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Sostegno, nuovo scontro Anief – Bussetti

Anief Sciopero

“Il Ministro dell’Istruzione non perde occasione per dire che mancano insegnanti di sostegno da inserire nelle classi dei 280 mila alunni disabili iscritti nelle nostre scuole: anche in queste ultime ore, Marco Bussetti ha detto che ‘uno dei primi problemi che la scuola ha è quello dell’assenza degli insegnanti specializzati, un tema che si propone sistematicamente ogni anno scolastico’. Per questo motivo, ha annunciato che ‘per la prima volta nella storia della Repubblica noi nei prossimi tre anni attiveremo corsi per il reclutamento futuro di 40 mila insegnanti specializzati sul sostegno nelle nostre scuole’ di cui ’16 mila dal prossimo anno’. Le cose, però, non stanno proprio come sostiene il Ministro”. Lo afferma in una nota l’ANIEF.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal) dichiara: “Se vuole, siamo sin d’ora disponibili a fornire al Ministro migliaia di nominativi già formati e dimenticati perché lasciati fuori dalle GaE. Il problema rimane la mancata riapertura delle graduatorie legate al doppio canale: se lo Stato forma e poi non assume, possono partire tutti i corsi che il Miur desidera ma avremo sempre cattedre scoperte”.

“Nelle 8 mila scuole autonome italiane – snocciola i dati l’ANIEF – ci sono già quasi 30 mila docenti specializzati e abilitati, quindi selezionati e formati dalle università autorizzate dallo stesso Miiur. E sono tutti precari. Il problema è che l’amministrazione continua a dire no al loro inserimento nelle GaE. E a mantenere in vita la Legge Carrozza 128 del 2013 che, per assicurare risparmi pubblici sulla pelle degli studenti più bisognosi di attenzione, colloca in organico di fatto decine di migliaia di cattedre di sostegno: in questo modo, trasformando in deroga un posto di sostegno libero su tre, lo Stato risparmia sui mesi estivi e sulle progressioni di carriera”.

“I numeri – continua il sindacato – sono eloquenti: un anno fa furono assegnate in deroga, con supplenza sino al 30 giugno, oltre 54 mila cattedre. Quest’anno, in attesa dei numeri ufficiali del Miur, si prevede che si sfioreranno le 60 mila supplenze su sostegno in deroga. Si è arrivati a questo, tra l’altro, dopo che la scorsa estate abbiamo assistito alla miseria di 1.639 assunzioni su 13.329 già autorizzate: eppure, quei posti, assieme alla metà di quelli vacanti e disponibili, si sarebbero potuti assegnare a docenti già specializzati e pronti per essere immessi in ruolo, invece costretti a lavorare su supplenze annuali fino al 30 giugno dopo essere convocati da graduatorie d’istituto. Con tutti i problemi organizzativi e didattici che ciò comporta, ad iniziare dalle nomine realizzate in ritardo, passando per il cambio continuo di docenti, anche nello stesso anno scolastico”.

“Se solo il Ministro dell’Istruzione volesse – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal -, il nostro sindacato è disponibile sin da subito a fornire migliaia di nominativi di docenti preari già formati e dimenticati perché lasciati fuori dalle graduatorie ad esaurimento senza alcuna motivazione logica. Il problema rimane sempre, quindi, quello della mancata riapertura delle graduatorie legate al doppio canale. Quindi, non solo ai concorsi, peraltro organizzati in modo approssimativo e discriminante. La verità sui docenti sostegno è che se lo Stato forma e poi non assume a tempo indeterminato possono partire tutti i corsi che il Miur desidera ma avremo sempre cattedre scoperte”, conclude Pacifico.

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Disabilità, la denuncia ANIEF: 100mila con docente di sostegno nuovo assegnato con ritardo

alunni con disabilità insegnanti di sostegno generica

Nel giorno dell’anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei Diritti delle persone con disabilità, Anief ha denunciato che quest’anno sono state assegnate non meno di 60 mila supplenze su sostegno in deroga. “Con l’aggravante – si legge in una nota – che la metà di quei posti si poteva destinare a docenti specializzati e pronti per essere assunti, anziché relegati nelle graduatorie d’istituto per fare i supplenti a vita. Marcello Pacifico (Anief- Cisal): Considerando che almeno il 30-40% dei docenti opera su due o più alunni, sono almeno 100 mila gli alunni costretti a subire le conseguenze nefaste di leggi create ad arte per far risparmiare lo Stato sulla pelle dei più bisognosi. Quando si parla di disabili e delle loro continue esclusioni sociali e di discriminazione è bene sapere che è la stessa scuola ad alimentare certe ingiustizie”.

Per questi motivi, Anief rilancia l’iniziativa legale gratuita Sostegno, non un’ora di meno!, che solo lo scorso anno ha prodotto oltre cento cause vinte, con altrettanti alunni che si sono visti assegnare le ore settimanali previste e le famiglie risarcite. Infine, l’Anief ha predisposto per la Legge di Stabilità un emendamento ad hoc, al Senato, per stabilizzare il personale docente specializzato sul sostegno precario su tutti i posti in deroga per due anni scolastici consecutivi.

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Quota 100, Gilda denuncia la beffa per i docenti a “quota 104”

ccnl comparto scuola soldi

“Allungando la finestra di 6 mesi per i lavoratori pubblici che hanno maturato i requisiti entro il 31 marzo, chi vuole usufruire di quota 100 potrà andare in pensione entro il 1 ottobre. Considerato che per gli insegnanti i tempi di pensionamento sono basati sull’anno scolastico anziché su quello solare, per loro il termine si sposta al 2020: di fatto, quindi, la misura contenuta nella legge di Bilancio taglia fuori del tutto i docenti”.

Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta la clausola sulle finestre allungabili a 6 mesi per quota 100 contenuta nella bozza di decreto elaborata dal Governo.

“Se questo provvedimento venisse approvato – spiega Di Meglio – gli insegnanti sarebbero ulteriormente penalizzati rispetto agli altri dipendenti pubblici perché per questi ultimi la prima finestra utile per andare in pensione sarebbe in ottobre 2019 (con un ritardo di 6 mesi rispetto ai lavoratori privati), mentre per i docenti la prima finestra utile sarebbe a settembre 2020, quindi con 18 mesi di ritardo rispetto ai privati. È risaputo, infatti, che gli insegnanti non possono lasciare la cattedra durante l’anno scolastico per garantire la continuità didattica”.

“Tutto ciò vanifica la famosa quota 100 per gli insegnanti: nel 2020, infatti, chi ne avrebbe avuto diritto oggi avrà raggiunto quota 104 e buona parte di loro maturerebbe i requisiti richiesti dalla legge Fornero. I docenti, dunque, sono stati sedotti e abbandonati”, conclude il coordinatore nazionale della Gilda.

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Miur, Corte dei Conti e Università: sottoscritto l’atto Aggiuntivo per diffondere la conoscenza della contabilità pubblica

Corte dei Conti Roma

Ieri mattina, presso la sede della Corte dei conti a Roma, alla presenza del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti, del Presidente della Corte dei conti Angelo Buscema e del Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane Gaetano Manfredi, è stato sottoscritto l’atto Aggiuntivo al Protocollo di intesa MIUR – Corte dei conti.

Si tratta di un accordo diretto ad attivare forme di collaborazione per diffondere la conoscenza della contabilità pubblica e della gestione dei bilanci economico patrimoniali.

Con la sottoscrizione dell’Atto aggiuntivo avvenuta oggi si è provveduto ad assicurare, con il prezioso concorso delle Università italiane, la diffusione e la conoscenza dei principi della contabilità pubblica che sono, prim’ancora, principi di etica.

Il ruolo della Corte dei conti, custode della contabilità secondo il dettato costituzionale, e il ruolo del Ministero e degli Atenei consentiranno di promuovere iniziative di formazione e di ricerca, mediante l’attivazione di forme di diretta collaborazione tra le Sezioni regionali della Corte e le Università presenti negli ambiti regionali.

È stato inoltre convenuto di promuovere, nel prossimo anno, la prima Conferenza nazionale sulla contabilità pubblica nella quale presentare i risultati delle azioni promosse e le iniziative da sviluppare attraverso il contributo dell’accademia, della scienza e delle istituzioni.

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#stabilizziamolascuola, la Cgil scende in piazza

Manifestazione FLC Cgil 20 dicembre 2018, il banner

Giovedì 20 dicembre alle ore 14.00 la FLC-Cgil scende in piazza. Presidio a viale Trastevere, sotto la sede del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per chiedere al Governo e al ministro Marco Bussetti di procedere a 100mila assunzioni per ridare dignità alla scuola e al lavoro precario, tempo pieno e pieni diritti per i co.co.co..

Presidio scuola 20 dicembre, le rivendicazioni

Sul sito Internet della FLC-Cgil si legge:

Siamo insegnanti di scuola primaria, infanzia e secondaria, ATA, ex co.co.co. e siamo precari.

Lavoriamo da anni nelle scuole, con le classi, con gli studenti con disabilità, nelle segreterie e nei laboratori.

Aspettiamo una soluzione per uscire dalla precarietà e per il riconoscimento delle nostre professionalità.

Ma neanche questo governo, che si definisce del “cambiamento”, ha cambiato la nostra condizione.

Il “decreto dignità”, che avrebbe dovuto risolvere la vertenza dei diplomati magistrali, non ha dato loro una vera risposta, come non l’ha data ai laureati in scienze della formazione primaria.

docenti abilitati della scuola secondaria in tante regioni aspettano da mesi che si svolga il concorso, con prove orali calendarizzate fino alla prossima primavera.

co.co.co sono costretti a un part-time forzato a stipendio ridotto.

Gli assistenti amministrativi, che da svariati anni svolgono le funzioni di Dsga, non hanno certezze sul concorso riservato.

Cosa chiediamo:

– trasformare tutti i contratti degli ex co.co.co in contratti a tempo pieno
– stabilizzare già dal prossimo anno scolastico gli oltre 100.000 posti vacanti
– assumere i docenti presenti nelle graduatorie d’istituto di seconda fascia e di terza fascia (questi ultimi con almeno tre anni di servizio), prevedendo percorsi di abilitazione e specializzazione con costi a carico dello Stato
– sbloccare la mobilità professionale ATA a partire dai facenti funzione
– prevedere un piano straordinario di assunzioni sui 13.349 posti ATA.

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Miur: 50 milioni per le palestre e le strutture sportive scolastiche

Palestre scolastiche

Il Miur comunica attraverso una nota stampa che sono in arrivo risorse fresche per la costruzione di nuove palestre e strutture scolastiche sportive e per la messa in sicurezza di quelle esistenti.

Sono 50, infatti, i milioni messi a disposizione dall’avviso pubblico diffuso oggi dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nell’ambito della programmazione triennale nazionale per l’edilizia 2018-2020.

“Si tratta di un primo investimento concreto – sottolinea il Ministro Marco Bussetti – per rilanciare lo sport a scuola. È importante porre l’accento sull’aspetto educativo che lo sport ha nel formare i giovani sul piano sia individuale che collettivo. Attraverso l’attività sportiva i ragazzi imparano la disciplina, il rispetto delle regole e dell’autorità, il senso di responsabilità, la capacità di fare squadra, il controllo del proprio corpo. Tutti elementi utili alla loro formazione. Costruire nuove palestre e mettere in sicurezza quelle esistenti – prosegue il Ministro – significa anche consentire alle scuole di offrire ai ragazzi spazi fruibili al di fuori dall’orario scolastico, un modo per contrastare la dispersione scolastica e, al contempo, favorire la diffusione della pratica sportiva tra i giovani”.

L’elevato tasso di dispersione scolastica e l’assenza di strutture sportive saranno, non a caso, due dei criteri attraverso i quali saranno selezionati i progetti da finanziare. Questo primo investimento e l’avvio dei progetti finanziati consentiranno anche di far partire un’importante sinergia con l’Istituto di credito sportivo, al quale gli enti locali interessati potranno ricorrere per ottenere ulteriori finanziamenti e anticipazioni a tasso zero per le progettazioni di palestre e strutture scolastiche sportive.

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Compiti di Natale, continua la polemica dei sindacati

inizio anno scolastico materiale didattico zaini cancelleria spesa

“Sarebbe preferibile se il ministro Bussetti si occupasse di altre questioni, decisamente più di sua pertinenza, come il reperimento dei fondi per il rinnovo del contratto, dal quale i docenti e tutto il personale della scuola si attendono un aumento degli stipendi, e la messa in sicurezza degli edifici scolastici che al Sud, purtroppo ancora in molti casi, crollano a pezzi mettendo a repentaglio l´incolumità di chi lì studia e lavora”.

Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta l’annuncio del titolare di viale Trastevere di un’imminente circolare per “sensibilizzare” gli insegnanti affinché venga ridotto il carico di compiti da assegnare agli studenti durante le festività natalizie. La nota stampa fa eco a quanto già stigmatizzato da ANIEF sullo stesso argomento.

“Consideriamo questo intervento di Bussetti un’invasione di campo irrispettosa della libertà di insegnamento sancita dalla nostra Costituzione. Soltanto ai docenti, che ben conoscono le loro classi, spetta decidere se e quanti compiti affidare ai propri alunni nella pausa natalizia. Lo studio – sottolinea Di Meglio – deve avere tempi e spazi individuali, lo studio è anche fatica, pazienza e acquisizione di responsabilità. Si impara non solo in classe, ma anche riflettendo, ripetendo, ricercando da soli. Non siamo, dunque, d’accordo con il ministro quando afferma che a volte i compiti gravano sugli impegni familiari: secondo noi, invece, diminuire i compiti a casa durante le festività natalizie – incalza il leader della Gilda – significa sollevare dalla responsabilità famiglie e alunni”.

“Secondo il titolare del Miur, inoltre, il tablet e i social sono anche strumenti didattici e i ragazzi possono insegnarne l’uso ai genitori, se stanno insieme. Se il dialogo tra genitori e figli, in nome del quale bisognerebbe sacrificare i compiti, consiste nell´insegnamento dell´uso delle nuove tecnologie, – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – c’è da augurarsi che le famiglie italiane trovino altri modi per trascorrere il tempo libero”.

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Iscrizioni scuola 2019/20 e obbligo vaccinale: come comportarsi

vaccinazione bambini scuola

Dal 7 al 31 gennaio 2019 sarà possibile effettuare le iscrizioni per gli studenti all’anno scolastico 2019/2020. Corre però fare attenzione al tema delle vaccinazioni: secondo l’ultima circolare del MIUR, se non si è già in possesso della certificazione relativa ai vaccini, è necessario che…

  • i dirigenti scolastici (e i responsabili dei servizi educativi, dei centri di formazione professionale e delle scuole private non paritarie) devono trasmettere alle aziende sanitarie locali, entro il 10 marzo, l’elenco degli iscritti di età compresa tra zero e sedici anni, inclusi i minori stranieri non accompagnati, per l’anno scolastico successivo;
  • le ASL, entro il 10 giugno, restituiscono i summenzionati elenchi con l’indicazione dei soggetti che non risultino in regola con gli obblighi vaccinali, che non rientrino nelle situazioni di esonero, omissione o differimento delle vaccinazioni e che non abbiano presentato formale richiesta di vaccinazione;
  • nei dieci giorni successivi all’acquisizione degli elenchi con le indicazioni succitate, i dirigenti scolastici invitano i genitori, i tutori o i soggetti affidatari a depositare, entro il 10 luglio, la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni ovvero l’esonero, l’omissione o il differimento delle stesse, o la presentazione della formale richiesta di vaccinazione all’ASL competente;
  • dopo il suddetto invito, i dirigenti scolastici trasmettono all’ASL, entro il 20 luglio, la documentazione presentata dai genitori o la comunicazione dell’eventuale mancato deposito per gli adempimenti di competenza e, ricorrendone i presupposti, per l’applicazione delle sanzioni.

Per la scuola dell’infanzia e i servizi educativi per l’infanzia la mancata presentazione della documentazione summenzionata comporta la decadenza dall’iscrizione. Non determina, invece, la decadenza dall’iscrizione né impedisce la partecipazione  agli esami, per gli altri gradi di istruzione.

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Appalti di pulizie, ANIEF: “No a due pesi e due misure”

appalti pulizie scuola ata

La fine degli appalti di pulizie nelle scuole porterà all’internalizzazione dei servizi e all’assunzione di 12.000 lavoratori socialmente utili nel ruolo di collaboratori scolastici: la novità è contenuta nel secondo pacchetto di emendamenti alla Legge di Bilancio, già approvato alla Camera. La norma, ora all’esame del Senato, è in continuità con quanto disposto dall’ultima legge di bilancio 2015/17: oltre a confermare l’immissione in ruolo dei precari con contratto co.co.co. di Palermo, prevede la fine dell’esternalizzazione dei servizi e il passaggio nei ruoli dello Stato dopo anni di abusi.

Il problema però rimane per diverse migliaia di Ata, i collaboratori scolastici e gli assistenti tecnici e amministrativi che operano direttamente per lo Stato, che da anni prestano servizio, ma non sono stati mai assunti, eludendo in questo modo anche la stabilizzazione automatica prevista nei Paesi membri dell’Ue per chi ha svolto oltre 36 mesi su posto libero.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal) afferma: “Perché si adottano due pesi e due misure, lo dovrebbe spiegare l’on. Luigi Gallo (M5S), dopo che il Governo Letta scoprì nel 2013 che questo servizio costava allo Stato il doppio di quanto richiesto con l’utilizzo del personale interno. Anief ha presentato in Senato un emendamento per stabilizzare anche tutti gli Ata precari. E la spiegazione dovrebbe ancor più urgere dopo la sentenza Sciotto della Corte di Giustizia Europea che autorizza la stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato nella PA, la Sentenza Mascolo che affronta il problema dei docenti e la sentenza Sibilio che nega proprio la stabilizzazione degli LSU”.

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Bussetti chiede “meno compiti per le vacanze”, i sindacati replicano: “Pensi ai problemi seri”

insegnanti docenti immissione in graduatoria

Il Ministro dell’Istruzione incontra il Garante per l’infanzia. Poi si rivolge al corpo docente e alle scuole, preannunciando una posizione ufficiale sull’eccesso di carico di lavoro che viene richiesto agli alunni fuori scuola, perché “in un momento di riposo degli studenti e delle famiglie, vengano diminuiti i compiti durante le vacanze natalizie”.

“La circolare – afferma in una nota l’ANIEF – arriverà dopo i numeri impietosi sul basso investimento degli ultimi Governi italiani, di ogni colore, nel settore della Conoscenza che abbraccia Università, Istruzione e Ricerca”.

Il sindacato proprio non digerisce il colpo, come confermano le parole del suo leader Marcello Pacifico: “Certo si potrebbe anche abolire il valore legale del titolo di studio e perché no interrogazioni e verifiche. Magari si potrebbe fare tutto da casa? Ma allora perché non si comincia ad abolire l’Invalsi? Il Ministro farebbe bene a risolvere i problemi della scuola a partire dal precariato e dalla continuità didattica, dal rispetto per una professione che sembra non avere più il diritto di dover persino assegnare dei compiti per esercitare e valutare i suoi studenti, senza parlare della libertà di insegnamento che vede un’ingerenza dal forte sapore di propaganda politica che fatta da un dirigente scolastico, ex provveditore, suona pure amara”.