Pubblicato il Lascia un commento

Controlli sul trasporto scolastico a Napoli

Il nucleo di Polizia Turistica ha  effettuato una serrata attività di controllo nell’ambito del settore del trasporto scolastico, mirata non solo alla verifica del rispetto delle norme che lo disciplinano da parte degli operatori, ma anche all’accertamento della esatta osservanza delle specifiche misure di contenimento della diffusione del Covid 19, linee guida fissate dal DPCM del 7 settembre.

I controlli sono stati effettuati nelle strade adiacenti piazza Carlo III, dove sono presenti numerosi plessi scolastici. Un operatore autorizzato è stato multato – 530€ –  perché trasportava uno studente sul sedile anteriore, in violazione delle norme di contenimento del contagio da Covid-19. Alla guida di un veicolo regolarmente adibito a trasporto scolastico è stato sorpreso un conducente diverso dal titolare dell’autorizzazione. Il trasgressore è stato multato – 173€ –  ed il veicolo è  stato sottoposto a fermo amministrativo per due mesi.

spaccanapoli napoli centro storico insegnanti
Spaccanapoli vista dall’alto (foto: Pixabay)

È stato inoltre intercettato un conducente abusivo che utilizzava per il servizio un veicolo immatricolato per uso proprio, che era stato anche modificato con l’aggiunta di sedili per aumentare il numero di posti senza aggiornamento della carta di circolazione. Al trasgressore sono state contestate la violazioni degli articoli 85 e 78 del codice della strada per un totale di 600 euro, mentre il veicolo è stato sottoposto a fermo amministrativo per due mesi ed all’obbligo di ripristino del numero di posti indicato dalla carta di circolazione certificato con l’invio del mezzo ad una revisione speciale.

I controlli della Polizia Locale ai bus scolastici, proseguiranno nei prossimi giorni al fine di garantire la sicurezza dei piccoli studenti.

Pubblicato il Lascia un commento

Il Covid non “distrugge” il sovraffollamento delle classi

Ha resistito anche alle esigenze del Covid19 la concentrazione eccessiva di alunni per classe: secondo i calcoli pubblicati oggi da Tuttoscuola, “se si assume il limite di 25 alunni per classe – che si può ritenere certamente più ragionevole dal punto di vista della gestione didattica, almeno come limite massimo – come spartiacque tra la normalità e le classi pollaio, vi sono 31 mila classi (30.829) con oltre 25 alunni: 4.937 sezioni di scuola dell’infanzia, 3.283 classi di scuola primaria, 4.258 classi di scuola secondaria di I grado e ben 18.351 di II grado”.

Non avrebbe quindi avuto seguito l’articolo 231-bis della legge di conversione del decreto legge 34 “Rilancio” che ha previsto norme speciali, da realizzare con apposita ordinanza ministeriale, per “derogare, nei soli casi necessari al rispetto delle misure di cui all’alinea ove non sia possibile procedere diversamente, al numero minimo e massimo di alunni per classe previsto, per ciascun ordine e grado di istruzione, dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81”.

OCCASIONE MANCATA

È alto il rammarico per la mancata cancellazione di queste classi “pollaio”, che rimane sempre “un obiettivo che da sempre ha visto in prima linea proprio la ministra Azzolina. Con l’ordinanza in deroga – sostiene la rivista specializzata – si poteva già intervenire in vista dell’anno scolastico 2020-21. L’obiettivo era a portata di mano, sfruttando appunto anche il dispositivo contenuto nell’art. 231-bis del decreto legge 34 “Rilancio”. Si sarebbero potuti ottenere contestualmente due obiettivi: rispettare il parametro di deflusso e ridurre la numerosità delle classi a limiti più gestibili e conformi alle misure anti-covid. La riduzione della numerosità delle classi può infatti favorire il distanziamento, nonché una più funzionale organizzazione della classe e della gestione didattica. Un obiettivo che va comunque tenuto presente per il futuro”.

aula generica esami maturità 2019

QUANTI CLASSI NUOVE SERVIREBBERO

Sempre Tuttoscuola stima quanti “posti di organico aggiuntivo svilupperebbero quelle nuove classi 3.633 di risulta, tenendo conto dell’attuale rapporto docenti per classe. Per la scuola dell’infanzia, dove il rapporto medio di docenti per sezione è di 1,89 servirebbero 2.933 docenti; per la scuola primaria – rapporto docenti/classe 1,51 – servirebbero 445 posti in più; per la scuola secondaria di I grado – rapporto docenti/classe 1,80 – 534 posti in più; per la scuola secondaria di II grado – rapporto docenti/classe 1,81 – servirebbero 2.695 docenti”.

LE PRESSIONI DEL SINDACATO

Anief ha sempre sostenuto che con lo stato emergenziale derivante dal Covid19 bisognava prendere disposizioni urgenti nella formazione delle classi al fine di adeguare i meccanismi di distanziamento sociale per la prevenzione della diffusione di ulteriori epidemie. Anche l’Anief, con l’emendamento proposto al DL “Cura Italia” n. 18 del 17 marzo 2020, con l’intento di modificare la legge Tremonti-Gelmini n. 133/2008, riducendo in tre anni il rapporto medio nazionale alunni-classe dello 0,40, andava in questa direzione. Perché ridurre il numero massimo di alunni per classe garantirebbe infatti sicurezza, igiene e vivibilità degli ambienti di apprendimento. Solo in presenza di un numero non alto di alunni è infatti possibile assicurare agli allievi degli ambienti idonei allo svolgimento delle attività, ma anche laboratori e aree comuni di condivisione. In questo modo, sicurezza, diritto alla salute e allo studio vengono senz’altro assolti. Rivedere per legge i tetti dei numeri di alunni per classe, che nell’ultimo disegno di legge del M5S risulterebbero non oltre i 22-23 e in caso di presenza di disabili massimo 20 e non più derogabili, è una decisione che non si può più rimandare.

(fonte: Ufficio Stampa Anief)

Pubblicato il Lascia un commento

Coronavirus, Azzolina: “Distribuiti oltre 135 milioni di mascherine nelle scuole”

“Ad oggi abbiamo distribuito più di 135 milioni di mascherine nelle scuole di tutta Italia. Anche nella tua scuola o in quella di tuo figlio”. Lucia Azzolina prova così a rimbalzare le critiche degli ultimi giorni. Lo fa su Facebook attraverso un post in cui linka il sito su cui è possibile verificare in tempo reale a che sono le forniture.

lucia azzolina
Lucia Azzolina

“Su questo nuovo sito – si legge – potete verificare periodicamente l’esatta quantità di mascherine e gel disinfettante distribuiti dal Commissario Arcuri in ciascuna scuola italiana: https://bit.ly/3hZN8pu“.

“L’Italia – conclude la Azzolina – è l’unico Paese a fornire mascherine e gel gratuitamente al personale scolastico, agli studenti e alle studentesse. Attenetevi solo a questa fonte ufficiale per sapere quante mascherine e gel ha ricevuto la scuola di vostro interesse”.

Pubblicato il Lascia un commento

La discussa ordinanza piemontese sulla misurazione della febbre “rischia di mandare in tilt le scuole”

foto febbre mascherina coronavirus

Il governatore della Regione Piemonte Cirio ha firmato un’ordinanza che prevede l’obbligo di autocertificazione, da parte delle famiglie, dell’avvenuta misurazione della temperatura ai figli primi di mandarli a scuola. Ove ciò non avvenisse, scatta l’obbligo per la scuola di provvedere alla misurazione prima di consentire all’alunno l’accesso in classe.

“Alla fine il Governatore Cirio non ha resistito alla tentazione del colpo a effetto e, ignorando il messaggio chiaro inviato da ANIEF e dalle altre organizzazioni sindacali durante l’incontro con l’Assessore regionale all’istruzione, Elena Chiorino dello scorso 4 settembre, ha voluto firmare un’ordinanza per mettere anche la propria firma in calce all’imminente ripresa delle lezioni, dopo mesi di stop causati dalla pandemia”, spiega il sindacato. “Peccato che il provvedimento della Regione rischia di fare più danni che altro, andando ad introdurre un elemento di novità che potrebbe mettere sottosopra il già delicato e complesso protocollo di rientro in sicurezza che le scuole, in questi mesi, hanno attivato sulla scorta delle linea guida nazionali. Il protocollo, ricordiamo, prevede che siano le famiglie a provvedere alla misurazione della febbre ai figli prima di farli uscire e che, qualora la temperatura fosse superiore a 37,5 °C, debbano tenerli a casa e avvisare il medico di famiglia. L’ordinanza regionale aggiunge, adesso, l’obbligo per le famiglie di autocertificare l’avvenuta misurazione, disponendo che, ove ciò non fosse fatto, debba essere la scuola a misurare la febbre agli studenti prima di ammetterli in classe”.

foto febbre mascherinas

“Avevamo già spiegato – commenta Marco Giordano, presidente regionale ANIEF Piemonte – durante l’incontro dello scorso 4 settembre tra l’Assessore Chiorino, l’ufficio scolastico regionale e le organizzazioni sindacali della scuola, che le decisioni in tema di istruzione sono e rimangono di competenza dello Stato. Le scuole hanno già un protocollo che, con fatica e determinazione, hanno predisposto sulla scorta delle linee guida nazionali. Intervenire adesso, a gamba tesa e senza ascoltare le osservazioni della Direzione Regionale scolastica e dei sindacati, rischia di mettere in crisi quelle stesse scuole che il Governatore Cirio dice di voler aiutare”.

Anche il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico del Piemonte ha rilasciato un duro comunicato contro questa iniziativa intempestiva, di dubbia legittimità e che mette in discussione gli sforzi fin qui prodotti dalle scuole della regione per garantire il massimo livello di sicurezza possibile per la ripartenza, che deve passare necessariamente anche attraverso la responsabilizzazione delle famiglie.

“Come ANIEF Piemonte – conclude Giordano – non possiamo accettare che sulla scuola, specie in un momento così delicato, si consumino strumentalizzazioni politiche di alcun genere. Chiediamo al Governatore Cirio di ritirare immediatamente l’ordinanza, se non vogliamo che le scuole riaprano nel caos. Sulla ripresa delle lezioni è necessario che ci siano indicazioni chiare e univoche da Verbania a Siracusa, senza che ogni regione debba per forza metterci del suo. Ribadiamo l’invio alla Regione Piemonte di investire le risorse per la scuola in spazi e in personale docente e Ata se davvero si vuol dare una mano alle nostre istituzioni scolastiche”.

Pubblicato il Lascia un commento

Lezioni ridotte? Il Ministero: “Ogni minuto sarà recuperato”

“L’unità oraria può essere flessibile per aiutare l’organizzazione. Ma non si perderà neanche un minuto di monte orario. È già così in molte scuole da 20 anni”. È una precisazione importante quella fatta oggi dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, in un’intervista a Fanpage.it: rispondendo ai dubbi degli studenti sull’avvio del nuovo anno scolastico, che partirà per tutti il prossimo 14 settembre, come stabilisce un’ordinanza firmata dalla stessa ministra lo scorso 24 luglio, la ministra ha spiegato che “stiamo lavorando per affrontare tutte le criticità. L’obiettivo è riportare tutti gli studenti in classe. La didattica a distanza non sostituirà mai quella in presenza. Può integrarla, ma solo per le scuole secondarie di secondo grado”.

“Siamo sempre più convinti – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che il ritorno alla scuola in presenza, in sicurezza, sia indispensabile per poter tornare alla normalità. Per farlo nel migliore dei modi occorre quindi che non si attuino riduzione di offerta formativa, anche utilizzando spazi nuovi ed esterni agli istituti per rispettare il distanziamento minimo previsto dalle linee guida dello scorso 26 giugno: per scongiurare decurtazioni orarie servono però i 200 mila docenti e Ata chiesti da Anief in tempi non sospetti, una quantità non molto lontana dalle richieste di integrazione d’organico che stanno giungendo in questi giorni dagli Uffici Scolastici Regionali”.

LE RASSICURAZIONI DELLA MINISTRA

Lucia Azzolina ha quindi ribadito che fermo restando l’autonomia sulla durata delle lezioni, “non si perderà neanche un minuto di monte orario” quindi facendo intendere che eventuali decurtazioni di unità oraria verranno recuperate sempre sotto forma di attività didattica. Nessuna riduzione delle lezioni a 45 minuti è prevista dalle linee guida per la Didattica Digitale Integrata, ha assicurato oggi anche il ministero dell’Istruzione. La ministra dell’Istruzione ha poi confermato che per settembre comunque non ci saranno problemi d’organico, sia per gli insegnanti sia per gli Ata, questione sollevata anche dalle Regioni: dal ministero dell’Istruzione, ha concluso Azzolina, abbiamo “già chiesto al Mef 80mila posti e a giorni formalizzeremo le risorse per ulteriori docenti e personale ATA”.

LA POSIZIONE DEL SINDACATO

Secondo l’Anief diventa quindi fondamentale, anche per lo svolgimento del monte orario settimanale non decurtato, che le assunzioni, sia a tempo indeterminato sia annuali, si realizzino in tempo utile e con modalità corrette. Per svolgere le lezioni settimanali previste dal Ptof e dalle linee guida ministeriali, infatti, è indispensabile che il Consiglio di Classe sia composto da tutti i docenti: eventuali “buchi”, ovvero posti liberi o vacanti non coperti, comporterebbero l’avvio della scuola in forma oraria ridotta. E lo stesso discorso vale per il personale Ata, senza il quale non c’è organizzazione, supporto didattico, sorveglianza e pulizia dei locali. Quella del ritorno all’istruzione in presenza con lezioni ridotte è una condizione che il giovane sindacato ha reputato inattuabile, poiché gli alunni hanno già perso tanto tempo scuola in presenza a causa del lockdown avviato dallo scorso mese di marzo ed in alcune regioni del Nord da fine febbraio. Va bene, quindi, avere ben chiaro questo concetto, al quale si accompagna quello dell’organico adeguato.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE

“Considerando che il Governo ha detto che i fondi per la scuola ci sono e che senza personale adeguato è inutile portare avanti qualsiasi discorso di didattica ordinaria, l’assunzione del personale aggiuntivo va fatta e possibilmente anche a tempo indeterminato, non certo la modalità “usa e getta” sinora prospettata. Come vanno immessi in ruolo i docenti su tutti i 150 mila posti vacanti, considerando i posti in deroga del sostegno, anche da graduatoria d’Istituto e con ‘chiamata veloce’. Non si commetta l’errore fatto con le Graduatorie provinciali per le supplenze, impostate su un impianto normativo carente e discriminatorio che ha costretto l’Anief a produrre una serie di ricorsi contro le esclusioni illegittime e le tabelle di valutazione dei titoli cambiate in corsa”.

(fonte: Ufficio Stampa Anief)

Pubblicato il Lascia un commento

Università, ripresa attività didattica in presenza, ANIEF presente all’incontro con il M.U.R.

Il 29 luglio 2020, si è svolto in videoconferenza l’incontro tra OO.SS. e M.U.R. La delegazione ANIEF era composta dal Dott. Luigi Guerriero, dal Dott. Stefano Lazzarini e dal Dott. Luigi Rotundo

Ha aperto i lavori la Dott.ssa Gargano che ha illustrato l’argomento oggetto della riunione riguardante la ripresa dell’attività didattica in presenza. Per l’ANIEF è intervenuto il Dott. Lazzarini che ha evidenziato la necessità di seguire quanto indicato dalla circolare della funzione pubblica per ciò che riguarda le azioni da porre in essere onde garantire la sicurezza di studenti e personale TAB. Lo stesso ha poi richiamato l’attenzione su alcuni punti di criticità da prendere in debita considerazione per le successive fasi di ripresa.

Primo punto evidenziato è quello della necessità di adottare tutti gli accorgimenti possibili di natura tecnica e finanziaria per sostenere gli atenei che hanno operato un taglio sostanziale delle tasse per garantire il diritto allo studio e il sostegno delle famiglie. Tali provvedimenti sono volti a prevenire il possibile calo di immatricolazioni stimato tra il 20 ed il 30%. Calo dovuto ai molteplici fattori innescati dalla pandemia, uno su tutti la drammatica crisi finanziaria.

Altro importantissimo punto di criticità richiamato è stato quello relativo alla impellente necessità di far svolgere i tirocini obbligatori agli studenti delle Facoltà di Medicina siano essi afferenti ai Corsi di Laurea in Medicina che ai Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie.

Infatti lo stato attuale di cose, evidenzia Lazzarini, sta comportando l’impossibilità di svolgere le prescritte ore di tirocinio obbligatorio e questo ha effetti soprattutto per gli studenti dell’ultimo anno con l’impossibilità di sostenere il relativo esame e quindi di laurearsi nei tempi prescritti.

Questo comporterebbe una perdita di chance sia in ordine alla possibilità di partecipare ad eventuali concorsi che alle prove di accesso ai corsi di laurea specialistica. È intervenuto poi il Presidente della CRUI Prof. Ferruccio Resta che ha ringraziato tutto il personate TAB per quanto fatto in una situazione di grande difficoltà ponendo l’accento sul fatto che la didattica a distanza è un’opportunità ed un salvagente in una fase emergenziale ma non può essere la normalità.

Rimarca inoltre il fatto che il ruolo della CRUI debba essere più attivo con l’emanazione di linee guida chiare sull’organizzazione pur nel rispetto dell’autonomia dei singoli atenei. Occorre ricominciare pensando ad un sistema che oltre a garantire la sicurezza possa essere rapidamente commutato in caso di necessità dovuta ad una seconda ondata.

Infine è intervenuto Il Ministro Manfredi che ha sottolineato come il sistema università abbia retto benissimo all’urto dei momenti difficili che abbiamo passato, posizione che condividiamo pienamente. Ha comunicato che sono state previste risorse aggiuntive per gli atenei a sostegno delle iniziative prese dagli stessi in favore degli studenti e delle loro famiglie.

Proseguendo ha sottolineato che Il momento odierno è comunque complicato, c’è una forte aspettativa per un ritorno alla normalità. Chiudere non è semplice ma riaprire è molto più complesso in quanto comporta forti assunzioni di responsabilità da parte di tutti.

Occorre continuare a garantire i servizi anche attraverso una nuova organizzazione del lavoro che favorisca una dematerializzazione dei processi prendendo spunto dalle nuove forme di espletamento della prestazione di lavoro. Ha poi evidenziato il fatto che l’Università non è soltanto Didattica ma anche Ricerca e cultura volano per la crescita del paese.

Da quanto detto emerge che la ripartenza deve essere ponderata onde mettere tutti in condizioni di sicurezza ed accompagnata da una particolare interlocuzione dell’istituzione con i territori.

In chiusura ci si è dato appuntamento nelle prossime settimane per una prosecuzione del dialogo con le parti sociali su importanti temi quali l’elaborazione dei progetti per l’impiego dei fondi del Recovery Fund e la stagione dei rinnovi contrattuali.

Pubblicato il Lascia un commento

Proroga al 15 ottobre anche per la ripartenza della scuola, l’applauso di Anief

La proroga fino a metà ottobre dello stato di emergenza epidemiologica è una condizione necessaria. Il premier Giuseppe Conte lo ha spiegato oggi al Senato, ricordando che senza la proroga dello stato emergenziale “verrebbe a cessare le proprie funzioni anche il comitato tecnico-scientifico, che in questi mesi ha svolto un ruolo importante nel sostenere e motivare con evidenze scientifiche, sempre che sia dia importanza alle evidenze scientifiche”.

L’APPREZZAMENTO DEL SINDACATO

Anief ritiene positiva l’azione intrapresa dalla maggioranza di Governo per mettere anche nelle condizioni le scuole a ripartire con l’attività didattica ordinaria in presenza. Anche l’intenzione espressa, di non facile attuazione, di convogliare l’election day del 20 e 21 settembre in strutture alternative. Gli studenti, infatti, hanno bisogno di svolgere il maggior numero di giorni di scuola, anche al fine di recuperare quelli non svolti nei tre mesi finali dell’ormai passato anno scolastico a causa del lockdown dovuto al Covid19.

LE RISERVE DELL’ANIEF

L’apprezzamento del sindacato per l’azione del Governo Conte-bis sulla ripresa della scuola contiene però anche delle riserve. Sono quelle che derivano dalle incertezze sul nuovo reclutamento e sulla volontà di cancellare la supplentite: accanto ai concorsi, peraltro di non facile attuazione nell’attuale fase di perdurante emergenza sanitaria, andavano infatti assorbiti nei tanti posti vacanti e disponibili tutti coloro che negli ultimi anni hanno dimostrato, con il conseguimento di titoli, abilitazioni, specializzazioni e servizi svolti, di poter svolgere la professione dell’insegnante da immessi in ruolo. Inoltre, non bisognava porre limitazioni all’incremento di organico necessario per affrontare la ripresa, con classi da non più di 15 alunni, rispondendo positivamente alla richiesta formulata dall’Anief da inizio di maggio di assumere almeno 200 mila nuovi insegnanti, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici.

LE ISTITUZIONI LO SANNO

Il sindacato ha espresso queste necessità allo stesso premier Giuseppe Conte, a Villa Pamphilj e in tutte le occasioni che ha incontrato i dirigenti ministeriali per esprimere un parere nella stesura delle Linee Guida ministeriali derivanti dal documento del Comitato tecnico-scientifico sulla ripresa delle lezioni. Certamente, il mantenimento in vita del Cts è una condizione importante, perché garantisce l’apporto di esperti nella gestione di una fase molto delicata, quale è quella della ripresa delle attività ordinarie, tra cui quella scolastica. Un apporto sul quale tra non molto confluiranno anche i fondi europei del Recovery Fund, che a detta della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina verranno destinati prioritariamente per la cancellazione della vergogna tutta italiana delle classi pollaio.

Pubblicato il Lascia un commento

Azzolina a Firenze: “Il 14 settembre si torna a scuola, lo ribadisco”

“Ieri nuova tappa sui territori in vista della ripartenza di settembre: sono stata in Toscana, a Firenze. Come vi ho raccontato, ho iniziato la giornata visitando lo splendido Teatro della Pergola, che ha messo a disposizione i suoi locali per ospitare le lezioni nel nuovo anno scolastico”. Lo afferma Lucia Azzolina in un post Facebook.

“Il 14 settembre, lo ribadisco ancora una volta, si ritornerà a scuola. Stiamo lavorando per questo. E se si parla di aule sovraffollate (le cosiddette classi pollaio) è bene ricordare un po’ di storia e capire da dove nascono: sono il frutto di tagli brutali che sono stati fatti in passato e ai quali noi adesso stiamo rimediando, investendo tanti soldi sulla scuola. Da gennaio ad oggi abbiamo mobilitato sei miliardi”.

“E ora – continua Azzolina – i fondi europei del Recovery Fund ci permetteranno anche di investire di più nell’edilizia scolastica e di ridurre il numero degli alunni per classe. Questo consentirà di fare una didattica migliore, di poter seguire meglio gli studenti. E tranquillizzerà molto anche le famiglie”.

“Al Tavolo regionale per la ripresa, in Toscana, ho potuto apprezzare la collaborazione da parte di tutti gli Enti locali. Ci sono delle criticità, ma risolvibili. Per quanto riguarda gli spazi, verranno anche utilizzati edifici scolastici dismessi. Nel frattempo al Ministero dell’Istruzione stiamo scrivendo il decreto per ripartire l’organico aggiuntivo a tutte le regioni d’Italia”.


Pubblicato il Lascia un commento

GPS, i sindacati: “Gravi disservizi sulla piattaforma”

Le organizzazioni Sindacali del Comparto Istruzione – Settore Scuola (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals, Gilda) denunciano il grave malfunzionamento del sistema di gestione di inserimento delle domande di GPS che perdura oramai da diverse ore già dall’apertura della funzione, “provocando gravissimi disservizi e malcontenti tra le centinaia di migliaia di docenti precari alle prese in queste ore con la compilazione delle domande”.

“Si chiede – spiegano i sindacati – a tale proposito l’immediato intervento per ripristinare il regolare funzionamento nel tempo più breve possibile, prevedendo sin da ora una proroga dei termini di scadenza previsti”.

sigle sindacali scuola

“Il perdurare del disservizio – si legge in una nota delle sigle sindacali – può configurarsi come ìinterruzione di pubblico servizio’, condizione tale da compromettere gravemente i diritti del personale interessato oltre al grave danno in termini di efficenza delle procedure amministrative ad esso correlate a partire dal regolare avvio dell’anno scolastico”.


Pubblicato il Lascia un commento

Gara pubblica per l’acquisto di banchi scolastici

Il Commissario straordinario per l’Emergenza Covid, Domenico Arcuri, su richiesta della Ministra dell’istruzione Lucia Azzolina, ha indetto una Gara pubblica europea per l’acquisto di un massimo tre milioni di banchi per garantire la riapertura dell’anno scolastico in sicurezza: in particolare, fino a 1,5 milioni di banchi monoposto tradizionali e fino a 1,5 milioni di sedute attrezzate di tipo innovativo.

Il Bando contiene i criteri sulla base dei quali le offerte verranno valutate secondo una procedura concorrenziale, trasparente, accelerata. Tra questi verrà ovviamente considerato anche il prezzo per ciascuna tipologia richiesta che, quindi, altrettanto ovviamente sarà dettato dal mercato.

aula scuola generica

Il Bando – pubblicato sui siti della Presidenza del Consiglio/Commissario straordinario, dei Ministeri della Salute e dell’Istruzione e su quello della Protezione Civile – prevede che le imprese dovranno assicurare, oltre a un numero minimo di banchi tradizionali o sedute attrezzate innovative anche l’imballaggio, il trasporto, la consegna e il montaggio dei prodotti entro il 31 agosto 2020.

La scadenza per la presentazione delle offerte è fissata per il 30 luglio. La sottoscrizione dei contratti avverrà entro il 7 agosto 2020.