Pubblicato il Lascia un commento

Assunzioni docenti, ANIEF: “Ci allontaniamo da UE”

Bandiera dell'Unione Europea Europa Unita

“La soluzione trovata dal governo gialloverde su formazione e assunzioni dei docenti aumenta il gap rispetto ai Paesi Ue”. A sostenerlo, in una nota pubblicata dall’Ansa, è il sindacato Anief.

“La storia è datata: quasi trent’anni fa, con gli accordi di Lisbona, il nostro Paese decideva di allinearsi agli altri Paesi Ue sulla formazione universitaria iniziale degli insegnanti; servirono due lustri per fare partire le Ssis, le scuole di abilitazione e specializzazione universitaria, e quasi tutti i corsisti furono assunti dalla GaE, le graduatorie ad esaurimento. Poi arrivarono il Tfa e il Pas, i corsi abilitanti e per l’abilitazione all’insegnamento che non diedero sblocco per la chiusura delle graduatorie. La stessa sorte è toccata agli abilitati con la laurea in Scienze della formazione primaria conseguita dopo il 2011. Furono però banditi due concorsi riservati, uno per la secondaria e uno per infanzia e primaria. Ora il Governo, con l’articolo 58 della bozza della manovra di bilancio, ‘bollinata’ e inviata al Quirinale, ha deciso di puntare tutto sui vecchi concorsi. L’Italia continua a reclutare gli insegnanti della scuola pubblica con regole ben diverse dagli altri Paesi del vecchio Continente”.

Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato, dichiara all’agenzia di stampa: “Il problema non è mai stato quello della formazione iniziale degli insegnanti di carattere universitario, quanto la mancata associazione al reclutamento degli stessi. Ecco perché Anief ha sempre chiesto, in primis, di liberare gli organici del corpo insegnante, adeguando l’organico di diritto all’organico di fatto in assenza di ragione sostitutive, e, in seconda battuta, di aprire le graduatorie ad esaurimento al personale abilitato e di utilizzare anche le graduatorie dei precari storici non abilitati fino al loro esaurimento. Il ritorno ai concorsi deve necessariamente tornare a prevedere l’utilizzo pieno del doppio canale; in caso contrario, avremo sempre da una parte posti vacanti e dall’altra personale abilitato o docenti che fanno i supplenti in eterno, senza mai essere stabilizzati nei ruoli. Molti di loro, inoltre, continueranno a fare causa allo Stato italiano per l’abuso dei contratti a termine, con una storia giudiziaria senza fine”.

Pubblicato il Lascia un commento

Caos allievi disabili, ANIEF: “Almeno 80mila casi”

alunni con disabilità insegnanti di sostegno generica

“Non abbiamo voce, ma siamo tante. Non chiediamo la carità, ma il diritto allo studio per i nostri figli che invece si vedono le ore sul sostegno dimezzate o che a novembre sono ancora senza insegnanti”. Le mamme a Milano sono infuriate, e la protesta è montata in queste ore. È solo l’ultimo caso in ordine di tempo di questo travagliato inizio anno scolastico in cui sempre più allievi con disabilità si vedono negati il diritto allo studio.

Le stime ANIEF

Secondo ANIEF “in Italia in questo momento sono almeno 80 mila i casi di sostegno negato agli alunni disabili, dinanzi ai 255 mila iscritti con certificazione. Eppure la Corte Costituzionale ha detto che i bilanci pubblici e di razionalizzazione delle risorse statali non sono un motivo valido per negare il sostegno agli alunni con disabilità. Per Marcello Pacifico (Anief-Cisal) l’assurdo è che i docenti specializzati di sostegno ci sono. Sono circa 20 mila, hanno la loro abilitazione all’insegnamento, hanno superato i test d’accesso alle scuole specializzanti, sono stati formati nelle università accreditate dallo Stato, ma vengono incredibilmente lasciati nelle graduatorie d’istituto. Per loro le GaE non possono essere riaperte. E il disservizio aumenta”.

L’aspetto incomprensibile

“L’aspetto più incomprensibile di quanto accade ogni anno nelle nostre scuole – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – è che i docenti specializzati di sostegno ci sono. Sono circa 20 mila, hanno la loro abilitazione all’insegnamento, hanno superato i test d’accesso alle scuole specializzanti, sono stati formati nelle università accreditate dallo Stato, ma vengono incredibilmente lasciati nelle graduatorie d’istituto. Per loro le GaE non possono essere riaperte: così, a seguito di questo blocco, quest’anno ci siamo trovati nella condizione di vedere realizzate la miseria di 1.639 immissioni in ruolo su 13.329 chieste dal Miur e già finanziate dal Mef. In pratica una sola assunzione su dieci autorizzata è andata in porto”.

Pubblicato il 1 commento

Concorso DSGA, Anief annuncia una pioggia di ricorsi

libero professionista scuola

A breve, come abbiamo già scritto, sarà bandito il concorso DSGA – Qui il link all’articolo. Ma c’è chi già promette ricorsi a raffica: parliamo di ANIEF che nelle scorse ore in una nota stampa ha annunciato di essere pronta a lanciare la battaglia.

“È imminente la pubblicazione del decreto che apre le porte al concorso per “Direttore dei servizi generali ed amministrativi”, dopo quasi due decenni di vuoto concorsuale che ha portato all’attuale vacanza di 2.178 posti: nell’anteprima del documento viene illustrato come si formeranno le commissioni, la tabella di valutazione titoli, i contenuti delle prove d’esame e i programmi da studiare per superare la selezione”.

L’attacco

“Premesso – spiega ANIEF – che i 2.004 posti saranno incrementabili con ulteriori 400, qualora dovessero sopraggiungere della disponibilità, saranno ammessi a partecipare i candidati in possesso della laurea attinente. Ammessi anche gli applicati di segreteria non laureati che, alla data della legge 27 dicembre scorso, abbiano maturato almeno tre interi anni di servizio negli ultimi 8 di mansioni di Dsga. Per Anief vale invece anche il servizio precedente al 2010, come possono risultare utili al raggiungimento dei 180 giorni dell’annualità pure i servizi non continuativi”.

Le prove regionali

“Le prove d’esame – si legge – saranno regionali o interregionale e prevedono un test preselettivo computer based, uguale per tutti su territorio nazionale che punterà ad accertarsi delle capacità psico-attitudinali; una prova scritta composta da sei quesiti a risposta aperta; una prova orale che durerà 45 minuti con accertamento delle competenze informatiche e delle tecnologie di comunicazione oltre alle materie specifiche. La prova scritta prevede materie quali diritto costituzionale, diritto amministrativo con riferimento al diritto dell’UE, diritto civile, contabilità pubblica, diritto del lavoro, ordinamento e gestione delle istituzioni scolastiche. La prova orale richiede una preparazione sul diritto penale e legislazione scolastica”.

“Potranno candidarsi al concorso gli assistenti amministrativi che, alla data della legge 27 dicembre 2017, abbiano maturato almeno tre interi anni di servizio negli ultimi otto di mansioni superiori di direttore servizi generali ed amministrativi anche in mancanza della laurea specifica. Il Miur, quindi, sembra ostinarsi a considerare utile al raggiungimento dei tre anni di servizio, indispensabili per presentare domanda qualora il candidato fosse privo di laurea attinente, solo gli ultimi otto anni.

Per l’ufficio legale Anief vanno invece considerati utili al raggiungimento del triennio di supplenze anche le reggenze precedenti al 2010. Per annualità si intende il raggiungimento di 180 giorni annuali, ma secondo il sindacato vanno considerati anche i servizi svolti in modo non continuativo. Quindi, per il raggiungimento dei 36 mesi complessivi richiesti non vanno adottati vincoli di alcun tipo”.

Il ricorso al TAR

“Per tutelare gli interessi degli esclusi dall’attesa tornata concorsuale, Anief ha predisposto un ricorso ad hoc al Tar, in modo da opporsi agli eccessivi limiti imposti dal Miur per l’accesso al concorso Dsga da parte degli assistenti amministrativi privi di laurea, ma che in un modo o nell’altro hanno raggiunto la soglia dei tre anni, anche con incarichi superiori svolti prima del 2010”.

Pubblicato il Lascia un commento

Aumento stipendi? Il CCNL è in scadenza ma nessuno ne parla. La denuncia di ANIEF

generica pallottoliere

Il preannunciato aumento degli stipendi del comparto istruzione in un primo momento ha fatto tirare un sospiro di sollievo, ma adesso desta preoccupazione.

E l’Associazione Sindacale Professionale ANIEF non ci sta: sono dure le parole di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, che in un comunicato stampa annuncia guerra aperta al Governo.

In un primo momento, infatti, il  vicepremier Luigi Di Maio, che ha “scongiurato il calo di retribuzione previsto dal vecchio governo individuando i fondi necessari affinché questa riduzione non ci fosse”. Anief però lancia un allarme: mancano nel DEF persino le risorse per adeguare i valori dell’indennità di vacanza contrattuale dal prossimo anno al 50% previsto dalla legge dell’indice di inflazione programmata, fermo ancora al 2010.

“Siamo, pertanto, certi che nonostante le ricerche e gli studi, i nostri insegnanti continueranno a essere umiliati rispetto a quelli dei Paesi più avanzati dell’area Ocse – spiegano. – Pensare di accontentarsi, a fronte di queste promesse, del mantenimento di uno stipendio che negli ultimi dieci anni è rimasto fermo, sarebbe un errore gravissimo. Anche perché i compensi del nostro corpo docente risultano in fondo alla classifica dei Paesi europei, superiori solamente ai Paesi dell’Est e quasi dimezzati a fine carriera rispetto a Germania, Austria e Olanda.

“Fa un certo senso lamentarsi per un copione già visto per tanti anni – spiega Pacifico- ovvero della mancanza cronica dei fondi utili al rinnovo contrattuale degli stipendi dei lavoratori pubblici, sprofondati nel frattempo di quasi 15 punti rispetto all’inflazione, per niente coperti da quel finto aumento del 3,48% previsto dal CCNL firmato lo scorso aprile”.

“Rimane il fatto – continua il presidente Anief– che per ovviare al mancato rinnovo contrattuale, dal 2019 va adottata l’indennità di vacanza contrattuale, in modo da coprire la metà del 14% di inflazione accumulata negli anni più il 50% dell’1,4% del tasso di inflazione programmata dal MEF per il 2019, per un totale del 7,7%: servono, a tale scopo, circa 3 miliardi di euro, di cui però nel Documento di economia e finanza propedeutico alla legge di stabilità non c’è traccia. Senza dimenticare l’adeguamento all’indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi dell’UE a partire dal settembre 2015, anche questa non presente nel Def”.

Pubblicato il Lascia un commento

Insegnanti di sostegno: interrogazione urgente in Parlamento

paolo siani

“Oggi chiederemo al Ministro dell’Istruzione e al Ministro per la Famiglia e la disabilità quali misure intendono adottare per la carenza di insegnanti di sostegno”. Lo annuncia in un post Facebook il deputato e pediatra Paolo Siani. Il riferimento è ai dati emersi attraverso i giornali che parlano di oltre 11mila insegnanti di sostegno in meno sul totale necessario a livello nazionale di 13.329 unità nella scuola primaria e di secondo grado.

Il deputato, fratello del giornalista Giancarlo Siani barbaramente ucciso dalla camorra per il suo lavoro, si sta dimostrando uno dei più attivi e attenti osservatori della situazione scuola alla Camera.

I contenuti dell’interrogazione

Secondo quanto scritto nella richiesta d’interrogazione urgente inoltrata da Siani e da altri deputati, sono 240mila gli studenti con disabilità di vario tipo che – a causa di questa carenza – non godrebbero del diritto allo studio garantito per legge.

I Parlamentari chiedono ai ministri Bussetti e Fontana di riferire su quali sono le misure che intendono adottare per risolvere il problema e – in sintesi – se queste saranno misure d’urgenza.

Anief: riaprire GaE

“[…] ad oggi non risulta coperto oltre il 50% dei posti disponibili sia per via della mancanza di candidati nelle graduatorie ad esaurimento e del concorso pubblico 2016, sia per la mancata pubblicazione delle graduatorie del concorso 2018 entro lo scorso 31 agosto. Ma mentre per i concorsi occorrono tempi tecnici, per ripopolare le GaE è mancata la volontà politica che alla Camera ha portato la maggioranza a cassare, con la fiducia al decreto Milleproroghe, l’emendamento salva-precari già approvato in Senato ad inizio agosto andando contro il volere dei docenti stessi scesi in piazza”.

Lo afferma l’Anief in una nota stampa. L’associazione sindacale rilancia la riapertura delle GaE come unica soluzione: “Anief rilancia la richiesta di riapertura delle GaE, unica vera soluzione al problema del precariato scolastico italiano, che per i docenti di sostegno raggiunge l’apice. I problemi sono diversi: gli uffici scolastici continuano a ridurre il monte orario settimanale di sostegno previsto dalle strutture socio-sanitarie deputate allo scopo; ci ritroviamo con oltre 50 mila cattedre di sostegno da assegnare ai precari, pur in presenza di 20 mila docenti specializzati che rimangono fuori dalle GaE e non possono essere immessi in ruolo. Anche loro dovranno accontentarsi di una supplenza annuale al 30 giugno, anziché al 31 agosto, perché il posto che ricoprono è vacante ma lo Stato si ostina ad applicare la Legge Carrozza 128 del 2013, introdotta per motivi di risparmio pubblico quando gli iscritti e le cattedre libere da assegnare erano molte meno”.

Pubblicato il Lascia un commento

Scuola, ripartenza con sciopero: docenti e precari in piazza

Anief Sciopero

La chiamata in piazza è prevista per l’11 settembre 2018 alle 9 per protrarsi fino alle 14. A Palazzo Montecitorio si discute l’approvazione del Milleproroghe, all’esterno l’Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori) manifesterà con il primo sciopero dei docenti dell’anno scolastico 2018/19 quando ancora non è del tutto iniziato in Italia.

Intanto prima dello sciopero Anief e Cobas hanno aperto la piattaforma unitaria.

Più che dimezzate le cattedre deserte

I partecipanti – spiega l’Anief in un comunicato – chiederanno l’approvazione dell’emendamento salva-precari che riapre le graduatorie ad esaurimento a tutto il personale docente precario abilitato, come avvenuto fino al 2012. Secondo l’Anief in tal modo si potrebbe garantire la copertura del 60% delle cattedre rimaste deserte in questi giorni di immissioni in ruolo e tutelerebbe i tanti insegnanti assunti a tempo indeterminato con riserva o che si accingono a frequentare il terzo anno del Fit.

25mila unità in meno

Sebbene i punti critici siano tanti – si pensi all’edilizia e alla sicurezza dei plessi scolastici che in questi giorni torna prepotente nel dibattito di denuncia in denuncia – da un punto di vista di assunzioni il Ministero guidato da Marco Bussetti aveva dato un imprinting forte per “ripartire bene” in quest’anno scolastico e farsi trovare pronti. Secondo i piani del Ministero entro inizio anno almeno 57mila docenti dovevano essere immessi in ruolo, di cui 13mila insegnanti di sostegno.

Come è possibile, quindi, che all’appello manchino circa 25mila unità?

Perché, per assurdo, mancano.

C’è una carenza strutturale che non ha permesso, soprattutto nelle regioni settentrionali, di avere un adeguato numero di candidati principalmente in tre specializzazioni:

  • insegnanti di sostegno;
  • docenti di matematica;
  • docenti di lingua spagnola.

I docenti abilitati non sono nelle graduatorie ad esaurimento, il bacino da cui dovrebbero venire assunti, ma restano nelle graduatorie d’istituto. Per loro resta quindi il nodo del concorso, che ancora è un miraggio all’orizzonte.

Mancano anche i presidi

Altro problema strutturale è quello della carenza dei dirigenti scolastici. Ad oggi in Italia le reggenze sono più di 1700. Il concorso per dirigenti scolastici si è tenuto lo scorso luglio, ma prima di arrivare a conclusione ci vorrà ancora del tempo. Nel frattempo, i reggenti continueranno a essere tali con situazioni limite in cui una sola persona era atta a gestire anche 19 strutture scolastiche.

Stesso discorso per i dirigenti amministrativi: ad oggi, ne mancano ancora circa 2400.

(immagine di copertina d’archivio dal sito Anief.org)