Pubblicato il Lascia un commento

Lezioni ridotte? Il Ministero: “Ogni minuto sarà recuperato”

“L’unità oraria può essere flessibile per aiutare l’organizzazione. Ma non si perderà neanche un minuto di monte orario. È già così in molte scuole da 20 anni”. È una precisazione importante quella fatta oggi dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, in un’intervista a Fanpage.it: rispondendo ai dubbi degli studenti sull’avvio del nuovo anno scolastico, che partirà per tutti il prossimo 14 settembre, come stabilisce un’ordinanza firmata dalla stessa ministra lo scorso 24 luglio, la ministra ha spiegato che “stiamo lavorando per affrontare tutte le criticità. L’obiettivo è riportare tutti gli studenti in classe. La didattica a distanza non sostituirà mai quella in presenza. Può integrarla, ma solo per le scuole secondarie di secondo grado”.

“Siamo sempre più convinti – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che il ritorno alla scuola in presenza, in sicurezza, sia indispensabile per poter tornare alla normalità. Per farlo nel migliore dei modi occorre quindi che non si attuino riduzione di offerta formativa, anche utilizzando spazi nuovi ed esterni agli istituti per rispettare il distanziamento minimo previsto dalle linee guida dello scorso 26 giugno: per scongiurare decurtazioni orarie servono però i 200 mila docenti e Ata chiesti da Anief in tempi non sospetti, una quantità non molto lontana dalle richieste di integrazione d’organico che stanno giungendo in questi giorni dagli Uffici Scolastici Regionali”.

LE RASSICURAZIONI DELLA MINISTRA

Lucia Azzolina ha quindi ribadito che fermo restando l’autonomia sulla durata delle lezioni, “non si perderà neanche un minuto di monte orario” quindi facendo intendere che eventuali decurtazioni di unità oraria verranno recuperate sempre sotto forma di attività didattica. Nessuna riduzione delle lezioni a 45 minuti è prevista dalle linee guida per la Didattica Digitale Integrata, ha assicurato oggi anche il ministero dell’Istruzione. La ministra dell’Istruzione ha poi confermato che per settembre comunque non ci saranno problemi d’organico, sia per gli insegnanti sia per gli Ata, questione sollevata anche dalle Regioni: dal ministero dell’Istruzione, ha concluso Azzolina, abbiamo “già chiesto al Mef 80mila posti e a giorni formalizzeremo le risorse per ulteriori docenti e personale ATA”.

LA POSIZIONE DEL SINDACATO

Secondo l’Anief diventa quindi fondamentale, anche per lo svolgimento del monte orario settimanale non decurtato, che le assunzioni, sia a tempo indeterminato sia annuali, si realizzino in tempo utile e con modalità corrette. Per svolgere le lezioni settimanali previste dal Ptof e dalle linee guida ministeriali, infatti, è indispensabile che il Consiglio di Classe sia composto da tutti i docenti: eventuali “buchi”, ovvero posti liberi o vacanti non coperti, comporterebbero l’avvio della scuola in forma oraria ridotta. E lo stesso discorso vale per il personale Ata, senza il quale non c’è organizzazione, supporto didattico, sorveglianza e pulizia dei locali. Quella del ritorno all’istruzione in presenza con lezioni ridotte è una condizione che il giovane sindacato ha reputato inattuabile, poiché gli alunni hanno già perso tanto tempo scuola in presenza a causa del lockdown avviato dallo scorso mese di marzo ed in alcune regioni del Nord da fine febbraio. Va bene, quindi, avere ben chiaro questo concetto, al quale si accompagna quello dell’organico adeguato.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE

“Considerando che il Governo ha detto che i fondi per la scuola ci sono e che senza personale adeguato è inutile portare avanti qualsiasi discorso di didattica ordinaria, l’assunzione del personale aggiuntivo va fatta e possibilmente anche a tempo indeterminato, non certo la modalità “usa e getta” sinora prospettata. Come vanno immessi in ruolo i docenti su tutti i 150 mila posti vacanti, considerando i posti in deroga del sostegno, anche da graduatoria d’Istituto e con ‘chiamata veloce’. Non si commetta l’errore fatto con le Graduatorie provinciali per le supplenze, impostate su un impianto normativo carente e discriminatorio che ha costretto l’Anief a produrre una serie di ricorsi contro le esclusioni illegittime e le tabelle di valutazione dei titoli cambiate in corsa”.

(fonte: Ufficio Stampa Anief)