Sono ormai pressoché concluse in tutta Italia le operazioni di nomina in ruolo sui posti residui della cosiddetta Quota 100 sul contingente dell’a.s. 2019/2020. Per i neo assunti è stata disposta l’immissione in ruolo con retrodatazione giuridica dal 1° settembre 2019 e decorrenza economica dal 1° settembre 2020. Il Ministero dell’istruzione ha, però, dato indicazioni agli uffici scolastici regionali di non validare eventuali domande di mobilità presentate dai neo immessi su tali posti.
ANIEF ritiene illegittima tale decisione poiché in aperta violazione del disposto di cui all’art. 3 comma 2 del CCNI Mobilità 2019/22 secondo cui “I docenti destinatari di nomina giuridica a tempo indeterminato successivamente al termine di presentazione delle domande di mobilità sono riammessi nei termini entro 5 giorni dalla nomina e nel rispetto dei termini ultimi per la comunicazione al SIDI delle domande di mobilità previsti nell’apposita O.M.”.
Pertanto, tutti coloro che hanno presentato domanda entro il 5 giugno
(termini ultimo di presentazione a SIDI delle domande) hanno diritto a
partecipare ai trasferimenti provinciali e interprovinciali. L’unica eccezione
è rappresentata dai docenti assunti dalla GMRE del concorso straordinario della
secondaria di primo e di secondo grado, su cui grava il nuovo vincolo
quinquennale di permanenza nella scuola di titolarità, vincolo contro cui ANIEF
ha peraltro avviato uno specifico contenzioso. Ma per tutti gli assunti da
altre graduatorie (GaE, GM 2016, GMRE concorso straordinario infanzia-primaria)
va garantita la possibilità di presentare domanda di trasferimento.
ANIEF invita, quindi, tutti gli interessati che abbiano presentato domanda cartacea di mobilità entro il 5 giugno ad aderire al ricorso al giudice del lavoro.
Sui concorsi, per portare in ruolo 80 mila nuovi docenti su meno della metà dei posti vacanti, siamo alla stretta finale, ma le posizioni dei partiti di maggioranza sulle modalità di svolgimento continuano ad essere ben diverse. È quanto emerso oggi, a seguito delle ultime dichiarazioni sul tema dell’immediato reclutamento. All’ora di pranzo, in Audizione alla Camera la ministra Lucia Azzolina ha rivendicato la pubblicazione dei tre bandi di concorso pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 28 aprile scorso definendola “un grande risultato, che tutto il Governo può rivendicare con orgoglio. È mio impegno assumere i precari a settembre e ho sempre lavorato in questa direzione”. Disco verde dalla titolare del MI anche per la trasformazione delle graduatorie d’istituto in provinciali “digitalizzando tutto”. Il Pd però sostiene che non vi sono le condizioni per svolgere i concorsi a breve e rilancia le selezioni per titoli.
Il ministero sta lavorando per permettere in sicurezza lo svolgimento delle prove del concorso straordinario della scuola secondaria di primo e secondo grado, ha annunciato la ministra dell’Istruzione. In particolare, nel Decreto Rilancio sarà prevista la possibilità di svolgere le prove in sedi decentrate. Infine, la ministra ha accennato ai 16mila posti in più (8.000 allo straordinario e 8.000 all’ordinario), che saranno aggiunti ai posti già approvati per il concorso.
IL CONTESTO SFAVOREVOLE
Il contesto sfavorevole, però, potrebbe compromettere l’obiettivo: il concorso straordinario per 32 mila posti, se confermato in questi termini descritti dalla ministra dell’Istruzione, molto difficilmente potrà infatti svolgersi in tempi rapidi. Inoltre continua a contenere dei paletti sugli accessi che se non rimossi con gli emendamenti al decreto legge 22 sulla Scuola produrranno dei ricorsi serialiprobabilmente senza precedenti per quantità e tipologia.
IL PD VUOLE IL CONCORSO PER TITOLI
A rendersi conto della particolare situazione, a livello di posti da coprire, considerato che si sta andando verso le250 mila cattedre libere da assegnare, ma anche come tempi ridottissimi e rischi epidemiologici, sono oramai quasi tutti i partiti politici. Su come gestire il concorso straordinario sono sempre di oggi le parole di Andrea Marcucci, capogruppo Pd al Senato, che ha voluto così anche rispondere alle parole della senatrice Bianca Laura Granato (M5s), che si era detta certa dell’appoggio del Pd sulla procedura selettiva da svolgere in estate.
“Continuo a pensare che il concorso sia la via maestra per accedere all’insegnamento. Eccetto durante una pandemia. È questa non piccola differenza che evidentemente sfugge alla Ministra Azzolina e alla deputata 5 stelle Granato”, ha affermato Marcucci.
“I 16mila posti in più sono una buona notizia, che non cambia la nostra volontà di modificare il percorso voluto dalla Ministra Azzolina. Non è tempo di grandi eventi né per lo sport e la musica, non può esserlo magicamente per la scuola – conclude il capogruppo PD – È tempo di avviare una procedura per titoli e servizio che consenta con certezza di assumere i docenti precari con 3 anni di esperienza entro l’inizio del nuovo anno scolastico”.
IL CONCORSO SALVA-TUTTO
In effetti, a sbrogliare l’intricata matassa potrebbe essere proprio l’attivazione di una procedura concorsuale per titoli, che tenga conto del posizionamento nelle graduatorie: certamente quelle previste dalla legge vigente, quindi le GaE e di merito, ma in subordine, laddove dovessero avanzare ulteriori posti vacanti, si dovrebbe attingere dalle graduatorie d’istituto. Da aggiornare e trasformare in provinciali. L’intenzione, espressa dalla stessa senatrice Bianca Laura Granato, è stata ribadita sempre oggi in audizione alla Camera dalla ministra dell’Istruzione: “Stiamo lavorando, insieme ai senatori, per realizzare subito le graduatorie provinciali per le supplenze, digitalizzando tutto”, ha detto Azzolina.
GLI EMENDAMENTI AL SENATO
La soluzione al problema del precariato rimane quella contenuta nei 30 emendamenti Anief al decreto legge n. 22 sulla Scuola che la VII commissione Cultura del Senato, anche sulla base delle osservazioni di altre tre commissioni di Palazzo Madama, ha cominciato ad esaminare tenendo conto delle indicazioni provenienti dalle altre commissioni. In quelle proposte di modifica vi sono le indicazioni per ripartire con la scuola in presenza senza correre rischi per la salute di discenti, docenti e personale, imponendo ad esempio non più di 15 alunni per classe, come per risolvere il problema cronico della supplentite: una procedura che si realizzerebbe sia attraverso la collocazione in organico di diritto di tutti posti oggi assegnati di fatto, a partire da sostegno, sia con l’inserimento in ruolo dei supplenti con almeno 24 mesi, i quali se non abilitati verrebbero comunque adeguatamente formati alla professione nell’anno di prova con verifica di idoneità precedente alla conferma del contratto a tempo indeterminato.
Marcello Pacifico: “Se le cose stanno così – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – al compimento dell’opera, per salvare la scuola dal caos assicurato in corrispondenza dell’inizio del prossimo anno scolastico, mancano solo pochi tasselli: il primo è quello di permettere l’immissione in ruolo su graduatorie d’istituto. Non utilizzarle per le stabilizzazioni sarebbe un peccato capitale, perché lascerebbe tantissimi posti ai precari senza esperienza, da individuare tramite Mad, e renderebbe inutile anche quest’anno l’autorizzazione del contingente di assunzioni in ruolo da parte del ministero delle Finanze, come è accaduto nel 2018 e la scorsa estate, quando oltre la metà delle quasi 60 mila convocazioni andarono perse per mancanza di aspiranti”.
“L’utilizzo delle graduatorie presenti nei nostri 8.200 istituti scolastici anche per le immissioni in ruolo non può essere rinviato”. Lo chiede il sindacato Anief, con una proposta presentata alla VII Commissione del Senato per emendare il Decreto Legge n. 22 approvato dal Governo e ora allo studio del Senato per la conversione in legge. Per il sindacato autonomo, bisogna usare le graduatorie d’istituto anche per questa necessità, altrimenti le scuole rischiano il caos dovendosi affidare a settembre, per assegnare migliaia di cattedre scoperte, alla scelta di 200 mila supplenti utilizzando in modo sempre maggiore il sistema poco meritocratico e spesso casuale della “Messa a disposizione”.
L’EMENDAMENTO PROPOSTO
Reclutamento del personale precario dalle graduatorie di istituto
All’articolo 2, comma 1, lettera b, dopo le parole 15 settembre 2020,
aggiungere le seguenti “anche attraverso l’utilizzo delle graduatorie
provinciali per le supplenze di cui al comma 6-bis dell’articolo 4 della legge
3 maggio 1999, n. 124”. Conseguentemente il comma 4 è soppresso.
Motivazione: a causa del ritardo dell’espletamento delle procedure concorsuali previste dalla legge 159/2019, il prossimo anno si giungerà a superare le 200 mila supplenze di personale docente, per lo più dalle domande di messa a disposizione fuori graduatoria. La disposizione prevede il reclutamento con contratto a tempo indeterminato dalle graduatorie provinciali di istituto per titoli, al fine di affrontare il tema urgente del precariato.
Marcello Pacifico (Anief): “Abbiamo le graduatorie delle scuole, utilizziamole. La burocrazia non può vincere sulla logica e il buon senso. Se si continua a pensare che solo i concorsi risolveranno il problema del reclutamento, rischiamo di compromettere l’avvio delle lezioni, ancora di più perché si dovrà fare i conti con i problemi di convivenza per il pericolo del contagio del Covid-19”.
Sulle modalità di assunzione dei docenti precari, anche gli altri sindacati rappresentativi si allineano alla proposta di Anief di assumerli in base ai titoli, rispetto ai nuovi concorsi i cui tempi di attuazione sono troppo lunghi, come si legge nei rilievi del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. In 15 mila firmano le petizioni presentate da Marcello Pacifico che interviene martedì e mercoledì prossimo in un webinar alle 17.30.
Presto l’assunzione dei docenti precari sarà il tema dominante del comparto scuola. Secondo Anief, le immissioni in ruolo dei precari storici, rivendicate da tempo dalla stessa Commissione UE con la direttiva 1999/70/CE, potrebbero quindi entrare a regime con lo svolgimento di anno di formazione. Quindi, non serve più nemmeno organizzare un concorso per soli titoli. E lo stesso andrebbe fatto con il personale Ata, così da coprire altri 40 mila posti vacanti con le graduatorie già pronte, anche queste per titoli, da 24 mesi. Se si vuole superare la supplentite, l’unica cosa da fare è approvare l’emendamento Anief al decreto “Cura Italia”, altrimenti ci aspetta un anno scolastico a dir poco caotico e all’insegna dei ricorsi seriali. Per evitare decrementi all’offerta formativa, sarà fondamentale anche “confermare in toto l’attuale composizione numerica del corpo insegnante”.
Anief chiede, inoltre, intervenendo pure sul testo del Decreto Legge n. 22 sulla Scuola in fase di conversione, di sbloccare tutte le assunzioni dalle graduatorie dei concorsi 2016 e 2018, oltre che le assunzioni sui posti Quota 100 previste dalla L. 159/2019 e un concorso per soli titoli per tutti indirizzato ai precari con almeno 36 mesi di servizio, inclusi i docenti di religione, senza dimenticare di stabilizzare il personale educativo e Ata. Sarebbe opportuno ed equo avviare poi un concorso straordinario aperto anche ai docenti scuole paritarie ai fini dell’accesso ai ruoli e non del solo conseguimento dell’abilitazione, la stabilizzazione degli amministrativi facenti funzione Dsga, la trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto e infine l’avvio di un nuovo concorso straordinario per i maestri dell’infanzia e primaria.
Anche per sopperire ai mancati concorsi, il giovane sindacato auspica di valorizzare l’esperienza acquisita e la continuità didattica, con la conferma nei ruoli per chi è stato immesso in ruolo con riserva e lo scioglimento della stessa per chi non è ancora stato immesso nei ruoli, ma anche l’annullamento o il congelamento delle procedure di licenziamento. Per rispondere in modo deciso all’isolamento forzato, derivante dal pericolo contagio del Covid-19, bisogna infine avviare percorsi abilitanti non selettivi in modalità telematica, rivolti pure ai docenti di ruolo “ingabbiati” senza servizio alla secondaria in esecuzione dell’art 472 del D.lgs 297/1994, oltre che organizzare PAS sostegno per i docenti di ruolo su materia e corsi abilitanti per i docenti tecnico-pratici.
“Il nuovo decreto scuola delinea una situazione che sfida la logica e mette a rischio il regolare avvio del prossimo anno scolastico. Per garantirne l’ordinato avvio non basterà certo la proroga al 15 settembre del termine entro cui provvedere alle prossime operazioni di assegnazione provvisoria e alle nomine in ruolo. Il prossimo anno, infatti, potrebbe abbattere tutti i record sul numero di supplenti, che rischia addirittura di sfondare quota 250mila. È noto, infatti, che siano esaurite sia le GaE che le graduatorie dei concorsi ordinari e straordinari per molte classi di concorso. E non servirà nemmeno la call veloce per provare a far spostare i docenti verso le province e le regioni dove ci saranno più posti disponibili: il vincolo quinquennale nella scuola di titolarità che scatterà dal prossimo anno scolastico per tutti i neo assunti in ruolo, abbinato all’attuale situazione di incertezza sanitaria sarà, con tutta probabilità, un fortissimo deterrente alla mobilità dei docenti”. Lo rende noto Anief in una nota stampa.
“In tutto questo, mentre non siamo ancora in grado nemmeno di immaginare se e come si svolgerà la didattica da settembre, il ministro chiede al governo di varare un decreto in cui si ribadisce la necessità di procedere alla pubblicazione dei bandi dei concorsi straordinari e ordinari di cui, però, non si sa quando si potranno svolgere le prove. Gli esperti, infatti, dicono che potrebbe essere necessario attendere il primo trimestre del 2021 per avere il vaccino, unica vera chiave per il ritorno alla normalità.
Sappiamo, in ogni caso, che certamente non potremo far svolgere le prove dei concorsi prima del 15 settembre, quindi in tempo per garantire l’immissione in ruolo già dal prossimo anno scolastico. Per di più, il ministro ha deciso anche di rimandare di un anno l’aggiornamento delle graduatorie d’istituto e l’attivazione delle nuove graduatorie provinciali da cui attingere per l’assegnazione degli incarichi di supplenza annuali. Ma si è ancora in tempo per cambiare rotta”.
IL PARERE DEL PRESIDENTE ANIEF
“Chiediamo al ministro – afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – di ascoltare le proposte che arrivano, una volta tanto, dall’intero panorama sindacale che, alla fine, ha sposato ciò che ANIEF dice da sempre: si proceda ad assumere immediatamente i docenti in ruolo attivando procedure selettive solo per titoli riservate ai docenti con almeno tre anni di servizio, consentendo loro di conseguire l’abilitazione il prossimo anno con corsi on line gratuiti da concludere prima della valutazione finale dell’anno di prova. Parimenti, si attivino corsi telematici per conseguire la specializzazione di sostegno, senza selezione in ingresso, aperti a tutti i docenti con almeno tre anni di servizio su sostegno, prevedendo da subito anche per loro un percorso di stabilizzazione da completare al conseguimento del titolo. E si sciolgano le riserve a tutti gli assunti in ruolo con riserva, che già oggi stanno garantendo la continuità dell’azione didattica, anche a distanza.
Solo così potremo avere in cattedra tutti i docenti che servono per far fronte in modo efficace alla più grande sfida che la Scuola italiana abbia mai dovuto affrontare. Gli studenti italiani hanno assoluto bisogno di sapere chi avranno in classe, fisica o virtuale che sia, il prossimo anno. È di questo che, oggi, il ministro deve preoccuparsi”.
Trasformare da tempo determinato in indeterminato, a partire dal prossimo 1 settembre, i rapporti di lavoro del personale docente, educativo ed Ata della scuola impiegato su posti vacanti, qualora abbia svolto oltre 36 mesi di servizio, “comprensivi di proroghe e rinnovi, indipendentemente dai periodi di interruzione”.
A chiederlo è l’Anief, con una proposta emendativa al DL n. 18 del 17 marzo 2020, presentata alla V commissione del Senato. L’assunzione dei precari, spiega il sindacato, favorirebbe “la funzionalità del sistema per il prossimo anno scolastico”, peraltro senza ravvisare “maggiori oneri per la finanza pubblica”, poiché la sua attuazione farebbe venire meno “le richieste di risarcimento per violazione della direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato”.
All’emergenza sociale non si può aggiungere l’emergenza della scuola e di
tanti suoi lavoratori. Ne è convinto Marcello Pacifico, presidente nazionale
Anief: “Il prossimo anno scolastico – ha detto il sindacalista autonomo a Orizzonte
Scuola – dovrà iniziare bene, non può cominciare con 250mila precari tra
docenti e ATA. Abbiamo poi un motivo di ringraziamento verso uno su sei di
questi precari che in questo momento sta lavorando da casa per garantire un
servizio pubblico. Questa è la più grande dimostrazione della serietà di queste
persone. C’è poi da dire che non bisogna aspettare sempre le emergenze per
risolvere un problema grosso, come sta avvenendo nella sanità”.
DOCENTI E ATA DIMENTICATI, MAESTRE LICENZIATE
Secondo Pacifico, se “facciamo una ricognizione di quanti sono i posti
vacanti e disponibili, scopriremo che questi sono più della metà, quasi 150mila
posti, e quindi programmiamo l’assunzione svuotando le GaE, le graduatorie di
merito, Gmre e assumendo dalle graduatorie di istituto per i docenti e delle
graduatorie 24 mesi ATA. Senza dimenticare tutte quelle maestre che ogni giorno
si collegano per svolgere la didattica a distanza, ma che ogni giorno
continuano a essere licenziate. Tutto questo non ha senso”.
ABBIAMO BISOGNO DI ITP, LI METTIAMO ALLA PORTA
Il leader dell’Anief ricorda che anche nelle settimane di lezioni
condotte da casa, attraverso il pc e il web, “continuano a essere licenziati
gli ITP, cioè proprio coloro che hanno delle competenze in informatica che
servono per la didattica a distanza. Se qualcuno ha superato l’anno di prova e
c’è un contenzioso in corso, ricordiamoci che questo personale ci serve: oggi
ha risposto sì all’appello dello Stato, non possiamo domani dire che non è
degno di essere assunto in ruolo”.
SÌ AI PERCORSI ABILITANTI ANCHE TELEMATICI
Il pensiero di Pacifico è rivolto pure alla regolarità del prossimo anno
scolastico, sempre più minato dalla possibilità che le supplenze annuali
superino abbondantemente quota
200 mila: “È necessario garantire dei percorsi abilitanti anche telematici
a chi da anni insegna nelle nostre scuole. Per quale motivo dobbiamo avere
sempre precari quando questi sono di ruolo e quando da precari in questo
momento di emergenza stanno garantendo il diritto all’istruzione?”.
EMENDAMENTI AL DL CURA ITALIA
Noi questa domanda la faremo alla Politica durante l’esame del decreto
legge” Cura
Italia “in bilancio al Senato. Chiederemo degli emendamenti che
cerchino di evitare il record della supplentite, che estendano la card
docenti al personale ATA e ai precari perché tutti sono chiamati al lavoro
agile”. Il sindacalista si rivolge all’amministrazione perché riveda i blocchi
sui trasferimenti, previsti dalla circolare imminente sulla mobilità 2020: “È
impensabile che si abbia il blocco per cinque anni sulla mobilità: dobbiamo
garantire il diritto alla famiglia e al lavoro”.
UN PRECARIO OGNI SEI
Intervistato, sempre sulle difficoltà che stanno attanagliando la scuola in
questi giorni di angoscia da rischio contagio, il presidente Anief ha detto
dall’agenzia Teleborsa
che abbiamo un docente e Ata precario ogni sei: in questo momento, anche
attraverso la didattica a distanza e il lavoro agile, stanno
cercando di garantire il diritto d’istruzione. “Un po’ come tutti quanti gli
italiani che stanno cercando di reagire a questa situazione emergenziale, che
limita persino i movimenti personali”.
SERVE UN PIANO STRAORDINARIO DI ASSUNZIONI
“È importante anche per far ripartire il prossimo anno scolastico”, ha
continuato il sindacalista, ricordando che se non si procede con interventi
straordinari, la scuola italiana andrà incontro al record di supplentite,
con “250 mila fra docenti e precari. Le soluzioni sono semplicissime, andare
innanzi tutto ad attuare un piano straordinario per coprire tutti i posti
vacanti, assumendo tutti i precari che da anni portano avanti la didattica
nelle scuole. Lo si può fare attraverso le graduatorie esistenti, non c’è
bisogno di inventarsi altri canali, e attraverso dei corsi abilitanti che,
anche per via telematica, prendano atto e diano competenza ai nostri insegnanti
e ai nostri ATA, i quali devono essere assunti al pari dei lavoratori
socialmente utili”.
NO AI LICENZIAMENTI, SALVARE CHI HA SUPERATO L’ANNO DI PROVA
Il presidente Anief reputa anche “importante un segno minimo di riconoscimento e di fiducia verso chi in questo momento sta portando avanti la nostra scuola da casa, dal proprio domicilio, a distanza. Quando ci sono queste emergenze – conclude il Presidente di Anief – bisogna rispondere in maniera puntuale, straordinaria, ma rendendo merito a chi cerca di garantire il diritto d’istruzione ai nostri studenti. Ecco perché è importante anche non licenziare e confermare nei ruoli tutti coloro che hanno superato l’anno di prova”.
Stride sempre più il confronto tra il trattamento dei dipendenti pubblici e privati: lo confermano gli ultimi dati nazionali Inps sul periodo gennaio-novembre, dai quali risultano in diminuzione i contratti a tempo determinato, mentre si registra un netto incremento delle assunzioni definitive, che passano da 463.117 a 653.495. Anief ritiene che questi dati rappresentino l’ennesimo campanello d’allarme per il pubblico impiego, a partire dalla Scuola, dove ci sono non meno di 150 mila posti di docenti vacanti, di cui la metà di sostegno, e altri 50 mila per il personale Ata (considerando il ‘potenziamento’ e i profili professionali superiori mai attivati). In entrambi i casi, il Miur nasconde la maggior parte dei posti liberi in organico di fatto, destinandoli così solo ai supplenti e cassando sul nascere qualsiasi possibilità che vengano destinati ai precari.
Fanno riflettere i dati
nazionali Inps relativi al periodo gennaio-novembre, pubblicati in questi
giorni dall’Osservatorio
sul precariato: ci dicono che negli undici mesi del 2019, nel settore
privato complessivamente le assunzioni sono state 6.666.609. Rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente, la crescita ha riguardato in particolare i
contratti a tempo indeterminato. Risultano invece in diminuzione i
contratti a tempo determinato e quelli in somministrazione:
complessivamente, si registra, rispetto al 2018, un nettoincremento
delle trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato, che passano
da 463.117 a 653.495 (+41%).
Il personale precario della scuola continua invece a subire un trattamento vessatorio. Prima di tutto, perché i posti da coprire, che nell’UE vanno assegnati in automatico dopo 36 mesi svolti, continuano furbescamente ad essere nascosti in organico di fatto. E anche quando vengono finalmente destinati alle immissioni in ruolo, c’è da fare i conti con un sistema di reclutamento e di organizzazione delle graduatorie dei precari così fatiscente che nelle ultime due estati ha fatto mandare deserte più della metà delle assunzioni già finanziate dal Mef, con contingenti superiori ai 50 mila posti. Per non parlare dei 30 mila posti di Quota 100 lasciati in stand by e poi destinati a supplenza.
LA POSIZIONE DI ANIEF
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Quando nell’amministrazione pubblica si parla di stabilizzazione dei precari, continua a mancare la volontà di applicare nel settore pubblico le regole vigenti in quello privato. La verità è che bisogna procedere verso l’armonizzazione delle regole tra i due comparti, sia per quel che riguarda la contrattazione di lavoro, sia per la stabilizzazione dei precari abilitati e non con 36 mesi di servizio svolto: in questo modo, una volta annoverati tutti i posti liberi nell’organico di diritto a allargato l’uso della ‘call veloce’ predisposta per le GaE, verrebbero così assunti tutti i supplenti docenti inseriti nelle graduatorie di istituto di seconda e terza fascia, prevedendo per quest’ultimi l’acquisizione del diploma abilitante attraverso la frequenza di un corso ad hoc nell’anno di prova; si realizzerebbe inoltre il contratto a tempo indeterminato per tutti gli idonei del concorso di religione cattolica, come per gli educatori e per tutto il personale Ata dimenticato”
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, quello che è accaduto con l’assunzione, attraverso l’ultima legge di bilancio, degli ex Lsu, è particolarmente grave. “Perché non si spiega proprio il motivo per cui lo Stato debba avere assorbito nei propri ruoli oltre 11.000 ex lavoratori socialmente utili, mentre decine di migliaia di supplenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici dello Stato continuano ad essere tagliati e a rimanere precari e senza alcuna certezza di stabilizzazione”.
Come è altrettanto grave il trattamento economico dei dipendenti della
scuola, relegati agli ultimi
posti per gli stipendi percepiti. “Se nel privato – continua Pacifico – si
continua giustamente ad incrementare le buste paga allineandole al costo della
vita e a parlare di aumento dell’importo orario di lavoro, dando certezza
giuridica al rapporto professionale, nel settore pubblico bisogna almeno
rispettare la Costituzione nel tutelare la dignità dei lavoratori, perché
gli stipendi continuano a stare sotto all’inflazione. Ecco perché, il
nostro sindacato continua a chiedere di armonizzare le regole comuni tra
settore pubblico e privato. Ed ecco perché continuano ad aumentare le richieste
di risarcimenti
da parte dei precari danneggiati, con sempre più tribunali che danno
loro ragione e con l’erario che continua a subire danni”.
Per assegnare i ruoli entro il 31 agosto su tutti i posti vacanti e assumere i precari di prima, seconda e terza fascia, laddove le GaE sono esaurite, in attesa dell’esperimento del nuovo concorso ordinario e straordinario, in analogia a quanto già previsto nel decreto “salva-scuola”. Pronto l’emendamento al Mille-proroghe preparato dall’ufficio legislativo del giovane sindacato. Marcello Pacifico (Anief): Al record storico di supplenza bisogna rispondere con procedure eccezionali.
La nuova procedura, prevista dal Decreto Scuola convertito nella L. 159/2019 sulla Call veloce ripresa anche dal neo ministro Lucia Azzolina, prevede che i supplenti presenti nelle graduatorie di merito e nelle GaE possano essere immessi in ruolo, su base volontaria, anche in un’altra regione diversa dalla propria, attraverso un elenco utile esclusivamente per assegnare i tanti posti vacanti che altrimenti andrebbero a supplenza. La nuova titolare del Miur si è da subito impegnata per realizzare in breve tempo il decreto attuativo, comprendente il nuovo regolamento per velocizzare questo genere di convocazioni, il quale permetterebbe di utilizzare proficuamente gli elenchi temporanei che si verrebbero creare già in occasione delle prossime immissioni in ruolo previste nell’estate 2020.
Per Anief, questo provvedimento deve essere accompagnato da una misura analoga che intervenga per assumere anche i supplenti delle graduatorie di istituto, nelle more dell’esperimento delle prossime procedure concorsuali per evitare di chiamare 200 mila insegnanti con contratto a tempo determinato e subire nuovi costosi risarcimenti nelle aule dei tribunali, con ricadute negative pure sulla continuità didattica.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Considerando che ci sono soltanto 8 mila docenti nelle GaE, bisogna allargare la procedura della Call veloce alle graduatorie d’Istituto da cui sono chiamati molti dei supplenti annuali o al termine delle attività didattiche. In questo modo, ridurremmo considerevolmente il numero delle 170 mila supplenze annuali. Abbiamo già il personale della seconda fascia d’istituto abilitato, mentre per quello inserito nella terza fascia, destinatario del ruolo, basterebbe iscriverlo al percorso seguito dai vincitori del nuovo concorso straordinario. È una proposta logica e semplice in linea con quanto già avanzato durante la scorsa legislatura dall’attuale primo partito di maggioranza relativa. Lo chiederemo con forza al primo incontro con il ministro e lo proporremo come emendamento al prossimo Mille-proroghe”.
L’alto numero di cattedre scoperte continua a farsi sentire. E non è limitata ad alcune aree del Paese: ormai, anche se si tratta di istituzioni pubbliche, dopo che gli Uffici scolastici hanno ben presto “scaricato” il problema alle scuole, ai presidi non è rimasto altro che provare con le graduatorie d’Istituto. Ma siccome in tanti casi non sono servite a molto, perché i candidati si sono presto esauriti, i capi d’istituto sono passati alle vie informali prendendo in considerazione le Mad. Solo che ora nemmeno queste bastano più, perché l’opera di comparazione richiesta dal Miur non è facile dal compiersi, soprattutto, come spesso avviene, in presenza di candidati con titoli diversi da quelli specifici richiesti per la classe di concorso di cui ha bisogno la scuola. L’ultima spiaggia diventano i portali specializzati in Istruzione, da dove l’annuncio arriva direttamente a casa dei potenziali supplenti: una sorta di Mad al contrario.
Nelle nostre scuole le lezioni sono iniziate da ben oltre un mese, ma in
tanti istituti si continuano ad attendere i supplenti per coprire il sempre più
alto numero di cattedre senza docente titolare. Si tratta, soprattutto, di
insegnanti di materie scientifiche e tecniche delle superiori, ma anche di
sostegno e di maestri della primaria. Solo a Bologna ne mancano ancora ben 300:
questo avviene, spiega Il
Resto del Carlino, perché le graduatorie sono esaurite e le scuole devono
trovare un supplente tra le ‘messe a disposizione’ presentate dai precari fuori
graduatoria e quasi sempre senza esperienza. “A Bologna, come in tutto il Nord,
reperire supplenti da altre regioni è un’impresa, soprattutto per il costo alto
della vita, a partire dagli affitti”, commenta anche Orizzonte
Scuola.
Lo stesso portale d’Istruzione si sta quasi trasformando in un’agenzia di
pubblico impiego per la scuola: sul sito internet vengono pubblicate continue
richieste, quasi degli “avvisi di selezione”, formulate dai dirigenti
scolastici o dal loro staff. E non si tratta di supplenze cosiddette “brevi”,
ma di contratti annuali, quindi con scadenza sino alla fine dell’anno
scolastico, quasi sempre al 30 giugno del 2020. La maggior parte delle richieste
sono concentrate al Nord, ma non mancano casi di dirigenti scolastici di
istituti del Centro-Sud dediti alla ricerca di insegnanti non rintracciabili
per le vie tradizionali.
L’Istituto “Vallauri” di Cuneo, ad esempio, ricerca un docente per la classe
di concorso A042 per un contratto a tempo determinato fino al 30 giugno 2020.
L’Istituto d’Istruzione superiore “G. Silva – M. Ricci” di Legnago (VR) è alla
caccia di un docente in possesso dei titoli per l’insegnamento nella classe di
concorso A040 per un contratto fino al 30/6/2020. Il Liceo Statale “Giuseppe
BERTO” di Mogliano Veneto (TV) ricerca n. 1 docente di conversazione di Lingua
Inglese – cdc BB02 – per contratto a tempo determinato fino al 30 giugno 2020.
L’istituto di Istruzione Superiore “Caramuel Roncalli” di Vigevano (PV)- CORSO
SERALE ricerca un docente classe di concorso A042 per una supplenza di 18 ore.
Qualche giorno fa, l’istituto
Comprensivo “Borsi” di Donoratico (LI) cercava “una docente di scuola
primaria per una supplenza di 9 ore fino al 30 giugno 2020 su posto di lingua
inglese”. Anche a Potenza, il preside dell’Istituto
Comprensivo “L. Sinisgalli” era alla ricerca di “una docente della scuola
Primaria con titolo di specializzazione Montessori per prestare servizio nel
corrente anno scolastico”.
In pratica, i dirigenti scolastici non possono attendere ancora per coprire
le cattedre vuote. E ci provano in tutte le maniere. Qualche giorno fa, il
dirigente scolastico dell’Istituto nautico “San Giorgio” di Genova e Camogli ha
‘postato’
un annuncio su Facebook che ha fatto il giro del web e della stampa
nazionale: “Cerco insegnante di Elettrotecnica per cattedra al 31 agosto al
nautico di Camogli. Sono il Dirigente Scolastico della scuola. Eventuali
interessati mi contattino rapidamente. Se conoscete persone interessabili,
coinvolgetele”, ha scritto il preside Paolo Fasce.
“Si sta oltrepassando ogni logica – commenta Marcello Pacifico, presidente
nazionale Anief -. Ed è un fenomeno tipicamente italiano, visto che solo
qualche giorno fa anche il rapporto UE “Education
and Training Monitor 2019” ha affermato che, assieme a qualche altre Paese,
siamo quelli dove si riscontra “una
carenza di insegnanti qualificati”. Il punto è che si è preferito tenere i
precari sotto scacco: seppure selezionati, formati, abilitati, si è continuata
a perseguire l’idea che conviene mantenerli precari. L’apice di questo
ragionamento si è raggiunto nell’ultimo periodo, quando si è arrivati a mettere
rigidamente in atto le sentenze del Consiglio di Stato sui diplomati
magistrale, arrivando a licenziare migliaia di docenti già immessi in ruolo e con
tanto di anno di prova svolto”.
“Sono innumerevoli – continua Pacifico – i motivi che lasciano lontani i
laureati in particolari discipline, evidentemente più attratti da altre
professioni, per accedere alle quali non vi è questa trafila di problemi. I
quali, inevitabilmente, alla lunga hanno il loro peso nella formazione di malattie
psichiatriche ed oncologiche, purtroppo sempre più frequenti tra gli
insegnanti vittime del burnout per via dei decenni passati a fare sempre lo
stesso lavoro con alte dosi di stress”, conclude il sindacalista Anief.
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