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Posti in deroga di sostegno e sezioni primavera, pronto a ricorrere Anief

Anief Sciopero

“La recente sentenza del Tribunale amministrativo regionale che ha imposto al Ministero dell’Istruzione di rivedere la consistenza dell’organico di sostegno in Sicilia – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – imporrebbe al Miur un’assunzione di responsabilità e una revisione degli organici tale da garantire effettivamente la copertura del reale fabbisogno di docenti specializzati sul sostegno in tutto il territorio nazionale trasformando, finalmente, i posti attivati “in deroga” in posti in organico di diritto. Allo stesso modo, essendo ormai superata la fase sperimentale delle cosiddette “sezioni primavera” della scuola infanzia, sarebbe corretto attivare questi posti direttamente in organico di diritto per consentire ai docenti abilitati della scuola infanzia di accedere a tali posti sia per i trasferimenti, sia per le immissioni in ruolo. I ritardi non sono più tollerabili. Ci aspettiamo un decreto organici degno di tale nome e che rispetti i reali fabbisogni della nostra scuola, altrimenti procederemo in tribunale e siamo certi che otterremo nuovamente ragione”.

In attesa del Decreto Interministeriale sugli organici, dunque Anief avvia le procedure di preadesione ai ricorsi che saranno proposti in caso l’Amministrazione, nuovamente, non rispetti i diritti dei lavoratori e degli alunni disabili. Dopo la sentenza sugli organici di sostegno siciliani, infatti, Anief rilancia il contenzioso per prevedere i posti delle sezioni primavera in OD e aumentare la previsione dei posti di sostegno su tutto il territorio nazionale. Il ricorso per i posti di sostegno è aperto sia ai docenti di sostegno precari, sia a quelli di ruolo, purché in possesso della specifica specializzazione e anche le famiglie degli studenti disabili potranno aderire al ricorso, non appena pubblicato il decreto organici, scrivendo a sostegno@anief.net.

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Cresce il numero di alunni con disabilità nelle scuole italiane: “Ma gli insegnanti di sostegno non bastano”

alunni con disabilità insegnanti di sostegno generica

Cresce ancora il numero di alunni con disabilità certificata iscritti ad un corso di studio nelle scuole italiane statali, paritarie e non paritarie: oggi il Miur ha reso pubblici i dati aggiornati all’anno scolastico 2017/18, dai quali risultano 268.246 alunni con disabilità, il 3,1% del totale, 14 mila in più rispetto all’anno precedente, quando erano il 2,9%.

UN TREND IN SENSIBILE CRESCITA

Rispetto a venti anni fa, gli alunni con disabilità certificata sono più che raddoppiati (erano 123.862 nel 1997/1998). Nel 2017/2018, il 93,3% degli alunni con disabilità ha frequentato una scuola statale, il 5,1% una paritaria, l’1,6% una non paritaria comunque iscritta negli elenchi regionali. 

Le classi con almeno un alunno con disabilità sono state 192.606, pari al 45% del totale delle 427.728 classi attivate, comprese le sezioni della Scuola dell’infanzia. Nel 2017/2018 gli studenti con disabilità erano così distribuiti per ordine di scuola: 31.724 nella Scuola dell’infanzia, 95.081 nella Primaria, 71.065 nella Secondaria di I grado, 70.376 nella Secondaria di II grado. Netta la prevalenza del genere maschile. Il 96,4% degli alunni con disabilità ha una disabilità psicofisica, l’1,4% una disabilità visiva, il 2,3% una disabilità uditiva. Negli istituti Professionali la presenza di studenti disabili ha raggiunto il 6,6%.

QUANTI DOCENTI DI SOSTEGNO

Nel 2017/2018 il rapporto tra numero di studenti con disabilità e posti di sostegno è stato pari, nella scuola statale, a 1,69 alunni per posto di sostegno. Sempre nel 2017/2018 si è registrato un incremento rispetto all’anno precedente di oltre 16.000 unità sul numero di docenti per il sostegno in tutti gli ordini di scuola. In numero complessivo, è risultato pari a 155.977 su un totale di 872.268, così ripartito: 17.743 per l’Infanzia, 55.578 per la Primaria, 41.512 per la Secondaria di I grado, 41.144 per la Secondaria di II grado. 

IL FUTURO

Al Miur preme sottolineare che con le nuove regole dell’inclusione, approvate lunedì 20 maggio dal Consiglio dei Ministri in via preliminare, si intendono “modificare significativamente le nuove norme in materia che sarebbero entrate in vigore il prossimo settembre e che vengono riviste mettendo sempre di più al centro lo studente e le sue necessità. A partire dall’assegnazione delle ore di sostegno che, d’ora in poi, avverrà anche con il coinvolgimento delle famiglie, fino a oggi lasciate fuori da questo processo”.  

Inoltre, continua il dicastero dell’Istruzione, “cambia radicalmente l’approccio alla disabilità in ambito scolastico.
L’Italia, già all’avanguardia in materia, si allinea definitivamente al principio riconosciuto dalle Nazioni Unite secondo cui la disabilità è tale in relazione al contesto: solo offrire opportunità specifiche ai ragazzi con diverse abilità garantisce maggiore autonomia e una qualità della vita più elevata. Con l’approvazione delle nuove norme, dunque, sussidi, strumenti, metodologie di studio più opportune, saranno decisi non in modo ‘standard’, in relazione al tipo di disabilità, ma con un Piano didattico veramente individualizzato che guarderà alle caratteristiche del singolo studente”. 

LA REPLICA DELL’ANIEF

Il giovane sindacato ricorda che tutto questo sarà vano sino a quando continueranno ad esserci oltre 50 mila posti in deroga, che pur essendo liberi a tutti gli effetti continuano ad essere assegnati ai supplenti annuali, con scadenza delle nomine al 30 giugno dell’anno successivo. A questo proposito, è emblematico quanto stabilito dal Tar della Sicilia che con una esemplare sentenza sugli organici di sostegno dello scorso gennaio (la n. 140/19, i cui principi evidentemente valgono per tutte le regioni) ha stabilito che il Miur deve verificare quanti dei posti siciliani in deroga, ben 7 mila, rispondano a effettive esigenze, al fine di essere assegnati alle immissioni in ruolo. 

Il giovane sindacato ribadisce, pertanto, che in sede di approvazione parlamentare il testo già approvato in CdM deve prevedere la cancellazione della norma inserita nella legge Carrozza 128/13, la quale impedisce di trasformare tutti i posti liberi in organico di diritto. Come, del resto, indicato già dai giudici, ai quali si rivolge sistematicamente lo stesso sindacato autonomo. 

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RPD e CIA anche per le supplenze temporanee: la sentenza del Tribunale del Lavoro di Genova

tribunale giustizia martelletto

L’Anief ottiene piena conferma delle ragioni da sempre sostenute in favore del personale precario della scuola destinatario di contratti a termine per supplenze “brevi e saltuarie” con una nuova sentenza che condanna il Ministero dell’Istruzione a riconoscere la Retribuzione Professionale Docenti (RPD) e il Compenso Individuale Accessorio (CIA) anche al personale docente e ATA destinatari di supplenze temporanee.

È del Tribunale del lavoro di Genova l’ennesima sentenza ottenuta dai legali Anief che riconosce al personale precario che svolge supplenze brevi e saltuarie il pieno diritto a percepire la Retribuzione Professionale Docenti (RPD). “La sentenza – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ci dà piena ragione ed evidenzia come il Miur abbia negato il riconoscimento dell’emolumento al personale assunto per supplenze brevi e saltuarie, introducendo con tale distinzione una discriminazione ingiustificata tra i supplenti temporanei e i dipendenti di ruolo, in violazione della clausola 4 dell’Accordo quadro europeo recepito nella Direttiva 1999/70/CE”. La sentenza, infatti, evidenzia come “il principio di non discriminazione, sancito dalla richiamata clausola 4 e recepito dall’art. 6 del d.lgs. n. 368/2001, deve guidare nell’interpretazione delle clausole contrattuali che vengono in rilievo, nel senso che, come accade per l’esegesi costituzionalmente orientata, fra più opzioni astrattamente possibili deve essere preferita quella che armonizza la disciplina contrattuale con i principi inderogabili del diritto eurounitario” e accoglie il ricorso Anief condannando il Miur a corrispondere alla ricorrente la Retribuzione Professionale Docenti per tutta la durata del contratto a termine stipulato in un anno scolastico con supplenze temporanee per un totale di 1.214,34 euro e più interessi legali dalle singole scadenze e sino al saldo oltre a corrisponderle le spese di soccombenza quantificate in mille euro e accessori come per legge. 

“Anief ricorda a tutti i propri iscritti che è ancora possibile aderire gratuitamente allo specifico ricorso promosso dal nostro sindacato e che è fondamentale evitare la prescrizione delle somme dovute. Il ricorso è rivolto al personale docente e Ata che ha svolto supplenze temporanee e al personale di ruolo che vuole recuperare le somme mai percepite per gli anni di precariato svolti con contratti di supplenza breve e temporanea”. 

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Nuovi percorsi Istituti Professionali, primi riscontri dal tavolo di verifica

aula scuola generica

Nei giorni scorsi si è riunito il primo tavolo di verifica e confronto tra l’amministrazione e i sindacati sul tema della riforma degli Istituti professionali.

“Come è noto – spiega la Gilda degli Insegnanti – la riforma ha avuto successivi provvedimenti di attuazione. Da rimarcare il fatto che mancano ancora il DM con le Linee Guida previsto dal D.Lgs.61/2017″.

“La riforma – continua la nota – ha come elementi caratterizzanti la flessibilità dei percorsi, l’individualizzazione dei percorsi, l’esistenza di passerelle tra IP e IeFP e viceversa e l´assetto didattico basato su assi culturali. Nel Decreto 61/17 le parole chiave sono: 

  • la ridefinizione indirizzi di studio
  • l’innovazione dei profili e delle metodologie didattiche
  • la personalizzazione dell´apprendimento fondata sulla centralità dello studente in un ambiente di apprendimento specifico
  • l’aggregazione delle discipline per assi culturali
  • la didattica laboratoriale con l´aumento delle ore di laboratorio e gli ITP
  • l’introduzione delle UDA (unità di apprendimento) declinate per gruppi di insegnamento che determinano la necessità di un approccio cooperativo dei contenuti per le competenze comuni
  • la flessibilità dei percorsi legate alle esigenze territoriali e delle Regioni
  • la correlazione con i territori e il modo del lavoro utilizzando i codici ATECO 
  • la riconduzione a 11 indirizzi della complessità dell´IP precedente al Decreto 61.
  • In particolare sono state evidenziate le novità dell´indirizzo relativo alla pesca commerciale, alla gestione delle acque e risanamento ambientale, ai servizi culturali e dello spettacolo. 

I percorsi sono declinati inoltre mediante i codici NUP (nomenclatura e classificazione delle unità professionali). Il titolo di studio dovrà quindi contenere sia il codice ATECO che il codice NUP. Nel 2023 ci saranno i primi diplomati con il nuovo ordinamento”.

Le criticità (secondo la Gilda)

La delegazione della Gilda degli Insegnanti, dopo la disanima della riforma fatta dall´Amministrazione, ha espresso una serie di osservazioni critiche:

  • La riforma si basa sul concetto di unitarietà del primo biennio, ma ciò non sembra essere stato recepito in sede di definizione degli organici. In particolare si fa riferimento alla penalizzazione delle ore di storia. In generale si rischia la creazione di soprannumerarietà a causa della riduzione delle ore dedicate all´area generalista. Tale problema deve essere urgentemente affrontato anche con la Direzione del Personale.
  • Di fronte alla possibilità di disequilibri nella definizione degli organici è necessario che la quota di personale assegnato come potenziamento alle scuole sia effettivamente funzionale alle esigenze del PTOF delle scuole.
  • La Gilda rimarca il fatto che la costruzione dei PFI e l´obbligatorietà del tutor individualizzato determina un aumento esponenziale dei carichi di lavoro dei docenti senza che ciò abbia alcun riconoscimento contrattuale. Non si possono fare le riforme sulle spalle dei docenti senza adeguati riconoscimenti del lavoro svolto. Non è un caso che si sta assistendo ad una fuga di molti docenti dagli Istituti Professionali che già erano segnati da una serie complessa di problematiche non solo didattiche, ma anche sociali.
  • La Gilda ribadisce le sue perplessità su un assetto didattico fondato su assi culturali e UDA senza che vi sia stata adeguata formazione e informazione ai docenti.
  • La Gilda ha richiesto all´Amministrazione i dati analitici delle iscrizioni su base territoriale e per indirizzi per analizzare i trend futuri e gli effetti della riforma in atto. Risulta infatti per l´a.s. 2019-20 un ulteriore decremento delle iscrizioni dello 0,4%.
  • La Gilda ha richiesto unitariamente alle altre OO.SS. la calendarizzazione di incontri specifici sull´istruzione professionale insieme alla Direzione del Personale e ai responsabili d rete per monitorare i problemi esistenti e per trovare soluzioni anche in sede di mobilità all´eventuale esubero.
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Corsi Pas abilitanti scuola pubblica, è già scontro: che fine fanno le vecchie graduatorie?

Anief Sciopero

Si stanno delineando le regole per accedere ai corsi Pas abilitanti della scuola pubblica. In occasione dell’incontro del 3 giugno con i sindacati maggiori, hanno preso il sapore di una fiction le soluzioni prospettate dal Governo per i precari della scuola, con il presidente della VII Commissione del Senato che annuncia la stabilizzazione di migliaia di precari e il ministro Marco Bussetti, del suo stesso partito della Lega, che condivide con i sindacati il suo piano rispetto alle proposte ricevute, senza risolvere il problema del precariato. 

LA VERITÀ SUI PAS

“Scompaiono le uniche 24.250 immissioni in ruolo certe volute dai sindacati per dare spazio a una fase transitoria che si attiverà soltanto a GaE, Grme, Gm esaurite, cioè forse mai. Anief a tal proposito aveva chiesto di estendere il doppio canale di reclutamento, aperto alle graduatorie d’istituto provinciali, una volta esaurite le GaE, e a una graduatoria nazionale fuori ruolo. Ma si sa, se in Italia non si annunciano assunzioni di massa e nuovi concorsi non si dorme tranquilli, tranne svegliarsi l’indomani con il problema di prima”. Questa la sintesi di Anief.

“Con questa iniziativa, quindi, compare una nuova forma di discriminazione verso i docenti delle paritarie o di ruolo che potranno prendere un’abitazione soltanto se ci saranno dei posti che già sono scomparsi. Una delle poche consolazioni la conseguono gli ITP in un primo momento esclusi dai sindacati rappresentativi e ora riammessi dal Miur, il quale si è anche ricordato di una recente legge approvata dal Parlamento e richiamata dell’Anief”. 

LE DOMANDE DEL PRESIDENTE MARCELLO PACIFICO

“Ma era così complicato riaprire le ex graduatorie permanenti piuttosto che pensare alle ennesime graduatorie che non si esauriranno mai?”. A domandarlo pubblicamente il presidente Anief Marcello Pacifico. Il 6 giugno una nuova puntata per gli appassionati di quella che sembra sempre più una soap opera, ma che in verità è più vicina ad una tragicommedia annunciata. “Chiederemo al Parlamento di assumersi la responsabilità politica di dare un indirizzo chiaro per risolvere il problema del precariato: i sub emendamenti alla proposta del Governo sono già pronti per essere presentati. Poi come sempre, non avremo altra scelta che ricorrere in tribunale”, conclude il presidente Anief. 

LA PROPOSTA ANIEF AL MIUR

Anief, attraverso una proposta consegnata alcuni giorni fa ai vertici del Miur, ha chiesto formalmente di salvaguardare i tanti idonei ed i 35 mila FIT, i 40 mila docenti abilitati con il vecchio PAS o il TFA che la selezione l’hanno fatta in entrata e in uscita e che non hanno partecipato al piano straordinario, i 31 mila abilitati relegati nella seconda fascia d’istituto e le decine di migliaia di supplenti con 36 mesi svolti che non rientreranno nel contingente di circa 24 mila assunzioni in ruolo prefissato dal Miur. L’apertura annuale delle GaE era e rimane l’unica soluzione da prendere. Questo il giovane sindacato chiederà ai parlamentari con degli emendamenti specifici alla proposta che sarà presentata dal Governo al decreto crescita. 

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Pacifico (Anief): “Sulla regionalizzazione parole vaghe”

marcello pacifico anief

Il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, ribadisce la contrapposizione all’accordo generico nei contenuti e sostanzialmente non risolutivo che da oltre un mese portano avanti il sindacato e altre organizzazioni rappresentative della scuola

Lotta al precariato e alla regionalizzazione restano due punti fermi di Anief. Le pseudo soluzioni prospettate, nel primo caso, dall’accordo fra Governo e sindacati del 24 aprile, a cui sono seguiti alcuni incontri, non lasciano tranquilli, perché non trovano alcuna soluzione reale.

“La protesta continua contro questo accordo fra Governo e sindacato che neanche sul precariato ha raggiunto un equilibrio – fa notare il presidente nazionale di Anief, Marcello Pacifico, a Italia Stampa – perché c’è una proposta verbale accettata dal ministro Marco Bussetti che non porta nulla di nuovo, ripristinando quei concorsi riservati già disciplinati dalla Buona Scuola. Concorsi che si erano già svolti per il personale abilitato, senza però risolvere il problema. In 35 mila ancora aspettano la conferma dei ruoli, senza nessuna nota di aggiornamento del Def, senza risorse nuove. Sulla regionalizzazione non c’è alcun un testo, ma rimangono solo delle parole vaghe”.

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Telecamere a scuola, nuovo affondo della Cgil: “Preoccupati e fermamente contrari”

videocamera di sorveglianza scuole

“La proposta di installare le telecamere nelle scuole dell’infanzia e nei luoghi di cura, impropriamente collocata nel decreto Sblocca cantieri sulle opere pubbliche e approvata ieri in Commissione al Senato, ci vede preoccupati e fermamente contrari“. Lo afferma la CGIL SCUOLA attraverso una nota stampa.

“La necessità di prevenire episodi di maltrattamenti come quelli di cui spesso è stata data notizia negli ultimi tempi, con un riscontro mediatico peraltro enorme rispetto all’esiguità dei casi, è una priorità e un dovere della comunità degli adulti e del legislatore. Il benessere, la cura e l’accoglienza dei bambini e delle bambine, devono essere garantiti a maggior ragione quando si parla dei luoghi della formazione e dell’educazione, dove risulta inammissibile e ingiustificabile qualsiasi forma di prevaricazione, fisica o psicologica”, spiegano gli esponenti del sindacato che poi ribadiscono: “Il provvedimento dà una risposta sbagliata a un problema mal posto”.

“La tutela dell’infanzia, in quanto valore e patrimonio di tutta la società civile, si attiva concretamente attraverso un’alleanza educativa ampia e profonda, fondata sulla fiducia e sulla condivisione, che rifiuta a priori la logica del sospetto e del controllo inquisitorio. La politica ha il compito di offrire strumenti e risorse per valorizzare le professionalità e restituire centralità alla comunità educante, all’interno della quale si costruiscono relazioni umane e professionali e condizioni di benessere che, a partire dalla qualità del lavoro, si diffondono all’intero contesto educativo consentendo a docenti, educatori, operatori del settore di mettere in campo strategie pedagogiche, più efficaci di qualsiasi dispositivo elettronico, per gestire le complessità e far fronte alle sfide educative dei nostri tempi”.

“In questo quadro, la scelta delle telecamere è totalmente sbagliata e rischia di segnare il fallimento dell’educazione – continuano – Auspichiamo e rinnoviamo con forza la richiesta, già avanzata e ribadita nell’audizione presso la Commissione Affari Costituzionali lo scorso 30 gennaio, che nella discussione parlamentare prevalga la consapevolezza che la qualità del sistema formativo nel suo complesso si determina solo con investimenti mirati e progettualità politica di ampio respiro“.

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“Algoritmo impazzito” per i trasferimenti docenti del 2016, Anief vince in Corte d’Appello

marcello pacifico anief

Anche la Corte d’Appello conferma le tesi Anief e condanna il Ministero dell’Istruzione dichiarando l’illegittimità dell’ormai famigerato “algoritmo impazzito” che ha trasferito i docenti nel 2016 in base a criteri non conformi al principio del merito.

La Corte d’Appello di Bologna, infatti, dà piena ragione ai legali Anief Fabio Ganci, Walter Miceli, Marco Di Pietro e Tiziana Sponga e non lascia spazio a dubbi ribadendo l’illegittimità dell’operato del MIUR nelle operazioni di trasferimento affidate al famigerato “algoritmo” che ha, in realtà, violato la normativa sotto molteplici profili. “Le battaglie Anief – fanno sapere dal sindacato – si concretizzeranno anche ai tavoli della contrattazione e le tante storture previste nelle procedure di trasferimento del personale docente e ATA saranno sanate proponendo anche una revisione delle tabelle di valutazione dei titoli e dei servizi e riconoscendo, finalmente, precedenza al merito e alla professionalità acquisita negli anni da tutti i lavoratori”.

“Le operazioni di mobilità – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – sono state e sono tutt’ora palesemente inficiate da criteri che nulla c’entrano con il merito e la professionalità acquisita in anni di servizio; il nostro sindacato è orgoglioso di aver per primo condannato quel tipo di procedura e contribuito a far rientrare a casa tanti docenti che ne avevano diritto, ma la nostra battaglia non si ferma e continueremo a schierarci al fianco dei lavoratori della scuola anche per il riconoscimento del servizio svolto nelle paritarie e per la pari dignità da riconoscere al servizio con contratti a tempo determinato nelle graduatorie interne d’istituto”. L’Anief aveva denunciato sin da subito le troppe illegittimità contenute nella contrattazione integrativa in materia di Mobilità ed esprime piena soddisfazione per il risultato ottenuto in tribunale che conferma, ancora una volta, la validità delle azioni promosse dal giovane sindacato.

Per ulteriori informazioni sui ricorsi Anief avverso le tabelle delle graduatorie interne d’istituto utilizzate per l’individuazione dei soprannumerari, clicca qui.

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Abrogazione chiamata diretta docenti, l’appello della Gilda degli Insegnanti

Rino di Meglio

La Gilda degli Insegnanti lancia un appello al Presidente della 7° Commissione del Senato affinché si proceda in tempi rapidi all’abrogazione della chiamata diretta dei docenti e degli ambiti territoriali.

In una lettera indirizzata a Mario Pittoni, il coordinatore nazionale della FGU, Rino Di Meglio, sottolinea che “dopo 8 mesi dall’approdo a palazzo Madama, l’iter del disegno di legge non è ancora concluso e il rischio di iniziare il nuovo anno scolastico senza l’abolizione della chiamata diretta è concreto”.

Ricordando l’impegno profuso senza sosta e sin dal primo momento dalla FGU contro la legge 107/2015, Di Meglio pone l’accento sulle ricadute negative prodotte dalla chiamata diretta sulla qualità dell’insegnamento e sulla condizione professionale degli insegnanti.

I tempi stringono ed è necessario riprendere l’esame del ddl e accelerarne il cammino verso il varo definitivo. L’anno scorso la questione della chiamata diretta fu parzialmente risolta grazie a un CCNI transitorio sulla mobilità. Adesso – conclude il coordinatore nazionale della FGU – ci aspettiamo che a quel primo passo segua il superamento definitivo del meccanismo della chiamata diretta perché la scuola ha bisogno della certezza del diritto”. 

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Mobilità, Ccnl utilizzazioni e assegnazioni provvisorie alla stretta finale. Anief chiede di far accedere anche i 7 mila docenti che terminano il Fit.

Anief Sciopero

Anief chiede di far accedere anche i 7 mila docenti che terminano il Fit. È in dirittura d’arrivo l’accordo sul Contratto collettivo nazionale che regolerà per il prossimo triennio le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie del personale scolastico. Durante l’incontro svolto il 29 maggio si evince che il problema numero uno da risolvere rimane la possibile apertura del Miur ai tanti docenti che stanno seguendo il percorso di formazione, il cosiddetto Fit: potranno partecipare alle operazioni di mobilità annuale? Questo è un punto posto sul piatto del tavolo di contrattazione tra sindacati e Ministero e che dovrà essere sciolto. Per Anief non vi sono dubbi: l’esclusione sarebbe discriminatoria, dopo l’approvazione dell’ultima legge di stabilità che ha cambiato le regole della formazione iniziale.

Sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie del personale della scuola non si sarebbe giunti ad una risposta univoca su diverse importanti questioni, come l’assegnazione provvisoria all’interno del comune di titolarità, qualora fosse diviso in due distretti, ma anche la conferma della possibilità di ottenere la mobilità su posto di sostegno agli alunni disabili anche per i candidati docenti di ruolo privi di specializzazione. Tutti i nodi da sciogliere, spiega la rivista Orizzonte Scuola, con molta probabilità saranno affrontati in modo definitivo il prossimo 4 giugno. 

Anief ricorda che il contratto dei candidati insegnanti ammessi al terzo anno Fit comporta lo stesso lavoro di chi sta superando l’anno di prova, assunto da GaE o da concorso ordinario. Ne consegue che i predetti docenti non godono delle tutele contrattuali previste per i colleghi assunti a tempo indeterminato, anche se, a tutti gli effetti, risultano in periodo di prova e formazione come gli altri docenti assunti da GaE e da graduatoria di merito 2016. Sulle motivazioni di questo differente trattamento non si hanno informazioni sicure. 

“L’unica certezza è che il vincolo per l’accettazione della richiesta di assegnazione provvisoria – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – dovrebbe rimanere quello dello svolgimento del periodo di prova. Superato questo periodo, chiamato anche di ‘straordinariato’, riteniamo che tutti i docenti a gli Ata abbiano pieno diritto ad accedere ai trasferimenti di sede e anche alle utilizzazioni ed assegnazione provvisorie di durata annuale. Introdurre dei paletti è ingiusto, perché discrimina dei lavoratori che, anche per i giudici, italiani e non, hanno identici doveri e diritti rispetto a chi è assunto a tempo indeterminato”.