Il sistema di videosorveglianza, per contrastare bullismo e consumo di droghe, è frutto di un progetto di Comune, Prefettura e Ministero dell’Interno. Per il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, si tratta di «una misura necessaria». Il riferimento è al sistema di videosorveglianza, collegato alla centrale operativa della polizia municipale e installato, come riporta l’edizione locale di Repubblica, in alcune scuole superiori del capoluogo siciliano, gli istituti Cascino, Cannizzaro, Piazza, Cassarà, Regina Margherita e Vittorio Emanuele III, collegato alla centrale operativa dei vigili urbani. Telecamere di ultima generazione che, secondo chi le ha concepite – il protocollo d’intesa “Scuole sicure” è stato ideato dal Ministero dell’Interno e coinvolge anche Comune e Prefettura – dovrebbero contrastare microcriminalità e atti illegali nelle scuole e nei loro pressi, a cominciare dal consumo di droga e dal bullismo.
I dubbi del Garante della Privacy
Intenti senza dubbio meritevoli, ma che non tengono conto di vari aspetti. I soggetti a rischio o più fragili, ad esempio, possono essere difesi efficacemente anche con mezzi meno invasivi. L’ha sostenuto anche il Garante della Privacy, Antonello Soro, secondo cui nessuna telecamera potrà mai sopperire a carenze insite nella scelta e nella formazione del personale deputato all’educazione e all’assistenza dei soggetti a cui deve andare massima attenzione.
Il no del sindacalista
“Siamo contrari a questa scelta – dichiara Marcello Pacifico, leader di Anief – che scredita i docenti, evidentemente considerati non meritevoli di fiducia. Il provvedimento è invasivo rispetto ad aspetti della sfera personale dei lavoratori. La sicurezza passa dalla formazione del personale e da attività rivolte in maniera specifica alla comunità scolastiche (insegnanti, bambini/e, ragazzi/e, genitori, educatori) per intraprendere un percorso dedicato”.