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Borse di studio per studenti all’estero, l’iniziativa della Provincia di Bolzano

Nelle scorse ore è arrivata la conferma che anche per l’anno scolastico 2020-2021 la Provincia di Bolzano sosterrà con borse di studio gli studenti che sceglieranno di uscire dai confini italiani per frequentare una scuola superiore o un corso di formazione professionale a tempo pieno, a patto che questi non esistano in Alto Adige e che abbiano una durata minima di 6 mesi.

I requisiti

Per ottenere la borsa di studio bisogna

  • avere la cittadinanza di uno degli Stati membri dell’Unione Europea
  • avere la residenza ininterrotta in Alto Adige da almeno due anni, oppure avere il permesso di soggiorno o avere ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato.
  • avere un il reddito depurato relativo all’anno 2019 non superiore ai 32.000 euro (per corsi e scuole superiori che comportano una tassa superiore a 10.000 euro, la cifra è elevata a 34.000).

L’importo della borsa di studio varia, a seconda del reddito, tra i 1.500 e i 4.000 euro.

Come presentare la domanda

Le domande di borse di studio per l’anno scolastico 2020-2021 possono essere inviate entro giovedì 22 aprile via e-mail (assistenza.scolastica@provincia.bz.it) o per posta raccomandata all’Ufficio assistenza scolastica di via Andreas Hofer 18, a Bolzano. Ulteriori informazioni sul bando di concorso, il modulo per la domanda e i criteri possono essere scaricati online sul portale web della Provincia dedicato ai servizi nella sezione Borsa di studio per alunne e alunni fuori provincia.

Possono richiedere una borsa di studio anche coloro che assolvono un tirocinio della durata minima di 4 mesi che rappresenta un requisito per la futura professione.

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Provincia autonoma di Bolzano, ricorso per l’ammissione diretta alle graduatorie di merito con 36 mesi di servizio

Il sindacato Anief ricorre al Presidente della Repubblica per ottenere l’ammissione diretta alle graduatorie di merito utili per le immissioni in ruolo per coloro che hanno svolto servizio per ameno tre anni.

Il ricorso sarà proposto per ammettere alle graduatorie di merito, per accedere ai ruoli, i candidati che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio, anche alla luce di quanto ribadito recentemente dal comitato europeo dei diritti sociali, a prescindere che abbiano superato le prove concorsuali.

tribunale giustizia martelletto

Il ricorso è riservato ai candidati che hanno prestato almeno tre anni di servizio e che hanno presentato domanda di partecipazione al concorso e che non abbiano superato le prove.

Per aderire, cliccare qui. C’è tempo fino al 5 marzo 2021.

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Diplomati magistrale, a Bolzano si entra in graduatoria mentre nel resto d’Italia no

“Nella provincia di Bolzano con il diploma magistrale e tre anni di servizio si entra nelle graduatorie per il ruolo. Nel resto d’Italia, dopo aver superato l’anno di prova, si è licenziati”. Lo denuncia Anief che continua a ricorrere per l’aggiornamento delle GaE. “Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti che tiene tanto all’autonomia deve spiegare perché non segue l’esempio”.

Mentre nel territorio nazionale si rimane ancorati alle ultime due pronunce dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato e non si consente ai docenti abilitati dopo il 2012 o con un diploma abilitante d’inserirsi nelle GaE né ai supplenti con 36 di servizio di seguire un corso abilitante ed essere assunti, la Giunta Provinciale di Bolzano, per evitare nuovi ricorsi in Europa, innova la procedura di reclutamento, per l’aggiornamento delle Graduatorie provinciali e delle Graduatorie di istituto per l’anno scolastico 2019/2020, utilizzate ai fini della stipulazione di contratti di lavoro a tempo indeterminato e determinato nelle scuole a carattere statale in lingua italiana della provincia di Bolzano. Le liste di attesa, che è stato possibile aggiornare fino al 6 marzo scorso, sono nuove graduatorie provinciali, non molto diverse dalle GaE, e d’Istituto. Per le sole graduatorie di Tedesco seconda lingua è possibile richiedere il nuovo inserimento, trattandosi di graduatorie di durata annuale. 

Il caso di Bolzano è importante, perché nelle nuove Graduatorie provinciali – come scrive Orizzonte Scuola – hanno potuto richiedere il nuovo inserimento i docenti di Tedesco L2 in quanto le graduatorie hanno validità annuale, i docenti già iscritti nelle graduatorie di istituto della provincia di Bolzano valide per gli anni scolastici 2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017 che abbiano prestato tre anni di servizio in possesso del prescritto titolo di studio nelle scuole statali, a carattere statale, nelle scuole paritarie o nelle scuole professionali.

La Delibera n. 1421 del 19/12/2017, indirizzata proprio ai docenti abilitati inseriti in seconda fascia, oltre che a docenti abilitati a seguito di frequenza dei percorsi speciali abilitanti di cui all’articolo 15, comma 1/ter, del decreto del Miur 10 settembre 2010, n. 249, e successive modifiche, riguarda tutti gli inseriti in terza fascia; i docenti di religione abilitati in possesso di idoneità rilasciata in via permanente dall’ordinario diocesano; i docenti con diploma magistrale o titolo di studio sperimentale dichiarato equivalente conseguito entro il 2001/2002 inseriti nelle succitate graduatorie d’istituto. Per l’inclusione, ai fini del computo dei tre anni di servizio, un anno di servizio deve comprendere almeno 180 giorni anche non continuativi all’interno del medesimo anno scolastico o, ai sensi delle norme vigenti, deve essere prestato ininterrottamente dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale. I tre anni di servizio possono essere non continuativi. 

“Viene spontaneo da chiedersi – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – per quale motivo i politici di Bolzano, gli assessori della località a statuto speciale, riescono ad approvare un provvedimento logico, mentre nel resto d’Italia si fa una fatica immane solo a parlare di questa ipotesi, comunque sempre sistematicamente respinta da dei governanti che, a turno, non fanno altro che umiliare una categoria, condannandola alla precarietà perenne, pur avendo appurato che senza l’apporto di quei docenti l’istruzione pubblica entrerebbe in una crisi senza ritorno”.