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Caos insegnanti di sostegno disabili, sentenza tombale della Cassazione: “Non è possibile ridurre le ore una volta individualizzato il piano per l’alunno”

alunni con disabilità insegnanti di sostegno generica

Cancellare tutte o parte delle ore settimanali di sostegno agli alunni con disabilità, previste dalla loro programmazione educativa, è un atto illegittimo che crea un danno al giovane in formazione. A ribadirlo è la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25101: i giudici ermellini hanno spiegato che non è possibile fare modifiche una volta che il piano individualizzato dell’alunno disabile è stato stabilito. Pertanto, l’amministrazione scolastica non ha alcun titolo a modificare la quantità di ore assegnate: ogni volta che ciò accade, purtroppo spesso, va in contrasto con il diritto dell’alunno a una pari opportunità scolastica. Il nuovo ministro dell’Istruzione ne prende atto e verifica i perché di questa situazione incresciosa che si somma alla mancata assegnazione di tante supplenze annuali sugli oltre 50 mila posti in deroga. 

Cresce il numero delle famiglie che non si arrendono alle ore di sostegno negate ai figli disabili. Un genitore, scrive Orizzonte Scuola, ha presentato ricorso al Tribunale di Caltanissetta, chiedendo che venisse disposta la cessazione della condotta discriminatoria posta in essere dal Comune nei confronti del figlio minore. Il bambino frequenta la scuola dell’infanzia ed è affetto da disturbo di spettro autistico, motivo per cui ha diritto ad assistente della comunicazione per 22 ore settimanali. Il Comune ha però disposto 10 ore settimanali di assistenza, a fronte delle 22 individuate dal piano dinamico funzionale relativo all’alunno. Il Tribunale ha accolto il ricorso sulle “Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni” presentato da un genitore del bambino, maresciallo dei carabinieri, dichiarando che la discriminazione nei confronti del giovane alunno c’era stata in maniera indiretta. 

La decisione dei giudici

Il piano educativo individualizzato, definito ai sensi dell’art. 12 della legge 104/1992, obbliga l’amministrazione scolastica a garantire il supporto per il numero di ore programmato, senza lasciare a essa il potere discrezionale di ridurne l’entità in ragione delle risorse disponibili, anche nella scuola dell’infanzia. Il dirigente scolastico deve perciò, secondo la sentenza, attribuire a ciascun alunno disabile un numero di ore di sostegno che corrisponda a quello oggetto del G.L.H.O, dal quale non si può discostare. 

L’annuncio di Fioramonti

Anche il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha detto, illustrando le linee programmatiche del suo mandato in Senato, che in Italia “abbiamo troppe cattedre di sostegno senza insegnanti, troppi insegnanti di sostegno non formati come tali, ma formati su altro. Stiamo cercando, con una indagine interna, di capire come mai non si è arrivati in tempo, all’apertura dell’anno scolastico, nel rispondere alle tante necessità sul sostegno. Ho riattivato l’Osservatorio sull’inclusione, fermo da qualche tempo. Siamo ragionando di aprire i numeri chiusi all’università per formare più persone sul sostegno. Le scuole devono essere inclusive”. Per questo, ha concluso il ministro sul tema, “ho subito ho inserito 5 milioni nella formazione degli insegnanti di sostegno e la formazione del personale in generale. Dobbiamo tendere a scuole inclusive, in tutte le sue formulazioni”.

Le pessime abitudini

La brutta abitudine degli Uffici scolastici di assegnare meno ore di quelle indicate nei “Pei” degli alunni disabili, sulla base della diagnosi funzionale, è una conseguenza della impostazione errata dell’amministrazione centrale sulla determinazione degli organici del personale di sostegno: l’incongruenza è stata evidenziata solo qualche giorno fa dallo stesso Miur, attraverso un Focus sui dati della Scuola pubblicato anche sul portale internet ministeriale, dal quale risulta che nel corrente anno scolastico dei 150.609 docenti di sostegno, a fronte di 835.489 insegnanti complessivi che operano in 8.223 scuole autonome, oltre 50 mila vanno ogni anno “in deroga”, come confermato dalla stampa specializzata, per via della Legge 128 del 2013 che impone un posto su tre da destinare ai precari.

I numeri della vergogna

Alla Lombardia e alla Sicilia, rispettivamente con 6.875 e 6.602 deroghe, spetta il primato dei posti liberi assegnati al 30 giugno 2020, seguono la Toscana, il Piemonte, il Lazio, l’Emilia Romagna, la Sardegna e il Veneto. Agli insegnanti specializzati nella didattica “speciale” (anche se poi 8 supplenti su 10 sono sprovvisti della specializzazione) spetta il sostegno ai 260 mila alunni con disabilità ufficialmente iscritti. Sono tutti posti che vengono ogni anno per forza assegnati ai precari, peraltro in alto numero coperti ad anno scolastico abbondantemente avviato. Tanto è vero che al termine della prima decade di ottobre, gli alunni disabili sono ancora senza sostegno o se ne vedono accreditare solo una parte di quello che gli spetta. Con le famiglie così indignate che arrivano a ritirare i figli da scuola e ad organizzare proteste eclatanti anche in piazza

Il commento del presidente Anief

“Sempre più genitori – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – decidono di rivolgersi al giudice. Con esiti in altissima percentuale positivi. Perché è estremamente raro che un giudice possa dire no all’assegnazione delle ore di sostegno stabilite da un pool di professionisti: se costoro hanno indicato, per tornare alla sentenza della Cassazione, che l’alunno necessita di 22 ore di sostegno a settimana, non è giustificabile in alcun modo assegnarne poi di fatto solo 10. Invece di speculare sulle ore, negando un diritto sacrosanto pur di fare cassa sui mesi estivi, sugli scatti di anzianità e sulla ricostruzione di carriera, perché al Miur non trovano il modo di coprire le cattedre con personale di ruolo, specializzandolo in alto numero e non più come è stato fatto sino ad oggi in quantità risibile?”. 

“Perché – continua Pacifico – gli enti locali non agiscono con celerità per assicurare dal primo giorno di scuola l’Assistente Educativo Culturale che, lavorando in adempimento dell’art. 13, comma 3, della legge n. 104/92, garantisce l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità? Sono domande che poniamo a chi di dovere da anni. Ben sapendo che per garantire la continuità didattica non si devono negare i trasferimenti, ma semplicemente immettere in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili”. 

La crescita esponenziale

Nell’anno scolastico 1997/98, la presenza di alunni con sostegno era dell’1,40%; dieci anni dopo era già arrivata all’1,95%; nell’anno scolastico 2012/13 al 2,50%; di recente, nel 2017/18, si è raggiunto il 3,10%. I termini numerici sono ancora più evidente: nell’anno scolastico 1997/98, gli iscritti disabili certificati erano poco più di 123 mila; nel 2018 siamo arrivati ad oltre 280 mila; quest’anno si sfioreranno i 300 mila iscritti disabili. 

Parallelamente, il numero dei docenti di sostegno in organico di diritto è però aumentato leggermente: nel 2007 erano 56.164; nel 2013 67.795; due anni dopo, nel 2015 si è passati a 90.032; poi, però dal 2017 ad oggi l’organico di diritto si è collocato a 100.080 cattedre. Così, abbiamo assistito al boom dei posti in deroga: tra il 2014 e il 2018, si è passati da 28.863 a 65.890. E quest’anno, secondo le proiezioni Anief, si arriverà a 80 mila contratti a tempo determinato con scadenza 30 giugno. 

Il sindacato rammenta, tra l’altro, che i posti di sostegno da coprire, senza titolare, in realtà sono ancora di più. Perché non si tiene conto di diverse migliaia di cattedre che, proprio a seguito dei ricorsi delle famiglie, come quella di Caltanissetta, ottengono l’assegnazione di ore settimanali così come aveva disposto l’équipe psico-pedagogica a seguito dell’esame approfondito dell’alunno. 

Anief ricorda, infine, che attraverso l’iniziativa gratuita Anief “Sostegno, non un’ora di meno!”, cresce di anno in anno il numero di alunni disabili che ottengono giustizia assieme alle loro famiglie: chi ha intenzione di ricorrere – anche lo stesso personale scolastico e i dirigenti – per ottenere i docenti o le ore dovute ma non assegnate può scrivere all’indirizzo e-mail sostegno@anief.net. Riceveranno le istruzioni per presentare alla scuola le richieste necessarie.

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Il Decreto Inclusione è approvato: ecco cosa prevede

alunni con disabilità insegnanti di sostegno generica

Un nuovo approccio verso l’inclusione e un passo avanti decisivo per allineare l’Italia, già all’avanguardia nei servizi per gli studenti con disabilità, alla nuova visione internazionale dell’integrazione.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il Decreto inclusione, che era stato esaminato in via preliminare lo scorso maggio. A partire dall’assegnazione delle ore di sostegno, che verrà decisa d’intesa con le famiglie, sussidi, strumenti, metodologie di studio non saranno più elaborati in modo “standard”, in base al tipo di disabilità, ma con un Piano didattico individualizzato che guarderà alle caratteristiche del singolo studente.

“Sono particolarmente orgoglioso del provvedimento approvato oggi in via definitiva – dichiara il Ministro Marco Bussetti -. Un obiettivo che ho fortemente voluto fin dall’inizio del mio mandato e che è stato raggiunto tramite il confronto costante con le Associazioni del settore e con l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica. Anche su questo tema così importante, possiamo presentare alle famiglie i risultati del nostro impegno concreto. Ogni studente deve essere protagonista del proprio percorso di crescita. I ragazzi che hanno bisogno di maggiore assistenza, da oggi potranno beneficiare di percorsi elaborati appositamente per loro, su base individuale. Uno strumento che potrà migliorare ulteriormente l’importantissimo lavoro svolto dai nostri docenti”.

L’intera comunità scolastica sarà coinvolta nei processi di inclusione. Viene rivista la composizione delle commissioni mediche per l’accertamento della condizione di disabilità ai fini dell’inclusione scolastica: saranno sempre presenti, oltre a un medico legale che presiede la Commissione, un medico specialista in pediatria o neuropsichiatria e un medico specializzato nella patologia dell’alunno. Anche i genitori e, dove possibile, se maggiorenni, gli stessi alunni con disabilità, potranno partecipare al processo di attribuzione delle misure di sostegno.

Nascono i Gruppi per l’Inclusione Territoriale (GIT), formati su base provinciale, ovvero nuclei di docenti esperti che supporteranno le scuole nella redazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI) e nell’uso dei sostegni previsti nel Piano per l’Inclusione. I GIT avranno anche il compito di verificare la congruità della richiesta complessiva dei posti di sostegno che il dirigente scolastico invierà all’Ufficio Scolastico Regionale.

A livello scolastico opererà il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione, composto dal team dei docenti contitolari o dal consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori dell’alunno con disabilità, delle figure professionali specifiche, interne ed esterne all’istituzione scolastica che interagiscono con l’alunno stesso, nonché con il supporto dell’unità di valutazione multidisciplinare e con un rappresentante designato dall’Ente Locale. Il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione avrà il compito di redigere il Piano Educativo Individualizzato, compresa la proposta di quantificazione di ore di sostegno.

(fonte: Miur)

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Non ci saranno tagli sul sostegno: lo afferma la senatrice Granato (M5S)

bianca laura granato m5s

“Sta girando un articolo che, come quando uscì la legge di bilancio, annuncia tagli di 4 miliardi sul sostegno. Stessa accusa, stessa cifra di 6 mesi fa. Ora come allora ribadiamo che le spese messe a bilancio per il triennio sono solo quelle fisse, perché i posti in deroga su sostegno vengono contabilizzati di anno in anno”. Lo sostiene la senatrice Bianca Laura Granato (M5S) in un post piccato su Facebook.

“È triste constatare – continua la Granato – come gli attacchi di cui siamo fatti oggetto non si plachino praticamente mai e si ripetano sempre uguali a se stessi… si perde tempo più a smentire che a lavorare. Piuttosto in questa settimana si concluderanno le audizioni per il correttivo al decreto legislativo 66/17. Io sono relatrice del provvedimento. Nessun taglio dunque, si correggono i danni fatti dalla Fedeli due anni fa, invece”.

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Posti in deroga di sostegno e sezioni primavera, pronto a ricorrere Anief

Anief Sciopero

“La recente sentenza del Tribunale amministrativo regionale che ha imposto al Ministero dell’Istruzione di rivedere la consistenza dell’organico di sostegno in Sicilia – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – imporrebbe al Miur un’assunzione di responsabilità e una revisione degli organici tale da garantire effettivamente la copertura del reale fabbisogno di docenti specializzati sul sostegno in tutto il territorio nazionale trasformando, finalmente, i posti attivati “in deroga” in posti in organico di diritto. Allo stesso modo, essendo ormai superata la fase sperimentale delle cosiddette “sezioni primavera” della scuola infanzia, sarebbe corretto attivare questi posti direttamente in organico di diritto per consentire ai docenti abilitati della scuola infanzia di accedere a tali posti sia per i trasferimenti, sia per le immissioni in ruolo. I ritardi non sono più tollerabili. Ci aspettiamo un decreto organici degno di tale nome e che rispetti i reali fabbisogni della nostra scuola, altrimenti procederemo in tribunale e siamo certi che otterremo nuovamente ragione”.

In attesa del Decreto Interministeriale sugli organici, dunque Anief avvia le procedure di preadesione ai ricorsi che saranno proposti in caso l’Amministrazione, nuovamente, non rispetti i diritti dei lavoratori e degli alunni disabili. Dopo la sentenza sugli organici di sostegno siciliani, infatti, Anief rilancia il contenzioso per prevedere i posti delle sezioni primavera in OD e aumentare la previsione dei posti di sostegno su tutto il territorio nazionale. Il ricorso per i posti di sostegno è aperto sia ai docenti di sostegno precari, sia a quelli di ruolo, purché in possesso della specifica specializzazione e anche le famiglie degli studenti disabili potranno aderire al ricorso, non appena pubblicato il decreto organici, scrivendo a sostegno@anief.net.

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Cresce il numero di alunni con disabilità nelle scuole italiane: “Ma gli insegnanti di sostegno non bastano”

alunni con disabilità insegnanti di sostegno generica

Cresce ancora il numero di alunni con disabilità certificata iscritti ad un corso di studio nelle scuole italiane statali, paritarie e non paritarie: oggi il Miur ha reso pubblici i dati aggiornati all’anno scolastico 2017/18, dai quali risultano 268.246 alunni con disabilità, il 3,1% del totale, 14 mila in più rispetto all’anno precedente, quando erano il 2,9%.

UN TREND IN SENSIBILE CRESCITA

Rispetto a venti anni fa, gli alunni con disabilità certificata sono più che raddoppiati (erano 123.862 nel 1997/1998). Nel 2017/2018, il 93,3% degli alunni con disabilità ha frequentato una scuola statale, il 5,1% una paritaria, l’1,6% una non paritaria comunque iscritta negli elenchi regionali. 

Le classi con almeno un alunno con disabilità sono state 192.606, pari al 45% del totale delle 427.728 classi attivate, comprese le sezioni della Scuola dell’infanzia. Nel 2017/2018 gli studenti con disabilità erano così distribuiti per ordine di scuola: 31.724 nella Scuola dell’infanzia, 95.081 nella Primaria, 71.065 nella Secondaria di I grado, 70.376 nella Secondaria di II grado. Netta la prevalenza del genere maschile. Il 96,4% degli alunni con disabilità ha una disabilità psicofisica, l’1,4% una disabilità visiva, il 2,3% una disabilità uditiva. Negli istituti Professionali la presenza di studenti disabili ha raggiunto il 6,6%.

QUANTI DOCENTI DI SOSTEGNO

Nel 2017/2018 il rapporto tra numero di studenti con disabilità e posti di sostegno è stato pari, nella scuola statale, a 1,69 alunni per posto di sostegno. Sempre nel 2017/2018 si è registrato un incremento rispetto all’anno precedente di oltre 16.000 unità sul numero di docenti per il sostegno in tutti gli ordini di scuola. In numero complessivo, è risultato pari a 155.977 su un totale di 872.268, così ripartito: 17.743 per l’Infanzia, 55.578 per la Primaria, 41.512 per la Secondaria di I grado, 41.144 per la Secondaria di II grado. 

IL FUTURO

Al Miur preme sottolineare che con le nuove regole dell’inclusione, approvate lunedì 20 maggio dal Consiglio dei Ministri in via preliminare, si intendono “modificare significativamente le nuove norme in materia che sarebbero entrate in vigore il prossimo settembre e che vengono riviste mettendo sempre di più al centro lo studente e le sue necessità. A partire dall’assegnazione delle ore di sostegno che, d’ora in poi, avverrà anche con il coinvolgimento delle famiglie, fino a oggi lasciate fuori da questo processo”.  

Inoltre, continua il dicastero dell’Istruzione, “cambia radicalmente l’approccio alla disabilità in ambito scolastico.
L’Italia, già all’avanguardia in materia, si allinea definitivamente al principio riconosciuto dalle Nazioni Unite secondo cui la disabilità è tale in relazione al contesto: solo offrire opportunità specifiche ai ragazzi con diverse abilità garantisce maggiore autonomia e una qualità della vita più elevata. Con l’approvazione delle nuove norme, dunque, sussidi, strumenti, metodologie di studio più opportune, saranno decisi non in modo ‘standard’, in relazione al tipo di disabilità, ma con un Piano didattico veramente individualizzato che guarderà alle caratteristiche del singolo studente”. 

LA REPLICA DELL’ANIEF

Il giovane sindacato ricorda che tutto questo sarà vano sino a quando continueranno ad esserci oltre 50 mila posti in deroga, che pur essendo liberi a tutti gli effetti continuano ad essere assegnati ai supplenti annuali, con scadenza delle nomine al 30 giugno dell’anno successivo. A questo proposito, è emblematico quanto stabilito dal Tar della Sicilia che con una esemplare sentenza sugli organici di sostegno dello scorso gennaio (la n. 140/19, i cui principi evidentemente valgono per tutte le regioni) ha stabilito che il Miur deve verificare quanti dei posti siciliani in deroga, ben 7 mila, rispondano a effettive esigenze, al fine di essere assegnati alle immissioni in ruolo. 

Il giovane sindacato ribadisce, pertanto, che in sede di approvazione parlamentare il testo già approvato in CdM deve prevedere la cancellazione della norma inserita nella legge Carrozza 128/13, la quale impedisce di trasformare tutti i posti liberi in organico di diritto. Come, del resto, indicato già dai giudici, ai quali si rivolge sistematicamente lo stesso sindacato autonomo. 

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Inclusione scolastica, da settembre si cambia: più coinvolgimento delle famiglie

Passo avanti nell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità: il Consiglio dei Ministri ha approvato lunedì, in via preliminare, un importante provvedimento che interviene per modificare significativamente le nuove norme in materia che sarebbero entrate in vigore il prossimo settembre e che vengono riviste mettendo sempre di più al centro lo studente e le sue necessità. A partire dall’assegnazione delle ore di sostegno che, d’ora in poi, avverrà anche con il coinvolgimento delle famiglie, fino ad oggi lasciate fuori da questo processo. 

Cambia radicalmente l’approccio alla disabilità in ambito scolastico. L’Italia, già all’avanguardia in materia, si allinea definitivamente al principio riconosciuto dalle Nazioni Unite secondo cui la disabilità è tale in relazione al contesto: solo offrire opportunità specifiche ai ragazzi con diverse abilità garantisce maggiore autonomia e una qualità della vita più elevata. Con l’approvazione delle nuove norme, dunque, sussidi, strumenti, metodologie di studio più opportune, saranno decisi, non in modo ‘standard’, in relazione al tipo di disabilità, ma con un Piano didattico veramente individualizzato che guarderà alle caratteristiche del singolo studente.

“Con il provvedimento approvato in Consiglio dei Ministri, che ho fortemente voluto sin dal mio insediamento, facciamo davvero un grande passo avanti – sottolinea il Ministro Bussetti -. Abbiamo lavorato in accordo con le Associazioni di settore e l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica. Il governo ha dimostrato di dare attenzione concreta a questi temi. Siamo passati dalle parole ai fatti. Appena insediato – prosegue Bussetti – ho subito voluto far ripartire l’Osservatorio sull’inclusione, che era rimasto fermo. Per mesi abbiamo lavorato per raggiungere questo risultato. Ringrazio anche il Ministro Lorenzo Fontana che ha collaborato fattivamente per raggiungere questo importante obiettivo in un clima di costante collaborazione. Tutti i nostri giovani, nessuno escluso, devono essere protagonisti della loro crescita e devono essere messi in condizione di esprimere tutte le loro potenzialità”.

L’intera comunità scolastica sarà coinvolta nei processi di inclusione. Viene rivista la composizione delle commissioni mediche per l’accertamento della condizione di disabilità ai fini dell’inclusione scolastica: saranno sempre presenti, oltre a un medico legale che presiede la Commissione, un medico specialista in pediatria o neuropsichiatria e un medico specializzato nella patologia dell’alunno. Un cambio di passo che punta ad assicurare la presenza di uno specialista nella patologia dell’alunno. 
Anche i genitori e, dove possibile, nel caso di maggiorenni, gli stessi alunni con disabilità, potranno partecipare al processo di attribuzione delle misure di sostegno, per superare l’attuale impostazione che prevede una meccanica associazione tra la certificazione data ai sensi della legge 104 e il supporto offerto all’alunno.

Nascono i Gruppi per l’Inclusione Territoriale (GIT), formati su base provinciale, ovvero nuclei di docenti esperti che supporteranno le scuole nella redazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI) e nell’uso dei sostegni previsti nel Piano per l’Inclusione. I GIT avranno anche il compito di verificare la congruità della richiesta complessiva dei posti di sostegno che il dirigente scolastico invierà all’Ufficio Scolastico Regionale.

A livello scolastico opererà, invece, il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione, composto dal team dei docenti contitolari o dal consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori dell’alunno con disabilità, delle figure professionali specifiche, interne ed esterne all’istituzione scolastica che interagiscono con l’alunno stesso, nonché con il supporto dell’unità di valutazione multidisciplinare e con un rappresentante designato dall’Ente Locale. Il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione avrà il compito di redigere il Piano Educativo Individualizzato, compresa la proposta di quantificazione di ore di sostegno e delle altre misure di sostegno, tenuto conto del profilo di funzionamento dell’alunno.

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TFA Sostegno, UIL Scuola: “Concorsi, perché affidarli alle università?”

“Non sono più casi isolati le segnalazioni che giungono da Puglia, Calabria, in parte anche dalla Campania, sulle criticità registrate nella gestione delle prime prove per il conseguimento della specializzazione sul sostegno nella scuola primaria e media di primo grado”. Lo afferma UIL Scuola in un comunicato stampa.

“Situazione di grave disagio per 500 aspiranti insegnanti di sostegno della provincia di Bari, costretti a tornare a casa senza aver potuto effettuare la prova. Nel caso specifico, sembra trattarsi solo di carenza di comunicazione: la prova slitterà di qualche giorno ma il problema di approssimazione e cattiva gestione resta”.

“Le segnalazioni dei casi di disservizio crescono: una docente in servizio in provincia di Mantova, solo per fare un esempio, dopo aver affrontato un viaggio di dieci ore si è presentata per sostenere la prova all’Università della Calabria ma, in corso d’opera, la prova è stata annullata perché i moduli con le domande di alcuni candidati erano incompleti. In questo caso le prove sono state annullate dopo 40 minuti dal loro inizio, quando la commissione si è resa conto di non avere altre stampe utilizzabili. Questo al primo grado”.

“Per non parlare della gestione del test pre-selettivo, a Napoli, alla Mostra d’Oltremare: oltre 2.000 candidati ammassati dalle otto di mattina fuori dalla Mostra, alle 9.30 sono riusciti a sistemarsi sui banchi e solo alle 11.00 hanno potuto svolgere la prova”.

“E siamo solo all’inizio – commenta il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi. Va bene i concorsi  ma perché devono essere sempre le università a gestirli? La scuola, comunità educante, ha al proprio interno, non solo le risorse professionali, strumentali e logistiche, ma anche le energie e risorse per rispondere alle domande sempre più pressanti di formazione specifica non accademica”.

“Bisogna mettere fine a questo commercio. Alla fine ci guadagnano solo le università e ci rimettono sempre i precari. Bisogna riportare il tutto all’interno della scuola”.

“Si tratta di un groviglio di burocrazia, incapacità e un sistema surrettizio  di finanziamento che grava sui disoccupati e sulle loro famiglie, visto che prima ancora della tassa di frequenza, peraltro – ribadisce Turi – salata e variabile da Università ad Università – i candidati hanno sborsato mediamente circa 200 euro per sostenere le prove preselettive che si dimostrano inefficaci”.

Secondo la UIL questa è “l’ennesima prova che sul reclutamento e sulla mistica dei concorsi, come unico metodo certo di selezione, sia necessario un ripensamento o almeno il dubbio che il sistema abbia bisogno di qualche modifica sostanziale e funzionale. Anche i fatti della Regione Umbria e i ricorsi che si stanno affacciando,  riferiti al recente concorso per dirigenti scolastici sono un esempio che dovrebbe fare riflettere”.

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Test d’accesso ai corsi di specializzazione di sostegno: a Bari e Cosenza prove annullate

test ammissione medicina guida

Partono con il piede sbagliato le preselezioni ai corsi di sostegno per selezionare 14.224 docenti, a fronte di decine di migliaia di candidati con abilitazione oppure con laurea e i 24 Cfu richiesti o con tre annualità di servizio svolte nel corso degli otto anni scolastici precedenti. 

I DISSERVIZI

Ieri, nel capoluogo pugliese la prova preselettiva del Tfa sostegno della scuola primaria è saltata perché, riferiscono i partecipanti, non erano stati messi a disposizione dei partecipanti i manuali per la comprensione del testo. Stamattina, un’altra grave anomalia si è verificata a Cosenza, dove i responsabili della selezione sono stati costretti ad annullare la prova della scuola secondaria di primo grado per via della mancata stampa delle domande che non si vedevano, con oltre 1.700 partecipanti inferociti per il rinvio del test preselettivo a data da destinarsi. 

IL COMMENTO DEL LEADER DELL’ANIEF

Secondo Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, “ci troviamo ancora una volta a commentare un’organizzazione della selezione dei docenti deficitaria e approssimativa, peraltro in un contesto, quale è il sostegno agli alunni disabili, dove c’è estremo bisogno di docenti specializzati. Quello che è accaduto a Bari e a Cosenza per noi rappresenta una mancanza grave, anche di rispetto per i tanti candidati che hanno fatto sacrifici per presentarsi alla prova di accesso, che si aggiunge alla cervellotica decisione del Miur di introdurre una soglia d’accesso ‘mutevole’, ovvero basata sui singoli esiti delle prove svolte in ogni Università: si tratta di disposizione che hanno dell’incredibile, contro le quali il nostro sindacato ha risposto impugnando tutte le esclusioni di chi supererà il test preselettivo avendo conseguito comunque la sufficienza pari a 18/30”. 

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Corso specializzazione sostegno, ricorsi Anief per gli esclusi

Anief rende noto, attraverso un comunicato, che ha avviato i ricorsi al Tar del Lazio: (Scuola Primaria) del Personale Educativo; (Scuola Secondaria) dei diplomati Conservatorio, Accademia Belle Arti o Accademia Danza e dei Dottori di Ricerca, dei docenti con diploma utile per l’accesso alla classe di concorso ad esaurimento A-66 (ex cdc A075 e A076) e per tutte le altre ugualmente non contemplate; oltre alla preadesione al ricorso al Tar del Lazio per ottenere l’accesso alla prova scritta per il corso di specializzazione per tutti i candidati che supereranno la prova preselettiva.

RICORSO ACCESSO TFA SOSTEGNO (SCUOLA PRIMARIA), PERSONALE EDUCATIVO – Il ricorso è volto ad ottenere l’accesso al concorso per conseguire il TFA sostegno scuola primaria degli educatori abilitati come personale educativo (PPPP).

RICORSO ACCESSO TFA SOSTEGNO PER DIPLOMATI CONSERVATORIO, ACCADEMIA BELLE ARTI O ACCADEMIA DANZA – Il ricorso è volto a far accedere i diplomati conservatorio, accademia belle arti o accademia danza non in possesso dei 24 cfu richiesti dal decreto n. 92/2019 o dei 3 anni di servizio.

RICORSO ACCESSO TFA SOSTEGNO PER DOTTORI DI RICERCA – Il ricorso vuole l’accesso dei docenti in possesso di laurea utile all’accesso di una classe di concorso della scuola secondaria di primo e secondo grado e del titolo di dottore di ricerca.

RICORSO ACCESSO SPECIALIZZAZIONE SOSTEGNO PER DIPLOMATI CLASSE DI CONCORSO A-66 – Il ricorso sarà proposto in caso il Miur non preveda l’accesso al percorso di specializzazione sul sostegno dei docenti in possesso di diploma utile per la classe di concorso A066 (ex classi di concorso A075 e A076). Se il diploma di cui si è in possesso dà anche accesso a una classe di concorso Itp, non è necessario effettuare la preadesione al ricorso essendo possibile partecipare al Tfa Sostegno con il diploma utile per una qualsiasi classe di concorso Itp (classi di concorso per Insegnamenti Tecnico-Pratici previsti nella Tabella B del DPR n. 19/2016).

ACCESSO ALLA PROVA SCRITTA PER IL CORSO DI SPECIALIZZAZIONE SOSTEGNO PER TUTTI I DOCENTI CHE SUPERERANNO LA PROVA PRESELETTIVA – Anief avvia la preadesione al ricorso che sarà proposto presso il Tar del Lazio per ottenere l’accesso alla prova scritta del corso di specializzazione sul sostegno di tutti i candidati che supereranno la prova preselettiva. Il ricorso è riservato ai candidati in possesso dei requisiti di ammissione al corso per conseguire la specializzazione sul sostegno che parteciperanno alla prova preselettiva e intendono contestare il limite di ammessi alla prova scritta pari al doppio dei posti messi a bando.

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Bussetti: stanziati 6 milioni di euro per l’avvio di corsi di formazione sulla LIS per docenti di sostegno

Marco Bussetti Miur Ministro

Il Ministro Bussetti, nel complimentarsi con Lorenzo il primo ragazzo non udente laureato con 110 e lode all’Università di Pisa con la tesi “I sordi, l’audiovisivo e i nuovi media”, ribadisce il piano del Ministero per la formazione degli insegnanti.

“La Lingua dei segni – afferma Bussetti – costituisce uno strumento importante di inclusione, di pari opportunità, di accesso alla comunicazione e piena partecipazione alla vita collettiva delle persone con deficit uditivo. L’impegno di Lorenzo deve essere sostenuto con forza”.

Prosegue Bussetti: “Questo Governo sta facendo la sua parte. Il Ministro Lorenzo Fontana ed io, infatti, a dicembre abbiamo firmato un protocollo d’intesa che ha l’obiettivo di formare docenti esperti e qualificati nella Lis e favorire la completa inclusione scolastica dei bambini sordi segnanti”.

Per questa iniziativa saranno utilizzati fondi del Programma Operativo Nazionale (Pon) per la scuola 2014-2020. Sono stati già stanziati 6 milioni di euro per l’avvio di percorsi formativi destinati ai docenti di sostegno.

Accanto alla formazione degli insegnanti già assunti su posto di sostegno, il Miur ha già anticipato che lavorerà affinché a partire dai prossimi corsi di specializzazione per diventare insegnanti di sostegno, nei programmi sia presente la Lis.

Il protocollo di intesa è stato firmato a dicembre e in quell’occasione il Miur aveva comunicato “Nello spazio di poche settimane saranno pubblicati i bandi per consentire ai docenti di partecipare alla formazione.”, quindi è probabile che l’intervento di oggi del Ministro anticipi proprio la pubblicazione dei bandi.