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Coronavirus e scuole italiane all’estero, la richiesta di Anief

luigi di maio foto facebook

In seguito alla richiesta dell’Anief al Ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio e al sottosegretario Emanuela Del Re di convocare i sindacati rappresentativi per discutere della gestione dell’emergenza nelle scuole italiane all’estero legata al Coronavirus, si è svolto al Ministero degli Affari e l’incontro richiesto.

Non era purtroppo presente il MIUR, che avrebbe invece dovuto essere presente per ragionare sull’emergenza e al quale Anief avrebbe voluto chiedere conto dei ritardi ormai insostenibili sulle nomine e su come intende operare per le prossime nomine.

In apertura dell’incontro il consigliere Nocella ha riferito di avere chiesto alle scuole, e alle autorità consolari dalle quali dipendono i corsi e i lettorati di comunicare all’ufficio V le eventuali situazioni di difficoltà in modo da consentire all’ufficio di monitorare gli accadimenti e prendere le necessarie decisioni. Il consigliere ha riferito che presso il Liceo artistico Freudenberg di Zurigo, dove operano 8 docenti inviati dall’Italia, non viene consentito ai docenti italiani di entrare nelle classi a lavorare, la stessa cosa succede presso la scuola bilingue Konigin di Stoccarda, ad alcuni docenti italiani che operano nei corsi presso la circoscrizione consolare di Londra, sono stati invitati dai dirigenti inglesi a non recarsi a scuola, la stessa cosa sta succedendo in Francia e in Belgio.I lettori in servizio in Cina sono stati trattenuti in Italia e a loro è stato applicato l’articolo 186 del DPR 18/67.

La situazione più complicata è quella della scuola di Asmara, dove i gravi problemi causati dall’emergenza Coronavirus si è sommata all’incomprensibile ritardo sulle nomine. Cinque insegnanti, il figlio maggiorenne di una di loro e la dirigente scolastica della scuola di Asmara, al loro arrivo in aeroporto sono stati prelevati dalle autorità eritree e portati forzatamente in una struttura alla periferia di Asmara, dove trascorreranno un periodo di quarantena che dovrebbe durare 14 giorni.In merito a questa vicenda MAECI dice che il ministero e l’ambasciata di Asmara stanno facendo, ogni giorno tutto il necessario per garantire sicurezza e supporto di vario tipo al personale trattenuto in quarantena. Il consigliere Nocella, ha riferito che la sottosegretaria agli esteri, Marina Sereni, ha incontrato l’ambasciatore eritreo al quale ha chiesto di concedere agli italiani di passare la quarantena nelle proprie abitazioni di Asmara e su questa richiesta si attende una risposta.

Anief ha apprezzato l’iniziativa della sottosegretaria, e ha aggiunto che le pressioni sul governo eritreo devono continuare, e considerato che difficilmente le autorità di Asmara accetteranno che gli italiani trascorrano la quarantena nelle proprie abitazioni, la via più praticabile è quella di trovare un accordo con gli eritrei che preveda che al posto della quarantena il personale scolastico che rientra dall’Italia debba avere con sé una certificazione medica che dimostri la negatività al Coronavirus.

Anief, pur nella consapevolezza che la situazione è molto complessa e di difficile gestione, sostiene che non basta monitorare ma che bisogna dotarsi di un piano chiaro ed efficace che affronti e risolva le varie problematiche attuali e quelle che, probabilmente, emergeranno nei prossimi giorni.

Il sindacato resta a disposizione del personale scolastico, per informazioni o per segnalare problemi è possibile scrivere a: estero@anief.net

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Def, Pacifico: “Felici per il senso pratico di Di Maio”

marcello pacifico anief

Anief accoglie positivamente il senso di realismo espresso dal vicepremier Luigi Di Maio, che ha ipotizzato un inserimento in Def di risorse per i docenti precari: “Sono parole che ci riempiono di speranza – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché significa che all’interno del Governo ci sono anche dei ministri che ragionano con senso pratico: quella delle supplenze di lunga durata è diventata una prassi per la scuola pubblica italiana. Nessun Paese europeo si ritrova ad ogni inizio di anno scolastici con oltre 120 mila supplenti annuali, con l’aggravante di avere pure selezionato e formato altrettanti maestri e insegnanti per poi, però, obbligarli a fare i precari di lunga data, anche a vita, perché nel frattempo il loro canale di stabilizzazione, le GaE, è stato chiuso senza una motivazione valida”. 

“Sul percorso da intraprendere – sottolinea il sindacalista autonomo – non vi sono dubbi: da una parte ci sono da assumere i vincitori dei vari concorsi, dall’altra, tutti gli abilitati all’insegnamento che attraverso le GaE troverebbero quell’accesso al ruolo oggi invece negato da norme ingiuste e discriminanti o ancora attraverso l’estensione del doppio canale di reclutamento alle graduatorie d’istituto. È chiaro che, come Anief, continueremo la nostra battaglia per fare assumere a tempo indeterminato, con automatismo, tutti i supplenti che operano su posto vacante da almeno 36 mesi e prevedere pure adeguati risarcimenti per l’attesa indebita”. 

“Parallelamente – conclude Pacifico – il sindacato continuerà a difendere strenuamente i maestri con diploma magistrale, conseguito fino al 2002, che sono stati ingiustamente licenziati, sia supplenti sia di ruolo, con la più grande battaglia giudiziaria conosciuta dallo Stato italiano che citeremo al tribunale di Roma, pure in giudizio per violazione della stessa normativa comunitaria.

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Di Maio: nel Def risorse per assunzione docenti precari

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Il Governo avrebbe in serbo il progetto di attuare delle assunzioni per i docenti precari con risorse che dovrebbero essere stanziate nel nuovo Def, il Documento di Economia e Finanza, e nella prossima Legge di Bilancio: a farlo capire è stato il vice-premier Luigi Di Maio, secondo il quale “prima di riformare la scuola bisogna finanziarla e dobbiamo investire molte più risorse sia con il nuovo Def sia con la legge di Bilancio per garantire continuità didattica per gli studenti che vuol dire meno precariato per gli insegnanti e un’edilizia scolastica che sia all’altezza”. 

Per Di Maio, la scuola non ha bisogno di altre riforme e, per quante ne ha subite, ha subito anche degli shock. Si deve lavorare, ha quindi sintetizzato Orizzonte Scuola, per studenti e insegnanti: ciò che serve alla scuola, ha affermato ancora il vice-premier, che è anche Ministro del Lavoro, sono quelle risorse necessarie ad assicurare la continuità didattica agli studenti, cosa che vuol dire meno precariato per gli insegnanti e un’edilizia scolastica che sia all’altezza. 

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Regionalizzazione, spaccatura nel M5S

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Sull’autonomia e regionalizzazione del Veneto “stiamo lavorando al massimo della forza per ottenere il risultato il prima possibile”. Il disegno di legge “è andato in Consiglio dei Ministri prima di Natale, come avevamo detto. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro sui punti risolutivi su una serie di punti”.

A dirlo è stato il vice-premier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio che nell’occasione si è sbilanciato anche sui tempi di attuazione del progetto: nel mese di febbraio, aggiunge il ministro, “deve essere pronto il documento che poi il presidente del Consiglio deve discutere con i presidenti delle Regioni”.

Qualche giorno fa invece Luigi Gallo, presidente della VII Commissione alla Camera, aveva detto che il progetto di autonomia “il M5S non lo farà. Ha costruito la sua identità sulla capacità di ridurre la scandalosa forbice di ricchezza che esiste tra cittadini, territori e regioni. È questa la vera chiave di un nuovo sviluppo”.

Solleva la questione e la sottolinea il sindacato Anief che ricorda che non si tratta di una sperimentazione una tantum: “Il primo partito di governo deve uscire allo scoperto”.

Secondo il suo presidente Marcello Pacifico, i giudici hanno sempre detto no ad un modello del genere, perché palesemente incostituzionale: “Quello che serve per risolvere i tanti problemi di gestione scolastica non è l’autonomia regionale, ma l’adozione di organici differenziati, sulla base delle esigenze territoriali, l’incremento dell’occupazione e dei livelli di istruzione, soprattutto al Sud, la riduzione dei tassi di abbandono. La regionalizzazione non farebbe altro che elevare il ritardo attuale di alcune regioni”.

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Scuola, l’apertura di Di Maio: “Lavoriamo insieme”

luigi di maio m5s

Ha fatto scalpore la protesta degli studenti a Torino, in occasione della prima manifestazione degli studenti di un autunno che promette di essere caldissimo sotto questo punto di vista. Ancor più caldo quando i manifestanti hanno dato fuoco in piazza a due manichini raffiguranti il Ministro dell’Interno Matteo Salvini e il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio, entrambi vicepremier.

Se Salvini, come suo solito, non le manda a dire…

… da Luigi Di Maio invece arrivano parole di apertura.

Rispondendo infatti a degli studenti della Rete della Conoscenza che dopo la manifestazione dello scorso 10 ottobre hanno dedicato un video al leader pentastellato, Di Maio ha postato su Facebook un video di risposta, direttamente da un matrimonio di un suo amico.

“Non bisognava reagire ai manichini bruciati facendo sermoni ai ragazzi – spiega il vicepremier – Sono cose che non servono a niente. Volevo parlargli, gli ho fatto un invito: vediamoci, incontriamoci e mettiamoci al lavoro sulle cose che servono alla scuola. Sono contento che mi abbiano risposto subito. Propongo di vederci al Ministero, dove le porte sono sempre aperte, o se volete in una scuola o università così che ci possano essere più studenti, non solo i delegati. Chiamerò il ministro per l’Istruzione Marco Bussetti e verremo assieme”.

“Loro chiedono due cose – spiega Di Maio – in primis un codice etico per l’alternanza scuola lavoro, e hanno ragione: avete visto i ragazzi che andavano a friggere patatine da McDonald’s? O il rischio di finire in delle aziende che hanno dei legami con le organizzazioni criminali? Il codice etico è il minimo. Secondo me va ripensata tutta l’alternanza scuola lavoro. E poi più soldi per il diritto allo studio. Possiamo fare tantissimo e lo possiamo fare soltanto insieme”.

“Un rappresentante degli studenti – conclude Di Maio – proclama lo stato di agitazione permanente. Io spero che dopo il nostro incontro si possa dichiarare lo stato di partecipazione permanente“.