Incontrare il prima possibile i sindacati della Scuola, dell’Università e della Ricerca. A chiederlo al nuovo Governo è il sindacato rappresentativo Anief: sarà importante convocare i rappresentanti dei lavoratori, così da confrontarsi con loro e comprendere quali sono le priorità da adottare nel comparto, anche in vista delle scelte da prendere con i finanziamenti ingenti che arriveranno dal Recovery Plan. Il giovane sindacato ritiene che i tempi siano ormai più che maturi per cambiare le logiche che hanno sinora governato il comparto della Conoscenza: anziché basarsi su parametri nazionali inamovibili, bisognerà partire focalizzando l’attenzione sul tessuto sociale ed economico che c’è in ogni luogo di produzione o di ricerca del sapere: in tal modo si potranno definire programmi mirati e obiettivi da raggiungere.

IL QUADRO DELLE EMERGENZE
Tra le emergenze da affrontare c’è sicuramente quella della supplentite, che negli ultimi anni ha toccato livelli mai visti, l’adattamento degli organici dei lavoratori, che non possono essere più realizzati solo in base al riferimento numerico degli alunni. Lo stesso vale per i plessi e le sedi scolastiche. C’è poi la questione dell’allargamento dell’obbligo scolastico, da anticipare a tre anni e posticipare alla maggiore età, come pure del tempo scuola, da riportare ai livelli pre-dimensionamento, come del rinnovo dei contratti, della valorizzazione dei profili professionali e della mobilità del personale, che passa per la cancellazione degli assurdi vincoli alla mobilità di tantissimi docenti e amministrativi. Come l’obbligo immotivato dei docenti neo-assunti di rimanere per almeno cinque anni fermi nella scuola di destinazione contro il quale il sindacato si sta battendo in tutte le sedi.