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Su YouTube la presentazione della campagna di consultazione pubblica sulle linee pedagogiche 0-6 anni

Una campagna nazionale di diffusione e consultazione pubblica, estesa a tutti i protagonisti del mondo dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia, per assicurare la massima condivisionedel documento di base sulle Linee pedagogiche elaborate dalla Commissione nazionale per il Sistema integrato 0-6 anni, prima della definitiva adozione, dopo la consultazione.

“Le Linee pedagogiche – spiega il Ministero in una nota stampa – rappresentano un quadro di riferimento per l’intero Sistema integrato, in cui i vari documenti relativi ai servizi educativi e alla scuola dell’infanzia si collocano e trovano un significato unitario. Un documento che si raccorda con le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia (D.M. 254/2012 aggiornate con i Nuovi scenari nel 2018), e che rappresenta un ponte verso gli Orientamenti per il segmento 0-3 sui quali la Commissione sta lavorando al momento”.

L’iniziativa sarà presentata mercoledì 31 marzo, alle ore 15.30, con un evento in diretta su YouTube, alla presenza del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

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Si riunisce l’Osservatorio per l’Edilizia Scolastica

Si è riunito nella mattina del 24 marzo, in videoconferenza, l’Osservatorio per l’edilizia scolastica, aperto dall’intervento del Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.

La riunione dell’Osservatorio di oggi è stata l’occasione per presentare lo stato di attuazione delle diverse linee di finanziamento e le novità relative all’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica. È stato infatti completato lo sviluppo di applicazioni web che consentono al Ministero dell’Istruzione di acquisire i dati degli edifici scolastici in tempo reale e di avere informazioni più attendibili e qualitativamente migliori, non solo a fini conoscitivi del patrimonio edilizio scolastico, ma anche per una buona programmazione degli interventi. L’implementazione della nuova Anagrafe sarà accompagnata anche da webinar formativi.

“Il tema della sicurezza nelle scuole è fondamentale, è la misura della nostra civiltà. Parlare di edilizia scolastica significa parlare di benessere del personale, delle studentesse e degli studenti, ma anche di luoghi dell’apprendimento, che dobbiamo ripensare”, ha sottolineato il Ministro, ricordando che, dall’insediamento del governo, sono stati già messi a disposizione 1 miliardo e 125 milioni per la messa in sicurezza delle scuole di secondo grado. “Insieme al Ministero della Famiglia e al Ministero dell’Interno abbiamo stanziato, poi, ​la prima tranche di 700 milioni di euro da assegnare ai Comuni per la ristrutturazione, la riqualificazione, la riconversione e la costruzione di edifici per asili nido e scuole dell’infanzia. È proprio da qui che dobbiamo ricominciare: dobbiamo costruire spazi adeguati, la scuola aperta, inclusiva e affettuosa per la quale stiamo lavorando. La messa in sicurezza del sistema scolastico è il nostro primo mandato. I nostri bambini, i nostri ragazzi devono essere sicuri a scuola, devono trovare ambienti non solo ospitali, ma dove costruire i loro affetti e il rapporto con il territorio”.

(fonte: Miur)

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Sostegni, Bianchi: “Riconosciuta l’importanza della Scuola”

“Il Governo ha riconosciuto, dentro un provvedimento che mette in campo interventi dello Stato a favore della ripresa del Paese, l’importanza strategica della scuola”. Lo sottolinea il Ministro dell’Istruzione, Professor Patrizio Bianchi, dopo l’annuncio del Decreto Sostegni.

Due sono le voci presenti per l’Istruzione. “Ci sono risorse per il ritorno in sicurezza, quanto prima, a tutte le attività in presenza – spiega il Ministro -. E ci sono risorse per accompagnare la chiusura dell’anno scolastico e la costruzione di un ponte verso il prossimo, per il recupero di competenze e socialità. Siamo al lavoro per integrare ulteriormente gli stanziamenti dedicati al potenziamento dell’offerta formativa”, conclude. 

In particolare, dei 300 milioni previsti dal decreto sostegni, 150 milioni serviranno per l’acquisto, sulla base delle esigenze delle singole istituzioni scolastiche, di: 

  • dispositivi di protezione e materiali per l’igiene individuale e degli ambienti, nonché di ogni altro materiale, anche di consumo, il cui impiego sia riconducibile all’emergenza epidemiologica da COVID-19; 
  • specifici servizi professionali per il supporto e l’assistenza psicologica e pedagogica, da rivolgere, in particolar modo, a studentesse e studenti, oltre che al personale scolastico, in relazione alla prevenzione e al trattamento dei disagi e delle conseguenze derivanti dall’emergenza epidemiologica da COVID-19; 
  • servizi medico-sanitari volti a supportare le istituzioni scolastiche nella gestione dell’emergenza epidemiologica, nelle attività inerenti alla somministrazione facoltativa di test diagnostici alla popolazione scolastica di riferimento, all’espletamento delle attività di contact tracing nell’ambito della indagine epidemiologica, anche allo scopo di svolgere una funzione efficace e tempestiva di raccordo con i Dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie locali; 
  • dispositivi e materiali destinati al potenziamento delle attività di inclusione degli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento ed altri bisogni educativi speciali. 

Ulteriori dettagli sul sito del MIUR.

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Bianchi: inutile spostare la fine delle lezioni dell’anno scolastico. Applaude Anief

Sarebbe inutile cambiare la fine dell’anno scolastico spostandola al termine del prossimo mese di giugno perché il ritardo di competenze non si risolve aumentando di venti giorni le lezioni: le parole pronunciate dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, riempiono d’orgoglio il sindacato Anief. Il suo presidente nazionale, Marcello Pacifico, ricorda: “Il ministro ci ha ascoltato, perché sull’ipotesi di protrarre le lezioni sino alla fine di giugno 2021, Bianchi sembra saggiamente allargare la problematica su ambiti ben più complessi. Sembra avere seguito, dunque, la nostra richiesta di evitare una ‘coda’ pesantissima di giorni di lezioni, che non raggiungerebbe i risultati attesi”.

Secondo il sindacalista autonomo a capo dell’Anief “pensare di allungare l’anno scolastico per recuperare il terreno perduto non ha senso, Sempre ricordando che per il nostro sindacato quelle effettuate sarebbero state prestazioni aggiuntive, volontarie e non certo già incluse nei compiti dei docenti e del personale Ata. Piuttosto che avventurarsi in provvedimenti pressoché inutili, sarebbe decisamente meglio utilizzare il Recovery plan per incrementare gli organici del personale, cancellare la supplentite e le classi pollaio, allargare il tempo pieno, i docenti in compresenza e aumentare le scuole autonome. Il ministro sa bene che con il digital divide non è stato mai superato, perché non basta un tablet per ridurre il divario prima culturale e poi tecnologico, e quindi 20 giorni in più di scuola in presenza, in condizioni avverse considerato il caldo, servirebbero a ben poco”.

VACCINATO IL 44% DEI DOCENTI

Il ministro Patrizio Bianchi ha anche ricordato che quasi la metà degli insegnanti, il 44%, ha già fatto la vaccinazione contro il Covid19: “noi siamo sempre stati per le vaccinazioni su base volontaria, perché è l’unico modo per accelerare il processo di riduzione dei contagi da Covid19. Certamente, si spera che possano riprendere il prima possibile. Servono però al più presto informazioni chiare ed essere rassicurati sugli eventuali effetti collaterali, sulla base di dati scientifici certi. Il ministro Roberto Speranza ha il dovere di rispondere in modo chiaro alle domande e alle preoccupazioni dei cittadini, anche ai dubbi dei 600 mila docenti e Ata già vaccinati con AstraZeneca”.

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Il Patto del neo Ministro Bianchi

Un “Patto per l’Istruzione e la Formazione” per mettere la scuola al centro del Paese, per farne il motore dello sviluppo e dell’eguaglianza sociale. Lo ha proposto il Ministro dell’Istruzione, Professor Patrizio Bianchi, che oggi ha incontrato i Sindacati sia a livello confederale che di comparto. Lo conferma il Ministero sui canali ufficiali.

“Dopo la firma del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e della coesione sociale, dobbiamo riflettere non solo su misure d’urgenza, ma anche su una visione di cambiamento della nostra scuola”, ha sottolineato il Ministro Patrizio Bianchi, aprendo l’incontro. “Abbiamo di fronte un obbligo: fare in modo che la scuola torni ad essere il centro del Paese, un centro dinamico, un motore di sviluppo per uscire dalla pandemia, ma anche dalla stagnazione. Abbiamo di fronte un anno costituente, un anno in cui dobbiamo essere capaci di valorizzare al massimo la nostra scuola”. 

Il Patto avrà un ampio respiro, guardando sia a temi di stretta attualità, primo fra tutti, l’avvio ordinato ed efficiente del prossimo anno scolastico, ma anche ad una visione di scuola che, ha sottolineato il Ministro, “va costruita con l’aiuto di tutti. Sulla scuola dobbiamo mobilitare il Paese intero”. 

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Covid, la linea Bianchi: tracciamento e tamponi negli istituti scolastici

Nelle scuole “servono attività di tracciamento e tamponi, sono necessarie unità mobili a livello territoriale che possano monitorare la situazione al meglio”: il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi lo ha detto oggi durante un intervista pubblicata su La Stampa, nella quale affronta i principali temi che riguardano la scuola. In particolare, il Ministro si sofferma sull’emergenza Covid e sulla didattica a distanza. Bianchi ha anche detto che subito dopo il suo arrivo al dicastero di viale Trastevere ha espresso il desiderio che “tutto il personale della scuola” venga “protetto e vaccinato. Il vaccino è fondamentale e la mia richiesta è che si acceleri il più possibile.

Anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi chiede di rendere operativi i monitoraggi, con tracciamento e tamponi, all’interno delle scuole. Intervista del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi su La Stampa in cui affronta i principali temi che riguardano la scuola: in particolare modo il Ministro si sofferma sull’emergenza covid e sulla didattica a distanza.

bambino mascherina scuola coronavirus covid

Ci siamo trovati di fronte – ha detto Bianchi – a un rapidissimo cambiamento della situazione epidemiologica, spiega il Ministro. La variante inglese ha modificato radicalmente il quadro precedente: colpisce anche i ragazzi e non solo quelli tra i 10 e i 19 anni, ma anche più piccoli. Abbiamo chiesto un parametro chiaro. Il Cts ce lo ha dato: 250 casi ogni 100 mila abitanti. Abbiamo fatto delle scelte. La scuola sarà a distanza in situazioni eccezionali e comunque nelle aree in cui servono forti restrizioni legate all’andamento dell’epidemia. Dobbiamo tutelare la salute pubblica, in particolare quella dei nostri bambini, e preservare la piena funzionalità del sistema sanitario”.

Per quanto riguarda la didattica a distanza: “stiamo lavorando al suo miglioramento, con un gruppo composto da persone sia interne al ministero che provenienti dai territori, dirigenti scolastici, docenti, maestri di strada”.

In un intervento di Bianchi su Radio Anch’io su Radio 1, si è parlato anche di aiuti alle famiglie: “abbiamo posto il tema col ministro della famiglia Bonetti. Siamo in emergenza, bisogna far passare l’ondata di piena senza lasciare sole le famiglie. Io spero subito, quanto meno il prima possibile arriveranno gli aiuti alle famiglie”. Inoltre, “a scuola si sono prese e si stanno prendendo tutte le misure per la sicurezza, ma la scuola mette in movimento una città, una comunità e questo coinvolge il sistema dei trasporti, l’intero sistema urbano. Questo Dpcm insiste molto su questo, in zona rossa c’è pericolo per tutti, con le varianti anche per i bambini. E nelle zone arancioni le regole sono molto stringenti, non sono regole discrezionali”.

La posizione di Anief

Anief prende atto della decisione del Governo di giungere alla chiusura dell’attività didattica in presenza in alcuni territori. In tali zone, comunque, rispetto al lockdown del 2020 la didattica a distanza è regolata da un contratto integrativo che ne stabilisce le modalità e garantisce anche al personale il diritto alla disconnessione. Il sindacato auspica vivamente che le vaccinazioni di docenti, personale Ata, dirigenti scolastici e Dsga vengano effettuate nel più breve tempo possibile e senza preclusione alcuna, quindi prescindendo dalla sede di servizio e dal luogo di residenza, come pure dal ruolo professionale. Allo stesso tempo, negli istituti dove si svolge l’attività in classe, va introdotta una mappatura generale dei possibili contagi, con tamponi rapidi continuativi per tutti gli studenti e operatori scolastici.

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Ripartire in sicurezza, le considerazioni di Pacifico dopo l’incontro sindacati – Ministro

“Fare ripartire la scuola in presenza in sicurezza”: è uno dei punti toccati ieri dal nuovo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, durante il primo incontro con le organizzazioni sindacali, sul quale concorda Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, che ha partecipato alla riunione. “Tra le priorità del nuovo ministro – ha detto oggi il sindacalista a Italia Stampa – c’è la riapertura delle scuole in presenza”, ma alla luce degli aumenti dei contagi tra i giovani per via delle varianti Covid, diventa sempre più importante assicurare “spazi maggiori, quindi più aule, e personale, insegnante ma anche amministrativo ed educativo”. In tal modo si ridurrebbe il numero di alunni per classe, andando ad incidere positivamente pure sulla qualità della didattica.

Ritornare alle lezioni in classe è l’auspicio di tutti. Per portarlo a termine, però, non basta riaprire le scuole in presenza. Servono precise garanzie. Quelle che in questo momento non vi sono, tanto che sale la quantità di scuole chiuse dalla Lombardia alla Sicilia. Secondo il sindacato occorre da subito lavorare per assicurare la massima sicurezza: “bisogna invertire quella tendenza – ha spiega il leader dell’Anief Marcello Pacifico – che negli ultimi anni ha portato a cancellare addirittura 200 mila posti, a ridurre il tempo scuola di quattro ore” settimanali “in ogni ordine e grado”.

aula scuola generica

Secondo il sindacalista autonomo “c’è bisogno di una nuova stagione”, partendo dalla lotta alla supplentite: “vogliamo essere partecipi per risolvere il problema del precariato, c’è bisogno di un doppio canale di reclutamento: da una parte i concorsi, aperti anche ai giovani laureati, dall’altra parte invece un canale riservato per assumere chi da anni lavora nelle nostre scuole. Ce lo chiede l’Europa”: è un processo fondamentale da intraprendere, “andando a valorizzare tutte le figure professionali che in questi anni si sono messi in luce per competenza. Penso, ad esempio, agli amministrativi “facenti funzioni Dsga, che dovrebbero essere stabilizzati e quindi assunti in ruolo”.

Pacifico ha infine detto che non bisogna “dimenticare il problema annoso della mobilità: dei mancati trasferimenti del personale”, bloccato in alto numero da assurdi e illogici vincoli temporali, diventati di 5 anni, “che vanno a ledere il diritto alla famiglia e di fatto il diritto del personale scolastico a lavorare su dei posti dopo avere servito per tanti anni lo Stato”.

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Gilda: “Precariato, reclutamento e contratto siano priorità del neo ministro Bianchi”

“I nostri migliori auguri di buon lavoro al neo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Il mondo dell’istruzione, come tutti gli altri settori del Paese, sta attraversando ormai da un anno uno dei suoi momenti più difficili ma, grazie all’infaticabile impegno dei docenti e di tutti i lavoratori della scuola, non si è mai fermato, ha resistito e continua a resistere. Tanta strada c’è ancora da fare per superare questa crisi e per dare risposte ai tanti problemi che da anni affliggono la scuola italiana. Auspichiamo di poter instaurare un dialogo costruttivo e di avere presto un confronto per illustrare le nostre proposte di intervento”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, accoglie la nomina del nuovo titolare di viale Trastevere.

Rino di Meglio
Il coordinatore della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio

“Tra le questioni prioritarie di cui sarà investito Bianchi, evidenziamo quella del precariato, diventata una malattia cronica che conta oltre 200mila docenti precari e che può essere sanata soltanto mettendo in campo un sistema di reclutamento efficiente in grado di garantire una stabilizzazione seria e più veloce. Poi c’è il capitolo del rinnovo del contratto da affrontare, per il quale chiediamo vengano reperite le risorse economiche necessarie prima di tutto per colmare la differenza retributiva con gli altri dipendenti del pubblico impiego, e poi con i docenti degli altri Paesi europei. Fondamentale è anche la semplificazione delle normative contrattuali e la sburocratizzazione del lavoro degli insegnanti”.

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“Ok la didattica in presenza, ma solo in sicurezza”

“È giusto parlare di fare ripartire la scuola con la didattica in presenza, è uno degli obiettivi che abbiamo tutti quanti, perché se lo aspettano le famiglie, lo chiedono i ragazzi ma soprattutto bisogna farlo in sicurezza. Per questo serve un piano sugli organici e sugli spazi delle scuole”: a dirlo è stato oggi Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, nel corso di un’intervista rilasciata a Italia Stampa, a commento della volontà espressa dal nuovo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi di riportare in classe gli alunni il prima possibile.

Secondo il leader del giovane sindacato bisogna “garantire agli studenti e alle loro famiglie che tutti gli operatori, gli insegnanti, gli amministrativi e gli spazi della scuola siano finalmente adeguati perché purtroppo il Covid continua a diffondersi ed è un nemico che ancora non è stato battuto: è presente nella nostra società, visto che abbiamo sempre migliaia di contagi giornalieri e quindi dobbiamo pensare comunque che per il prossimo anno ancora dovremo conviverci o almeno fino a quando la vaccinazione non porterà all’immunità di massa”.

marcello pacifico anief
Marcello Pacifico, leader di Anief

“Questo vuol dire – ha continuato Pacifico – che per andare a scuola non possiamo avere più le classi pollaio. Come non è neanche più giusto e utile avere queste classi alternate con la didattica al 50-70%; come se fosse una percentuale, un algoritmo, a distinguere quale didattica è più giusta e quale didattica deve essere fatta a distanza. A questo punto riteniamo fondamentale fin d’ora ripensare anche il rapporto alunni-insegnanti rapporto, alunni-personale Ata”.

“Come pure – ha detto ancora il sindacalista – di pensare anche, grazie all’autonomia degli istituti, a come avere nelle scuole più classi, più aule, più spazi e quindi per permettere tra l’altro, poi anche quando scomparirà il virus, una didattica che permetta di seguire meglio e in maniera profonda lo sviluppo di ogni alunno, in particolar modo degli organici perché non vengano più assegnati in base a una percentuale numerica, ma rispetto alle esigenze del territorio”.

“Quindi è venuto il momento di avere particolare attenzione al Sud e a quelle zone del paese dove non si fa il tempo pieno, ma anche a quelle zone isolate o dove il tessuto economico è distrutto o inesistente o dove c’è anche una forte emigrazione e immigrazione perché ci sono dei bisogni diversi. Se questa è la scuola che il nuovo ministro Patrizio Bianchi pensa di realizzare non solo ci troverà favorevoli e partecipi ma anche attori di proposte che possono essere realizzate in breve tempo”.