Dal concorso straordinario, le cui domande di partecipazione previste per domani sono state rinviate per via dell’emendamento approvato in Senato al Decreto scuola contro cui il giovane sindacato annuncia l’ennesimo ricorso per far inserire tutti i precari nella graduatoria di merito al Decreto rilancio dove il miliardo e mezzo stanziato non consente la riapertura in sicurezza.
Il sindacato autonomo Anief si fa portavoce dell’enorme malcontento del personale scolastico a tempo indeterminato e determinato e procede con il primo passo verso la mobilitazione generale: la comunicazione è stata inviata oggi alle istituzioni ministeriali di competenza. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i motivi della protesta riguardano la mancata attuazione di un piano di investimenti urgente, anche in relazione all’emergenza sanitaria in atto, che avrebbe consentito al settore Scuola del comparto Istruzione e ricerca di rispondere in modo appropriato a una situazione particolarmente difficile, che a settembre, quando rientreranno in classe più di otto milioni di alunni e un milione e 300 mila tra docenti, Ata e dirigenti, diventeranno impossibili da fronteggiare. Sul precariato non ci sono state le risposte adeguate anche rispetto alle istituzioni europee e alle corti dei tribunali nazionali”.
Alla richiesta di reclutare dalle graduatorie di istituto si accompagnano altre questioni, tutte motivate: ridurre a 15 unità il numero massimo di alunni per classe; trasformare tutti i posti oggi in organico di fatto in quello di diritto; reintrodurre il “doppio canale” di reclutamento; confermare in ruolo tutto il personale docente assunto con riserva; dare seguito agli attuali contratti a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato con clausola risolutiva del personale scolastico attualmente impegnato nella didattica a distanza e nel lavoro agile; procedere alle modalità per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento curriculare e ai corsi di specializzazione di sostegno; rivedere l’attuale suddivisione per ateneo dei posti nei corsi di specializzazione su sostegno; svolgere i corsi in modalità telematica; avviare la procedura concorsale straordinaria per l’assunzione a tempo indeterminato come Dsga; assistenti tecnici nelle scuole del primo ciclo di istruzione attraverso la loro assunzione a tempo indeterminato; introdurre un piano di sicurezza adeguato a preservare dal rischio contagio da Covid-19; assumere a tempo indeterminato un numero congruo di collaboratori scolastici e di assistenti amministrativi; approvare un piano straordinario di edilizia scolastica per la messa in sicurezza e l’adeguamento alle odierne esigenze didattiche degli edifici scolastici; avviare il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro e un piano straordinario di mobilità.
“L’unica vera novità” delle immissioni in ruolo del 2020, oltre alla trasformazione delle graduatorie d’istituto in provinciali, sarà la “call veloce” da attuare in altra provincia o regione rispetto a quelle dove sono collocati ora i precari: è la conclusione che emerge dall’accordo raggiunto ieri notte all’interno della maggioranza sul concorso straordinario che fa slittare le assunzioni a tempo indeterminato di oltre un anno e costringe i supplenti, anche di lunga data, a sottoporsi ad un’altra prova selettiva. “La decisione pilatesca, che oltre a sferrare l’ennesimo colpo basso alla didattica costerà non poco all’erario, non farà altro che amplificare la supplentite, che tra agosto e settembre raggiungerà una consistenza senza precedenti”, affermano da Anief.
IL CONFRONTO COL SINDACATO
Proprio sul Decreto della Ministra dell’istruzione, che prevede termini e le modalità di presentazione delle istanze per la call veloce per le assunzioni in ruolo, ai sensi dell’art.1 comma 17 e seguenti del D.L. n. 126/2019 poi tramutato nella Legge n. 159/2019, il sindacato Anief ha avuto un confronto in videoconferenza con i dirigenti ministeriali. Al confronto sul decreto ministeriale sulla procedura assunzionale tramite call veloce, per l’amministrazione era presente la dottoressa Valentina Alonzo, dirigente dell’ufficio reclutamento del personale docente ed educativo del MI, mentre la delegazione Anief era composta dai segretari generali Stefano Cavallini e Giuseppe Faraci.
COME SI SVOLGERÀ LA ‘CALL VELOCE’
È stato spiegato che la bozza del decreto disciplina la procedura di chiamata per l’assunzione a tempo indeterminato di personale docente ed educativo sui posti che rimangono vacanti e disponibili in ciascun anno scolastico, dopo le operazioni di assunzione a tempo indeterminato disposte secondo le procedure che conosciamo, con chiamata dalle GaE e dalle graduatorie di merito dei vari concorsi svolti. Tutti i docenti collocati in queste graduatorie, che si trovino al termine delle assunzioni tradizionali a non essere stati individuati per un contratto a tempo indeterminato, potranno quindi presentare domanda per essere assunti in un’altra regione. La procedura avrà valenza annuale: infatti, ogni anno si procederà alla scelta della regione e delle rispettive province presentando l’istanza e ogni dodici mesi si verrà inseriti in una nuova graduatoria.
I DUBBI DELL’ANIEF
Il primo dubbio sollevato dalla delegazione sindacale ha riguardato le
tempistiche della pubblicazione delle disponibilità residue, visto che in
nessun punto della bozza vengono esplicitati i tempi. La dott.ssa Alonzo ha
assicurato che tutti i vari uffici scolastici regionali pubblicheranno le
disponibilità in contemporanea, in modo da poter permettere ai docenti, nei
tempi ristrettissimi indicati dal decreto, la scelta consapevole della regione
e delle province.
“Abbiamo richiesto per coloro che sono stati immessi in ruolo da GaE con
clausola rescissoria, qualora siano collocati anche in graduatoria di merito,
di poter partecipare alla ‘call veloce’: in tal modo, nel caso si avesse un
rigetto da parte del tribunale competente, i docenti non perderebbero la
possibilità che la call veloce offre loro”, dice ancora Pacifico.
Sempre dal D.L. n.
126/2019, convertito nella Legge n.
159/2019, si evince che coloro che ottengono la chiamata da queste nuove
graduatorie non potranno richiedere assegnazione provvisoria, utilizzazione e
neanche fare domanda di mobilità per i successivi 5 anni. “Una richiesta forte
da parte dell’Anief – ha detto Giuseppe Faraci, segretario generale Anief – è
stata quella di integrare l’art. 6 della bozza del decreto con un comma nuovo,
in cui si prevede la non applicazione dell’art.1, comma 17-octies, e di
conseguenza il vincolo quinquennale. Vista la situazione epidemiologica –
conclude Faraci – sarebbe opportuno permettere ai docenti di avvicinarsi alle
famiglie di origine, piuttosto che costringerli a frequenti e pericolosi viaggi
per l’Italia”.
DENTRO ANCHE CHI NON È INSERITO A PIENO TITOLO
L’amministrazione ha spiegato che nei casi in cui risultino avviate le
procedure concorsuali, ma non concluse, gli uffici accantoneranno e renderanno
indisponibili i posti messi a concorso per l’anno di riferimento ai sensi
dell’articolo 1, comma 17 septies del D.L. 126/2019. Questo, comporterà una
riduzione sensibile dei posti residui poiché le procedure dei bandi di concorso
2020 sono da considerarsi iniziate. Il sindacato ha comunque avuto
rassicurazioni per docenti collocati nelle GaE e nelle graduatori di merito non
a pieno titolo: il D.L. 126/19 e la conseguente Legge 159/2019 non impongono
infatti preclusione alcuna in tale direzione. E neanche la bozza riporta
indicazioni in tal senso. La conclusione è che per questa procedura, anche chi
non è a pieno titolo nelle varie graduatorie potrà essere incluso nelle liste
della call veloce.
Solo in questo modo si riuscirebbe a dare stabilità a persone che per anni
hanno portato avanti la didattica nelle scuole, avendo contratti a tempo determinato
anche se in graduatoria con riserva. E allo stesso tempo si riuscirebbe a
stabilizzare quei docenti di ruolo che da anni vivono con una spada di Damocle
sulla testa. Aspettando una sentenza che potrebbe, in caso negativo e dopo anni
di ruolo, trasformare un contratto da tempo indeterminato a tempo determinato.
“Permettere ai docenti di ruolo da GaE ma con contratto con vincolo
rescissorio di concorrere per la ‘call veloce’ e consentire ai docenti delle
varie graduatorie non a pieno titolo di entrare in questa nuova graduatoria –
osserva Stefano Cavallin, segretario Generale Anief –, potrebbe risolvere il
problema della clausola rescissoria nei contratti. La graduatoria della call
veloce è una nuova graduatoria. Nuova graduatoria in cui tutti i componenti
sono a pieno titolo. Pertanto i contratti a tempo indeterminato non devono
prevedere nessuna clausola rescissoria. Speriamo che il ministero – conclude
Cavallini – recepisca queste osservazioni e condivida con l’Anief la volontà di
risolvere il problema dei docenti non a pieno titolo”.
COME FUNZIONA LA ‘CALL VELOCE’
Ad entrare in ruolo saranno solo poche migliaia di precari, la metà dei
quali individuati dalle GaE e l’altra metà dei concorsi 2016 e 2018. Per
coprire i tanti posti residui, entreranno in scena le chiamate veloci. “Dopo le
ordinarie procedure di immissioni in ruolo – scrive Orizzonte
Scuola – il Ministero proporrà, sulla base della legge 159/2019 una call
veloce per assunzione anche in altra provincia o regione. Le operazioni
dovrebbero concludersi – secondo quanto indicato nella legge – entro il 15
settembre, ma data la peculiarità dell’anno scolastico 2020/21 potrebbero
verificarsi degli slittamenti”.
La quota del 50% dei concorsi va però chiarita, continua la rivista. “Essa
spetta in primis al concorso 2016. Al netto dei posti coperti con le
graduatorie dei concorsi ordinari banditi nel 2016, per l’anno scolastico
2020/21 al concorso 2018 secondaria (DDG 1° febbraio 2018) spetta l’80% dei
posti rimanenti. Terminata questa fase, per la secondaria, si sarebbe dovuti
passare alle assunzioni da concorso straordinario 2020. Ma – secondo
l’accordo stipulato nella notte del 24 maggio tra i partiti della maggioranza –
le prove del concorso straordinario si svolgeranno in autunno, per cui anche
per settembre 2020 non potranno esserci assunzioni da nuove graduatorie”.
L’ALLARGAMENTO A TUTTE LE GRADUATORIE
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “visto che viene dato per
scontato che la conversione del decreto Scuola porterà al rinnovo delle
graduatorie d’istituto, con contestuale trasformazione delle stesse in liste
provinciali, allora tanto valeva dare l’opportunità di aprire la ‘call veloce’
a queste nuove graduatorie. Sarebbe stata una vera operazione di giustizia,
oltre che di riconoscenza, verso i tanti docenti precari che vengono reputati
indispensabili per “tappare” i buchi, ma poi vengono condannati all’incertezza
ancora una volta fino a chissà quando”.
A questo proposito, Anief ha chiesto in più occasioni, anche nel decreto legge n. 22 sulla Scuola, di utilizzare le graduatorie d’istituto per la call veloce: a questo scopo, ha presentato un emendamento in questo senso e sul quale la VII commissione Cultura del Senato oggi esprimerà l’ultima parola, prima dell’approdo, domani, nell’Aula di Palazzo Madama.
“La chiusura prolungata delle scuole è una ferita per tutto il paese. Nonostante l´impegno profuso dai docenti con grande senso civico, il ricorso obbligato ed esclusivo alla didattica a distanza si rivela una condizione innaturale, nella quale si accentuano squilibri e disuguaglianze e viene meno la dimensione indispensabile delle relazioni sociali dirette, essenziali e fondative di una comunità educante. Ed è questo il motivo per cui la scuola deve riaprire quanto prima”.
Lo rendono noto le associazioni sindacali della scuola che hanno unitariamente sottoscritto un manifesto che sintetizza le loro richieste e le loro proposte per la ripartenza della scuola in presenza, in sicurezza.
“Servono ingenti e immediati investimenti sulle strutture e sul personale e, più che negli anni precedenti, si pone l´esigenza di assicurare un ordinato avvio dell´anno scolastico: ciò significa avere al 1° di settembre tutto il personale docente,ATA e dirigente pronto ad assumere servizio in modo certo e stabile. La precarietà del lavoro ha raggiunto nel tempo dimensioni troppo estese, che le difficoltà del momento rendono del tutto insostenibili”, si legge dal sito della Gilda degli Insegnanti.
“Che le supplenze fossero assegnate dalle graduatorie di istituto lo si sapeva da dicembre, mentre la retrodatazione era stata già prevista quale possibilità nell’ordinanza ministeriale. L’unica novità dal vertice notturno sembra lo slittamento dei quiz ad anno iniziato con l’aggiunta di una prova scritta, altro che stabilizzazione. Se confermata, Anief si dice pronta fin da ora a impugnare tutto in tribunale per chiedere la semplice graduazione delle posizioni e per far accedere tutti i precari nella graduatoria straordinaria finale”.
Questo è il commento a caldo del sindacato che ha fatto della sua battaglia contro la precarietà una missione fin dalla sua fondazione, che patrocina con i suoi legali i ricorsi fino in Cassazione e Corte di giustizia europea, che raccoglie le denunce e le petizioni per il Consiglio d’Europa. Sempre che le indiscrezioni trapelate alla stampa siano confermate:
• graduatorie di istituto aggiornate ma soltanto per nominare i supplenti entro settembre e non per attingere ai ruoli – come chiedeva Anief;
• concorso riservato rinviato ad autunno con una prova scritta più difficile che sostituisce quel test concordato dagli altri sindacati firmatari con l’ex ministro Fioramonti (e che comunque potrebbe essere utilizzato sempre per la pre-selezione) – di cui i precari chiedevano la pubblicazione prima della prova:
• retrodatazione giuridica dei vincitori già contemplata dallo stesso ministro Azzolina nel decreto-legge.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, ha affermato che “a
settembre, il numero dei precari sarà doppio rispetto a cinque anni fa (over
200 mila insegnanti), le richieste di risarcimento per l’abuso dei contratti a
termine lieviteranno (15 mila pro capite), la Commissione UE multerà probabilmente
lo Stato italiano nell’attuale procedura d’infrazione (NIF 4231/14). E tutto
questo perché? Per il merito, certamente no. Perché, infatti, i precari
meritano di essere chiamati supplenti dalle graduatorie di istituto per tutto
l’anno e non meritano di essere assunti nei ruoli da quelle stesse graduatorie?
Forse che il lavoro svolto da insegnante a tempo determinato sia diverso da
quello svolto a tempo indeterminato? A queste domande, complice forse l’ora
tarda, sembra che la politica non abbia saputo dare una risposta semplice. Lo
farà ancora una volta un giudice, sempre che queste indiscrezioni siano vere”,
chiude Marcello Pacifico. “Magari, più tardi, leggiamo nel testo del Governo
concordato con l’attuale maggioranza l’utilizzo delle graduatorie di istituto
per le immissioni in ruolo nelle more dell’espletamento dei nuovi concorsi, e
allora sarà come svegliarsi da un brutto sogno”.
“Bene la soluzione sul concorso straordinario per la scuola”. Queste le parole a caldo pubblicate sul sito del Miur e attribuite al Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina sulla soluzione trovata ieri notte, tramite mediazione del premier Giuseppe Conte, per garantire la ripartenza della scuola a settembre, dichiarandosi “soddisfatta” del risultato raggiunto.
il concorso per i precari ci sarà, ma dopo l’estate e non sarà più a crocette: ci sarà una prova scritta. Nel frattempo, i 32 mila docenti di scuola media e superiore entreranno in cattedra a tempo determinato direttamente dalle Graduatorie d’istituto, che dovranno essere aggiornate. E dal primo settembre saranno a disposizione della scuola.
Repubblica.it
“Vogliamo ridurre il precariato, per dare più stabilità alla scuola, e vogliamo farlo attraverso una modalità di assunzione che garantisca il merito. La proposta del Presidente del Consiglio va in questa direzione, confermando il concorso come percorso di reclutamento per i docenti”.
Prosegue la Ministra: “Viene accolta la richiesta di modificare la modalità della prova, eliminando i quiz a crocette che erano stati previsti nel decreto scuola votato a dicembre in Parlamento. Questa prova sarà sostituita con uno scritto, in modo da garantire una selezione ancora più meritocratica”.
Continua Azzolina: “Ora occorre lavorare rapidamente, insieme al Parlamento, per tradurre la misura in una norma da introdurre nel decreto scuola, dimostrando che la maggioranza ha a cuore la qualità del sistema di istruzione e, di conseguenza, gli studenti, che ne sono i principali protagonisti. Stiamo rispondendo anche ad una precisa richiesta delle famiglie che vogliono, a ragione, certezze sulla qualità del nostro sistema di istruzione e sul suo futuro. Le scelte che facciamo oggi avranno infatti ripercussioni nei prossimi anni. Abbiamo 78 mila insegnanti da assumere nel primo e secondo ciclo fra concorsi ordinari e concorso straordinario. Fra gli aspiranti anche migliaia di giovani che si preparano da tempo e vogliono avere la loro occasione per cominciare ad insegnare. Sono numeri importanti e dobbiamo fare presto. La scuola ha bisogno di stabilità e programmazione. In passato tutto questo è mancato. Possiamo davvero voltare pagina. E farlo nell’interesse dei nostri ragazzi”.
“Molte scuole paritarie,
specialmente al sud, dove le scuole cattoliche accolgono tantissimi bambini di
famiglie disagiate, rischiano seriamente un tracollo finanziario. Le 13mila
paritarie presenti in tutta Italia fanno parte del sistema pubblico nazionale
dell’istruzione, sono garanzia di pluralità dell’offerta formativa e nello
stesso tempo permettono allo Stato di risparmiare ogni anno circa 6 miliardi di
euro grazie all’accoglienza assicurata a 866mila alunni e ai 100mila posti di
lavoro tra personale docente ed amministrativo. Eravamo già in sofferenza, l’emergenza
Coronavirus ci ha messo completamente in ginocchio. Nel decreto ‘Rilancio’
emerge un dato inequivocabile: il nostro settore è diventato invisibile. Se per
le scuole statali si prevedono risorse straordinarie, per le paritarie non
statali dell’infanzia, primaria e secondaria, si prevedono risorse ridicole.
Auspichiamo che il Parlamento, in fase di conversione in legge del decreto,
sappia tenere nella giusta considerazione i diritti delle persone”.
E’ l’allarme che arriva dalla Fidae
Campania, la Federazione Italiana delle Attività Educative, che oggi e domani
aderisce alla due giorni di sciopero promossa da Usmi Unione Superiori Maggiori
d’Italia e CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori).
“Ringraziamo anche la CEI per l’attenzione dimostrata ieri. Allo Stato chiediamo un Fondo straordinario per le scuole paritarie per colmare i già pesanti disavanzi, aggravati dall’interruzione di rette e contributi privati per la sospensione delle attività didattiche. Che sia un fondo certo e adeguato, non simbolico. Ormai sono rimasti pochi giorni per recuperare in Parlamento. Per le stesse ragioni, chiediamo anche che dal prossimo anno il fondo ordinario sia adeguatamente implementato. Occorrono, inoltre, la detraibilità integrale delle rette pagate dalle famiglie per la frequenza scolastica e per i servizi educativi; l’accesso ai fondi previsti per le piattaforme didattiche a distanza e l’azzeramento delle imposte e i tributi locali”, conclude la nota.
Non ci sono solo i 16 mila incrementi di posti da docente nella secondaria all’interno del Decreto Rilancio pubblicato in Gazzetta Ufficiale: il provvedimento legislativo contiene diversi altri passaggi normativi che riguardano la scuola. Lo denuncia Anief.
Nell’articolo 234 del decreto sono presenti diversi commi che indicano le risorse da destinare alle scuole per il prossimo anno scolastico, al fine di garantire una ripartenza in sicurezza.
Marcello Pacifico, leader dell’Anief, chiede a nome del sindacato “lo stanziamento di 7 miliardi di euro: è questa la somma che permetterebbe di eliminare le oltre 20 mila classi pollaio oggi ancora presenti, di rifare classi con 10-15 alunni senza turnazione per 20-35 metri quadrati, come abbiamo chiesto con precisi emendamenti al decreto legge 22 ora al Senato. Oltre che per assumere necessariamente altri 200 mila docenti e Ata tagliati peraltro dalla riforma sul dimensionamento scolastico di quasi 15 anni fa che nessuno ha avuto la forza di cancellare. Ecco perché non possono bastare gli 8.000 posti in surplus per ciascuna procedura concorsuale della secondaria, previsti dall’articolo 233 dello stesso decreto: meno di 80 mila assunzioni complessive, derivanti dai vari concorsi da poco banditi, non coprono nemmeno il fabbisogno di immissioni in ruolo da attuare alla luce della quantità immane di posti vacanti, a partire dal sostegno”, conclude Pacifico.
Il 25 maggio, dalle 16.30 alle 17.30, Marcello Pacifico,
presidente nazionale Anief, e Salvatore Fina, delegato Anief
Estero, si terrà l’incontro “Il personale scolastico in servizio all’estero: la
normativa vigente, emergenza Covid 19, proposte per il rilancio del settore”; i
temi trattati sono: il personale scolastico in servizio all’estero: la
normativa vigente; emergenza Covid-19; proposte per il rilancio.
L’Italia come tutte le grandi potenze europee promuove la nostra lingua e la nostra cultura finanziando una vasta e articolata rete culturale e scolastica diffusa in quasi tutti i Paesi del mondo e attraverso un contingente di 674 unità di personale scolastico che comprende docenti, dirigenti e personale ATA; l’Italia esporta e promuove la propria lingua e la propria cultura. Sapendo perfettamente che la diffusione della lingua e della cultura italiana all’estero è uno strumento prezioso della diplomazia culturale del nostro Paese.
Anief, durante il webinar di lunedì 25 maggio, tenuto dal prof. Fina e dal
presidente Pacifico, tratterà i punti di forza e di debolezza della vigente
normativa, ragionando sull’impatto che la pandemia legata al Covid-19 può avere
su questo settore e provando a elaborare proposte da sottoporre al legislatore
e da inserire nel prossimo CCNL.
Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato, ha dichiarato
che “oggi è il momento di riprendere a lottare affinché questo prezioso strumento
di diplomazia culturale operato dal personale scolastico assuma un ruolo
centrale nel quadro degli interventi di promozione della nostra cultura, della
nostra immagine e della nostra splendida lingua; è un nostro obbligo stare
vicino a tutto il personale scolastico impegnato costantemente nella promozione
e nella difesa della cultura italiana all’estero”.
Webinar Personale scolastico italiano in servizio all’estero
Lunedì 25 maggio, dalle ore 16.30 alle ore 17.30, webinar gratuito sulla
normativa relativa alle istituzioni scolastiche italiane all’estero, con il
delegato Anief Estero, Salvatore Fina.
Introduce il Presidente dell’Anief Marcello Pacifico.
Parleremo di trattamento economico, trasferimenti estero su estero e
assegnazione sede in Italia al termine del mandato. Naturalmente affronteremo
anche le problematiche legate al servizio all’estero durante l’emergenza
Covid-19.
Fa discutere la decisione del ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, attraverso il D.M. 82/2020, di ridurre il corpo insegnante deputato alla formazione della professione infermieristica: il decreto riduce il numero minimo di docenti dei corsi di laurea in Scienze Infermieristiche da 5 a 3, mentre per i docenti a tempo indeterminato si passerebbe da 3 a 1. La doppia disposizione, che pone una deroga al D.M. 7 gennaio 2019 in materia di docenti di riferimento dei corsi di studio universitari, produrrebbe l’effetto di eliminare dei docenti infermieri per fare subentrare dei medici ospedalieri.
Fioccano le polemiche per la parte del D.M. 82/2020 che dà “la possibilità,
per gli Atenei, di compensare la riduzione di docenti universitari di
riferimento di cui al comma 1, con l’individuazione di almeno due medici
ospedalieri da indicare come personale medico di riferimento coinvolto per ogni
corso di laurea in infermieristica”. Se passasse questa operazione, in un colpo
solo si andrebbe a ledere l’autonomia delle scienze infermieristiche e di chi è
titolato a trasmettere la professione a chi si avvicina a essa.
LA MANCATA VALORIZZAZIONE
Invece di valorizzare i docenti universitari infermieri, in possesso di
laurea magistrale, spesso anche di dottorato di ricerca e abilitazione scientifica
nazionale, dando loro l’opportunità di insegnare in corsi di studio accreditati
per l’accesso ala professione Infermieristica, si intende in questo modo
approvare una norma sbagliata in partenza: si promuove la conoscenza globale a
discapito di quella specifica.
L’APPELLO
Anief si appella alla sensibilità del ministro dell’Università e della
Ricerca, Gaetano Manfredi, ma anche del ministro della Salute, Roberto
Speranza, e del presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province,
Stefano Bonaccini. Non si comprende come si possa procedere in questo modo,
dopo che Governo, Regioni e province autonome di Trento e Bolzano hanno
riconosciuto la valenza professionale e organizzativa, nonché etica e
deontologica, dei professionisti sanitari attraverso il Patto per la Salute
2019-2021.
IL PARERE DEL PRESIDENTE
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i parametri di composizione attuali nella composizione del corpo docente per i corsi di laurea in Infermieristica non vanno modificati: il rischio è quello di andare a depotenziare l’organizzazione delle formazione accademica sanitaria, con ripercussioni dirette sulla Salute pubblica dei cittadini italiani”.
Il ministero dell’Istruzione propone ai sindacati l’avvio di un tavolo permanente per promuovere, sostenere e monitorare l’attuazione delle misure di sicurezza previste dal Protocollo sanitario per lo svolgimento degli Esami di Stato appena pubblicato.
Il giovane sindacato Anief saluta con favore la proposta del ministero
dell’istruzione di stipulare un’intesa con i sindacati sul tema della sicurezza
per lo svolgimento della maturità del 2020. L’intesa fa seguito alla stipula di
una
convenzione con la Croce Rossa, che fornirà supporto alle Scuole, e al
documento sanitario redatto dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS) contenente
le linee guida da seguire durante lo svolgimento degli esami in presenza.
Il tavolo, costituito da rappresentanti ministeriali e delle organizzazioni
sindacali, avrà il compito di verificare l’attuazione del Protocollo
sanitario e di affrontare, con cadenza periodica, le questioni di maggiore
interesse e le criticità che dovessero emergere. Il supporto del Comitato
Tecnico Scientifico consentirà di valutare e adottare, in base all’andamento
dei contagi, eventuali ulteriori misure che garantiscano la piena sicurezza di
studenti e personale scolastico. Il tavolo, però, guarda anche oltre
l’orizzonte degli esami di Stato: sarà, infatti, pure la sede di confronto tra
ministero e sindacati per affrontare tutte le problematiche relative alla
ripartenza, in sicurezza, del prossimo anno scolastico.
Oltre a quello centrale da attivare presso il ministero dell’istruzione, saranno attivati anche tavoli di lavoro permanenti presso tutti gli Uffici scolastici regionali, di cui faranno parte rappresentanti operanti sul territorio dei sindacati, degli enti locali, dei Servizi di igiene epidemiologica e della Croce Rossa. Questi tavoli regionali avranno il compito di garantire il contatto tra il tavolo permanente ministeriale e le realtà territoriali.
È stata prevista anche l’attivazione di un servizio help desk,
anche questo in collaborazione con la Croce Rossa Italiana, cui le istituzioni
scolastiche potranno rivolgersi per porre quesiti, effettuare segnalazioni e
per chiedere assistenza e supporto anche a carattere amministrativo.
A livello di istituzione scolastica, infine, si attiveranno le relazioni
sindacali per redigere un protocollo d’intesa sulle seguenti materie: fornitura
dispositivi di sicurezza, igienizzazione e utilizzazione degli spazi,
formazione del personale, intensificazione ed eventuale lavoro straordinario.
“Quella del tavolo permanente ministeriale – commenta Marcello Pacifico,
presidente nazionale Anief – è una proposta che va nella giusta direzione. Una
gestione condivisa del monitoraggio e dei processi decisionali in tema di
sicurezza e diritto alla salute, in un momento come questo, per noi è
fondamentale. Come sindacato rappresentativo, noi siamo pronti a dare il nostro
contributo. Serve, però, uno sforzo ulteriore in tema di risorse economiche e
umane, specie in vista della riapertura di settembre”.
Anief, infatti, ricorda che il prossimo anno qualsiasi modalità di
ripartenza non solo dovrà basarsi su una forte riduzione del numero di alunni
per classi (massimo
15 per aula), ma dovrà essere accompagnata dal conseguente adeguamento
degli organici del personale, senza il quale la misura rimarrebbe monca. Già
nell’immediato, inoltre, servono risorse aggiuntive per premiare il lavoro
extra che, in occasione della maturità il personale ATA sarà chiamato a
svolgere per garantire la sanificazione costante degli ambienti e degli arredi
scolastici.
“Siamo pronti a fare la nostra parte al tavolo – conclude Pacifico – per garantire la sicurezza agli esami di Stato, sempre che l’evoluzione della pandemia consenta di svolgerli in presenza, e per una ripresa a settembre che, se ci saranno le condizioni sanitarie, consenta di fare vera scuola e vera didattica. Ma per realizzare questo servono certamente idee, ma anche risorse in grado di garantire un numero adeguato di docenti e Ata nonché scuole attrezzate di tutto quello che serve per una gestione sicura della giornata scolastica. Il Decreto Rilancio dovrà essere l’occasione per reperire e stanziare queste risorse”.
(fonte: Ufficio Stampa Anief)
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