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Young, torna il grande teatro per i bambini a Napoli

La rassegna di teatro per le nuove generazioni Young, ideata e realizzata da Casa del Contemporaneo in collaborazione con le Nuvole per la cura artistica di Morena Pauro, è giunta alla 34° edizione e debutta in Sala Assoli a Napoli mercoledì 30 e giovedì 31 ottobre 2019 inoccasione della festa di Halloween con la doppia replica alle ore 15 e alle ore 18 dello spettacolo IL PRINCIPE MEZZANOTTE, scritto e diretto da Alessandro Serra premio Ubu 2017 per “Macbettu”, qui alla sua prima regia per l’infanzia. Prosa, teatro corporeo, teatro d’immagine e d’ombre per un pubblico di bambini, dai 5 anni, e adulti che non avranno paura a entrare nell’oscuro mondo di Mezzanotte.

Lo spettacolo è un carosello di personaggi buffi e grotteschi che ci accompagneranno nel mondo di una fiaba delicata e romantica raccontata con uno stile che ricorda le atmosfere insolitamente noir, misteriose e poetiche di Tim Burton. Mezzanotte è un principe perdutamente innamorato del buio e delle stelle, perché è proprio di notte che prendono vita i sogni… anche se alcuni possono trasformarsi in incubi. E così accade a Mezzanotte, costretto a nascondersi in un magico comò per sfuggire alla maledizione della terribile strega Valeriana, che lo ha condannato a essere trasformato in un essere mostruoso il giorno in cui si innamori. La notte e il buio non devono far paura perché è proprio di notte che si possono vedere cose meravigliose come le stelle, i fuochi di artificio, la luna e soprattutto…i sogni! E già, perché il Principe Mezzanotte abituato a stare sempre da solo è proprio nei sogni che rifugia i propri desideri d’amore. Ed è in sogno che prende vita la sua principessa ideale.

Miglior Spettacolo Osservatorio Critico degli Studenti “per la scenografia efficace e piena d’inventiva, l’originalità del testo e la capacità di coinvolgimento del pubblico”, lo spettacolo è stato finalista Premio Scenario Infanzia 2008 e sarà presentato anche alle scuole dell’infanzia e primaria nelle matinèe delle ore 10 sempre nelle giornate del 30 e 31 ottobre 2019.

Si proseguirà in Sala Assoli con altri 5 titoli dedicati ai bambini e ragazzi fino alla primavera 2020: “L’Arcobaleno Di Bianca” il 1 e il 2 dicembre, “Il Fiore Azzurro il 15 gennaio, “Thioro un Cappuccetto Rosso Senegalese” il 16 e il 17 febbraio, “Amore e Psiche” il 19 febbraio e, dulcis in fundo, “Zanna Bianca”il 12 marzo.

Il progetto Young rivolto alle nuove generazioni ha un respiro più ampio includendo complessivamente 29 titoli programmati a Napoli anche presso il Teatro dei Piccoli di Napoli, Parco della Mostra d’Oltremare, dove è nato e da quest’anno – come per l’intera proposta artistica di Casa del Contemporaneo – anche al Teatro Ghirelli a Salerno e Teatro Karol a Castellammare di Stabia. Una programmazione dunque che si divide – ma al tempo stesso diventa un tutt’uno – in 4 rassegne ricche di spettacoli teatrali che si presentano al pubblico in una vasta contaminazione e sovrapposizione di linguaggi e tematiche.

Drammaturgie che accompagnano la delicata fase del crescere – scrive Morena Pauro, curatrice artistica Young – Obiettivo è quello di stimolare attraverso una proposta leggera, ludica e spesso anche ironica, la formazione di una platea critica che si interroga, a volte si scontra, ma in ogni caso discute dei grandi temi sociali ed etici rivolgendosi al mondo della scuola, della famiglia, ad ogni ambiente sociale”.

Teatro di parola, danza, immagine, teatro in lingua inglese e spagnola, forme tecnologiche e innovative sono lo straordinario patrimonio di mezzi e linguaggi per raccontare una realtà che si modifica e si evolve oggi a velocità sostenuta.

Tantissime possibilità inoltre per la formazione e l’aggiornamento dei docenti a cui possono partecipare anche educatori e genitori [Le Nuvole è Ente riconosciuto dal Miur per le attività di formazione – Direttiva Ministeriale 170/2016] da Teatro Scuola Vedere Fare, percorso dedicato alle scuole elementari e medie, in collaborazione con Agita Teatro, in cui le classi producono uno spettacolo teatrale, raccontando e raccontandosi, con l’ausilio di un tutor e frequentando con continuità gli appuntamenti della stagione; a Didattica della Visione, in collaborazione con Casa dello Spettatore, un progetto dedicato alla decodifica del linguaggio e delle tecniche comunicative del teatro; a Lettura e Fotografia, incontri di formazione per costruire storie con le immagini a cura di Pino Miraglia e Esplorazioni al Maggio all’infanzia, in collaborazione con Teatri di Bari, il Festival interregionale di teatro ragazzi divenuto terreno utile a stimolare il dialogo e a sviluppare una sinergia fra la scuola e il teatro intorno alla visione di uno e più spettacoli.

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MIUR e TIM, un patto triennale per la digitalizzazione delle scuole

sede Miur Trastevere Roma

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti, e l’Amministratore Delegato di TIM, Luigi Gubitosi, hanno firmato oggi al MIUR un protocollo d’intesa triennale finalizzato ad accelerare il processo di trasformazione digitale delle scuole italiane di ogni ordine e grado, puntando a elevare la qualità dell’offerta formativa degli istituti scolastici, attraverso l’innovazione didattica e l’integrazione delle nuove tecnologie nei processi di apprendimento. L’iniziativa sarà aperta anche al contributo delle altre aziende attive nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie per la didattica digitale.

L’accordo permetterà di realizzare azioni per portare nelle scuole e negli ambienti di apprendimento l’accesso alla rete internet, individuando casi pilota in tutta Italia anche in aree disagiate o caratterizzate da alta dispersione scolastica. Saranno inoltre attivate iniziative di formazione del personale docente e degli studenti volte a favorire lo sviluppo delle competenze digitali e promuovere la cultura scientifica nelle scuole, per ispirare i ragazzi nella scelta di percorsi formativi e professionali nel campo delle discipline STEM.

Si svilupperanno in tal modo azioni di “digital education” di base con l’indicazione degli strumenti idonei ad agevolare la scoperta di approcci evoluti al digitale, attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative come il cloude la realtà aumentata al servizio dell’istruzione. I progetti realizzati arricchiranno il curriculum attraverso percorsi di formazione e orientamento alle competenze digitali, in linea con i nuovi trend tecnologici e le richieste del mercato del lavoro. Agli studenti saranno offerti servizi e programmi formativi gratuiti, con l’obiettivo di diffondere le competenze necessarie alla trasformazione digitale delle imprese e alle conseguenti sfide che il mondo del lavoro sarà chiamato ad affrontare.

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Anzianità, Stress “da cattedra” e burnout, il corpo docente italiano peggiora

prof lodolo d'oria

Cresce l’età media dei docenti italiani, con due su tre che hanno più di 50 anni. E con loro cresce anche il livello di usura psicofisica: lo sostiene il dottor Vittorio Lodolo D’Oria, tra i massimi esperti nazionali sulle malattie derivanti da attività professionali, secondo il quale nella scuola, come in tutto il pubblico impiego, “dal 1992 al 2012 sono intervenute quattro riforme previdenziali ‘al buio’, cioè senza valutare la salute della categoria professionale dei docenti”. Marcello Pacifico (Anief): “Basta indugi: ci sono decine di migliaia di docenti in attesa, che meritano l’accesso alla pensione adottato nella maggior parte dei Paesi europei. In caso contrario, le loro condizioni psico-fisiche sono destinate a peggiorare, con lo Stato che se ne dovrà pure fare carico”.

La salute del corpo insegnante italiano non è buona. Dopo aver esaminato “i casi  di due docenti relativamente giovani (la più grande ha 50 anni) che sono già stremate e manifestano le classiche somatizzazioni oltre a un forte senso di inadeguatezza nei confronti degli stessi alunni”, l’esperto di patologie da professione scrive su Orizzonte Scuola un’amara verità: “All’alba del terzo millennio non sono ancora riconosciute le malattie professionali degli insegnanti, non è finanziata la prevenzione e si usano terminologie che non hanno rilevanza medica ai fini della cura e dell’indennizzo (burnout, stress lavoro, correlato, rischi psicosociali). Nel giro di 20 anni siamo perciò passati dall’insostenibile situazione delle baby-pensioni ai 67 anni per andare in quiescenza. Stiamo perciò assistendo ai frutti degenerati di un sistema perverso”, conclude Lodolo D’Oria. 

Anief ricorda che sull’incidenza delle patologie da stress ha certamente il suo peso l’ultimo rapporto realizzato dalla Commissione europea sull’età degli insegnanti italiani, ormai avanti negli anni come nessuno in Europa: ben il 58% ha oltre 50 anni, contro una media Ocse del 34%. Inoltre, sempre per la Commissione Ue, “l’Italia ha una delle più alte percentuali di insegnanti donne tra gli Stati membri, donne che quasi sempre devono sobbarcarsi il carico della famiglia e dei figli: nel 2016 – si legge ancora nel rapporto dell’Ue – le insegnanti donne erano il 99% nella scuola materna, il 63% nella secondaria superiore e il 37% nelle università”. 

Dopo avere esaminato certi numeri, bisogna poi giungere alle inevitabili conclusioni. Quelle a cui è giunta di recente l’Organizzazione mondiale della Sanità, secondo la quale il burnout è il tipico malessere cronico che si riscontra nei lavoratori della scuola, come una sindrome che conduce allo ‘stress cronico’ impossibile da curare con successo. Il sindacato, a questo proposito ha chiesto di collocare l’insegnamento, non solo quello nella scuola dell’infanzia, nell’Ape Social

“Il Governo – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – deve avviare un’inchiesta come abbiamo in passato scritto al MEF perché non ha mai voluto verificare il tasso di segnalazioni di stress da lavoro correlato nell’esercizio della professione del personale docente, Ata e dirigenziale né il numero di patologie invalidanti. La volontà di evitare magari nuovi aggravi finanziari dovuti al riconoscimento di quello che sempre più studi ci dicono non può compromettere la corretta adozione di tutti gli strumenti per contenere e monitorare questo fenomeno nel servizio che vogliamo offrire ai cittadini e nella tutela dei lavoratori. E non parliamo di malanni passeggeri di poco conto. Basta dire che le malattie professionali dei docenti che determinano l’inidoneità all’insegnamento nell’80% dei casi presentano una diagnosi psichiatrica“. 

Un’indagine nazionale, volta a indagare diversi ambiti problematici connessi con lo sviluppo della sindrome di burnout, ha rilevato che l’alta incidenza di malattie psichiatriche ed oncologiche tra coloro che soffrono o hanno sofferto di stress da lavoro è correlata, tra i docenti, alla mancanza di una rete (di esperti, di colleghi, etc.) che contribuisca a fornire un supporto sempre presente e disponibile nei momenti di inevitabile difficoltà vissuti in ambiente scolastico.    

“È ora di finirla con la convinzione errata che appiattisce le professioni – continua Pacifico -: siccome stiamo parlando di un lavoro stressante e gravoso, quale è l’insegnamento, è giunta l’ora che i docenti italiani vengano collocati in pensione così come avviene nei Paesi europei con i loro insegnanti: attorno ai 60 anni di età o con meno di 30 anni di contributi e senza particolari decurtazioni sull’assegno di quiescenza. Non più legando l’uscita dal lavoro all’aspettativa di vita, come accade da noi”.

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Carta del Docente, nuova apertura verso gli educatori (stavolta da Firenze)

carta del docente cosa acquistare

Il bonus 500 euro per aggiornamento professionale spetta anche agli educatori

Questa volta lo ha detto la Corte di Appello di Firenze che ha respinto l’appello del MIUR e confermato il diritto rivendicato dal ricorrente. Il personale educativo, infatti, è inquadrato nel contratto come personale docente. “Ora – chiede Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – il Parlamento trovi nuove risorse nella legge di Bilancio per estendere tale facoltà a tutto il personale educativo ma anche al personale Ata e soprattutto a tutto il personale precario, perché la formazione è un diritto-dovere di tutti i lavoratori della scuola, indipendentemente dalla durata del contratto per garantire un’istruzione migliore”.

Anief sostiene da tempo e crede tantissimo nella battaglia legale di certe professionalità. Gli educatori, del resto, sono a tutti gli effetti dei maestri della scuola primaria e non si comprende il motivo per il quale, anche se già di ruolo, debbano essere esclusi dal bonus di aggiornamento professionale. Considerato che dal Parlamento e dal Miur continuano a giungere segnali di chiusura, il giovane sindacato ha deciso da tempo di avviare il contenzioso al giudice del lavoro per il personale educativo che non ha beneficiato della decisione del Tar. 

La scorsa estate, infatti, il Tar del Lazio, con la sentenza n. 9474/2019, ha dato il via libera alla partecipazione degli educatori interessati di prendere parte alle sessioni suppletive del concorso per la scuola dell’infanzia e primaria, sia su posto comune che su sostegno. Ed il concetto adottato dai giudici è sempre lo stesso: risiede nell’art 38, comma 2, del CCNL scuola, ad iniziare dal contratto del 1994/97, il quale stabilisce chiaramente che “il personale educativo dei Convitti e degli Educandati rientrano nell’area contrattuale e nella funzione docente”. 

Inoltre, il personale educativo partecipa alla funzione di formazione e di istruzione degli allievi, convittori e semiconvittori, ed è collocato espressamente all’interno dell’area professionale del personale docente. Pertanto, è ormai acclarata la piena equiparazione, a ogni effetto di legge, del profilo professionale di educatore con quello di docente. 

“Siamo sempre stati convinti – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che gli educatori operano in prevalenza nei convitti nazionali pubblici in qualità di docenti a tutti gli effetti. Tra l’altro, si tratta di un numero non altissimo di dipendenti: quindi, i risparmi per le casse dello Stato che deriverebbero dalla loro esclusione sarebbero davvero poco consistenti. La platea di beneficiari del bonus annuale, comunque secondo l’Anief, è destinata ad allargarsi: riteniamo, infatti, che anche il personale Ata e i precari debbano accedere alla somma introdotta dal Governo Pd con l’articolo 1 comma 12 della Legge 107/2015”. 

Per aderire al ricorso contro l’esclusione dal bonus annuale da 500 euro assegnato a tutti i docenti, è necessario inviare al Miur la diffida predisposta dall’Anief e preaderire on line: clicca qui per scaricare la diffida e preaderire al ricorso

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Eurosofia, a Palermo un incontro nel segno di Padre Puglisi

aula scuola generica

L’ente di formazione Eurosofia sarà il promotore di un evento sociale rivolto alle scuole che si svolgerà il 22 novembre, dalle ore 16 alle ore 19, presso la sede del Cineteatro Colosseum, Via Guido Rossa n. 7, Palermo 

Alcuni dei relatori saranno volontari che stanno proseguendo l’impegno di Padre P. Puglisi sul territorio, che sono stati vicini al sacerdote come allievi e hanno seguito in prima linea la sua attività pedagogica. 

L’incontro è aperto a tutti i docenti, di ogni ordine e grado. Sarà rilasciato un attestato di partecipazione riconosciuto dal MIUR.

Saranno ripercorsi attraverso testimonianze dirette alcune tappe dell’esistenza del sacerdote, in particolar modo sarà focalizzata l’attenzione sul suo metodo educativo e sulle buone prassi utilizzate per compiere dei piccoli miracoli sociali.

Padre Puglisi è l’ideatore di un approccio didattico fondato sull’empatia, su una vicinanza ed un supporto non invasivo.

“Essere testimoni soprattutto per chi conserva rabbia nei confronti della società che vede ostile. A lui il testimone deve infondere speranza facendo comprendere che la vita vale se è donata.”

(Pino Puglisi)

Tra gli ospiti sarà presente un comico palermitano per cercare di rendere il messaggio più efficace e recepibile per gli studenti. Forniremo maggiori dettagli nelle prossime settimane. 

Attraverso le parole e l’ironia di personaggi che sono vicini alla loro sfera emotiva, il messaggio viene valorizzato e assume una maggiore rilevanza, un aspetto fondamentale per giovani che non sempre hanno adulti che sanno fornire valori o punti di riferimento.

L’evento non è a scopo di lucro, si inserisce nell’ambito di un progetto dedicato ai quartieri a rischio.

Per un maggiori informazioni contatta il numero 091 7098311/357 oppure il 3928825358; è possibile anche inviare un’email a  segreteria@eurosofia.it.

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Scuola, firmato Protocollo d’intesa Camera – Miur -Giustizia: incontri sulla legalità e la Costituzione negli istituti penali minorili

sede Miur Trastevere Roma

Una serie di incontri con gli studenti negli istituti penitenziari minorili, per promuovere i valori e i principi della democrazia e della Costituzione. Questo l’obiettivo del Protocollo d’intesa sottoscritto oggi, presso l’Istituto Penale per i Minorenni “Nicola Fornelli” di Bari, dal Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Lorenzo Fioramonti e dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

Il Protocollo rinnova l’intesa siglata lo scorso anno. Camera dei Deputati, MIUR e Ministero della Giustizia promuoveranno l’educazione alla legalità, il contrasto della devianza e il reinserimento sociale, tramite incontri e iniziative negli istituti minorili e nelle scuole, dedicati all’approfondimento e allo studio della nostra Carta Costituzionale.

“È dall’istruzione che cominciamo a ricostruire questo Paese e dobbiamo iniziare soprattutto dai luoghi dove si vivono le maggiori difficoltà, dove incontriamo coloro che devono avere una seconda possibilità – ha dichiarato il Ministro Lorenzo Fioramonti -. Partire da chi ha commesso degli errori, da chi si è trovato a vivere in realtà più svantaggiate rispetto agli altri, ha un valore simbolico per il resto del Paese. Abbiamo il dovere di portare qui la presenza della Stato e degli operatori della scuola”.

“Dobbiamo sostenere i ragazzi che hanno fatto uno sbaglio, che hanno commesso dei crimini – ha proseguito il Ministro -. Soltanto se forniamo le condizioni e gli strumenti per il riscatto dei nostri giovani, senza esclusioni, soltanto se, attraverso la scuola, aiutiamo a colmare i divari insostenibili e inaccettabili di una società profondamente ingiusta, rispettiamo gli elementi principali della nostra Costituzione e della democrazia partecipativa. L’istruzione è un grande volano di sviluppo e questo accordo serve a fare in modo che non sia più dimenticato il suo ruolo rivoluzionario e radicalmente emancipatorio”.

Le attività dell’intesa saranno pianificate e coordinate, nel rispetto dell’autonomia scolastica,  da un comitato paritetico composto da due rappresentanti della Camera dei Deputati e due di entrambi i Ministeri.

(fonte: Miur)

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A.A.A. docente cercasi: per trovare i supplenti le Mad bastano più, i presidi passano agli annunci su internet. Lo dice Anief

aula generica esami maturità 2019

L’alto numero di cattedre scoperte continua a farsi sentire. E non è limitata ad alcune aree del Paese: ormai, anche se si tratta di istituzioni pubbliche, dopo che gli Uffici scolastici hanno ben presto “scaricato” il problema alle scuole, ai presidi non è rimasto altro che provare con le graduatorie d’Istituto. Ma siccome in tanti casi non sono servite a molto, perché i candidati si sono presto esauriti, i capi d’istituto sono passati alle vie informali prendendo in considerazione le Mad. Solo che ora nemmeno queste bastano più, perché l’opera di comparazione richiesta dal Miur non è facile dal compiersi, soprattutto, come spesso avviene, in presenza di candidati con titoli diversi da quelli specifici richiesti per la classe di concorso di cui ha bisogno la scuola. L’ultima spiaggia diventano i portali specializzati in Istruzione, da dove l’annuncio arriva direttamente a casa dei potenziali supplenti: una sorta di Mad al contrario. 

Nelle nostre scuole le lezioni sono iniziate da ben oltre un mese, ma in tanti istituti si continuano ad attendere i supplenti per coprire il sempre più alto numero di cattedre senza docente titolare. Si tratta, soprattutto, di insegnanti di materie scientifiche e tecniche delle superiori, ma anche di sostegno e di maestri della primaria. Solo a Bologna ne mancano ancora ben 300: questo avviene, spiega Il Resto del Carlino, perché le graduatorie sono esaurite e le scuole devono trovare un supplente tra le ‘messe a disposizione’ presentate dai precari fuori graduatoria e quasi sempre senza esperienza. “A Bologna, come in tutto il Nord, reperire supplenti da altre regioni è un’impresa, soprattutto per il costo alto della vita, a partire dagli affitti”, commenta anche Orizzonte Scuola

Lo stesso portale d’Istruzione si sta quasi trasformando in un’agenzia di pubblico impiego per la scuola: sul sito internet vengono pubblicate continue richieste, quasi degli “avvisi di selezione”, formulate dai dirigenti scolastici o dal loro staff. E non si tratta di supplenze cosiddette “brevi”, ma di contratti annuali, quindi con scadenza sino alla fine dell’anno scolastico, quasi sempre al 30 giugno del 2020. La maggior parte delle richieste sono concentrate al Nord, ma non mancano casi di dirigenti scolastici di istituti del Centro-Sud dediti alla ricerca di insegnanti non rintracciabili per le vie tradizionali. 

L’Istituto “Vallauri” di Cuneo, ad esempio, ricerca un docente per la classe di concorso A042 per un contratto a tempo determinato fino al 30 giugno 2020. L’Istituto d’Istruzione superiore “G. Silva – M. Ricci” di Legnago (VR) è alla caccia di un docente in possesso dei titoli per l’insegnamento nella classe di concorso A040 per un contratto fino al 30/6/2020. Il Liceo Statale “Giuseppe BERTO” di Mogliano Veneto (TV) ricerca n. 1 docente di conversazione di Lingua Inglese – cdc BB02 – per contratto a tempo determinato fino al 30 giugno 2020. L’istituto di Istruzione Superiore “Caramuel Roncalli” di Vigevano (PV)- CORSO SERALE ricerca un docente classe di concorso A042 per una supplenza di 18 ore. Qualche giorno fa, l’istituto Comprensivo “Borsi” di Donoratico (LI) cercava “una docente di scuola primaria per una supplenza di 9 ore fino al 30 giugno 2020 su posto di lingua inglese”. Anche a Potenza, il preside dell’Istituto Comprensivo “L. Sinisgalli” era alla ricerca di “una docente della scuola Primaria con titolo di specializzazione Montessori per prestare servizio nel corrente anno scolastico”. 

In pratica, i dirigenti scolastici non possono attendere ancora per coprire le cattedre vuote. E ci provano in tutte le maniere. Qualche giorno fa, il dirigente scolastico dell’Istituto nautico “San Giorgio” di Genova e Camogli ha ‘postato’ un annuncio su Facebook che ha fatto il giro del web e della stampa nazionale: “Cerco insegnante di Elettrotecnica per cattedra al 31 agosto al nautico di Camogli. Sono il Dirigente Scolastico della scuola. Eventuali interessati mi contattino rapidamente. Se conoscete persone interessabili, coinvolgetele”, ha scritto il preside Paolo Fasce. 

“Si sta oltrepassando ogni logica – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -. Ed è un fenomeno tipicamente italiano, visto che solo qualche giorno fa anche il rapporto UE “Education and Training Monitor 2019” ha affermato che, assieme a qualche altre Paese, siamo quelli dove si riscontra “una carenza di insegnanti qualificati”. Il punto è che si è preferito tenere i precari sotto scacco: seppure selezionati, formati, abilitati, si è continuata a perseguire l’idea che conviene mantenerli precari. L’apice di questo ragionamento si è raggiunto nell’ultimo periodo, quando si è arrivati a mettere rigidamente in atto le sentenze del Consiglio di Stato sui diplomati magistrale, arrivando a licenziare migliaia di docenti già immessi in ruolo e con tanto di anno di prova svolto”. 

“Sono innumerevoli – continua Pacifico – i motivi che lasciano lontani i laureati in particolari discipline, evidentemente più attratti da altre professioni, per accedere alle quali non vi è questa trafila di problemi. I quali, inevitabilmente, alla lunga hanno il loro peso nella formazione di malattie psichiatriche ed oncologiche, purtroppo sempre più frequenti tra gli insegnanti vittime del burnout per via dei decenni passati a fare sempre lo stesso lavoro con alte dosi di stress”, conclude il sindacalista Anief. 

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Messa in sicurezza edifici scolastici, dal Miur quasi 66 milioni di euro

sede Miur Trastevere Roma

Ammonta a 65,9 milioni di euro il contributo stanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per il piano straordinario di prevenzione dei crolli di solai e controsoffitti nelle scuole. L’avviso pubblico per il finanziamento di verifiche e indagini diagnostiche relative a elementi strutturali e non strutturali è disponibile sul sito del MIUR. È destinato agli Enti Locali proprietari di immobili pubblici adibiti a uso scolastico censiti nell’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica.

“Il bando per il finanziamento destinato alla prevenzione di crolli conferma la priorità del tema sicurezza, già indicata tra le linee programmatiche appena presentate – ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti -. La sicurezza nelle scuole è una delle parole d’ordine, la prima, cui ispiro la mia azione, è una priorità assoluta per garantire l’effettività del diritto allo studio e per innalzare la qualità della didattica che non può prescindere dalle strutture e dagli ambienti di apprendimento. Da subito, sull’edilizia scolastica ho chiesto la costituzione di una task-force per supportare gli enti locali, anche nel coordinamento di appalti, gare e ricostruzione degli edifici scolastici”.

“Una delle maggiori ragioni di insicurezza delle nostre scuole – dichiara la Vice Ministra Anna Ascani – è il crollo di intonaco dai soffitti: tra settembre 2018 e luglio 2019 Cittadinanzattiva ha registrato un crollo ogni 3 giorni, mai così tanti dal 2013. Questo Piano straordinario, al quale destiniamo 65,9 milioni, servirà a conoscere in maniera puntuale lo stato in cui versano i nostri edifici e a mettere a disposizione risorse necessarie per intervenire su ciò che non va. Prima che sia troppo tardi. Non è ammissibile che uno studente non si senta al sicuro in classe. Non è accettabile che le famiglie che affidano i propri figli a un’istituzione scolastica si debbano preoccupare per la loro incolumità. Stiamo facendo un investimento importante, dando un sostegno prezioso agli enti locali. Continueremo a impegnarci per rendere la scuola un luogo sicuro, di crescita e futuro”.

Per le verifiche strutturali da effettuare nelle scuole sono disponibili complessivamente 40 milioni di euro. È prevista, inoltre, una quota ulteriore pari a 25,9 milioni di euro da assegnare successivamente per gli interventi urgenti di messa in sicurezza che dovessero rendersi necessari all’esito delle indagini sui solai e i controsoffitti. In particolare, il 30 per cento delle risorse da assegnare attraverso la procedura è riservato a Province e Città Metropolitane mentre la restante percentuale è a favore dei Comuni e/o unioni di Comuni.

Gli Enti Locali possono presentare la propria candidatura entro le ore 15 del 29 novembre 2019. Le candidature saranno selezionate sulla base dei seguenti criteri: vetustà degli immobili con particolare riferimento agli edifici costruiti prima del 1970, zona sismica, popolazione scolastica coinvolta, tipologia costruttiva dei solai, assenza di finanziamento negli ultimi cinque anni per interventi strutturali o per indagini diagnostiche, eventuale quota di cofinanziamento.

Per l’avviso è possibile visitare il sito: https://bit.ly/32oZuR7

(fonte: Miur)

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LIBERaMente: la booktherapy arriva a Napoli

La lettura come cura, come strumento di auto-analisi, come sollievo dagli affanni e dalla malattia: è questa l’idea che sottende il progetto di booktherapy “LIBERaMente”, la biblioteca dell’A.O.U. Federico II che verrà presentata sabato 19 ottobre dalle ore 11.15 alle ore 13.15 nell’Aula Piccola Sud (Via Pansini 5), nell’ambito della terza edizione dell’Atelier della Salute.

Partendo dall’idea che le parole, la lettura e la diffusione della cultura sono armi importanti per prendersi cura di sé, degli altri e del territorio circostante, l’Azienda Ospedaliera e la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II con la Fondazione Premio Napoli hanno dato vita ad un ambizioso progetto: promuovere a Napoli la booktherapy nei percorsi di cura. In altre parole il prof. Maurizio Bifulco, responsabile del progetto insieme alla dott.ssa Gloria Castagnolo che gestirà lo spazio, ha tradotto in realtà la convinzione che i libri, soprattutto se scelti bene, possano essere una medicina e rappresentare un richiamo alla vita, un momento di svago e sollievo durante il periodo di degenza. Non solo: lo spirito dell’iniziativa è quello di coinvolgere la cittadinanza in modo attivo, rendendo accessibile la biblioteca per chiunque si rechi al Policlinico per cure ed esami o per accompagnare un proprio caro. La biblioteca, inoltre, è destinata anche a tutto il personale docente e tecnico-amministrativo, nonché agli studenti e al personale sanitario.
La giornata di sabato si aprirà con i saluti dell’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, Roberta Gaeta; con le testimonianze degli esperti del settore biblioteconomico, della Psicologia clinica, del mondo della cultura, del Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche, l’Associazione Liber@Arte promotrice del Salone del Libro di Napoli, oltre alla Fondazione Premio Napoli.

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Caos insegnanti di sostegno disabili, sentenza tombale della Cassazione: “Non è possibile ridurre le ore una volta individualizzato il piano per l’alunno”

alunni con disabilità insegnanti di sostegno generica

Cancellare tutte o parte delle ore settimanali di sostegno agli alunni con disabilità, previste dalla loro programmazione educativa, è un atto illegittimo che crea un danno al giovane in formazione. A ribadirlo è la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25101: i giudici ermellini hanno spiegato che non è possibile fare modifiche una volta che il piano individualizzato dell’alunno disabile è stato stabilito. Pertanto, l’amministrazione scolastica non ha alcun titolo a modificare la quantità di ore assegnate: ogni volta che ciò accade, purtroppo spesso, va in contrasto con il diritto dell’alunno a una pari opportunità scolastica. Il nuovo ministro dell’Istruzione ne prende atto e verifica i perché di questa situazione incresciosa che si somma alla mancata assegnazione di tante supplenze annuali sugli oltre 50 mila posti in deroga. 

Cresce il numero delle famiglie che non si arrendono alle ore di sostegno negate ai figli disabili. Un genitore, scrive Orizzonte Scuola, ha presentato ricorso al Tribunale di Caltanissetta, chiedendo che venisse disposta la cessazione della condotta discriminatoria posta in essere dal Comune nei confronti del figlio minore. Il bambino frequenta la scuola dell’infanzia ed è affetto da disturbo di spettro autistico, motivo per cui ha diritto ad assistente della comunicazione per 22 ore settimanali. Il Comune ha però disposto 10 ore settimanali di assistenza, a fronte delle 22 individuate dal piano dinamico funzionale relativo all’alunno. Il Tribunale ha accolto il ricorso sulle “Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni” presentato da un genitore del bambino, maresciallo dei carabinieri, dichiarando che la discriminazione nei confronti del giovane alunno c’era stata in maniera indiretta. 

La decisione dei giudici

Il piano educativo individualizzato, definito ai sensi dell’art. 12 della legge 104/1992, obbliga l’amministrazione scolastica a garantire il supporto per il numero di ore programmato, senza lasciare a essa il potere discrezionale di ridurne l’entità in ragione delle risorse disponibili, anche nella scuola dell’infanzia. Il dirigente scolastico deve perciò, secondo la sentenza, attribuire a ciascun alunno disabile un numero di ore di sostegno che corrisponda a quello oggetto del G.L.H.O, dal quale non si può discostare. 

L’annuncio di Fioramonti

Anche il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha detto, illustrando le linee programmatiche del suo mandato in Senato, che in Italia “abbiamo troppe cattedre di sostegno senza insegnanti, troppi insegnanti di sostegno non formati come tali, ma formati su altro. Stiamo cercando, con una indagine interna, di capire come mai non si è arrivati in tempo, all’apertura dell’anno scolastico, nel rispondere alle tante necessità sul sostegno. Ho riattivato l’Osservatorio sull’inclusione, fermo da qualche tempo. Siamo ragionando di aprire i numeri chiusi all’università per formare più persone sul sostegno. Le scuole devono essere inclusive”. Per questo, ha concluso il ministro sul tema, “ho subito ho inserito 5 milioni nella formazione degli insegnanti di sostegno e la formazione del personale in generale. Dobbiamo tendere a scuole inclusive, in tutte le sue formulazioni”.

Le pessime abitudini

La brutta abitudine degli Uffici scolastici di assegnare meno ore di quelle indicate nei “Pei” degli alunni disabili, sulla base della diagnosi funzionale, è una conseguenza della impostazione errata dell’amministrazione centrale sulla determinazione degli organici del personale di sostegno: l’incongruenza è stata evidenziata solo qualche giorno fa dallo stesso Miur, attraverso un Focus sui dati della Scuola pubblicato anche sul portale internet ministeriale, dal quale risulta che nel corrente anno scolastico dei 150.609 docenti di sostegno, a fronte di 835.489 insegnanti complessivi che operano in 8.223 scuole autonome, oltre 50 mila vanno ogni anno “in deroga”, come confermato dalla stampa specializzata, per via della Legge 128 del 2013 che impone un posto su tre da destinare ai precari.

I numeri della vergogna

Alla Lombardia e alla Sicilia, rispettivamente con 6.875 e 6.602 deroghe, spetta il primato dei posti liberi assegnati al 30 giugno 2020, seguono la Toscana, il Piemonte, il Lazio, l’Emilia Romagna, la Sardegna e il Veneto. Agli insegnanti specializzati nella didattica “speciale” (anche se poi 8 supplenti su 10 sono sprovvisti della specializzazione) spetta il sostegno ai 260 mila alunni con disabilità ufficialmente iscritti. Sono tutti posti che vengono ogni anno per forza assegnati ai precari, peraltro in alto numero coperti ad anno scolastico abbondantemente avviato. Tanto è vero che al termine della prima decade di ottobre, gli alunni disabili sono ancora senza sostegno o se ne vedono accreditare solo una parte di quello che gli spetta. Con le famiglie così indignate che arrivano a ritirare i figli da scuola e ad organizzare proteste eclatanti anche in piazza

Il commento del presidente Anief

“Sempre più genitori – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – decidono di rivolgersi al giudice. Con esiti in altissima percentuale positivi. Perché è estremamente raro che un giudice possa dire no all’assegnazione delle ore di sostegno stabilite da un pool di professionisti: se costoro hanno indicato, per tornare alla sentenza della Cassazione, che l’alunno necessita di 22 ore di sostegno a settimana, non è giustificabile in alcun modo assegnarne poi di fatto solo 10. Invece di speculare sulle ore, negando un diritto sacrosanto pur di fare cassa sui mesi estivi, sugli scatti di anzianità e sulla ricostruzione di carriera, perché al Miur non trovano il modo di coprire le cattedre con personale di ruolo, specializzandolo in alto numero e non più come è stato fatto sino ad oggi in quantità risibile?”. 

“Perché – continua Pacifico – gli enti locali non agiscono con celerità per assicurare dal primo giorno di scuola l’Assistente Educativo Culturale che, lavorando in adempimento dell’art. 13, comma 3, della legge n. 104/92, garantisce l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità? Sono domande che poniamo a chi di dovere da anni. Ben sapendo che per garantire la continuità didattica non si devono negare i trasferimenti, ma semplicemente immettere in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili”. 

La crescita esponenziale

Nell’anno scolastico 1997/98, la presenza di alunni con sostegno era dell’1,40%; dieci anni dopo era già arrivata all’1,95%; nell’anno scolastico 2012/13 al 2,50%; di recente, nel 2017/18, si è raggiunto il 3,10%. I termini numerici sono ancora più evidente: nell’anno scolastico 1997/98, gli iscritti disabili certificati erano poco più di 123 mila; nel 2018 siamo arrivati ad oltre 280 mila; quest’anno si sfioreranno i 300 mila iscritti disabili. 

Parallelamente, il numero dei docenti di sostegno in organico di diritto è però aumentato leggermente: nel 2007 erano 56.164; nel 2013 67.795; due anni dopo, nel 2015 si è passati a 90.032; poi, però dal 2017 ad oggi l’organico di diritto si è collocato a 100.080 cattedre. Così, abbiamo assistito al boom dei posti in deroga: tra il 2014 e il 2018, si è passati da 28.863 a 65.890. E quest’anno, secondo le proiezioni Anief, si arriverà a 80 mila contratti a tempo determinato con scadenza 30 giugno. 

Il sindacato rammenta, tra l’altro, che i posti di sostegno da coprire, senza titolare, in realtà sono ancora di più. Perché non si tiene conto di diverse migliaia di cattedre che, proprio a seguito dei ricorsi delle famiglie, come quella di Caltanissetta, ottengono l’assegnazione di ore settimanali così come aveva disposto l’équipe psico-pedagogica a seguito dell’esame approfondito dell’alunno. 

Anief ricorda, infine, che attraverso l’iniziativa gratuita Anief “Sostegno, non un’ora di meno!”, cresce di anno in anno il numero di alunni disabili che ottengono giustizia assieme alle loro famiglie: chi ha intenzione di ricorrere – anche lo stesso personale scolastico e i dirigenti – per ottenere i docenti o le ore dovute ma non assegnate può scrivere all’indirizzo e-mail sostegno@anief.net. Riceveranno le istruzioni per presentare alla scuola le richieste necessarie.