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Covid, chiusura scuole? “Serve un piano C”

“A distanza di un anno” dal lockdown, “l’apertura delle scuole rimane di fatto ingestibile, nonostante i protocolli di sicurezza che abbiamo siglato. A questo punto, bisogna immediatamente intervenire con un piano ‘C’ per salvare il prossimo anno scolastico”. A dirlo è stato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, intervenuto a Italia Stampa per commentare l’apertura del Comitato Tecnico Scientifico alla possibile chiusura delle scuole di ogni ordine e grado nelle zone rosse e nei luoghi dove vi sono soglie alte di contagio, a prescindere dai colori delle regioni, su cui starebbe lavorando pure il Governo con l’inserimento della possibilità nel nuovo Dpcm in via di pubblicazione.

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Marcello Pacifico, leader di Anief

Il professore Marcello Pacifico ha detto che “se si vuole riaprire le scuole in presenza, mentre si stanno diffondendo i vaccini” tra la popolazione e il personale scolastico, operazione “che è appena iniziata, significa rischiare di riaprire con gli stessi problemi. Quindi, per evitare che ciò avvenga occorre rispettare il distanziamento sociale dentro le aule, ma soprattutto fuori le classi. Una cosa deve essere chiara – ha aggiunto il sindacalista autonomo -: se le scuole chiudono, non è possibile lasciare poi i ragazzi nelle strade. Ma è anche vero che se le scuole aprono agli alunni allora non è giusto pensare che il distanziamento sociale fuori le aule possa saltare”.

In conclusione, secondo il leader dell’Anief, “se questi atteggiamenti non verranno corretti, e se non verranno attuate delle disposizione per aumentare le classi, i plessi e il personale scolastico, portando anche alla stabilizzazione di migliaia di precari che oggi stanno cercando di portare avanti la didattica in tutti i modi, anche a distanza con mezzi propri, alla pari dei sacrifici chiesti e attuati da molti cittadini, allora” avremo fallito. Ecco perché, ha concluso Pacifico, “oggi è molto importante dare un segnale d’inversione di tendenza”.