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Coronavirus, Invalsi a settembre? Il sindacato dice no

Causa Coronavirus, i test Invalsi di quest’anno scolastico potrebbero svolgersi a settembre. Le prove, riporta Orizzonte Scuola, potranno permettere ai docenti di verificare gli apprendimenti degli studenti relativi alla classe frequentata nel 2019/20 e potranno essere somministrate all’inizio del nuovo anno scolastico: “Per l’avvio dell’anno scolastico – hanno spiegato i rappresentanti dell’istituto ai componenti della VII commissione del Senato – Invalsi sta lavorando alla messa a punto di prove da mettere a disposizione delle scuole e dei docenti per saggiare l’acquisizione delle competenze apprese”.

“Le prove che potremmo offrire si riferiscono a ciascun grado e potrebbero essere utilizzate nel periodo iniziale della classe successiva rispetto a quelle in cui sono previste, per dare la possibilità ai docenti di avere una bussola di riferimento che informi in modo attendibile su quanto gli studenti hanno appreso. Queste prove non rivestono funzione classificatoria e valutativa ma informativa per i docenti”, hanno concluso i rappresentanti dell’Invalsi.

test ammissione medicina guida

“Anief – scrive il sindacato in una nota stampa – ritiene questa proposta del tutto inappropriata. Perché come si andrebbero a valutare dei contenuti che negli ultimi due mesi, e probabilmente andrà così sono alla fine dell’anno scolastico, per ovvi motivi, sono stati offerti e fruiti in condizioni non certo omogenee: come si può pensare che un maestro precario della scuola primaria, magari privo di computer e di connessione, senza avere accesso alla carta docente annuale, possa avere attuato la stessa didattica a distanza di un collega di ruolo delle superiori già esperto in teledidattica?”.

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Test Invalsi 2018, risultati preoccupanti al sud Italia

Nelle scorse ore è stato pubblicato il Rapporto Prove Invalsi 2018 (le prime totalmente separate dagli esami di Stato) e, snocciolando i dati, sembra che esista ancora un gap abbastanza evidente tra nord e sud del nostro Paese, con alcune criticità evidenti in regioni come la Campania, la Calabria e le isole.

I numeri

Come citato dal rapporto, quest’anno hanno partecipato all’Invalsi:

  •  29.337 classi di seconda primaria (grado 2) per un totale di 551.108 alunni;
  • 29.520 classi di quinta primaria (grado 5) per un totale di 562.635 alunni;
  • 29.032 classi di terza secondaria di primo grado (grado 8) per un totale di 574.506 alunni;
  • 26.361 classi di seconda secondaria di secondo grado (grado 10) per un totale di 543.296 alunni.

L’analisi dei risultati

Se per le scuole primarie le differenze non sono particolarmente significative, per le secondarie invece i gap tra le macro aree diventano significativi. Citando testualmente la sintesi del rapporto, infatti, si evidenzia:

I risultati medi delle macro-aree tendono a divergere significativamente tra loro, tendenza che si consolida ulteriormente nella scuola secondaria di secondo grado, riproducendo il quadro che emerge anche dall’indagine internazionale PISA (Programme for International Student Assessment), dove il nord ottiene risultati superiori sia alla media italiana che alla media OCSE, il centro ha un risultato in linea con la media dell’Italia, più bassa della media OCSE, e il sud e le isole hanno risultati inferiori sia alla media italiana che alla media OCSE.

I risultati sono simili tanto per italiano e matematica quanto per la lingua inglese

Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna: è allarme

Un’altro accento è posto sulle regioni a rischio: Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna registrano difatti prestazioni bassissime. Ma non è solo questo: il rapporto evidenzia infatti che nel primo ciclo di istruzione la variabilità tra scuole e classi al Mezzogiorno è evidente rispetto al settentrione, e che allievi in condizioni socio-economiche peggiori fanno registrare i risultati peggiori.

Preparare alla prova Invalsi

Nel frattempo è sorta una discreta letteratura attorno alla prova Invalsi e esistono diversi libri atti a preparare al meglio ad affrontare questo test i nostri ragazzi.