assolutamente generale del 7° comma
dell’art. 485 D.Lgs. n. 297/1994 che non è connotata da limitazioni di sorta”.
Nelle sentenze, infatti, si specifica come “la norma di portata generale non
può, quindi, essere oggetto di restrizioni interpretative del tipo di quelle
operate dal decreto ministeriale impugnato, non essendo la norma medesima
connotata da alcuna limitazione”.
Il Consiglio di Stato, dunque, in pieno accoglimento degli appelli Anief,
bacchetta il Ministero dell’Istruzione ricordando come sia “superfluo annotare
che, nel rispetto dei principi generali sulla gerarchia delle fonti, una fonte
di rango inferiore, come un decreto ministeriale, non possa derogare in
pejus rispetto a fonti di rango superiore come una legge o un decreto
legislativo”. Tutti i ricorrenti che si sono affidati con fiducia ai
legali Anief per la tutela dei propri diritti, dunque, riceveranno nei prossimi
giorni specifiche istruzioni da parte dell’Ufficio legale Anief per rivendicare
immediatamente presso le scuole capofila il loro giusto diritto al
riconoscimento del punteggio per il servizio militare svolto non in costanza di
nomina.
Genitori lasciano a casa i figli per protesta contro la scuola insicura. Succede nella scuola primaria di Cardano al Campo, in provincia di Varese, dove tredici famiglie di una classe hanno deciso di lasciare a casa i propri figli di otto anni, nonostante, la scuola dell’obbligo.
LA STORIA
Se un genitore decide di non mandare il figlio a scuola ha i suoi buoni
motivi. Nel Varesotto, ha scritto la
stampa locale, hanno voluto inviare “un messaggio preciso lanciato verso
il Provveditorato agli studi della provincia di Varese e alle
istituzioni superiori per risolvere un problema che si trascina da ormai tre
anni e che per loro è diventato ora insostenibile”.
LA LETTERA DEI GENITORI
«La situazione disciplinare che si registra in classe risulta per i nostri
bambini e per noi genitori insostenibile sul piano educativo ma soprattutto per
ciò che concerne la sicurezza dei nostri figli», scrivono le tredici famiglie
di Cardano in una lettera aperta. A margine spiegano che il problema nasce
dalla impossibilità della scuola di tenere a freno le intemperanze di un
alunno. Il risultato è una serie di episodi violenti. I genitori raccontano
di banchi divelti, oggetti lanciati, pugni in faccia, occhiali rotti e tanti
altri avvenimenti che non li lasciano tranquilli ogni volta che accompagnano i
loro bambini davanti alla primaria cardanese. «In prima questa era una classe
formata da 31 studenti, oggi si sono ridotti di un terzo», racconta un papà.
«Sto meditando di fare anche io lo stesso e a gennaio di spostare mia figlia
altrove. Non sono più sereno».
L’iniziativa, continua la lettera, «ha lo scopo di attirare l’attenzione di
chi deve attivarsi per ripristinare una situazione di normalità. Non è il
prodotto di una decisione impulsiva, ma la conseguenza del mancato intervento
incisivo atto a tutelare i bambini». La richiesta non è formulata ad insegnanti
di classe, ai dirigenti scolastici presenti e a quello attualmente in carica
(«al quale va riconosciuto un impegno mai riscontrato in precedenza»), ma
all’amministrazione, la quale costringe gli alunni a mantenere un clima in
classe «non è certo idoneo a favorire un sereno percorso di crescita umana
e culturale di un bambino».
“UNA PROVOCAZIONE CORRETTA”
È giusto, per il sindacato, che le famiglie abbiano intrapreso un atto, una
sorta di provocazione, così importante. Sono gli stessi genitori che hanno
deciso anche, subito dopo, di rivolgersi direttamente all’amministrazione
scolastica, da dove sono partite le indicazioni per formare classi così
numerose, anche in presenza di alunni con problematiche comportamentali e di
apprendimento. Questo genere di operazioni, all’insegna dell’indifferenza, pur in
presenza di problemi oggettivi, sono il frutto delle politiche scellerate sulla
scuola, dove continua a rimanere in vita l’organico di fatto, le risorse che
arrivano per attuare il Ptof sono limitate e si impongono classi con numeri di
alunni oltre ogni logica e anche, spesso, senza nemmeno curarsi dei limiti
previsti dalla legge sulla sicurezza.
Anief ricorda come abbia avviato con alcune RSU un’operazione verità per verificare il rispetto delle norme sulla composizioni delle classi e si dichiara pronta a estendere tale iniziative in tutte le scuole italiane appena certificata la rappresentatività.
IL PENSIERO DEL PRESIDENTE
Secondo Marcello Pacifico, leader dell’Anief, “bisogna impedire che si
attivino corsi con oltre 30 alunni, ancora di più se in presenza di alunni
disabili. È nostro dovere segnalare questi casi come sindacalisti prima che lo
facciano le famiglie”.
A turno per andare in bagno. La disposizione è stata introdotta in una
scuola media di Salerno: “per proteggere i docenti da ulteriori responsabilità
– scrive il quotidiano Il
Mattino -, una dirigente scolastica ha diramato una circolare per vietare
agli studenti di andare in bagno da soli in assenza di bidelli nei corridoi”.
La dirigente scolastica ha indicato così delle disposizioni ben
precise, al fine di evitare che quella di recarsi ai servizi igienici diventi
una circostanza a rischio incidenti, per via della mancanza di personale
addetto alla sorveglianza.
“Ho agito nell’interesse primario della sicurezza degli allievi –
ha detto la dirigente scolastica al quotidiano –: tutelare
l’incolumità degli studenti e non esporre a responsabilità i docenti. E’ una
tutela per gli insegnanti dopo i gravi fatti di Milano”. La circolare,
rimarca Orizzonte
Scuola, è stata indirizzata anche alle famiglie. “Si raccomanda il
controllo preventivo e successivo dello stato dei servizi igienici –
si legge nella circolare – onde monitorare il grado di competenza
civica degli alunni e correggere gli eventuali comportamenti inadeguati. Negli
orari pomeridiani, si rispetteranno gli stessi turni, a cominciare dal rientro
dalla mensa”.
Secondo Anief, quello che sta accadendo nelle nostre scuole è la conseguenza
nefasta dei tagli al personale prodotti da più di 10 anni, senza che nessuno
abbia fatto nulla per rimediare al danno. La cancellazione dei posti, anche tra
il personale Ata, ha avuto avvio con la Legge 133 del 6 agosto 2008,
voluta dall’esecutivo Berlusconi-Tremonti, con la quale solo per il personale
amministrativo, tecnico e ausiliario sono stati soppressi quasi 50 mila posti
in tre anni, di cui 47mila in meno
in un solo triennio.
I Governi successivi, anche del Centro-Sinistra, non solo non si sono
opposti, ma hanno dato il loro contributo a tagliare ulteriormente: il Decreto
Interministeriale Miur-Mef del giugno 2014, afferente alla nuova dotazione
organica del personale Ata per l’anno scolastico 2014/2015, ha ad esempio
recepito in pieno la riduzione del 17% della consistenza numerica del personale
Ata.
Poi, abbiamo avuto la Legge di Stabilità 2015, (la Legge
190/14 art. 1) che ha introdotto l’obbligo, per i dirigenti scolastici, nel
nominare i supplenti del personale Ata solo dall’ottavo giorno di assenza. E
con i tagli alle supplenze “brevi” proprio tra il personale Ata, molte scuole
sono state messe in ginocchio. E a poco è servita la nota
n. 2116 del 30 settembre 2015, che ha dato facoltà ai presidi di nominare
supplenti anche “per i primi sette giorni di assenza” però per il solo “profilo
di collaboratore scolastico”. Lasciando completamente scoperto
il servizio in tutti i casi di assenza di assistenti amministrativi e tecnici.
Per non parlare del blocco del turn over protratto per anni, al punto che nel
2015 si è arrivati a congelare
le oltre 5mila assunzioni già annunciate per coprire almeno il turn over.
Anche quest’anno, si è arrivati ad assumere poche migliaia di unità di Ata, a
fronte di 20 mila posti vacanti e quasi altrettanti potenziali. Mentre, dopo
avere inutilmente tentato di
fare spazio al personale perdente posto delle province, si è provveduto a
fare assumere oltre 11 mila ex lavoratori socialmente utili.
Presso la Sala Giunta di Palazzo San Giacomo, il Sindaco Luigi de Magistris e il Rettore dell’Università “Parthenope” Alberto Carotenuto la firma del protocollo d’intesa tra il Comune di Napoli e l’Università per la alienazione e la valorizzazione del compendio immobiliare sito in piazza Neghelli per destinarvi attività didattiche e scientifiche del Dipartimento di Scienze Motorie.
L’Università Parthenope ha
manifestato la volontà di acquistare l’immobile di piazza Neghelli n.14,
attualmente chiuso e in gran parte abbandonato ad ecezione di poche aule
destinate ancora come succursale della scuola “Gigante Neghelli”. Nel
contempo l’Università opererà a vantaggio della scuola interventi di
ristrutturazione e riqualificazione del Comprensivo scolastico centrale di
piazza Neghelli n.41 (palestra, aule e servizi igienici) consentendo finalmente
una migliore organizzazione delle attività didattiche dello stesso. La
dismissione avrà anche una positiva ricaduta sui delicati equilibri finanziari
del Comune di Napoli e fornirà un’offerta formativa più ampia sul territorio
(Scuola e Università fianco a fianco), nonché la rigenerazione e fruizione di spazi
e strutture dedicate al tempo libero e allo sport, come la vecchia palestra
dell’Istituto Comprensivo “Gigante Neghelli” che pure risulta impraticabile da
numerosi anni. La localizzazione di una sede universitaria nel territorio di
Cavalleggeri d’Aosta definita in accordo con la X Municipalità rappresenta una
significativa valorizzazione e rigenerazione dell’area e nel contempo una nuova
offerta di servizi sia per gli studenti universitari che per la platea
scolastica.
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