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Si ritorna a scuola il 7 gennaio (elementari e medie) e l’11 gennaio (superiori): accordo tra le forze di maggioranza

Nella notte arriva il via libera per le date del 7 e dell’11 gennaio per il ritorno a scuola in presenza. Fonti ben informate parlano del frutto di una mediazione tra le posizioni del ministro PD Franceschini e i responsabili dei dicasteri in forza a Italia Viva, che hanno perorato quindi l’idea che da sempre professa il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina del rientro subito dopo l’Epifania. Insomma, è ancora una volta sulla scuola che si consuma lo scontro tra le varie anime di questo Governo.

Il rientro in presenza degli studenti delle superiori avverrà comunque, come indicazioni del Consiglio dei Ministri, in presenza al 50 percento.

Il decreto contenente le nuove misure per il contenimento della pandemia da Covid-19 entrerà in vigore il 7 gennaio.

Una bambina che va a scuola il primo giorno

Ma le Regioni decideranno autonomamente

Nonostante la “fumata bianca” a seguito dello scontro interno al Governo resta da dire che le Regioni potranno comunque applicare misure più restrittive di quelle nazionali. Se Toscana e Lombardia hanno già annunciato che si atterranno alle disposizioni nazionali (i toscani addirittura pressavano per il ritorno in presenza già il 7 anche per le superiori), altre come la Campania adotteranno misure ben diverse da quelle “suggerite” a livello nazionale (rientro in presenza solo per la scuola dell’infanzia e prima e seconda elementare, per poi ripartire in presenza orientativamente il 18 per scuole elementari e medie e il 25 per le superiori). Anche nelle altre regioni si valutano misure ben più restrittive di quelle nazionali, fino al caso del Friuli Venezia Giulia e del Veneto in cui i governatori Fedriga e Zaia hanno già annunciato che le loro regioni proseguiranno con la Dad fino a fine gennaio.

vincenzo de luca regione campania
Il Governatore campano Vincenzo De Luca

Le posizioni dei sindacati

La FLC Cgil aveva già espresso nelle scorse ore perplessità per la riapertura il 7 gennaio. Le fa eco ANIEF. Dura anche la Gilda degli Insegnanti: “Tra i doveri, sanciti dalla legge, che spettano al sindacato c’è anche quello di intervenire affinché siano garantita la sicurezza dei lavoratori. Ebbene, date le attuali condizioni sanitarie dovute all’andamento della curva epidemiologica e alle misure insufficienti adottate finora, prima fra tutte il sistema di tracciamento dei contagi che è andato in tilt in numerose zone d’Italia, riteniamo che il ritorno in classe il 7 gennaio rappresenti un azzardo”, dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

Rino di Meglio
Il coordinatore della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio

“Siamo docenti e sappiamo perfettamente che l’unica vera scuola è quella in presenza e siamo i primi a sostenere che la didattica a distanza è una soluzione emergenziale. Ma, data la situazione attuale, non è affatto peregrino il rischio di riaprire le scuole il 7 gennaio e di doverle richiudere dopo pochi giorni”, conclude Di Meglio.

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Da oggi aperte le iscrizioni per l’anno scolastico 2021/22

Dal 4 al 25 gennaio sarà possibile presentare le domande di iscrizione alle scuole dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2021/2022. La procedura anche quest’anno sarà telematica. Per tutte le classi iniziali della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado statali l’unica modalità consentita è online. I genitori potranno avviare la fase di registrazione, per accreditarsi tramite le credenziali, sul sito www.istruzione.it/iscrizionionline/ dalle ore 9.00 del 19 dicembre 2020. I possessori di identità digitale SPID possono accedere direttamente tramite il proprio gestore.

Dalle primarie alle secondarie di secondo grado, la procedura di iscrizione alla classe prima è online; per le istituzioni che erogano percorsi IeFP, siano essi Istituti professionali e/o Centri di formazione accreditati dalle Regioni occorre verificare l’adesione degli stessi alla modalità telematica. Analogamente si procede per gli istituti paritari.

Le scuole accolgono le domande di iscrizione entro il limite massimo dei posti complessivamente disponibili rispetto alle risorse di docenti in organico, del numero e della capienza delle aule e degli spazi disponibili.

Scuola concorsi documenti scrittura uomo

Nel caso pervengano domande in eccedenza, la scuola rende noti in anticipo sul proprio sito web e sui moduli predisposti, i criteri di precedenza deliberati dal Consiglio di istituto. Secondo la circolare è da evitare l’adozione di criteri come la data di invio della domanda o il ricorso ad eventuali test di valutazione. E’ sempre possibile, da parte delle famiglie, indicare in subordine altri due istituti di proprio gradimento. Il tutto in linea con quanto già accaduto lo scorso anno.

Sono escluse dal sistema online le sezioni della scuola dell’infanzia, tutte le scuole della Valle d’Aosta e delle province di Trento e Bolzano, le classi terze dei licei artistici e degli istituti tecnici, l’istruzione degli adulti.

Ulteriori informazioni sul sito di FLC Cgil.

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TNBC, a Napoli scoperto un meccanismo molecolare che causa le metastasi polmonari

Il carcinoma mammario triplo negativo (TNBC) rappresenta il 20% dei tumori al seno ed è anche il sottotipo più aggressivo, a causa delle sue caratteristiche clinico-patologiche, tra cui la giovane età all’esordio e la maggiore propensione a sviluppare metastasi. Le pazienti con il triplo negativo metastatico hanno prognosi peggiore rispetto a quelli diagnosticati con altri sottotipi di cancro alla mammella metastatico: oggi non ci sono bersagli molecolari riconosciuti per la terapia.

Lo studio sviluppato nei laboratori del centro di ricerca di Napoli CEINGE-Biotecnologie avanzate in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche (Università di Napoli Federico II) e l’Unità di Patologia dell’Istituto Nazionale dei Tumori IRCS Fondazione Pascale ha dimostrato che la proteina Prune-1 è iper-espressa in circa il 50% dei pazienti con carcinoma mammario triplo negativo ed è correlata alla progressione del tumore, alle metastasi a distanza (polmonari) ed anche alla presenza di macrofagi M2 (presenti nel microambiente tumorale del TNBC e correlati ad un rischio più elevato di sviluppare metastasi).

I ricercatori hanno anche identificato nel modello murino una piccola molecola non tossica, che è in grado di inibire la conversione dei macrofagi verso il fenotipo M2 e di ridurre il processo metastatico al polmone.

Un traguardo importante, raggiunto da un team guidato da Massimo Zollo, genetista, professore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e Principal Investigator del CEINGE, del quale fanno parte, tra gli altri, due giovani ricercatrici della Federico II e del CEINGE Veronica Ferrucci e Fatemeh Asadzadeh (dottoranda SEMM).

La prima fase della ricerca ha riguardato lo studio di un modello murino geneticamente modificato di TNBC metastatico, caratterizzato dall’iper-espressione dei geni PRUNE1 e WNT1 nella ghiandola mammaria. «Il modello murino da noi studiato – spiega Veronica Ferrucci – genera non solo tumore primario di tipo triplo negativo, ma anche metastasi polmonari. Il modello murino ci ha consentito di identificare la presenza di macrofagi di tipo M2 sia nel microambiente del tumore primario che nel microambiente metastatico polmonare».

«Attraverso l’utilizzo di database di carcinoma mammario invasivo – aggiunge Fatemeh Asadzadeh –., abbiamo avuto la conferma che quando questi geni sono iper-espressi, si verificano prognosi peggiori. Il processo scoperto nel modello murino può essere lo stesso anche nella donna».

«Per noi un’ulteriore “prova” è stata l’aver riscontrato la presenza di alcune varianti genetiche identificate nel modello murino in campioni di carcinoma mammario TNBC umano presente in banche dati ma di funzione sconosciuta ora rese note grazie agli studi ottenuti nel modello murino», chiarisce Massimo Zollo.

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V-Day, l’appello di Triassi e Fabbrocini (Federico II): dare centralità ai Policlinici universitari

«Sarebbe un bel segnale se nel prossimo futuro si desse maggiore centralità ai policlinici universitari su un tema tanto importante quanto lo è quello della vaccinazione». Il commento sul V-Day in Campania arriva dal Policlinico Federico II di Napoli, con la voce del presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia Maria Triassi e del Direttore della Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia, Gabriella Fabbrocini.

maria triassi foto fb
Maria Triassi (foto: FB)

Triassi elogia il successo del V-Day e rilancia sull’opportunità di non dimenticare l’importanza dei policlinici universitari, così come del resto non lo si è dimenticato nel resto d’Italia. «Le nostre Aziende – dice Triassi – hanno e devono continuare a veder riconosciuto un ruolo centrale, perché formano i professionisti del futuro». Coinvolgerli sul tema dei vaccini sarebbe stato molto importante anche per lanciare un segnale. «Ieri quest’occasione non è stata sfruttata – conclude Triassi – speriamo che non si perda anche nel prossimo futuro». L’invito ad una maggiore attenzione arriva poi da Gabriella Fabbrocini: «Peccato non essere stati coinvolti nel V-Day, avremmo potuto come Facoltà di Medicina dare il nostro contributo, dando un esempio importante ai tanti giovani medici e specializzandi che si formano nella nostra struttura e incentivando così la cultura della vaccinazione».

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Ritorno a scuola a gennaio: si va verso il 50 percento in presenza per licei e scuole superiori

Si va verso la riduzione della presenza in classe degli studenti delle superiori, quando il 7 gennaio riprenderanno le lezioni. La nuova percentuale, al 50%, è stata avallata dalla la Conferenza unificata Stato-Regioni ed enti locali. Il testo provvisorio prevede di mettere a punto un piano operativo per garantire le operazioni di tracciamento dei contagiati e per l’applicazione rapida, efficace e tempestiva dei protocolli sanitari nell’ambito scolastico, prevedendo, anche con l’ausilio delle autorità sanitarie militari, la presa in carico di eventuali persone sintomatiche.

L’ACCORDO

Il documento prodotto, come riportato dalla stampa specializzata, prevede anche la realizzazione di un sistema di comunicazione rapido ed efficace attraverso cui le scuole “sappiano con precisione quali studenti o unità di personale debbano essere posti in quarantena, per quanto tempo e con quali modalità di rientro a scuola”. Inoltre, la bozza prevede che una eventuale sospensione o limitazione delle attività didattiche in presenza dovrà essere prevista “come misura residuale e disposta unicamente sulla base di evidenze scientifiche”. Da parte sua il governo si impegna a incrementare – si legge ancora nel testo – “il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa per il riconoscimento del salario accessorio al personale Ata, al fine di garantire il proseguimento del funzionamento delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado anche nelle ore pomeridiane”.

aula generica esami maturità 2019

LA PREMESSA DEL MINISTERO

Già il Ministero, con la nota n.28290 del 22 dicembre, aveva reso noto che è emersa l’esigenza di modificare la disposizione indicata, nel senso di fissare come obbligatorio il raggiungimento del 50% dell’attività didattica in presenza, con l’obiettivo di assicurare il raggiungimento del 75%, in modo graduale, ove questo non sia da subito possibile. A tal fine, atteso che non verrà adottato nell’immediato un nuovo DPCM in materia, sarà richiesto che tale misura sia prevista tramite apposita ordinanza del Ministro della Salute. Il ministero dell’Istruzione aveva precisato: “Il rientro per le scuole di secondo grado avverrà partendo con il 50% di studenti in presenza per arrivare al 75%. Su questo punto sarà predisposta un’Ordinanza del Ministero della Salute”.

LA POSIZIONE DEL SINDACATO

Anief ritiene che si sta procedendo senza un progetto definito. Lo stesso DPCM del 3 dicembre, che prevedeva il 75% di studenti da collocare in classe il prossimo 7 gennaio, sembra ora vacillare. La retromarcia dello stesso Governo è probabilmente arrivata dopo che, sulla base dei resoconti dei governatori delle Regioni, si è reso conto che il virus è ancora vivo, non tutte le province sono in grado di garantire una maggiorazione adeguata di mezzi di trasporto e sono molti gli istituti scolastici a non detenere spazi e organici adeguati a garantire il rientro in sicurezza del 75% di allievi. Il rischio, in queste condizioni, è che la sicurezza non possa essere garantita.

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Natale 2020: gli studenti del Petronio di Pozzuoli presentano il loro menu di Natale al ministro Bellanova

Un pranzo che potrebbe andare dinanzi ad un re. O, come in questo caso, in videoconferenza con un Ministro della Repubblica. Nemmeno il covid ha arrestato le attività didattiche del Petronio di Pozzuoli che, come da consuetudine, ha elaborato il menù tradizionale delle feste. I piatti tipici della tradizione napoletana e puteolana sono stati presentati il 23 dicembre in un webinar con il ministro all’Agricoltura Teresa Bellanova.

Gli studenti hanno elaborato un ricettario che prevede prodotti tipici, economici e sani. Le ricette recano la possibilità di apportare delle varianti in funzione degli ingredienti disponibili a casa e facilmente rinvenibili in commercio e sono strutturate per una facile preparazione per poche persone. Le ricette sono corredate di informazioni nutrizionali per evidenziare l’importante apporto nutritivo di una sana alimentazione. L’idea è nata nell’ambito della Rete degli Istituti Alberghieri dell’Ittico fondata da Assoittica Italia e dall’Istituto Alberghiero Tor Carbone di Roma ed in collaborazione con l’Organizzazione Interprofessionale della Pesca e dell’Acquacoltura. All’evento partecipa l’Associazione Psicologici del Lazio.

Il Petronio è l’unico istituto alberghiero della Campania ad aderire alla Rete. Al webinar parteciperà il dirigente scolastico, il professor Filippo Monaco. “La nostra partecipazione a questo evento di portata nazionale ci rende orgogliosi – spiega Monaco – e ci proietta in una dimensione nuova della scuola che ha dimostrato, nonostante le difficoltà, di essere una istituzione che non si ferma davanti alla pandemia. I nostri docenti hanno elaborato un menù che rispecchia la nostra grande tradizione culinaria. Non abbiamo proposto solo piatti noti, ma abbiamo recuperato antiche ricette della tradizione marinara delle nostre coste, puteolana in particolare”.

Di seguito il menù che hanno presentato i docenti e alunni dell’Ipseoa Petronio di Pozzuoli. Vigilia di Natale: insalata di mare, spaghettoni “cape’ e core’” con il capitone e pesce bandiera alla puteolana con broccoli di Natale all’insalata e per finire struffoli. Pranzo di Natale: polpo all’insalata, linguine nocciole e acciughe, frittura di baccalà, gamberi e calamari con insalata di rinforzo e roccocò. Cenone di San Silvestro: tortino di alici, spaghetti con i lupini, totani ripieni alla puteolana con friarielli al forte e cassatina napoletana.

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I Gradini suor Orsola diventeranno Museo

È stato approvato dalla Giunta Comunale di Napoli l’accordo di collaborazione con l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa per la realizzazione del progetto “Museo Gradini Suor Orsola”.

L’Amministrazione comunale ha accolto favorevolmente la proposta dell’Università di riqualificare e valorizzare la strada Gradini Suor Orsola con un percorso museale sulla storia della nascita e dello sviluppo della Cittadella monastica e del complesso monumentale del Suor Orsola.
“Attiviamo una collaborazione con l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa – dichiara l’assessore Clemente – per realizzare un percorso museale sul complesso monumentale del Suor Orsola. Un’idea nata dall’Università per valorizzare tutta la strada che dal corso Vittorio Emanuele porta alla cittadella universitaria e creare nuove opportunità per il territorio. Un ottimo esempio di ascolto e collaborazione tra istituzioni e territorio”.

“Ringrazio il Comune – commenta il rettore Lucio d’Alessandro – perché ha fatto sì che uno spazio pubblico possa diventare ancora più pubblico in quanto dedicato alla città ai giovani e alla cultura”.

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Mazzucchi nuovo direttore del dipartimento di Studi Umanistici della Federico II

È Andrea Mazzucchi il nuovo Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Eletto nella mattina del 15 dicembre 2020, subentra al filosofo Edoardo Massimilla e guiderà il Dipartimento per i prossimi tre anni, da gennaio 2021.

Mazzucchi, ordinario di Filologia italiana e di Filologia dantesca, è stato componente del Senato Accademico ed è attualmente Presidente della Scuola delle Scienze Umane e Sociali dell’Ateneo federiciano.

La dedizione al lavoro è stata la caratteristica della sua brillante carriera accademica, fino all’ascesa alla guida del Dipartimento di Studi Umanistici. Filologo moderno e abile divulgatore, ha innovato gli studi sui manoscritti rendendoli accessibili e, al tempo stesso, appassionanti per le nuove generazioni.

Innovazione che dimostra costantemente, ad esempio, nella direzione, presso la Biblioteca Oratoriana dei Girolamini di Napoli, della Scuola di Alta Formazione in ‘Storia e filologia del manoscritto e del libro antico’, nata da un accordo tra l’Università degli Studi di Napoli Federico II e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. Un percorso suggestivo che ha, inoltre, riconsegnato alla comunità l’immenso patrimonio librario del complesso Oratoriano.

Il Dipartimento di Studi Umanistici raccoglie l’eredità dell’antica Facoltà di Lettere e Filosofia ed è il più grande della Federico II con 190 docenti e ricercatori e un’offerta didattica articolata, tra l’altro, in 16 corsi di laurea triennali e magistrali e 4 dottorati di ricerca. Un Dipartimento intriso nel territorio che, con le sue molteplici attività, offre contributi costanti alla politica culturale e alle attività di terza missione che l’Ateneo federiciano mette in campo.


“Bisognerà proseguire nell’operazione di valorizzazione della ricca tradizione dei saperi umanistici, che rappresenta un’asse centrale nella ricerca e nell’offerta formativa del nostro grande Ateneo – dichiara Andrea Mazzucchi -. Continuando a garantire alta qualità, nel campo della ricerca e in quello dell’offerta didattica, il Dipartimento nei prossimi anni dovrà migliorare strutture, attrezzature e servizi agli studenti”.
Membro dell’Accademia pontaniana, Mazzucchi coordina il Dottorato di ricerca in ‘Testi, tradizioni e culture del libro. Studi italiani e romanzi’ presso la Scuola Superiore Meridionale.
Vicepresidente del Centro Pio Rajna per la Ricerca letteraria, filologica e linguistica, e membro del Consiglio direttivo della Casa di Dante in Roma, fa parte delle Commissioni scientifiche preposte all’Edizione Nazionale degli Antichi Commenti e alla Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante.

Professore, ricercatore, ma ancor più studioso della letteratura italiana medievale con particolare attenzione all’opera di Dante, alla sua prima ricezione, al rapporto tra testo e immagine nella tradizione manoscritta. È componente del Comitato nazionale per le celebrazioni del Settecentenario della morte del Sommo Poeta.

Dirige con altri illustri colleghi prestigiose riviste e collane scientifiche, ha coordinato l’ambito di ‘Discipline Storiche, storico letterarie e storico artistiche’ del Piano Nazionale per la Ricerca 2021-2027.  Il suo ultimo lavoro, in ordine di tempo, è la curatela al volume di Enrico Malato “Nuovi studi su Dante. Lecturae Dantis, note e chiose dantesche”, uscito il 26 novembre del 2020 per Bertoncello Artigrafiche. Un volume che conferma il costante rapporto diretto con i testi per decifrare l’universo dantesco

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Depressione e lockdown, l’impatto sulle persone con afasia post-ictus: studio coordinato dalla federiciana Paola Marangolo

La pandemia del COVID-19 ha gravemente influito sulla salute mentale delle persone determinando severe conseguenze psicologiche. L’isolamento dovuto alla pandemia non sembra però aver avuto lo stesso impatto sulle persone con afasia rispetto ai soggetti sani.

Uno studio del Laboratorio di Ricerca sull’Afasia della Fondazione Santa Lucia IRCCS in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli e con il Laboratorio Sperimentale sull’Afasia di Torino ha confrontato gli effetti del lockdown su persone sane e persone afasiche, pubblicato su Frontiers in Psychology, ha evidenziato un incremento dei livelli di ansia e depressione che si è dimostrato più grave nella popolazione anziana sana rispetto alla popolazione afasica oggetto dello studio, pur avendo sperimentato entrambi i gruppi un significativo peggioramento degli indici legati ad ansia e depressione durante il lockdown.

Paola Marangolo, Ordinario dell’Università Federico II di Napoli e Direttrice del Laboratorio di Ricerca sull’Afasia dell’IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma, coordinatrice dello studio in collaborazione con il Laboratorio Sperimentale dell’Afasia di Torino diretto da Alberto Giachero, ha analizzato i dati ottenuti: “Questo risultato a prima vista positivo suggerisce in realtà come il COVID mascheri la situazione drammatica che affligge la popolazione afasica. Le persone con afasia vivono sempre in uno stato di isolamento sociale e quindi d’instabilità emotiva. Questi ‘modi dell’essere’ sono talmente connaturati alla loro condizione acquisita da confondere, paradossalmente, gli effetti del Coronavirus.”

Gli afasici sono persone che, a seguito di una lesione cerebrale, generalmente a carico dell’emisfero sinistro, sviluppano disturbi nella produzione e/o comprensione del linguaggio; pur avendo conservato le loro capacità intellettive, non possono parlare. Nei casi più gravi non riescono a comprendere il significato delle parole, che diventano un insieme di suoni indistinti appartenenti ad una lingua ignota. I disturbi del linguaggio che affliggono le persone con afasia hanno spesso una ricaduta drammatica sulle interazioni sociali, sulla qualità della vita e sul benessere emotivo.

Allo studio hanno partecipato 73 persone con afasia che avevano completato il loro percorso di neuroriabilitazione e 81 soggetti di controllo anziani. Ad entrambi i gruppi sono state somministrate due scale di autovalutazione dei livelli di ansia e depressione (Hospital Anxiety and Depression Scale; HADS test) e alle persone afasiche è stato inoltre richiesto di rispondere ad un questionario di valutazione sulla qualità della vita (Stroke and Aphasia Quality of Life Scale Questionnaire; SAQOL- 39). Per entrambi i questionari sono state comparate le risposte in riferimento a due momenti distinti: prima e durante il COVID.

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Pandemia e emergenza cibo: la Federico II promuove ‘Tecnologie 4.0 Agricoltura e Territori’

sede centrale federico ii

Al tempo del Coronavirus è anche emergenza cibo. La pandemia ha reso evidente le criticità mondiali dei sistemi agroalimentari, è necessario, quindi, ripensare strategie future a partire dalle tecnologie, dalla digitalizzazione, dall’importanza centrale delle realtà locali.

Lunedì 7 dicembre, alle 11, di questi temi si discuterà nel corso dell’incontro ‘Tecnologie 4.0 Agricoltura e Territori’, in diretta streaming, sulla pagina Facebook ‘Rural Hack’. Matteo Lorito, rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Nicola Caputo, assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Maurizio Martina, deputato e componente della XIII Commissione Agricoltura, Alex Giordano, direttore scientifico del progetto di ricerca-azione RuralHack e Simona Elmo, coordinatrice del progetto SIBaTer – Supporto Istituzionale alla Banca delle Terre, si confronteranno sul tema. L’incontro sarà moderato da Annalisa Gramigna della Fondazione IFEL – Istituto per la Finanza e l’Economia Locale.

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La sede centrale dell’Università Federico II di Napoli (foto: Wikicommons)

A concludere la mattinata sarà Giuseppe Provenzano, Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale.

Un appuntamento che, a partire dal nuovo libro di Maurizio Martina, ‘Cibo Sovrano. Le guerre alimentari globali al tempo del virus‘, che analizza come il Covid-19 ha travolto anche il settore delle materie prime, e quindi anche la catena di approvvigionamento del cibo, si soffermerà sul ruolo operativo delle politiche regionali in relazione all’azione nazionale ed europea, dei nuovi sistemi di produzione, di conoscenze innovative e delle tecnologie, del recupero di aree rurali abbandonate che sono attori fondamentali per le strategie future.