Editrice Piccoli (Gruppo Il Capitello) e ELLEDICI scuola hanno presentato tramite video sul web la collana dei quaderni operativi Cuore Aperto.
I quaderni sono progettati specificatamente per i bambini e le bambine di tre, quattro cinque anni e si completano con l’allegato Presepe pop up
Il percorso didattico
Il percorso didattico procede gradualmente per ogni età favorendo un apprendimento progressivo e proponendo attività mirate allo sviluppo delle competenze chiave europee secondo gli scenari del 2018.
Il percorso inoltre è suddiviso per stagioni per facilitare la programmazione delle attività nell’anno scolastico.
Le pagine speciali
In ogni volume grande importanza è stata riservata alle pagine speciali come quelle di Empatia che mirano allo sviluppo dell’intelligenza emotiva e alla costruzione di relazioni positive con gli altri e con l’ambiente.
O ancora episodi tratti dalle biografie dei Santi e schede legate ai racconti presenti in guida che affrontano i valori fondamentali dell’amicizia e della diversità come ricchezza, alla scoperta delle principali religioni.
Il presepe pop-up
L’allegato ai quaderni Presepe pop up fornisce le istruzioni la base degli elementi da ritagliare e incollare per consentire ai bambini e alle bambine di creare il presepe di Natale. Le attività proposte sono differenziate a seconda dell’età e mirano a sviluppare la manualità.
Ulteriori informazioni disponibili presso il gruppo Matacena scrivendo a ordini@mondolibrisrl.it.
La Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, e il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), S.Em. il Cardinale Gualtiero Bassetti, hanno sottoscritto, questo pomeriggio, l’Intesa sul concorso per l’assunzione degli insegnanti di Religione Cattolica, necessaria per poter procedere con il bando vero e proprio. La procedura concorsuale ha l’obiettivo di coprire i posti che saranno vacanti e disponibili nel prossimo triennio.
Il bando è previsto dalla legge 159 del 2019 e sarà emanato nelle prossime settimane. Siglando l’Intesa, il Cardinale Bassetti ha ricordato che “il prossimo Concorso costituisce un passaggio importante non solo per la stabilizzazione professionale di tanti docenti, ma anche per la dignità dello stesso insegnamento, frequentato ancora oggi – a trentaquattro anni dall’avvio del nuovo sistema di scelta – da una larghissima maggioranza di studenti”. Il Cardinale ha poi rinnovato “la stima e la vicinanza dei Vescovi italiani agli insegnati di religione che, con passione e competenza, accompagnano il cammino di crescita delle ragazze e dei ragazzi di oggi”.
“Ringrazio la CEI per la collaborazione che ci ha consentito di arrivare a questa Intesa – ha commentato la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina – che va nella direzione di tutelare le aspirazioni degli insegnanti di religione cattolica che, anche in questo periodo così complesso, hanno lavorato alacremente, in sinergia e armonia con tutto il personale scolastico, per garantire l’effettività del diritto allo studio delle nostre studentesse e dei nostri studenti. Insegnanti che, facendo valere competenze e merito con il concorso, potranno entrare in ruolo e proseguire il loro percorso professionale con maggiore stabilità”.
Il concorso prevede una riserva di posti per i docenti in possesso del riconoscimento di idoneità rilasciato dall’ordinario diocesano, che abbiano svolto almeno tre anni di servizio, anche non consecutivi, nelle Istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione.
Il nuovo concorso si terrà a circa diciassette anni dalla prima, e finora unica, procedura concorsuale bandita nel febbraio 2004 in attuazione della legge 186/03, che istituiva i ruoli per l’insegnamento della religione cattolica.
Sugli insegnanti di religione continua a vigere il più assoluto silenzio. Eppure, i problemi da affrontare sono diversi. Prima di tutto va ricordato che l’ultimo concorso risale al 2004 e diversi idonei (molti dei quali hanno ben 30 anni di servizio) continuano ad essere precari, non avendo beneficiato di una graduatoria a scorrimento. In tuto vi sono circa 2.500 i vincitori di concorso del 2004 esclusi dall’immissione in ruolo. Poi ci sono 10.000 precari storici abilitati per i quali non è stata prevista nessuna forma di reclutamento. Il concorso riservato, di cui si parla da anni, continua a rimanere un’ipotesi.
Per Anief è necessario che il ministero dell’Istruzione dia avvio a una fase di assunzione in ruolo, nelle more dell’espletamento del nuovo concorso ordinario sul quale c’è stato anche il consenso della Conferenza episcopale italiana e che manca all’appello da più di tre lustri. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Noi continuiamo a chiedere, lo abbiamo fatto anche con alcuni emendamenti presentati al Senato, l’emanazione di un decreto che preveda l’assunzione in ruolo dei docenti di religione cattolica inseriti nelle precedenti graduatorie concorsuali, con la modalità dello scorrimento. E a chiedere un concorso riservato per almeno 8 mila precari storici, che rischiano di andare in pensione da supplenti annuali. I posti ci sono, la volontà reciproca pure, cosa si aspetta ancora?”.
È un andamento lento e incerto quello che si sta conducendo al ministero
dell’Istruzione per arrivare a bandire l’atteso concorso di religione, dopo 16
anni di astinenza. Le parti interessate rimangono ferme all’ incontro tenutosi
lo scorso 19 giugno, presieduto dalla dottoressa Lucrezia Stellacci,
consigliere della ministra Lucia Azzolina, e una rappresentanza della Cei, il
sottosegretario don Ivan Maffeis, durante il quale si è deciso di avviare dei
tavoli allo scopo di affrontare e approfondire le diverse tematiche che
riguardano l’insegnamento della religione cattolica ma allo stesso tempo di
raggiungere un’ intesa sul prossimo concorso per l’assunzione in ruolo degli
insegnanti di religione al fine di coprire l’organico, così come previsto dal
decreto scuola 159/2019. Nulla è anche scaturito dalle buone intenzioni
espresse, con tanto di impegno ad assumere gli idonei del 2004, dalla
viceministra Anna Ascani, che presso la VII Commissione della Camera ha
risposto ad una interrogazione
a risposta immediata prodotta, tra gli altri, dall’on. Carmela Bucalo
(FDI) sull’intesa raggiunta tra il Ministero dell’istruzione e la Conferenza
episcopale italiana relativamente agli insegnanti di religione cattolica.
IL TAVOLO DI CONFRONTO
“Il Tavolo – scrive oggi Orizzonte
Scuola – dovrà dunque seguire l’iter di questa intesa con l’obiettivo di
chiuderla in breve tempo e procedere poi con la stesura del bando da parte del
Miur”. Nel frattempo, oltre 10 mila precari rimangono in attesa e sperano “che
prima di bandire il concorso, avvenga lo scorrimento delle graduatorie di
merito del concorso 2004 e che si proceda ad un fabbisogno reale del numero dei
docenti di religione, dopo aver effettuato un’attenta ricognizione degli
organici I.R.C. di ruolo e con ricostruzione di carriera”, oltre che lo Stato
si convinca ad avviare le tanto richieste “procedure concorsuali straordinarie
ai docenti abilitati o con anzianità di servizio superiore ai 36 mesi,
possibilità finora negata ai docenti di religione”. Nel frattempo, “sono molte
le azioni legali, partite su tutto il territorio, a tutela degli insegnanti di
religione che sono stati esclusi dalle procedure concorsuali sia straordinarie
che ordinarie bandite dal Ministero”, ancora di più dopo la palese “disparità
di trattamento tra docenti in base alle classi di concorso di appartenenza”.
COSA DICE LA LEGGE
Ma cosa dice la legge sulla loro stabilizzazione? Sempre la stampa
specializzata ricorda “che le immissioni in ruolo per i docenti di religione
erano regolate dalla legge 186/2003 che avrebbe dovuto garantire dei bandi di
concorso periodici per i posti annualmente disponibili nelle dotazioni
organiche, ma di fatto nel corso di ben 16 anni, ciò non è avvenuto, aggravando
ulteriormente la condizione di precarietà dei docenti di religione. Infatti la
stessa legge prevedeva che per i posti non coperti da docenti con contratto di
lavoro a tempo indeterminato, si sarebbe provveduto mediante contratti di
lavoro a tempo determinato stipulati dai dirigenti scolastici, su indicazione
del dirigente regionale, d’intesa con l’ordinario diocesano competente per
territorio. Questa situazione ha fatto sì che il reclutamento ordinario sia
stato sostituito unicamente dalla supplenza annuale”. L’art.1bis della legge
159/2019 ha stabilito la procedura concorsuale per l’immissione in ruolo dei
docenti di religione della scuola dell’infanzia/primaria e secondaria di I e II
grado, negli anni scolastici dal 2020/2021 al 2022/2023, e lo scorrimento della
graduatoria del 2004.
LE RICHIESTE SINDACALI
A tal proposito le organizzazioni sindacali lo scorso 19 giugno hanno
chiesto un intervento urgente al Ministero a favore dei 12.000/15.000 docenti
precari abilitati di religione. Le organizzazioni sindacali hanno posto
l’accento su tre questioni: bandire quanto prima una procedura concorsuale
ordinaria per i docenti di religione; avviare una procedura di assunzione a
tempo indeterminato per i precari con oltre 36 mesi di servizio con le medesime
modalità previste per i precari di altre discipline; procedere allo scorrimento
della graduatoria di merito del concorso DDG 2 febbraio 2004.
L’AZIONE DELL’ANIEF
L’Anief, però, non si è fermata agli auspici. Prima dell’attuale estate, il
giovane sindacato rappresentativo ha inviato al ministero dell’Istruzione una
esplicita richiesta di emanazione del decreto che prevede l’assunzione in
ruolo dei docenti di religione cattolica per scorrimento delle precedenti
graduatorie: è stato quindi chiesto all’amministrazione di operare con urgenza,
effettuando così le immissioni in ruolo già in vista del prossimo complicato
anno scolastico, che farà osservare il record di supplenze e il problema del
distanziamento fisico nelle classi.
È inoltre di questi giorni l’iniziativa
emendativa dell’Anief da attuare nell’Atto
Senato n. 1883, per la conversione in legge del decreto-legge 16
luglio 2020, n. 76, recante misure urgenti per la semplificazione e
l’innovazione digitale, con il quale, tra le altre cose, si chiede un preciso
impegno del ministero dell’istruzione di bandire, entro il 2020, una procedura
straordinaria per titoli ed esami per i docenti di religione cattolica di ogni
organo e grado (parallelamente a quella per i
docenti della scuola dell’infanzia e della primaria), finalizzata
all’immissione in ruolo di 8 mila precari storici di religione, in analogia a
quanto già disposto per il concorso straordinario della scuola secondaria di
cui all’articolo 1, comma 1 della legge 20 dicembre 2019, n. 159.
IL RISARCIMENTO DANNO
Nel frattempo, attraverso il giovane sindacato continuano ad essere presentati i ricorsi al giudice del lavoro per ottenere in favore degli insegnanti precari di religione cattolica – con 36 mesi di servizio svolto su posto vacante e disponibile – per ottenere il risarcimento del danno cagionato dalla mancata immissione in ruolo: secondo l’Ufficio legale Anief, infatti, vi sono tutte le condizioni per avere operato, in questi casi, una illecita reiterazione dei contratti a termine, in palese contrasto con la direttiva UE 70 del 1999.
Al via il Tavolo di lavoro congiunto tra il Ministero dell’Istruzione (MI) e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per l’approfondimento delle diverse tematiche che riguardano l’insegnamento della Religione Cattolica e per la definizione dell’intesa sul prossimo concorso per gli insegnanti di Religione previsto dal decreto scuola approvato lo scorso dicembre.
Nelle scorse ore la prima riunione, che dal Miur affermano essersi “svolta in un clima di assoluta collaborazione”, alla presenza di rappresentanti del Ministero e della Conferenza Episcopale.
Il Tavolo è presieduto dalla dott.ssa Lucrezia Stellacci, consigliere della Ministra Lucia Azzolina. Il concorso sarà bandito entro il 2020. Dovrà essere però preceduto, come previsto dal decreto di dicembre, da un’intesa tra MI e CEI.
Il Tavolo seguirà l’iter dell’intesa con l’obiettivo di chiuderla in breve tempo e procedere poi con la stesura del bando. Ciò consentirà al Ministero di procedere con l’emanazione del bando di concorso nei tempi previsti per coprire i posti per l’insegnamento di Religione Cattolica che risulteranno vacanti e disponibili nell’arco del prossimo triennio. Resta fermo quanto previsto dal decreto di dicembre circa lo scorrimento delle graduatorie generali di merito del precedente concorso.
La Chiesa Italiana, testimone e solidale con la preoccupazione e il disagio in cui versano tanti insegnanti di religione cattolica, esprime con una nota “soddisfazione per l’autorizzazione a bandire, entro l’anno 2020, un concorso per la copertura dei posti per l’insegnamento della religione cattolica, prevista dall’art. 1 bis della Legge 159/2019 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 28 dicembre 2019”.
“Dopo aver seguito – si legge – con attenzione lo svolgimento del dibattito parlamentare, apprezzando lo sforzo per raggiungere un traguardo desiderato da più di 15 anni, la Conferenza Episcopale Italiana rinnova la propria disponibilità a collaborare all’elaborazione del Bando di concorso in dialogo con il Ministero dell’Istruzione e con i Sindacati, a sostegno degli insegnanti di religione cattolica italiani e per il bene della comunità scolastica. L’auspicio è che quello che si apre possa essere un percorso fruttuoso che, accanto all’ascolto delle diverse esigenze e al rispetto per le varie posizioni, trovi il modo di valorizzare la preparazione e le competenze degli insegnanti di religione, molti dei quali in servizio da tanti anni”.
“L’insegnamento della religione cattolica, infatti, è una disciplina scolastica molto apprezzata: pur essendo facoltativa, se ne avvalgono più dell’86% degli studenti italiani per il suo carattere culturale ed educativo, capace di accompagnare il cammino di crescita delle ragazze e dei ragazzi di oggi. Proprio le peculiarità di questa disciplina saranno lo stimolo per costruire un itinerario concorsuale che sappia valorizzare gli insegnanti che, con passione e generosità, si impegnano a superare i problemi quotidiani, ma anche difficoltà dovute ai pregiudizi e a una normativa spesso poco conosciuta. Alcuni di loro saranno chiamati ora ad affrontare una prova per l’assunzione a tempo indeterminato da parte dello Stato. La Legge 159/2019 prevede che una quota non superiore al 50% dei posti sia riservata ai docenti che abbiano svolto almeno tre annualità di servizio, oltre che lo scorrimento delle graduatorie per chi ha superato il concorso del 2004, ma non è ancora entrato in ruolo”.
“Nel rispetto delle competenze pattizie e delle norme stabilite, i Vescovi ribadiscono il loro impegno e la cura per gli insegnanti di religione cattolica e per la loro serenità professionale e familiare”, conclude la CEI.
Attualmente, per quanto riguarda le disposizioni di legge, l’insegnamento di Religione Cattolica non è obbligatorio e chi decide che il figlio non debba avvalersene è consapevole – per obbligo di legge – che questa scelta non deve dar atto a discriminazioni. Si tratta di uno dei pochi aspetti che non è rientrato nella legge della cosiddetta Buona Scuola.
Non solo. ma una sentenza del Tribunale di Padova del luglio del 2010 destinata a fare giurisprudenza afferma che è obbligatoria:
l’attivazione dei corsi alternativi alla Religione Cattolica costituiscono “un obbligo”, che se disatteso pone in essere “un comportamento discriminatorio illegittimo” fonte, questo, di responsabilità risarcitoria per l’Istituto Scolastico inadempiente
Insomma, sono le scuole a dover garantire un’alternativa a chi non si avvale dell’insegnamento della religione cattolica. Alternativa che, però, spesso non è garantita per mere questioni organizzative.
E se facessimo lo stesso l’ora di religione?
In realtà sono anni che l’ora di religione non è più intesa in senso stretto come ora di religione cattolica. Sebbene viga ancora una certa discrezionalità da parte del docente in ruolo per l’insegnamento, i programmi che vengono proposti sono allargati solitamente a religioni e culture diverse. Insomma, l’ora di religione può diventare un volano per una riflessione più profonda che comprenda valori condivisi e imprescindibili comuni al buon vivere civile.
Questo se – sia chiaro – non si intenda come mera ora di catechismo.
Libri di religione
In catalogo Matacena Libri è possibile trovare una vasta scelta dei volumi per l’IRC di recente realizzazione e tarati sulle necessità dei tempi moderni.
Intanto, suggeriamo agli insegnanti le Grandi Guide Raffaello per 1-2-3 in materia Religione.
Si complica il percorso dei docenti precari di religione cattolica verso la stabilizzazione, dopo anni ed anni di supplenze: alla vigilia dell’approdo in Aula del Senato del decreto-legge 135/18 Semplificazioni, il cui esame è previsto a partire da queste ore, si scopre che la parte del testo as 989 a/bis, licenziato dalla I e dalla VIII Commissione di Palazzo Madama, riguardante questa categoria di insegnanti non sarà nemmeno valutata: l’emendamento 10.0.3. al ddl 989 – a firma dei senatori Pittoni, Barbaro, Nisini, Rufa, Augussori, Saponara, Campari, Faggi, Pepe, Pergreffi – è stato infatti ritirato.
Attraverso l’emendamento leghista, il reclutamento degli insegnanti di religione cattolica nella scuola statale si sarebbe dovuto realizzare assegnando la metà dei posti ai vincitori dei concorsi ordinari e l’altra metà ai vincitori dellesessioni riservate ai precari con almeno 36 mesi di servizio svolti, dopo comunque avere assorbito tutti gli idonei del concorso del 2004. Con la decisione di introdurre la sessione riservata rientrava nell’idea del Fit transitorio per la scuola secondaria previsto dal decreto legislativo 59/2017.
Sul ripensamento del partito di maggioranza non si hanno spiegazioni ufficiali: di sicuro, sulla decisione finale hanno avuto la loro influenza le proteste dei tanti insegnanti precari esclusi dal “paletto” imposto dai proponenti dell’emendamento della Lega con cui si pretendeva che i 36 mesi di servizio fossero stati svolti negli ultimi dieci anni. Ma anche la cervellotica decisione di impedire ai candidati di trovare posto nella propria provincia.
Anief pronta a supportare i docenti esclusi
“A questo punto – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – saltando l’emendamento che avrebbe autorizzato l’ennesima procedura riservata, ai docenti di religione cattolica precari in possesso dell’idoneità diocesana ignorati dalla politica, è chiaro che non rimane altro che ricorrere ai tribunali del lavoro: in quella sede, sarà possibile finalmente chiedere la loro stabilizzazione e il giusto risarcimento per l’abuso dei contratti a terminecome previsto da precise disposizioni e direttive dell’Unione Europea”.
“Tra l’altro, a nostro avviso, questi docenti vanno considerati titolari nella scuola dove stanno facendo il FIT dal 1° settembre 2018, accantonando il posto nella mobilità già accantonato per i docenti individuati prima del 31 dicembre sempre per il FIT visto che è stato abolito” conclude il presidente nazionale Anief.
Tutti coloro che sono interessati a ricorrere con Aniefcontro la mancata assunzione a tempo indeterminato del personale abilitato e per il risarcimento per abuso reiterato dei contratti a termine possono cliccare qui.
Introdotta nel 1929 a seguito dei Patti Lateranensi tra Governo fascista e Santa Sede, e da allora mai cancellata, l’ora di religione cattolica può essere un’ora di crescita personale importante. Attorno ad essa da anni si sviluppa un dibattito importante, in cui le posizioni sono diametralmente opposte. Sono tanti, infatti, a non voler far avvalere i propri figli di questo insegnamento. Ad oggi, in un’Italia multiculturale e in cui il cattolicesimo perde terreno rispetto ad altre religioni, ha ancora senso l’ora IRC (Insegnamento della Religione Cattolica)?
Come funziona oggi l’IRC (Insegnamento Religione Cattolica)?
Attualmente, per quanto riguarda le disposizioni di legge, l’insegnamento di Religione Cattolica non è obbligatorio e chi decide che il figlio non debba avvalersene è consapevole – per obbligo di legge – che questa scelta non deve dar atto a discriminazioni. Si tratta di uno dei pochi aspetti che non è rientrato nella legge della cosiddetta Buona Scuola.
Non solo. ma una sentenza del Tribunale di Padova del luglio del 2010 destinata a fare giurisprudenza afferma che è obbligatoria:
l’attivazione dei corsi alternativi alla Religione Cattolica costituiscono “un obbligo”, che se disatteso pone in essere “un comportamento discriminatorio illegittimo” fonte, questo, di responsabilità risarcitoria per l’Istituto Scolastico inadempiente
Insomma, sono le scuole a dover garantire un’alternativa a chi non si avvale dell’insegnamento della religione cattolica. Alternativa che, però, spesso non è garantita per mere questioni organizzative.
E se facessimo lo stesso l’ora di religione?
In realtà sono anni che l’ora di religione non è più intesa in senso stretto come ora di religione cattolica. Sebbene viga ancora una certa discrezionalità da parte del docente in ruolo per l’insegnamento, i programmi che vengono proposti sono allargati solitamente a religioni e culture diverse. Insomma, l’ora di religione può diventare un volano per una riflessione più profonda che comprenda valori condivisi e imprescindibili comuni al buon vivere civile.
Questo se – sia chiaro – non si intenda come mera ora di catechismo.
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