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La lettera di Marcello Pacifico al premier Conte

conte e azzolina conferenza stampa

Il Paese si accinge a riprendere, lentamente, la normale vita, provando a organizzarsi dopo il periodo drammatico causato dall’emergenza epidemiologica. Anche la scuola dovrà ripartire e per fare ciò occorreranno proposte utili per riprendere le attività didattiche a settembre, in completa sicurezza.

Per questo motivo, l’ANIEF, per conto del proprio presidente nazionale Marcello Pacifico, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. Attraverso essa, il giovane sindacato ha voluto avanzare le proposte adeguate per dar vita a un patto per il rilancio della scuola. 

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)

Al fine di poter ripartire il prossimo anno in piena sicurezza, i punti cruciali da affrontare, secondo l’ANIEF, sarebbero i seguenti:

  •  assunzione dei docenti precari, soprattutto con un’immediata procedura di assunzione per soli titoli e con l’utilizzo delle graduatorie d’istituto provinciali;
  •  stabilizzazione dei tanti docenti di sostegno presenti sul territorio nazionale, che da anni lavorano presso gli istituti statali con contratti a tempo determinato;
  •  stabilizzazione del personale Ata su tutti i posti vacanti e disponibili;
  •  distanziamento sociale;
  •  eliminazione delle cosiddette “classi pollaio” con la riduzione del numero degli alunni per ogni classe.

All’interno della comunicazione al premier Conte, il giovane sindacato conferma la propria disponibilità a illustrare nel dettaglio le proposte avanzate e a confrontarsi sul merito delle stesse nel corso di specifici tavoli che, possibilmente, saranno convocati.

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Secondo incontro del Tavolo Permanente per gli Esami di Stato

sede Miur Trastevere Roma

Su indicazione del capo dipartimento del ministero, le organizzazioni sindacali rappresentative parteciperanno al secondo incontro del Tavolo Permanente Nazionale per gli Esami di Stato, costituito con il decreto n.26 del 22 maggio 2020 che si pone tra i diversi obiettivi quello di verificare l’attuazione, presso le istituzioni scolastiche, delle indicazioni contenute nel Documento tecnico scientifico per gli esami di Stato emanato dal CTS-Comitato Tecnico Scientifico, del 15 maggio 2020.

sede Miur Trastevere Roma
Sede Miur Trastevere Roma

ANIEF sarà presente col suo presidente nazionale, Marcello Pacifico, che ha commentato positivamente la proposta del Ministero e l’attivazione di questo tavolo, dichiarando anche come la stessa ANIEF “sia sempre più determinata a essere in prima linea per poter garantire la sicurezza degli esami di Stato e, soprattutto, per organizzare al meglio la ripresa a settembre delle attività didattiche. In caso di condizioni sanitarie favorevoli, infatti, si spera di poter tornare in classe a fare vera scuola e vera didattica. Al fine di ottenere tutto ciò occorrono, però, idee che permettano di garantire un’organizzazione massima del prossimo anno scolastico”.

Al fine di potenziare al massimo la rappresentatività connessa al ruolo del sindacato, ANIEF propone a tutti gli interessati di avanzare le proprie idee oppure di comunicare i propri dubbi relativi al protocollo di sicurezza, inviando una mail alla segreteria nazionale del nostro sindacato, alla casella di posta elettronica segreteria@anief.net. Le vostre proposte saranno immediatamente analizzate dal nostro ufficio legislativo e portate sia al tavolo nazionale che ai tavoli regionali.

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Bonus merito sia assegnato solo ai docenti, l’appello della Gilda alle RSU

ccnl comparto scuola soldi

La Gilda degli Insegnanti lancia un appello alle Rsu docenti affinché non firmino le contrattazioni di istituto che assegnano i fondi del bonus merito a tutti i lavoratori della scuola. “Con questa iniziativa – spiega il sindacato – intendiamo ribadire la specificità e la centralità della professione docente che non può essere assimilata a mere funzioni impiegatizie. Pur se nell’ambito della contrattazione d’istituto, dunque, le somme che la legge 107/2015 aveva previsto per il bonus merito devono essere comunque destinate ad incentivare le attività degli insegnanti e non distribuite a tutto il personale scolastico. Il bonus, infatti, non è erogato con criteri uguali in tutte le scuole: non stiamo parlando dei differenti criteri del vecchio Comitato di valutazione, ma dell’inedita distribuzione fra docenti e Ata di questa risorsa, stanziata, occorre ricordarlo, per la valorizzazione dei docenti”.

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“Assegnare le risorse del merito confluite nel Fis a tutto il personale scolastico significa far venire meno anche il riconoscimento della didattica a distanza e di tutte le difficoltà che ha comportato. In tal senso, riteniamo ingiusto che il cosiddetto ‘lavoro agile’ sia riconosciuto come modalità di prestazione del servizio soltanto al personale amministrativo e non anche agli insegnanti che, grazie al loro impegno e alla loro professionalità, hanno continuato a garantire il diritto all’istruzione ai loro alunni”.

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Call veloce, c’è il dl. Ma il sindacato: “Ancora nodi da sciogliere”

lucia azzolina

Prende il via la ‘chiamata veloce’, il meccanismo di assunzione previsto dal Decreto Legge 126 del 2019, approvato lo scorso dicembre, introdotto per velocizzare i tempi di accesso al ruolo per gli insegnanti e coprire più rapidamente le cattedre vacanti. Secondo i calcoli del dicastero dell’Istruzione, tale modalità innovativa di reclutamento “consentirà a molti insegnanti di ottenere più velocemente la cattedra, andando dove ci sono posti liberi. Ma anche di assegnare posti che, altrimenti, rimarrebbero vuoti e sarebbero coperti con contratti a tempo determinato. La procedura è valida anche per il personale educativo”.

IL COMMENTO DELLA MINISTRA

Secondo la ministra Lucia Azzolina, la call veloce “rappresenta una novità assoluta e, insieme alla digitalizzazione e provincializzazione delle graduatorie dei supplenti è uno degli strumenti che abbiamo votato in Parlamento, lo scorso dicembre, per rendere più efficiente il sistema di copertura delle cattedre”. La chiamata veloce “offre una opportunità in più agli insegnanti per essere assunti: su base del tutto volontaria, potranno spostarsi in un’altra regione o anche provincia nel caso delle graduatorie ad esaurimento, per ottenere più rapidamente la cattedra. Andando ad occupare posti altrimenti destinati a essere dati a supplenza. Fino ad oggi non era possibile farlo”.

CHI VI PARTECIPA

Alla chiamata veloce potranno partecipare coloro che sono inseriti nelle graduatorie di concorso vigenti e nelle graduatorie ad esaurimento. Ad esempio, chi è in graduatoria nel Lazio, scrive il MI, ma non riesce ad ottenere l’assunzione per carenza di posti, potrà decidere di aderire alla chiamata veloce per ottenere una cattedra rimasta scoperta in una o più province di un’altra regione. Gli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento potranno optare per un’altra regione, ma anche per una provincia diversa della stessa regione in cui sono in graduatoria. Tutte le specifiche sono indicate nel decreto. La domanda sarà presentata per via telematica. Tutte le tempistiche, ha ancora annunciato il ministero dell’Istruzione, saranno successivamente indicate sul sito del ministero dell’Istruzione.

I NODI DA SCIOGLIERE PER ANIEF

Premesso che la procedura avrà valenza annuale e si procederà alla scelta della regione e delle rispettive province presentando l’istanza e ogni dodici mesi si verrà inseriti in una nuova graduatoria, per l’Anief vi sono dei punti, già comunicati al ministero dell’Istruzione, che il decreto deve necessariamente contenere: la pubblicazione delle disponibilità dei posti in contemporanea, da parte dei vari Uffici scolastici, in modo da poter permettere ai docenti, nei tempi ristrettissimi indicati dal decreto, la scelta consapevole della regione e delle province; la possibilità per coloro che sono stati immessi in ruolo da GaE con clausola rescissoria o che siano presenti nelle GAE con riserva di poter partecipare alla ‘call veloce’ con lo scioglimento della stessa all’atto dell’assunzione dalle nuove graduatorie.

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Assunzioni Quota 100: ANIEF avvia il ricorso per partecipare alla mobilità

sede Miur Trastevere Roma

Sono ormai pressoché concluse in tutta Italia le operazioni di nomina in ruolo sui posti residui della cosiddetta Quota 100 sul contingente dell’a.s. 2019/2020. Per i neo assunti è stata disposta l’immissione in ruolo con retrodatazione giuridica dal 1° settembre 2019 e decorrenza economica dal 1° settembre 2020. Il Ministero dell’istruzione ha, però, dato indicazioni agli uffici scolastici regionali di non validare eventuali domande di mobilità presentate dai neo immessi su tali posti.

ANIEF ritiene illegittima tale decisione poiché in aperta violazione del disposto di cui all’art. 3 comma 2 del CCNI Mobilità 2019/22 secondo cui “I docenti destinatari di nomina giuridica a tempo indeterminato successivamente al termine di presentazione delle domande di mobilità sono riammessi nei termini entro 5 giorni dalla nomina e nel rispetto dei termini ultimi per la comunicazione al SIDI delle domande di mobilità previsti nell’apposita O.M.”.

sede Miur Trastevere Roma
Sede Miur Trastevere Roma

Pertanto, tutti coloro che hanno presentato domanda entro il 5 giugno (termini ultimo di presentazione a SIDI delle domande) hanno diritto a partecipare ai trasferimenti provinciali e interprovinciali. L’unica eccezione è rappresentata dai docenti assunti dalla GMRE del concorso straordinario della secondaria di primo e di secondo grado, su cui grava il nuovo vincolo quinquennale di permanenza nella scuola di titolarità, vincolo contro cui ANIEF ha peraltro avviato uno specifico contenzioso. Ma per tutti gli assunti da altre graduatorie (GaE, GM 2016, GMRE concorso straordinario infanzia-primaria) va garantita la possibilità di presentare domanda di trasferimento.

ANIEF invita, quindi, tutti gli interessati che abbiano presentato domanda cartacea di mobilità entro il 5 giugno ad aderire al ricorso al giudice del lavoro.

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Neo-laureati in Farmacia a Salerno chiedono l’abilitazione al lavoro

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“Siamo neo laureati in Farmacia ed in questo periodo storico-economico di grande difficoltà iniziare a lavorare sarebbe un sollievo per noi e per le nostre famiglie. Noi studenti dell’Università di Fisciano, successivamente alle 600 h di tirocinio, sosteniamo un colloquio orale presso l’ordine dei Farmacisti di Salerno . Dunque, in aggiunta alla preparazione teorica fornitaci dal percorso di studi ci avvaliamo di una una conoscenza basica delle nozioni pratiche che solo stando in farmacia si apprendono. Con grande rammarico si rappresenta che la figura professionale del Farmacista è stata rivalutata in senso negativo e purtroppo, causa Covid-19, molti colleghi hanno fatto prevalere il lato commerciale più che quello scientifico. L’attenzione, però, dovrebbe cadere anche su di un’altra figura professionale: il medico. Molti di loro in questi mesi hanno preferito non esercitare caricando i Farmacisti di un’ulteriore lavoro che, è stato svolto egregiamente. I pazienti, quindi, hanno continuato ad avere assistenza medica grazie all’instancabile lavoro di noi Farmacisti che abbiamo messo in primo piano l’assistenza ai pazienti purtroppo spesso abbandonati dai loro medici. Abilitare noi neo laureati Farmacisti porterebbe ad una serie di vantaggi. In primis, ovviamente, sarebbe un respiro per tutte le famiglie evitare di pagare 400 euro (e ci sono famiglie in cui due sono i figli a dover sostenere l’esame, dunque la cifra è di 800 euro); abilitare significa dare la possibilità a noi ragazzi, imbottiti di nozioni teoriche, di iniziare a praticare la professione; abilitare significa dare una mano a tutti quei colleghi che hanno lavorato il doppio delle ore e con il doppio della paura. Si, paura. Paura di essere contagiati e di contagiare a loro volta, figli e mariti e/o mogli perché ricordiamoci sempre che il Farmacista è pur sempre un operatore sanitario a contatto con i pazienti. Il nostro non vuole essere un escamotage tipico da liceali ma chiediamo solo essere valutati per ciò che valiamo. Infermieri medici e farmacisti sono gli operatori sanitari coinvolti in prima linea, ognuno ha la propria preparazione utile per fronteggiare l’emergenza. Basta subordinare le figure, iniziamo a rispettarci e sopratutto ad ascoltarci. Ci auguriamo in una risposta in tempi brevi in quanto abbiamo atteso troppo tempo in un emergenza sanitaria che ora si sta è trasformata anche in economica; inoltre non possiamo continuare a rimanere in un incertezza totale in cui non conosciamo esattamente le modalità dell’esame a cui andiamo a sottoporci. Purtroppo le università si sono semplicemente espresse indicando il tempo ossia 30 minuti di una prova orale ma non sulle esatte modalità quindi si aggiunge al periodo emergenziale generale anche uno stress psicofisico che va a gravare sullo studente”.

Questa la lettera aperta diffusa dai rappresentanti dei Dottori in Farmacia dell’Università degli studi di Salerno.

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Carta del Docente anche ai precari scuola: non è detta l’ultima parola

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Le questioni dei precari della scuola continuano a tenere banco in Parlamento. Era quasi fatta nel Decreto Scuola, l’estensione della Carta del docente, ma di 300 euro e non 500, ai docenti precari: l’emendamento aveva passato le maglie della VII Commissione cultura, ma che si era infranto con la Ragioneria dello Stato che lo aveva bocciato. La misura – ricorda Orizzonte Scuola – era stata inserita “durante l’esame in commissione Istruzione e prevedeva che per il 2020 la carta del docente fosse estesa agli insegnanti con contratto almeno fino al 30 giugno 2020 anche se con un budget ridotto di 300 euro rispetto ai 500 dei colleghi di ruolo nelle scuole statali. La maggioranza ci riprova, questa volta con un emendamento al Decreto Rilancio” promosso dal Pd.

IL NUOVO TENTATIVO

Come nel caso dell’emendamento al Decreto Legge n. 22 presentato al Senato, promosso anche dal sindacato Anief ma cassato dai rilievi della Ragioneria dello Stato, con questa modifica si vuole ora estendere al personale precario con supplenza annuale, fino al 30 giugno o 31 agosto dell’anno successivo, “l’importo nominale di euro 500 annui (…) per l’acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste comunque utili all’aggiornamento professionale, per l’acquisto di hardware e software”.

carta docente chi ne ha diritto

LA POSIZIONE DELL’ANIEF

Anief ha sempre considerato l’allargamento della carta docente al personale precario una questione di equità: sin dall’approvazione del comma 124 dell’art.1, che ha introdotto la condizione di perentorietà e di continuità sul tema della formazione in servizio facendola rientrare all’interno degli adempimenti della funzione docente, e quindi introducendo il bonus annuale da 500 euro. Stiamo parlando di un errore palese del comma 124 della Buona Scuola, che ha negato la ‘formazione in servizio’ ad un docente italiano su quattro, oltre che ad altre figure professionali della scuola. Ecco perché l’Anief conferma la sua battaglia contro questa ingiustizia proponendo il ricorso al Giudice del Lavoro, al fine di fare ottenere a tutti i dipendenti in servizio nella scuola pubblica, quindi anche personale Ata, educatori e altri ancora oggi esclusi, l’accesso al bonus di 500 euro che continua ad essere concesso solo ai docenti in servizio a tempo indeterminato. 

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PROCEDURA ABILITANTE 2020 SECONDARIA, Anief ricorre contro il vincolo del contratto in essere per accedere

Anief avvia il ricorso contro il vincolo del contratto in essere per accedere ai percorsi abilitanti del concorso straordinario: il ricorso sarà proposto presso il Tar del Lazio per ottenere l’accesso alla procedura abilitante anche di quanti non avranno in essere un contratto annuale o fino al termine delle attività didattiche previsto dalla legge 159/2019 per accedere ai percorsi abilitanti. 

La legge citata prevede la possibilità di conseguire l’abilitazione partecipando al concorso straordinario 2020 solo per coloro che avranno in essere un contratto annuale o fino al termine delle attività didattiche. Nel caso non intervengano modifiche a tale previsione, Anief proporrà specifica azione legale, al fine di tutelare i diritti di quanti vorranno rivendicare il diritto a conseguire l’abilitazione all’insegnamento, essendo in possesso di tre anni di servizio, pur non avendo un contratto in essere.

Per preaderire, clicca qui.

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Rientro in presenza a settembre, ieri l’incontro Conte – sindacati

conte e azzolina conferenza stampa

Il Governo continua ad operare per far tornare in classe in sicurezza a settembre oltre otto milioni di alunni e un milione e 300 mila lavoratori della scuola: durante l’incontro del 4 giugno tra il presidente del Consiglio ed alcuni ministri, tra cui quello dell’Istruzione, con gli enti locali, le parti sociali e le associazioni, Anief era rappresentata dal suo presidente nazionale: “Il lavoro fatto per realizzare il protocollo sulla sicurezza e l’intesa sugli esami di Stato è stato condiviso – ha detto il professor Marcello Pacifico -: abbiamo ricevuto i documenti, quindi va spesa una lancia a favore della ministra Lucia Azzolina e del Governo, perché ha reso partecipe il sindacato dei processi decisionali. Il fatto che oggi siamo tutti qui riuniti significa che il Governo c’è e vuole interloquire con tutte le forze sociali, con la società civile, con le associazioni”.

conte e azzolina conferenza stampa

Il sindacalista autonomo ha detto di avere “studiato il documento tecnico-scientifico: abbiamo letto, nella parte centrale, che c’è un confronto tra quello che sta avvenendo in Italia e in Europa. Ma la parola chiave è ‘distanziamento’: noi abbiamo un numero ridotto di classi in Italia, dopo un dimensionamento che negli ultimi 12 anni ha falcidiato 4 mila istituti, tagliato 300 mila posti nel settore scuola, università e ricerca e dismesso 15 mila edifici scolastici: edifici che appartengono allo Stato, ma non sono più utilizzati. Quindi, se volessimo sdoppiare le classi, il posto dove mettere gli alunni che non entrano nelle scuole lo Stato ce l’ha”.

“Il problema è che lo Stato sembra volere ridurre le lezioni a 40 minuti e fare orari scaglionati: una eventualità, questa, però molto difficile, perché dovrebbe prevedere una elasticità oraria anche nel mondo del lavoro, sia pubblico che privato, in questo momento impensabile. Al momento, comunque, è bene ragionare sulla grandezza delle classi: se vogliamo mantenere il distanziamento sociale, se noi abbiamo un’aula media di 35 metri quadri, più di 15-16 alunni allora non ci possono entrare. In questo modo, limitando il numero degli allievi, non ci sarebbe bisogno di applicare i turni.

Su questo punto, il presidente Anief ha fornito un suggerimento: “Siccome sono in arrivo 172 miliardi per Recovery Fund, bisognerebbe riuscire a recuperare 10-12 miliardi di quei soldi per la Scuola, legandoli anche alla Sanità e alla Sicurezza. In questo modo, quindi uscendo dagli altri vincoli di bilancio, si andrebbe a ridare alla scuola, considerandole spese di funzionamento, quello che ha perso negli ultimi dodici anni. È un concetto che porteremo avanti anche con le sigle europee che Anief si accinge ad incontrare in Commissione UE nelle prossime ore”.

Pacifico ha ricordato anche che la spesa per la sicurezza nelle scuole è un investimento: “Per cancellare le classi ‘pollaio’, portando gli iscritti a non oltre 20 per classe, servirebbero 4 miliardi di euro. Poi, giustamente, ne servirebbero altri per il personale: è bene ricordare, a questo proposito, che il 50% dei lavoratori della scuola sono ‘fragili’, perché over 55 anni: c’è quindi un evidente problema di tutela della salute del personale della scuola”.

Gli edifici per evitare rischi epidemiologici, però, li abbiamo: “Riprendiamo e adattiamo quelli dismessi, abbiamo tre mesi di tempo per farlo – ha esortato il leader dell’Anief -. Bisogna quindi intervenire sulla Legge tagli-scuola n. 133 del 2008 che ha imposto il dimensionamento. Infine, bisogna ampliare gli organici: i concorsi sono stati rinviati, ma sull’assunzione dei precari rimane sempre da applicare una sentenza della Corte di Giustizia Ue, quella sul docente Fabio Rossato di qualche anno fa, che ha evidenziato il mancato risarcimento agli insegnanti di ruolo per l’abuso dei contratti a termine: una sentenza che nel rispondere al problema atavico del precariato italiano, che si trascina da vent’anni, dice che occorre una procedura di reclutamento non più aleatoria, incerta e imprevedibile”.

“Ecco perché – ha concluso Pacifico durante il suo intervento di alcuni minuti – serve una stabilizzazione con procedura concorsuale riservata, da quelle graduatorie d’istituto che il Governo ha fatto bene a riaprire e a trasformare in provinciali con il decreto scuola: si potrebbero quindi reclutare i precari da quelle graduatorie, le quali sono dello Stato e prodotte con titoli di studio rilasciati dallo Stato”.

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Precari scuola, Di Meglio (Gilda): “Questo concorso di straordinario non ha più niente”

Rino di Meglio

“Il risultato dell’estenuante lavoro parlamentare svolto in Commissione Istruzione al Senato è che nessun precario verrà stabilizzato a settembre, disattendendo così totalmente agli accordi assunti dal governo con i sindacati oltre un anno fa, firmati dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dai ministri Bussetti e Fioramonti.

Rino di Meglio
Il coordinatore della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio

Con l’approvazione dell’emendamento di maggioranza, lo scenario che si profila per i precari con 3 anni di servizio non è più quello di un concorso straordinario con procedura semplificata, ma appare molto più simile a un concorso ordinario i cui tempi di svolgimento sono imprevedibili. Tra precariato dilagante e coronavirus, definire ‘difficile’ l’avvio del prossimo anno scolastico è un eufemismo”.

A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti. 

https://www.mondodocenti.com/prodotto/bravi-bravissimi-matematica-3-classe-2/