Pubblicato il Lascia un commento

Bonus merito anche per i precari: gli emendamenti Anief

ccnl comparto scuola soldi

Il bonus merito introdotto nel 2015 con la Buona scuola “deve essere allargato a tutto il personale docente, anche precario, perché spesso coinvolto dal Collegio dei Docenti in tutte quelle attività oggetto di valutazione da parte del dirigente scolastico, e dalle attività formative da esso predisposte, unitamente al personale ATA ed educativo, la cui formazione è predisposta nel PTOF”. Sono due le proposte emendative illustrate da Anief in I e VIII Commissione del Senato al Decreto Legge Semplificazioni. 

Marcello Pacifico (Anief-Cisal) dichiara: “Escludere a priori centinaia di migliaia di lavoratori è stato un atto inappropriato, perché si è negata l’assegnazione del bonus merito e dell’aggiornamento del personale coinvolto in alta percentuale in progetti a supporto della didattica e per promuove attività di svariato genere. Ancora di più se pensiamo che il precariato scolastico in Italia copre quasi il 15% del corpo docente e al fatto che tra il personale Ata vi sono oltre 200 mila lavoratori e che gli educatori dei convitti sono nel contratto inquadrati come dei maestri di scuola primaria”.

Pubblicato il Lascia un commento

Tar del Lazio accoglie ricorso Anief: il personale educativo ha diritto all’inserimento in GaE

tar del lazio foto flickr

Il Tar del Lazio, accogliendo senza riserve il ricorso Anief volto all’inserimento nelle Graduatorie ad Esaurimento per la scuola primaria del personale educativo abilitato, segna un punto importante nella battaglia del sindacato di categoria. La sentenza, difatti, apre al personale educativo abilitato l’inserimento nelle GaE.

Il Ministero dell’Istruzione nei decreti annuali di aggiornamento delle Graduatorie a Esaurimento non ha mai considerato il Personale Educativo tra le categorie dei docenti abilitati per la scuola primaria e, di conseguenza, non ha mai consentito loro di essere inclusi nelle GaE di III fascia riservate ai docenti muniti di abilitazione e utilizzate per le assunzioni a tempo determinato e indeterminato. “Il Miur invece – come sostenuto in udienza dall’avvocato Fortunato Niro dell’Anief – avrebbe potuto e dovuto concedere ai ricorrenti la possibilità di inserimento nella III fascia delle graduatorie ad esaurimento e il TAR Lazio, rilevata la fondatezza delle ragioni sostenute dal nostro legale in favore dei ricorrenti, ha accolto il ricorso”, spiegano dal sindacato.

La sentenza ottenuta dall’Anief presso il TAR Lazio, dunque, dichiara senza riserve il diritto dei ricorrenti, nella qualità di docenti in possesso dell’abilitazione all’insegnamento nelle istituzioni educative conseguita in virtù di procedura concorsuale, ad essere inseriti nelle Graduatorie ad Esaurimento valide per la classe di concorso EEEE (scuola primaria). Il Miur, ora, dovrà provvedere a inserire gli iscritti Anief che avevano promosso ricorso nelle graduatorie d’interesse anche per la scuola primaria, come sarebbe stato loro diritto sin dalla pubblicazione dei decreti di aggiornamento delle graduatorie utili per le immissioni in ruolo. Tutti i ricorrenti Anief interessati dalla sentenza emanata dal TAR Lazio, riceveranno nelle prossime ore precise istruzioni da parte dell’Ufficio Legale Anief per poter finalmente rivendicare l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento per la scuola primaria cui da sempre aspiravano.

(foto tratta da https://www.flickr.com/photos/ilquotidianodellapa/14063015247)

Pubblicato il Lascia un commento

Mobilità ATA, Anief proroga adesione ai ricorsi

Anief Sciopero

Anief proroga le adesioni ai ricorsi per ottenere la mobilità professionale tra aree per gli ATA 2018/21

“L’Ipotesi di contratto integrativo che regolerà la mobilità territoriale e professionale per i prossimi 3 anni scolastici, ancora una volta, nulla prevede riguardo le procedure per effettuare i cosiddetti “passaggi verticali” per il personale Ata di ruolo interessato alla mobilità professionale tra aree diverse”, spiegano dal Sindacato.

“Nell’Ipotesi di contratto collettivo integrativo – continuano – viene regolamentata solamente la procedura utile alla mobilità professionale Ata per ottenere il ‘passaggio ad altro profilo della stessa area’ non contemplando, in pratica, l’indizione di una nuova procedura di partecipazione alle selezioni per la mobilità professionale da un’area professionale inferiore a quella immediatamente superiore del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario appartenente alle aree contrattuali A e B, per accedere rispettivamente alle aree B e D sulla base dei requisiti di servizio e dei titoli posseduti”.

Anief, pertanto, ha deciso di prorogare al 31 gennaio le procedure di adesione ai ricorsi per lo sblocco dei passaggi ai profili Ata B e D: per partecipare al ricorso è necessario inviare la diffida predisposta dal sindacato e aderire al ricorso per il profilo B o per il profilo D sul portale Anief.

Pubblicato il Lascia un commento

Regionalizzazione, spaccatura nel M5S

luigi di maio foto facebook

Sull’autonomia e regionalizzazione del Veneto “stiamo lavorando al massimo della forza per ottenere il risultato il prima possibile”. Il disegno di legge “è andato in Consiglio dei Ministri prima di Natale, come avevamo detto. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro sui punti risolutivi su una serie di punti”.

A dirlo è stato il vice-premier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio che nell’occasione si è sbilanciato anche sui tempi di attuazione del progetto: nel mese di febbraio, aggiunge il ministro, “deve essere pronto il documento che poi il presidente del Consiglio deve discutere con i presidenti delle Regioni”.

Qualche giorno fa invece Luigi Gallo, presidente della VII Commissione alla Camera, aveva detto che il progetto di autonomia “il M5S non lo farà. Ha costruito la sua identità sulla capacità di ridurre la scandalosa forbice di ricchezza che esiste tra cittadini, territori e regioni. È questa la vera chiave di un nuovo sviluppo”.

Solleva la questione e la sottolinea il sindacato Anief che ricorda che non si tratta di una sperimentazione una tantum: “Il primo partito di governo deve uscire allo scoperto”.

Secondo il suo presidente Marcello Pacifico, i giudici hanno sempre detto no ad un modello del genere, perché palesemente incostituzionale: “Quello che serve per risolvere i tanti problemi di gestione scolastica non è l’autonomia regionale, ma l’adozione di organici differenziati, sulla base delle esigenze territoriali, l’incremento dell’occupazione e dei livelli di istruzione, soprattutto al Sud, la riduzione dei tassi di abbandono. La regionalizzazione non farebbe altro che elevare il ritardo attuale di alcune regioni”.

Pubblicato il Lascia un commento

Lezioni private e flat tax al 15%, per Anief e OrizzonteScuola “non convince”

bambino scrittura tabelle matematica

Non convince la flat tax applicata anche ai docenti, per cercare di ridurre il lavoro nero. Dopo avere ricordato che “trattandosi di una attività extrascolastica, essa deve essere comunicata al dirigente scolastico”, la rivista Orizzonte Scuola si sofferma sullo scopo dell’operazione: far emergere un reddito che viene presunto quale sommerso, attraverso un alleggerimento della tassazione. Secondo uno studio della fondazione Einaudi, si stima infatti che le lezioni private e quelle di ripetizione e recupero dei docenti abbiano un volume di affari complessivo di quasi un miliardo. Dallo stesso studio risulta che soltanto il 10% viene regolarmente dichiarato.

“Paradossalmente – continua la rivista specializzata – se questi introiti che ammontano al miliardo di giro tra lezioni private e ripetizione non aumenteranno, l’aliquota potrebbe causare una perdita di introiti per lo Stato. Infatti, le minori entrate derivanti dalla disposizione sono state calcolate applicando a una base di circa 100 milioni di compensi dichiarati (10 per cento* 1 mld) l’aliquota del 15% (pari alla differenza tra l’aliquota media IRPEF (30%) e la nuova aliquota che è prevista dalla norma (15%), ottenendo una stima di 15 milioni di euro in termini di competenza annua. Aggiungendo a questo importo gli effetti delle addizionali locali, si stimano minori entrate per 17,1 milioni di euro”.

Il punto di vista è condiviso da Anief, che in una nota stampa commenta a nome del suo leader Marcello Pacifico: “Anziché tassare le ripetizioni degli insegnanti meno pagati d’Europa, dopo Grecia e Paesi dell’Est, per eliminare la piaga dei corsi in nero sarebbe stato decisamente meglio disporre ulteriori finanziamenti per incrementare i corsi di recupero anche attraverso l’utilizzo del personale su organico potenziato.

Pubblicato il Lascia un commento

Sostegno, secondo l’Istat 130mila alunni cambiano docente ogni anno

Anief Sciopero

Circa 130mila alunni cambiano docente ogni anno, il 36% dei posti assegnati va a non specializzati, il personale formato c’è ma il 40% dei posti è in deroga e va a supplenza. Questo il ritratto, impietosto, tracciato da Istat sul sostegno nelle scuole italiane.

Numeri che fanno rumore, quelli diffusi nelle scorse ore dall’Istituto nazionale di statistica, che farebbero pensare alla carenza di insegnanti specializzati (tanto che il 36% dei precari chiamati non ha la qualifica) ma il problema sta in capo al Miur che impedisce a più di 30 docenti abilitati con il TFA negli ultimi cinque anni il reclutamento per l’esclusione dalle GaE.

Rileva anche l’Istat che “gli alunni con gravi problemi di autonomia dispongono mediamente di 12,9 ore settimanali di assistenza all’autonomia e alla comunicazione”. Così, il 5% delle famiglie di alunni con sostegno ha presentato negli anni un ricorso al Tar per ottenere l’aumento delle ore.

Secondo l’Anief “il ministro Bussetti pensa di avviare nuovi corsi universitari per 40mila anche per laureati, ma basterebbe riaprire il doppio canale e adeguare gli organici per garantire la continuità didattica e il diritto all’istruzione”. 

“Sostegno, non un’ora di meno”

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “È in questa fase che interveniamo noi con l’iniziativa legale gratuita Sostegno, non un’ora di meno! che lo scorso anno scolastico ha prodotto oltre cento cause vinte, con altrettanti alunni che si sono visti assegnare le ore settimanali previste e le famiglie risarcite”.

Pubblicato il Lascia un commento

Sostegno, il decreto slitta di otto mesi

insegnanti docenti immissione in graduatoria

Non entrerà in vigore, il 1° gennaio, il decreto legislativo 66/2017 attuativo della legge 107/15 sull’inclusione scolastica degli studenti con disabilità: con la legge di bilancio, il 29 dicembre al voto finale della Camera, la sua messa in atto è stata posticipata al 1° settembre 2019. Gli otto mesi di tempo serviranno al Ministero dell’Istruzione, su spinta del governo, ad apportare delle modifiche, prima fra tutte quella relativa alla quantificazione e assegnazione delle ore di sostegno, che dovrebbero ritornare nella competenza del Glh come richiesto da Anief.

Per Marcello Pacifico (Anief-Cisal) serve anche la trasformazione dei posti in deroga in cattedre da collocare nell’organico di diritto e la contestuale riapertura delle GaE. Anief è nettamente contrario all’insegnante unico per tutto il ciclo di studi o ad altre limitazioni nei trasferimenti.

“Sono diverse – spiega Anief in una nota stampa – le novità che potrebbero arrivare sul sostegno scolastico agli alunni con disabilità. Con le modifiche approvate sul rinvio della riforma volute da M5S-Lega, la decisione delle ore di sostegno da assegnare a ciascun alunno disabile e la relativa richiesta potrebbero non spettare “più al Gruppo per l’inclusione territoriale, il Git, ma ai docenti, alla famiglia, all’équipe medica e all’Ente locale, come ha affermato il Sottosegretario Giuliano presentando le modifiche al decreto. Quindi la predetta competenza ritornerebbbe al Glh (come è attualmente) e all’interno della Programmazione educativa individualizzata. Mentre fa paura il riferimento, nell’Atto di Indirizzo, sulle 11 priorità politico-scolastiche del 2019, firmato dal Ministro Marco Bussetti, quando si fa riferimento alla realizzazione di un nuovo processo di certificazione e di definizione del progetto individuale e del piano educativo individualizzato, anche per assicurare la necessaria partecipazione delle famiglie, quando risultano non coperte le risorse per chiamare i 40 mila supplenti in deroga per il 2019/2020. Già una volta il Governo Prodi per tagliare le ore sul sostegno eliminò i posti in deroga per cambiare le regole sulla certificazione e la legge fu dichiarata incostituzionale con sentenza n. 10/2010. Poi tocco a Renzi voler richiedere nuove visite mediche che ora potrebbero essere sconagiurate. Ma il problema rimane: chi pagherà lo stipendio nel prossimo trienno ai supplenti e questi potranno mai essere stabilizzati, come qualcuno del governo gialloverde annuanciava questa estate a gran voce?”.

Pubblicato il Lascia un commento

Dal 2019 Anief al tavolo dei sindacati della scuola

Anief Sciopero

Manca solo la direttiva della Ministra Giulia Bongiorno per avviare il tavolo per il rinnovo dell’accordo quadro, al quale parteciperà un nuovo sindacato: trascorsi questi adempimenti, ANIEF, guidato da Marcello Pacifico, dovrà infatti essere ammesso ai tavoli negoziali, dove finalmente potrà battersi per il rispetto del diritto in ogni istituzione scolastica del Paese. Tra le priorità che l’organizzazione intende affrontare figurano il rinnovo del CCNL per il triennio 2019/2021, la contrattazione integrativa su mobilità e sanzioni disciplinari.

Si tratta della ciliegina sulla torta di un 2018 che il giovane sindacato ha definito d’oro.

Il sindacato in una nota stampa diramata il primo giorno dell’anno tira le somme: “Se da un lato – si legge – è stato un anno difficile, fatto di battaglie piccole e grandi, con il precariato ancora molto alto, scioperi e manifestazioni di piazza atte a dimostrare che i lavoratori non si sentono tutelati, dall’altro è stato anche l’anno del traguardo raggiunto: a dieci anni dalla fondazione, Anief è diventata rappresentativa, inserendosi in una realtà, quella delle associazioni sindacali rappresentative, che non subiva variazioni importanti da parecchi anni. Anief continua a credere che la soluzione alla supplentite debba necessariamente passare per la riapertura delle GaE a tutti gli abilitati. Il sindacato ricorda che mai come adesso è diventato necessario riaprire le graduatorie ad esaurimento: se ciò non avverrà, con l’inizio del prossimo anno scolastico assisteremo alla mancata copertura di altre decine di migliaia di cattedre, che si andranno ad aggiungere alle 120 mila del 2018. È stato anche un anno ricco, purtroppo, di eventi violenti che hanno avuto come vittime docenti e dirigenti scolastici. Tanti sono i problemi ancora da risolvere e molti gli ostacoli da superare affinché docenti e Ata possano finalmente sentirsi valorizzati per l’importante ruolo che rivestono, ma credere in una scuola migliore è il primo passo da cui partire”.

Pubblicato il Lascia un commento

Concorso DSGA, pronti i ricorsi di ANIEF

Anief Sciopero

Nella serata di venerdì, il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato l’atteso bando di concorso per Direttori dei servizi generali e amministrativi, subito dopo che il testo è stato recepito in Gazzetta Ufficiale, sulla base del decreto ministeriale 863 del 18 dicembre 2018. Il concorso, organizzato dopo circa 20 anni, riguarda un profilo professionale che affianca il dirigente scolastico nella conduzione amministrativa della scuola: la procedura si svolgerà a livello regionale e si concorrerà per 2.004 posti complessivi, anche estendibili, con i vincitori che saranno immessi nei ruoli provinciali presso le istituzioni scolastiche statali.

Per arrivare sino in fondo, i candidati dovranno svolgere un test preselettivo computer based (100 quesiti a risposta multipla a cui rispondere in 100 minuti), due prove scritte (sei domande a risposta aperta e verifica teorico-pratica, ciascuna di 180 minuti) e una prova orale (dalla durata massima di 30 minuti). Potranno partecipare alla procedura tutti i laureati con titolo attinente; in deroga anche gli assistenti amministrativi che abbiano maturato almeno tre interi anni di servizio negli ultimi otto, ma prima del 1° gennaio 2018, proprio nelle mansioni di Dsga.

Il titolo necessario è di laurea in giurisprudenza, scienze politiche, sociali o amministrative, economia e commercio; diplomi di laurea specialistica (LS) 22, 64, 71, 84, 90 e 91; lauree magistrali (LM) corrispondenti a quelle specialistiche ai sensi della tabella allegata al D.I. 9 luglio 2009. Inoltre, potranno partecipare, in deroga, gli assistenti amministrativi che, alla data di entrata in vigore della legge 27 dicembre 2017 n. 205, abbiano maturato almeno tre anni di servizio (anche non continuativi) negli ultimi otto, proprio nelle mansioni di Dsga. La domanda dovrà essere presentata in una regione, tramite il sistema telematico Istanze On line ed entro trenta giorni dalla pubblicazione del bando.

Dopo avere analizzato il testo in Gazzetta Ufficiale, considerando gli attuali 2.178 posti vacanti che continuano ad andare a reggenza, Anief ribadisce la volontà di ricorrere per far accedere al concorso DSGA tutto il personale ATA precario in possesso del solo diploma che ha stipulato contratti annuali come “facente funzione” DSGA, escluso dalla partecipazione al concorso; il personale ATA che ha svolto funzioni di DSGA a partire dall’a.s. 1999/2000 e non dal 2009/2010, come richiesto dal bando; il personale che ha sostituito il DSGA per almeno 180 giorni per anno scolastico e per un totale di 3 anni anche non consecutivi, il personale ATA in possesso di soli 2 anni interi di servizio come facente funzione DSGA e, ancora, il personale ATA che raggiunge le annualità intere richieste dal bando computando gli ultimi 2 anni scolastici. Prevista un’azione legale anche per quanti, in possesso di diploma e delle 3 annualità richieste dal bando, vogliono rivendicare il diritto all’accesso diretto alle prove scritte senza sottoporsi alla preselettiva. Aperte, inoltre, le procedure di preadesione gratuita ai ricorsi che saranno proposti avverso l’esclusione dalla prosecuzione del concorso di quanti conseguiranno un voto compreso tra 18/30 e 20/30 alla prova scritta (esclusi dal bando dalla possibilità di poter vedere corretta la propria prova tecnico-pratica) o raggiungeranno una votazione complessiva di 42/60 nella somma tra prova scritta e tecnico-pratica ma non il punteggio singolo di 21/30 nella singola prova, esclusi dal Miur dalla possibilità di sottoporsi alla prova orale.

Nel frattempo, Eurosofia conferma la sua offerta formativa per prepararsi e superare le prove del concorso pubblico utile a diventare Dsga.

Indispensabile, per quanti sono esclusi dalla possibilità di partecipare al concorso, inviare entro il 28 gennaio all’USR di proprio interesse la domanda cartacea predisposta dall’Ufficio Legale Anief, seguendo le istruzioni di ogni singola tipologia di ricorso.

Pubblicato il Lascia un commento

Autonomia amministrativa, strada spianata verso la didattica locale

Riceviamo da ANIEF e pubblichiamo:

Prende corpo l’autonomia amministrativa e legislativa su temi importanti come lavoro, istruzione, salute, tutela dell’ambiente e dell’ecosistema e di governo del territorio. Della spinta che stanno producendo alcune regioni del Nord, in particolare Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, si è parlato anche nell’ultimo Consiglio dei Ministri, durante il quale è stato definito il percorso cronologico di quello che sembra un provvedimento legislativo destinato a compiersi: “abbiamo delineato un percorso. Verso metà gennaio completeremo l’istruttoria sulle varie materie”, ha aggiunto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al termine del CdM. “Ci sarà poi una fase finale nella quale ci saranno le valutazioni sul piano tecnico-giuridico ma anche politico”, ha sottolineato il vecepremier Matteo Salvini, preannunciando anche che il 15 febbraio verrà ratificata la proposta dello Stato.

Anche nel Documento di Economia e Finanza, preludio della manovra economica 2019, è presente, nero su bianco, la volontà di introdurre la cosiddetta “Autonomia differenziata”, sulla falsa riga di ciò che stanno tentando di portare avanti le giunte Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. La volontà è quella di dare attuazione all’articolo 116/3 della nostra Costituzione, che riguarda l’attribuzione di forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a statuto ordinario.

In base a tale norma, è previsto che “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all’articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata”.

Nel corso degli ultimi decenni, qualsiasi tentativo di attuazione di questo dettato è stato sempre fermato in tribunale. Con le sentenze n. 242/2011 della Consulta e della 107/2018 sono state stoppate, ad esempio, le norme della provincia autonoma di Trento, in particolare all’art. 92, c. 2bis, legge 5/2006 sull’inserimento in coda del personale iscritto in graduatorie diverse da quelle provinciali trentine e del “super servizio attribuito” al lavoro svolto nelle scuole trentine o ancora alla precedenza di accesso agli asili nido riservata ai residenti o lavoratori per almeno 15 anni nella regione Veneto.

Anief ricorda che nell’ambito del processo di attribuzione (art. 117) delle competenze relative alle norme generali sull’istruzione (art. 116, lettera n) bisogna tenere conto del rispetto degli articoli 3, 4, 16, 51, 97 della Costituzione, come ribadito dalla stessa Consulta in tema di reclutamento degli insegnanti, residenza professionale e servizi legati ai soli residenti.

Secondo l’ufficio legale del sindacato, pertanto, un tentativo di questo genere è incostituzionale. Come lo è il ddl presentato dalla Lega al Senato che introduce il domicilio professionale o ancora il divieto di trasferimento nella mobilità (per almeno 5 anni) del personale neo-assunto nella scuola ed introdotto nel contratto in via di approvazione: la norma viola, infatti, gli art. 3 sulla parità di trattamento e sull’uguaglianza sostanziale, 4 sulla promozione delle condizioni per la ricerca del lavoro, 16 sulla libera circolazione, 51 e 97 sul merito e il buon andamento della Pubblica Amministrazione.

“La scuola è un bene comune di tutti i cittadini italiani – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – e persino nelle regioni a statuto speciale non si è arrivati a quanto vuole fare l’attuale maggioranza politica. Per non parlare del fatto che ogni qual volta la provincia autonoma di Trento si è sensibilmente discostata dal sistema nazionale in tema di reclutamento del personale, abbiamo sempre vinto in tribunale e fatto dichiarare la norma per quello che è: palesemente incostituzionale”.

“Se davvero si vuole una scuola autonoma – continua il sindacalista Anief-Cisal – si deve partire da organici differenziati per istituto e non da docenti assunti dalle regioni su risorse diverse da quelle assegnate dallo Stato. Bisogna lottare per incrementare occupazione e livelli di istruzione al Sud e abbassare i tassi di dispersione scolastica, piuttosto che staccare pezzi del Paese dove l’economia è più fiorente. In questo modo, inoltre, si acuirebbe la questione meridionale, mai risolta dopo l’autonomia quando ingenti risorse dello Stato borbonico furono drenate per costruire l’unità nazionale e industrializzare il Nord”.