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Trasferimento docenti, si allarga il fronte contro il vincolo a 5 anni: arriva l’appoggio dell’ex ministro Fioramonti

Si allarga la richiesta formulata da tempo dall’Anief di riduzione a un anno, a fronte degli attuali cinque, sul vincolo quinquennale che lascia i docenti tanto tempo lontano da casa e affetti pur in presenza di posti vacanti. “Mai come quest’anno – ha spiegato l’on. Lorenzo Fioramonti, promotore di un emendamento nella Legge di Bilancio 2021 – si è evidenziata la necessità di una maggiore prossimità tra luogo di lavoro/formazione e vita personale. Abbiamo visto quanto sia stato difficile spostarsi sul territorio nazionale, per ragioni oggettive, che hanno ulteriormente aggravato il problema delle cattedre scoperte. Inoltre, abbiamo toccato con mano le tante contraddizioni di un sistema di mobilità che costringe tanti insegnanti a spostarsi lontano dalla propria provincia o regione quando invece sarebbero disponibili tante cattedre sotto casa, che magari vanno a supplenza. A ciò bisogna aggiungere che il lavoro fuori sede aumenta significativamente i costi della vita, cui è difficile far fronte con lo stipendio esiguo dei docenti”, ha concluso l’ex ministro.

lorenzo fioramonti ministro istruzione

LA POSIZIONE DELL’ANIEF

Secondo l’Anief, in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo per via dell’emergenza epidemiologica lo Stato deve fare di tutto per evitare che i cittadini si mettano in viaggio: nel caso vi siano disponibilità di posti di lavoro, è nell’interesse del Paese fare in modo che dei dipendenti pubblici possano essere professionalmente collocati vicini agli affetti e alla famiglia. Invece nella scuola si sta procedendo con regole che violano questo principio che sta anche alla base delle regole a tutela della sicurezza di tutti. Nella scuola questa contraddizione si deve al vincolo di cinque anni cui devono sottostare migliaia di neo assunti, anche in presenza di posti vacanti e disponibili. Per tali motivi l’Anief ha chiesto di eliminare con la Legge di Bilancio in via di approvazione il blocco quinquennale ai trasferimenti, introdotto prima della pandemia, con la legge 20 dicembre 2019 e in precedenza con la legge 106/2011, ma poi abrogato con la L. 128 del 2013.

I TANTI DOCENTI BLOCCATI PER 5 ANNI

Sempre Orizzonte Scuola ha elencato i docenti coinvolti nel blocco quinquennale: sono, quindi, tutti i neo-immessi in ruolo nel corrente anno scolastico 2020/21 a prescindere dal canale/graduatoria  di reclutamento (GAE, Concorsi 2016, Concorsi 2018, “call veloce”) e a prescindere dall’ordine o grado di istruzione interessato. Dopo avere ricordato che “il blocco quinquennale riguarda tutte le tipologie di movimento”, la rivista ha scritto che “i docenti nel blocco non potranno, quindi, partecipare alla mobilità territoriale (trasferimenti) e alla mobilità professionale (passaggi di cattedra e passaggi di ruolo) per 5 anni. Nello stesso modo non potranno partecipare alla mobilità annuale e non potranno chiedere per un quinquennio utilizzazione e assegnazione provvisoria. Il blocco quinquennale si estende anche alla richiesta di svolgere un incarico a tempo determinato ai sensi dell’art.36 del CCNL. Prima di presentare relative domande il docente dovrà avere svolto 5 anni di effettivo servizio nella scuola di titolarità”.

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Trasferimento docenti, inaccettabile lo stop per 5 anni secondo Anief

“In un periodo difficile, come quello che stiamo vivendo per via dell’emergenza epidemiologica, lo Stato deve fare di tutto per evitare che i cittadini viaggino: nel caso vi siano disponibilità di posti di lavoro, è nell’interesse del Paese fare in modo che dei dipendenti pubblici possano essere professionalmente collocati vicini agli affetti e alla famiglia. Invece nella scuola si sta procedendo con regole che violano questo principio che sta anche alla base delle regole a tutela della sicurezza di tutti”. Ne è convinta Anief che ha portato queste riflessioni all’attenzione di Lucia Azzolina.

A colloquio con la ministra dell’Istruzione, affrontando i problemi di gestione dell’emergenza Covid19 in ambito scolastico, il presidente del giovane sindacato Marcello Pacifico si è soffermato “sulle limitazioni alle libertà di movimento personale e delle circostanze di emergenza e difficoltà per le famiglie: vanno tenute necessariamente in debita considerazione e per questo – ha spiegato il sindacalista – occorre favorire il ricongiungimento familiare dei lavoratori assunti. Ma anche agevolare il rientro dei docenti “ingabbiati” per via dei contorti e poco trasparenti meccanismi di reclutamento nazionale operati attraverso l’algoritmo di assegnazione predisposto negli anni precedenti”.

Mobilità docenti

Il leader del sindacato rappresentativo Anief ha quindi evidenziato che “il blocco di 5 anni della mobilità in passato è stato inserito per due anni e dal 2019 è stato di nuovo introdotto. Ora, però, alla luce della particolare situazione a rischio contagio, si tratta di un blocco imposto in un momento in cui l’Italia” ha difficoltà a far viaggiare i suoi cittadini, ancora di più per spostamenti impegnativi. I lavoratori, in questo modo, “non possono ricongiungersi alla famiglia” e diventa importante che questo limite “nella prossima Legge di Bilancio possa essere cancellato”.

Le proposte del sindacato Anief sono state tradotte in una memoria comprendente 15 temi essenziali da affrontare per far ripartire l’intero Paese: il documento completo è stato consegnato ai vertici del ministero dell’Istruzione al termine dell’incontro tenuto con la ministra Lucia Azzolina.

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Blocco quinquennale sui trasferimenti. Anief: il governo faccia passo indietro

aula generica esami maturità 2019

“Nel decreto-scuola varato alla Camera, e ora al Senato, abbiamo già inserito un articolo sulla continuità didattica: tutti coloro che vinceranno il concorso ordinario e straordinario dovranno rimanere presso la sede di inserimento per almeno cinque anni”. L’annuncio del ministro Lorenzo Fioramonti, rilanciato dalla stampa specializzata, non può essere accolto positivamente dal giovane sindacato. Sugli altri provvedimenti annunciati dal titolare del Miur (“Bisogna dare la possibilità di introdurre meccanismi già possibili con l’attuale normativa come i bonus per gli affitti e i buoni per fare la spesa”, ha aggiunto Fioramonti) c’è un cauto apprezzamento di Anief, ma anche la consapevolezza che il personale scolastico, a iniziare da quello fuori sede, non ha bisogno di “gettoni”, ma di un sostegno economico reale e di potersi ricongiungere alla famiglia d’origine se lo desidera.

NO ALLO STOP DEI TRASFERIMENTI

Contro lo spettro del blocco quinquennale Anief si è più volte espressa.  Il vincolo di permanenza per cinque anni, senza la possibilità di trasferimento è una disposizione incostituzionale, approvata nel 2011, con la Legge 106, e modificata dal Parlamento, grazie sempre alla denuncia del giovane sindacato, nel 2013, con la Legge 128/13 quando si riportò a un triennio il blocco dei trasferimenti. Per via del vincolo quinquennale si potrebbe ripetere la stessa ingiustizia perpetrata nei confronti dei docenti ingabbiati dalle diverse procedure di reclutamento e di mobilità attuate all’indomani dell’approvazione della legge 107/2015, voluta dal governo Renzi.

LE QUOTE ALLARGATE

Sebbene quest’anno si sia registrato un altissimo numero di posti vacanti e disponibili, con più di 200 mila supplenze annuali, il Miur non è andato oltre le quote sui trasferimenti fuori provincia, introdotte col contratto sottoscritto a dicembre sulla mobilità del personale. Per colpa proprio della contrattazione integrativa, per l’anno scolastico 2019/20 sono stati previsti il 40% di trasferimenti interprovinciali e il 10% di passaggi di ruolo; per il 2020/21, il 30% di trasferimenti interprovinciali e il 20% di passaggi; per il 2021/22, il 25% di trasferimenti interprovinciali e il 25% di passaggi. L’introduzione di quelle percentuali risibili sui trasferimenti ha portato il M5S, attraverso il primo firmatario Marilotti, ad avviare un’interrogazione all’allora ministro dell’Istruzione. 

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF

“Bisogna promuovere la mobilità – sottolinea Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – per contemperare diritto al lavoro, alla famiglia e favorire in altro modo la continuità didattica. Come Anief abbiamo promosso uno specifico emendamento e chiesto di sostituire il comma in questione con la proroga dei termini della mobilità straordinaria per tutto il personale di ruolo. Per il nostro sindacato è un punto irrinunciabile e non trattabile, tanto più alla luce di tantissimi posti vacanti e disponibili e dei numeri record di supplenze annuali (oltre 200 mila). Occorre favorire il rientro dei docenti “ingabbiati” e programmare agevolazioni per attrarre e risarcire i lavoratori provenienti dalle altre regioni. La continuità didattica non passa per imposizioni temporali anticostituzionali, contro cui siamo pronti a ricorrere in tribunale, semmai dall’immediata assunzione in ruolo su tutti i posti vacanti, evitando nel prossimo futuro che tante supplenze vengano assegnate mesi dopo l’inizio dell’anno e altri posti, soprattutto di sostegno, siano ancora da coprire”.