Pubblicato il Lascia un commento

Scatti di anzianità per i precari scuola: ancora successi di Anief in tribunale

tribunale giustizia martelletto

Arrivano da Belluno, Enna, Piacenza, Torino e Verona altre 6 sentenze targate Anief che dichiarano il diritto di altrettanti docenti a percepire gli scatti di anzianità mai percepiti durante il precariato e condannano l’Amministrazione a risarcirli. I Tribunali di Belluno e Torino, in particolare, confermano anche il diritto al risarcimento del danno per sfruttamento del lavoro precario. Ancora possibile aderire ai ricorsi Anief.

In tribunale l’Anief continua a tutelare i diritti dei lavoratori della scuola e ottiene altre sei sentenze che riconoscono l’illegittimità dell’operato del Ministero dell’Istruzione che nega ai precari le progressioni stipendiali basate sull’anzianità di servizio. I ricorsi patrocinati dagli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, con l’ausilio sul territorio degli avvocati Maria Maniscalco (Belluno e Verona), Chiara Rita Tumminelli (Enna), Irene Lo Bue (Piacenza) e Giovanni Rinaldi (Torino), hanno ottenuto piena ragione in favore di docenti immessi in ruolo, ma che per anni hanno stipulato contratti a termine senza percepire alcuna progressione stipendiale calcolata in base all’effettiva anzianità di servizio.

Le sei sentenze, infatti, accolgono i ricorsi Anief e attribuiscono ai ricorrenti il diritto “al riconoscimento, ai fini della progressione stipendiale prevista dalla contrattazione di comparto, della anzianità di servizio maturata durante i rapporti di lavoro a termine intrattenuti con l’Amministrazione convenuta” e alla corresponsione “dell’anzianità di servizio come sopra riconosciuta, oltre alla maggior somma tra interessi legali e rivalutazione monetaria, dalla data di maturazione di ciascun incremento retributivo fino al saldo”. Presso i Tribunali di Belluno e Torino, inoltre, il giudice riconosce anche l’illegittimità della serie di contratti a termine stipulati su posti vacanti e condanna il Ministero a risarcire i ricorrenti rispettivamente con ulteriori 6 e 2,5 mensilità calcolate sull’ultima retribuzione globale di fatto.

I tribunali del lavoro stanno riconoscendo la palese discriminazione posta in essere dalla contrattazione nazionale a discapito dei lavoratori precari della scuola – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – Auspichiamo che presto e con la nostra rappresentatività si ponga fine a quello che appare un vero e proprio ‘svilimento’ del lavoro precario e si attribuisca ai lavoratori a termine non solo il giusto riconoscimento della professionalità acquisita con uno stipendio commisurato all’effettiva anzianità di servizio anche durante il precariato, ma i medesimi diritti di cui usufruiscono solo i lavoratori a tempo indeterminato come, ad esempio, i permessi retribuiti”.

L’Anief ha promosso ricorsi ad hoc per la tutela dei lavoratori precari o per quanti sono entrati in ruolo dopo anni di precariato cui è ancora possibile aderire per far valere i propri diritti.

Pubblicato il Lascia un commento

Cassazione: “CCNL 2011 illegittimo, discrimina i precari”

tribunale giustizia martelletto

Arriva un’altra sentenza storica dalla Corte di Cassazione che conferma in toto quanto da sempre sostenuto da Anief sull’illegittimità di quanto riportato nel CCNL del Comparto Scuola del 4.8.2011,che, all’art. 2, nel rimodulare le fasce stipendiali sino a quel momento vigenti attraverso l’accorpamento della prima (0-2) alla seconda (3-8) e la loro sostituzione con un’unica fascia iniziale 0-8, ha previsto che solo il personale già in servizio a tempo indeterminato alla data del 1° settembre 2010, potesse conservare “ad personam” il maggior valore stipendiale in godimento, o il diritto al precedente livello 3-8 a seconda dei casi. La Cassazione, invece, ha riconosciuto anche al personale immesso in ruolo dopo il 2011, ma con almeno un anno di precariato svolto negli anni precedenti al 1° settembre 2011, all’applicazione della “clausola di salvaguardia” che riconosce il mantenimento economico del gradone stipendiale “3-8 anni” molto più favorevole.

“L’Anief – spiega una nota stampa – unico sindacato che da subito si è mosso per denunciare l’illegittimità di quegli accordi contrattuali, dopo le numerose vittorie nei tribunali di tutta Italia che rilevavano l’illegittimità della norma interna per violazione del principio di non discriminazione riportato nell’accordo quadro allegato alla Direttiva Comunitaria 1999/70/CE, ha ricevuto oggi conferma dalla Corte di Cassazione sull’assoluta fondatezza delle proprie tesi. “Il giudice, una volta accertata la violazione della richiamata clausola 4 – si legge nella sentenza – è tenuto a disapplicare la norma di diritto interno in  contrasto con la direttiva ed a riconoscere ad ogni effetto al lavoratore a termine, poi immesso nei ruoli dell’amministrazione, l’intero servizio effettivo prestato” evidenziando che “viola la richiamata clausola anche l’art. 2 del c.c.n.l. 4.8.2011 nella parte in cui limita il mantenimento del maggior valore stipendiale in godimento ‘ad personam’, fino al conseguimento della nuova successiva fascia retributiva ai soli assunti a tempo indeterminato”.  Una tale disposizione, infatti, “per essere conforme alla clausola 4 dell’Accordo Quadro CES, UNICE e CEEP allegato alla direttiva 1999/70/CE non può che essere considerata applicabile (disapplicata la limitazione in essa contenuta) a tutto il personale”.

“Nella sentenza n. 2924/2020 della Suprema Corte è riportato a chiare lettere – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che nel momento in cui si afferma la piena comparabilità degli assunti a tempo determinato con il personale di ruolo, in ossequio al principio di non discriminazione, non può che derivarne la necessità di disapplicare una norma contrattuale che, transitoriamente, salvaguardi il mantenimento del maggior valore stipendiale in godimento ad personam fino al conseguimento della nuova successiva fascia retributiva (9-14) solo per il personale assunto a tempo indeterminato. Avevamo ragione noi – continua il presidente Anief – quando ci siamo mossi contro un CCNL economico di comparto, siglato nel 2011 da buona parte degli altri sindacati che, ancora una volta, discriminava i precari e il periodo svolto durante il precariato. Con la nostra rappresentatività porteremo noi la voce dei precari in contrattazione e anche questa stortura dovrà essere sanata. Ribadiremo – conclude Pacifico – per l’ennesima volta che il lavoro svolto durante il precariato non può mai essere considerato come servizio di serie B. La loro dignità, per noi, non è contrattabile”.

Pubblicato il Lascia un commento

Precari scuola: il 17 marzo tutti in sciopero

sigle sindacali scuola

Riparte la mobilitazione di tutto il personale della scuola, con un primo step di iniziative a sostegno del personale precario della scuola e dei facenti funzioni di DSGA.

È quanto hanno deciso oggi i sindacati scuola nella riunione delle segreterie unitarie.

Sarà una conferenza stampa nei prossimi giorni a illustrare nel dettaglio le ragioni che hanno portato le cinque sigle sindacali a proclamare lo sciopero dei precari della scuola per il prossimo 17 marzo, primo atto di un’iniziativa che si sviluppa su un arco di tempo più lungo e su problematiche più vaste. Le misure in via di definizione per i concorsi, su cui si è consumata nei giorni scorsi la rottura fra sindacati e Ministero dell’Istruzione, giungono al termine di un confronto durato mesi e rappresentano solo uno dei temi presenti nelle intese siglate più volte con il Governo, che riguardano anche il rinnovo del contratto, la mobilità e la definizione di un sistema strutturale di abilitazione.

Sono venute a cadere le ragioni per cui sono state a suo tempo sospese le iniziative di mobilitazione – spiegano i segretari generali di FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, Snals Confsal e Gilda – Il confronto dei giorni scorsi al Ministero ha evidenziato una sostanziale indisponibilità al negoziato di questa amministrazione, che ha respinto in larga parte le proposte avanzate dai sindacati sui provvedimenti relativi alle procedure concorsuali”.

Il tema della precarietà – aggiungono Sinopoli, Gissi, Turi, Serafini e Di Meglio – va superato con una politica attenta e con misure che siano il risultato di un confronto corretto. Migliaia di persone attendono risposte concrete e rispettose del loro lavoro”.

(fonte: FLC Cgil)

Pubblicato il Lascia un commento

Precari scuola, Anief chiama Conte: “Intervenga subito”

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)

Gli allarmi si chiamano supplentite e precariato. Problemi che non s’arrestano, anzi. Il 2020, per Anief, sarà un ennesimo anno in cui contrastare queste emergenze.

“Noi preghiamo il presidente del Consiglio – sottolinea Pacifico – che ha l’interim in di questo momento, e i futuri ministri Azzolina e Manfredi, di intervenire subito con soluzioni tampone, che non possono essere diverse da quelle indicate da Anief. La prima cosa importante per il personale docente è consentire il reclutamento dalle graduatorie d’istituto: non si possono aspettare due o tre anni e avere quasi 300 mila supplenti in attesa dei nuovi concorsi, se anche i concorsi si dovessero fare nel minor tempo possibile servirà oltre un anno e mezzo. C’è la possibilità entro giugno di consentire alle graduatorie d’istituto provinciali di dare supplenze annuali o fino al termine delle attività, ma anche scorrerle nel momento in cui sono esaurite le graduatorie ad esaurimento. In questo modo andremo a decurtare subito tutti i precari di seconda e terza fascia e andremo finalmente a diminuire quella supplentite che caratterizza la scuola italiana”.

L’auspicio è passare presto a una fase operativa, con la riapertura dei tavoli al Miur, anche se servirà ancora un po’ di tempo. “Il problema del precariato – osserva il leader del giovane sindacato rappresentativo – non è stato risolto. L’Anief lo ha denunciato durante lo sciopero del 12 novembre, durante le audizioni parlamentari, all’opinione pubblica e attraverso la stampa. Il problema del precariato è veramente grande, molto probabilmente ci vorranno ancora diversi giorni prima che si possa di nuovo riaprire tutti i tavoli al Ministero, visto lo spacchettamento tra Ministero dell’Istruzione e Ministero dell’Università e Ricerca”.

Pubblicato il Lascia un commento

Montecitorio, presidio dei docenti precari

palazzo montecitorio camera deputati roma

Un presidio dei docenti precari il pomeriggio dell’11 novembre a Montecitorio, a partire dalle ore 15.30, per chiedere con forza il rispetto pieno degli impegni assunti dal Governo prima a Palazzo Chigi nell’aprile scorso, poi nell’accordo del 1° ottobre con il Ministro dell’Istruzione, e disattesi nel Decreto Legge 126/2019 con misure urgenti per la scuola. Di seguito la nota stampa.

“Salvaguardare la continuità di servizio dei diplomati magistrali garantendo così anche la continuità didattica, completare l’attuazione del decreto precari e istituire un sistema strutturale di abilitazioni all’insegnamento sono i tre punti al centro del sit-in che animerà piazza Montecitorio”.

“La scuola esige qualità e la stabilità del lavoro ne è condizione imprescindibile; le misure adottate finora non vanno in questa direzione. Occorrono, dunque, una serie di emendamenti al decreto che, in sede di conversione, ne modifichino il testo mantenendo fede ai patti sottoscritti”.

“Urge, inoltre, un confronto sulle problematiche rimaste in sospeso e rimandate dall’accordo del 1° ottobre ai Ddl collegati alla Legge di Bilancio. Al riguardo è indispensabile avviare quanto prima la discussione per definirne i contenuti, come prevede l’intesa. Successivamente è necessario adoperarsi affinché i percorsi legislativi si concludano nel più breve tempo possibile, e i provvedimenti possano trovare tempestiva attuazione: lo esige la tempistica che regola l’organizzazione e la gestione del sistema scolastico”.

“Oltre alla mobilitazione dei docenti precari, è in corso anche quella riguardante gli assistenti amministrativi facenti funzione di DSGA, con quattro assemblee interregionali di cui una già svolta sabato scorso a Milano. I sindacati chiedono che sia riconosciuto il valore della competenza professionale acquisita sul campo, di cui tenere conto nei percorsi di accesso al profilo di DSGA. Occorre al riguardo intervenire con un apposito emendamento in sede di conversione del decreto 126, scongiurando in tal modo le annunciate dimissioni degli interessati dall’incarico”.

(fonte: Gilda degli Insegnanti)

Pubblicato il Lascia un commento

Decreto n. 126/19 salva-precari bis: per l’Ufficio Legale Anief ci sono diversi motivi per ricorrere

Anief Sciopero

Aperte le preadesioni gratuite ai ricorsi per tutelare i diritti dei troppi docenti, ATA, Collaboratori Scolastici, facenti funzione DSGA, Dirigenti Tecnici con incarichi temporanei esclusi dal nuovo concorso riservato e/o corso abilitante. Il giovane sindacato spera ancora nel dialogo con il sit-in e lo sciopero del 12 novembre, giorno decisivo per chiedere al Parlamento profonde modifiche prima della conversione in legge.

“Siamo pronti al nuovo contenzioso seriale – afferma il presidente del sindacato Marcello Pacifico – e spiegheremo alla Commissione UE perché questa norma così scritta non risolve la “supplentite” né supera la procedura d’infrazione per migliaia di precari della scuola italiana, ma rimaniamo aperti al confronto con il Governo per trovare delle soluzioni che rispettino il diritto dell’Unione e la nostra Costituzione”.

LE ESCLUSIONI ILLEGITTIME RIGUARDANTI L’ACCESSO AL CONCORSO RISERVATO E AL CORSO ABILITANTE PER LA SCUOLA SECONDARIA

Confermata l’impossibilità di accesso ai ruoli di quanti hanno svolto servizio nella scuola paritaria essendo prevista la loro partecipazione alle procedure concorsuali straordinarie ai soli fini abilitativi. L’esclusione riguarda anche il servizio prestato nei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale, in qualità di Dottore di Ricerca – cui non viene riconosciuto il periodo di durata del dottorato come effettivo servizio di insegnamento – o, ancora, l’impossibilità di partecipare al concorso straordinario anche per classi di concorso per cui non si ha servizio specifico, mentre estremamente illogica appare l’impossibilità di presentare domanda sia per una classe di concorso curricolare, sia per i posti di sostegno.

Troppe le limitazioni anche alla valutazione del servizio prestato: si esclude quello svolto precedentemente agli ultimi 8 anni, quello relativo all’anno in corso 2019/2020 anche se il contratto è già in essere, lo stesso servizio prestato per almeno 2 anni come requisito di accesso, così come previsto dal Decreto Dignità.

Totalmente illogica e discriminatoria risulta, inoltre l’esclusione del concorso straordinario per la scuola dell’Infanzia e della Primaria, dove vi sono 16 mila posti vacanti e disponibili e il contenzioso seriale per la spendibilità del diploma magistrale per l’accesso ai ruoli è ancora pendente, per il personale educativo e per i docenti di religione, per i quali è stata sollevata dal Tribunale di Napoli una nuova causa in Corte di Giustizia europea.

Il giovane sindacato ritiene infine illegittima la soglia stessa dei 24mila posti prevista con l’esclusione degli idonei dalla nuova graduatoria finale sostitutiva della relativa GaE esaurita, il criterio del superamento della selezione per il conseguimento della sola abilitazione a differenza del precedente PAS, il vincolo del contratto in corso per l’iscrizione al corso abilitante.

LE ALTRE NORME CONTESTATE PER DSGA FACENTI FUNZIONE, ATA, COLLABORATORI CCOLASTICI, DIRIGENTI TECNICI CON INCARICHI TEMPORANEI Il sindacato, infine, attiva le preadesioni ai ricorsi per far ammettere al concorso riservato il personale ATA facente funzione DSGA o il personale con cinque anni di servizio senza la laurea, i Dirigenti Tecnici che hanno svolto tale funzione con incarichi temporanei oltre i 36 mesi di servizio, e per stabilizzare i collaboratori scolastici con gli stessi requisiti del personale delle cooperative dei servizi esternalizzati che entrerà nei ruoli il prossimo 1° gennaio

Pubblicato il Lascia un commento

Precariato, boom di cattedre scoperte e raddoppiato il numero dei supplenti da quando sono state chiuse definitivamente le Gae

aula scuola generica

Mai era accaduto che un anno scolastico iniziasse con 205 mila cattedre da coprire con personale precario: nell’ultimo decennio, il numero di contratti a tempo determinato è addirittura raddoppiato. Anche perché su 180mila immissioni in ruolo ne sono state fatte soltanto 90mila, per colpa di un sistema di reclutamento che lascia ai margini gli abilitati all’insegnamento e permette di lavorare sempre più con le Mad. E ora pure con gli annunci sui social.

Il problema della supplentite e del ricorso alla magistratura per l’abuso dei contratti a termini con crescenti danni erariali per lo Stato, si risolve per Anief con la riapertura straordinaria delle ex graduatorie permanenti a tutto il personale abilitato, incluso i diplomati magistrali, Itp ed educatori, e la fine dei licenziamenti. Fu fatto proficuamente nel 2008 e nel 2012, con due “finestre specifiche” rivolte al personale precario abilitato: perché oggi non si può ripetere? Il presidente nazionale Marcello Pacifico lo chiede prima che vengano costituite le nuove graduatorie del salva-precari bis, come specificato in un punto della piattaforma dello prossimo sciopero del 12 novembre.

“Il nodo della questione – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è che fino a tutto il 2014 ci furono gli effetti benefici delle riaperture delle GaE, mentre ai laureati in scienze della formazione primaria laureati dopo il 2012 fu impedito l’ingresso, come ai diplomati magistrali dal primo aggiornamento del febbraio 2002 delle ex graduatorie permanenti. Il tutto, con il beneplacito delle attuali organizzazioni sindacali che hanno raggiunto l’intesa nei giorni scorsi sulla proroga dei contratti in essere in caso di licenziamento, gli stessi sindacati che hanno seguito l’Anief nella vertenza legale che ha ammesso a partire dal 2014 migliaia di maestre con riserva nelle stesse GaE e in duemila nei ruoli con sentenza passata in giudicato prima della doppia pronuncia negativa dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato che ora pone a rischio migliaia di immessi in ruolo in corso d’anno pure dopo avere svolto l’anno di prova”.

Pubblicato il Lascia un commento

CdM: via libera per l’assunzione di 24mila docenti precari

consiglio dei ministri

Via libera del Consiglio dei Ministri all’assunzione di 24.000 docenti precari. Questa la principale delle misure adottate la scorsa ora nella seduta del Consiglio dei Ministri per quanto riguarda il settore della scuola, dell’università, della ricerca.

“Oggi approviamo un decreto-legge che dimostra la grande volontà di questo Governo di combattere il precariato nella scuola garantendo il numero più alto possibile di cattedre a partire da settembre 2020 – ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti – è un impegno preciso quello di mettere la scuola davvero al centro del Paese perché è dalle scuole che comincia la costruzione di una nuova società. Tra le misure introdotte dal decreto-legge anche la semplificazione delle procedure per gli acquisti di beni e servizi destinati alla ricerca. Non meno importanti – aggiunge il Ministro – la proroga della scadenza dell’abilitazione scientifica nazionale e le misure per i precari della ricerca”.

Un concorso straordinario per 24.000 docenti precari

Il decreto-legge approvato nella seduta di oggi autorizza il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) a bandire un concorso straordinario abilitante per l’assunzione di almeno 24.000 docenti nella scuola secondaria statale di I e II grado per il prossimo anno scolastico (il 2020/2021). Il decreto-legge accoglie così l’accordo raggiunto nei giorni scorsi dal Ministro Fioramonti con le organizzazioni sindacali.
Il concorso – che sarà bandito contestualmente a quello ordinario – sarà per titoli ed esami e sarà riservato a tutti gli insegnanti con una anzianità pregressa di servizio di almeno 3 anni – anche sul sostegno – e di cui uno nella classe di concorso per la quale affrontano la selezione. Per l’idoneità gli aspiranti docenti dovranno ottenere una votazione minima di sette decimi in una prova scritta computer based. I vincitori saranno ammessi a sostenere un anno di prova che sarà ‘rinforzato’ con una formazione universitaria mirata per 24 crediti formativi universitari. L’anno si concluderà con un colloquio di verifica in cui bisognerà conseguire un punteggio minimo di 7/10. I vincitori del concorso dovranno rimanere almeno cinque anni nella sede di prima assegnazione per assicurare la continuità didattica.

I docenti risultati “idonei” ma non collocati in posizione utile per la nomina in ruolo potranno comunque abilitarsi all’insegnamento nella classe di concorso per la quale hanno partecipato sostenendo una prova orale (sempre con un punteggio minimo di 7/10) e un anno di formazione per l’acquisizione di 24 crediti formativi universitari.
Il decreto-legge annuncia misure anche per i vincitori dei precedenti concorsi del 2016 e del 2018: potranno scegliere di essere assunti in ruolo in una regione diversa da quella della propria graduatoria.

Pubblicato il Lascia un commento

Precari, il sistema è al collasso: in arrivo una nuova necessaria proroga per salvare idonei e vincitori dei concorsi

aula scuola generica

Dopo che il 60% delle assunzioni in ruolo è andato deserto ad agosto. La supplentite dilaga, i precari abbondano ma non riescono ad essere assunti dallo Stato, per colpa del mancato reclutamento dalle graduatorie d’Istituto e dal loro utilizzo sempre più anacronistico e inadeguato, tanto che in alcune aree è più facile essere nominati tramite libere Mad fuori graduatoria

LA NOTIZIA

Il Governo sembra voler correre ai ripari con la proroga, per la seconda volta (la rivista Orizzonte Scuola ricorda che le graduatorie del 2016 erano state già prorogate di un anno con la legge n. 205/2017), della validità delle graduatorie di merito della procedura concorsuale del 2016 prevista dalla legge 107/2015 (Buona scuola), inserita nello Schema di Decreto Legge di prossima approvazione, come richiesto sempre da Anief, e la possibilità di essere assunti l’anno prossimo, a domanda, anche in una regione diversa dove le graduatorie di merito sono esaurite. Questa possibilità verrebbe estesa anche agli idonei delle Graduatorie di merito regionali ad esaurimento.

L’organizzazione delle supplenze dei docenti è così contorta che pur in presenza del record di posti vacanti non si riesce ad assumere i vincitori dei concorsi, i quali, per non perdere ogni diritto, sono costretti ad aggrapparsi alle proroghe e ad assunzioni fuori regione. Soltanto a Palermo, nella scuola del primo ciclo, ci sono ben “400 vincitori che attendono l’agognato posto fisso che, di questo passo, ammesso che le graduatorie non scadano prima, dovranno attendere una quindicina d’anni prima di essere soddisfatti tutti. Anche nella regione Campania c’è poco da ridere: sono oltre mille i vincitori di concorso rimasti al palo, mai assunti, e che ora senza proroga delle graduatorie rischiano di decadere. Infine, in 35 mila stanno aspettando di essere assunti ancora dalle GMRE e in futuro non avranno né gli uni né gli altri più la quota parte del 50% dei posti destinate alle ex graduatorie permanenti esaurite.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF, MARCELLO PACIFICO

Secondo Pacifico, “è una misura tampone necessaria ma non risolutiva, innanzitutto perché i vincitori hanno diritto a essere assunti dove hanno vinto il concorso e gli idonei che a domanda si trasferiscono in altra regione hanno diritto a rientrare con una mobilità straordinaria nel proprio territorio. Non è colpa loro se lo Stato prima bandisce concorsi su una previsione biennale di posti vacanti e disponibili salvo poi scoprire che non ci sono. Siamo pronti a chiedere emendamenti che coniughino il diritto alla famiglia con il diritto al lavoro. Ingiusto, infine, bloccare per cinque anni i neo-assunti, perché la continuità didattica si combatte eliminando la precarietà e le richieste di trasferimento con incentivi economici”.

Pubblicato il Lascia un commento

Pacifico: “Il precariato scuola non si risolve solo coi concorsi”

marcello pacifico anief

Pragmatismo («Prima verifichiamo che nell’imminente legge di stabilità siano stanziate risorse adeguate, sarebbe inversione di tendenza, visto che nell’ultimo Def c’erano tagli fino al 2040») davanti al castello di buoni propositi snocciolato dal governo, fra abolizione delle classi pollaio, aumento significativo degli stipendi del personale della scuola e contrasto al bullismo e alla dispersione. E due punti fermi, due priorità, per fare ripartire il comparto Scuola. «Bisogna intervenire sulla definizione degli organici, per far funzionare davvero la scuola e sconfiggere la supplentite. Se si chiamano 210.000 supplenti è evidente che c’è un problema di gestione della continuità didattica e della valorizzazione professionale. Basterebbe estendere il doppio canale alle graduatorie d’istituto, in modo da reclutare chi già insegna tutti i giorni nelle nostre scuole».

Marcello Pacifico, leader del sindacato Anief, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus. Facendo il punto su una delle voragini della scuola italiana, il precariato dilagante, l’abuso dei contratti a termine, su cui l’Italia fa leva, nonostante sia stata più volte richiamata dalle autorità europee, con tanto di anticamera della procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea.

«La mobilità volontaria su scala nazionale per assorbire vincitori e idonei di concorsi che non hanno ancora preso servizio? Nell’ultimo anno – fa notare il presidente nazionale del sindacato autonomo – su 53.00 posti in ruolo ne sono stati assegnati solo 22.000. Il dato del 60% dei posti non assegnati fa nascere l’esigenza della mobilità volontaria. Se ci sono graduatorie di merito esaurite, hai vinto in una regione, e in un’altra regione non c’è nessuno da chiamare, perché non devo utilizzare la tua professionalità? Non ci sono solo i vincitori e gli idonei 2016, ma perfino quelli che hanno sostenuto e vinto il concorso straordinario del 2018».

Non sono mancati negli ultimi anni le selezioni pubbliche. Per sconfiggere la supplentite il ministro Lorenzo Fioramonti punta su concorsi da espletare ogni due anni ma, fa notare Pacifico, «negli ultimi sette anni si sono svolti due concorsi ordinari e altrettanti straordinari e quest’anno abbiamo assistito al record dei posti andati a vuoto. Come Anief dimostrato che su 180.000 immissioni autorizzate dal governo negli ultimi 5 anni ben la metà, 90.000, sono andate a vuoto. È assurdo se si pensa che abbiamo 150.000 docenti abilitati e altri 100.000 che insegnano da anni senza abilitazione. Ma se non si devono immettere in ruolo, perché sono state chiamati? Se abbiamo fiducia in loro, tanto da farli insegnare, perché non stabilizzarli dopo tanti anni di lavoro?