Il
Miur ha firmato il decreto di distribuzione alle Università dei posti per le
specializzazioni; il 28 e il 29 marzo ci saranno le prove di accesso ai corsi.
La tabella
allegata indica la suddivisione dei posti a livello regionale. Anief conferma i ricorsi, a cui si può
aderire entro l’11 marzo, al Tar del Lazio: (Scuola Primaria) del Personale
Educativo; (Scuola Secondaria) dei diplomati Conservatorio, Accademia Belle Arti
o Accademia Danza e dei Dottori di Ricerca, dei docenti con diploma utile per
l’accesso alla classe di concorso ad esaurimento A-66 (ex cdc A075 e A076) e
per tutte le altre ugualmente non contemplate. Avviata pure la preadesione al
ricorso al Tar del Lazio per ottenere l’accesso alla prova scritta per il corso
di specializzazione per tutti i candidati che supereranno la prova preselettiva
Anief
attiva il ricorso per l’accesso TFA Sostegno (Scuola Primaria) del personale
educativo. Il ricorso è volto ad ottenere l’accesso al concorso per conseguire
il TFA sostegno scuola primaria degli educatori abilitati come personale
educativo (PPPP).
Anief,
con il supporto di Eurosofia, ha pensato ad un corso mirato, avvalendosi di
figure professionali competenti, per esercitarsi sulle materie della prova. Ha
modulato differenti tipologie di percorsi formatici per affrontare la
selezione: un corso on line, dalla durata di 80 ore in modalità e-learning, di
cui 70 ore in modalità e-learning di autoapprendimento e 10 ore in modalità
webinar; un corso in presenza, della durata di 20 ore in presenza; corso on
line e in presenza, della durata di 80 ore on line e 20 ore in presenza.
“Per le tante decine di
migliaia di docenti precari di terza fascia si sta facendo molto meno di quello
che era stato promesso: a questi insegnanti non servono punti in più, ma corsi
abilitanti e l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento con l’avvio
contestuale del doppio canale di reclutamento. È un passaggio chiave ed
imprescindibile se si vuole davvero vincere una volta per tutte la supplentite cronica nella scuola:
pensare di cavarsela, come ha fatto il governo giallo-verde, con un emendamento
che dà una supervalutazione del servizio in occasione del prossimo concorso,
non serve a molto”. A dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief,
commentando l’avvenuta approvazione della modifica all’interno del Ddl 1018
relativo alla conversione in legge del decreto 28 gennaio 2019, n. 4 che apre a
quota 100 e al reddito di cittadinanza.
LA
TESI DELLA SENATRICE BIANCA LAURA GRANATO (M5S)
Le ragioni dell’esecutivo
sono state oggi espresse dalla senatrice Bianca Laura Granato (M5S), secondo la
quale si starebbe rispettando “il contratto di governo nel modo in cui abbiamo
potuto, visto che nelle more della legge di bilancio sono stati vinti alcuni
ricorsi che hanno reso impraticabile la via del concorso riservato. Mi
riferisco al transitorio della secondaria, laddove risultano bloccate le
rispettive graduatorie. Vogliamo far funzionare la scuola pubblica e
valorizzare il precariato – ha continuato la senatrice -. Ecco perché oltre a
destinare il 10% dei posti ai precari, nel concorso verrà valutato il servizio
grazie ad un emendamento che abbiamo approvato in commissione finito nel
decreto quota 100”.
La senatrice
pentastellata sostiene anche di non avere “alcun dubbio che docenti con
servizio siano in grado di superare il concorso meglio di altri appena usciti
dagli studi”, perché “l’esperienza è un valore aggiunto insostituibile. Ma a
questi timori vanno date delle risposte e vanno individuati correttivi, se
possibile, alle procedure concorsuali. Parlerò con il Ministro per trovare
soluzioni”, ha concluso Granato.
LE
RICHIESTE ANIEF
Anief invita la senatrice
a percorrere una delle strade indicate da tempo dal giovane sindacato:
aumentare la quota di accesso prevista dalla legge di stabilità per tutti i
docenti precari di terza fascia d’istituto. Oppure avviare un corso abilitante
e permettere la loro successiva collocazione nelle GaE. A meno che non si
voglia pensare ad un loro reclutamento dalla seconda fascia delle graduatorie
d’istituto. “Occorre percorrere una di queste strade – dice ancora il
presidente Anief – ed anche in fretta, perché se non si sana una volta per
tutte la loro posizione si rischia concretamente di andare incontro ad un
blocco delle attività didattiche”.
Il sindacato autonomo
ricorda che la Legge Europea, illustrata da Anief ai parlamentari del Senato,
prevede che gli stati membri debbano provvedere alla “conversione automatica
del contratto a tempo determinato in un contratto a tempo indeterminato se il
rapporto di lavoro perdura oltre una data precisa”, ovvero 36 mesi anche non
continuativi qualora stiano operando su posto vacante e disponibile. Una
soluzione che, tra l’altro, andrebbe anche a risolvere il problema delle 150
mila supplenze annuali o al termine delle attività didattiche.
Per questi motivi, Anief
ha chiesto anche di introdurre una apposita modifica al decreto-legge 14
dicembre 2018, n. 135, il cosiddetto decreto Semplificazioni, attraverso
un’audizione tenuta presso la I Commissione Affari Costituzionali del Senato,
andando a rivedere il comma 2 dell’articolo 10 del decreto Semplificazioni,
sostituendo all’articolo 1, comma 792 della legge di bilancio 2019, lettera o),
punto 2, le parole “10 per cento” con “50 per cento”: nella richiesta si è
chiesto, di fatto, la stabilizzazione del personale docente non abilitato con
36 mesi di servizio attraverso l’estensione della quota di posti riservata.
L’EUROPA
CHIAMATA IN CAUSA
La decima Sezione Corte
di Giustizia Europea solo pochi mesi fa ha emesso la sentenza C-331/17 Sciotto
che, richiamando “la clausola 5 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo
determinato, concluso il 18 marzo 1999, che figura in allegato alla direttiva
1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all’accordo quadro CES,
UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato”, ha ribadito che gli stati membri
non possano osteggiare tale indicazione e nemmeno discriminare determinate
categoria di lavoratori. Invece, in Italia si continua proprio a fare questo.
In arrivo 50 milioni di
euro per interventi specifici di contrasto alla povertà educativa minorile e
alla dispersione scolastica. A beneficiarne saranno oltre 1.000 scuole delle
Regioni del Mezzogiorno. Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca,
Marco Bussetti, ha infatti firmato un decreto per l’individuazione di 292 aree
di esclusione sociale in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise,
Puglia, Sardegna e Sicilia, caratterizzate da povertà educativa minorile e
dispersione scolastica, nonché da un elevato tasso di fenomeni di criminalità
organizzata.
I criteri con cui sono
state individuate le aree di intervento sono: tasso di deprivazione
territoriale; livello di disagio negli apprendimenti, calcolato sulla base dei
dati INVALSI; status socio-economico delle famiglie di origine; tasso di
abbandono nel corso dell’ultimo anno scolastico; presenza di alunni ripetenti;
livelli di criminalità minorile.
Il decreto dovrà ora
essere controfirmato dai Ministri dell’Interno e della Giustizia. Entro trenta
giorni dalla sua adozione, il MIUR provvederà a pubblicare uno specifico Avviso
pubblico a valere sulle risorse del PON “Per la Scuola” 2014-2020 per un totale
di 50 milioni di euro che verranno ripartiti tra circa 1.000 scuole delle aree individuate.
“Con questo decreto –
dichiara il Ministro Marco Bussetti – abbiamo voluto dare attuazione a un’altra
norma, risalente a due anni fa, fino ad oggi mai attuata. Il provvedimento
consente di sbloccare importanti risorse da assegnare ai territori del
Mezzogiorno caratterizzati da una forte dispersione scolastica e da un elevato
tasso di criminalità, anche minorile. Le scuole sono da sempre un presidio
fondamentale nelle aree più difficili del Paese. Con questo intervento potranno
attivare progetti anche di rete con enti locali, soggetti del terzo settore,
strutture territoriali del CONI, delle Federazioni sportive nazionali e degli
enti di promozione sportiva o servizi educativi pubblici per l’infanzia del
territorio. Si potranno così potenziare le competenze e le attitudini degli
studenti, contrastando fenomeni di dispersione scolastica”.
Il
gruppo editoriale Il Capitello, da sempre attenta agli sviluppi
dell’insegnamento e all’interazione e le opportunità che le nuove tecnologie
mettono a disposizione dei docenti, si presenta di nuovo sul mercato con la sua
nuova linea di libri didattici per la scuola primaria garanzia di qualità.
Si parte con Forza Ragazzi, un nuovo progetto pensato per gli allievi di quarta e quinta elementare. L’obiettivo è rendere consapevole il bambino del perché studia e come studia.
Per le classi seconda e terza elementare, invece, c’è Rudi, il simpatico bambino extraterrestre che apprende aiutato dai 5 sensi, in un volume che riserva particolare attenzione al tema dell’inclusione.
Tornando alle classi quarta e quinta, “In gioco tra i saperi” è un sussidiario che mette in gioco conoscenze e abilità per l’esercizio autentico delle competenze, mentre “In gioco tra le righe” mette il gioco al centro dell’apprendimento.
In Volo è la soluzione Elledici Scuola e Gruppo Editoriale Il Capitello per l’insegnamento della religione nella scuola primaria.
Il Libro Magico è un sussidiario della Capitello completo con ricche prove per verificare le competenze acquisite.
Per
ulteriori informazioni, è possibile visitare il sito del gruppo.
“È
un episodio di razzismo e non si è trattato di un esperimento sociale. I miei
figli stanno male”: a dirlo è stato il papà dell’alunno della scuola di
Foligno che, assieme alla sorellina, sarebbe stato messo in un angolo e
definito brutto da un maestro supplente di una scuola elementare del
folignate. Per vederci chiaro su quanto
è accaduto nella scuola dei suoi figli, l’uomo, accompagnato dalla moglie è
andato a parlare con la preside.
Alla
scuola elementare di Foligno (PG), con i genitori dei bambini c’era anche il
loro legale, l’avvocato Silvia Tomassoni. L’uomo, originario della Nigeria e in
Italia da 17 anni, ha rivelato: “I miei figli stanno molto bene dentro la
scuola con gli altri bambini, il problema è soltanto con questo maestro. In
tanti anni che siamo in questo Paese è la prima volta che ci capita una cosa
del genere”.
L’insegnante
Mauro Bocci, in collegamento telefonico da Vespa, si è giustificato sostenendo
che la sua era “una sperimentazione didattica” annunciata ai
ragazzi”. “Ho detto: possiamo fare una cosa di questo tipo? E loro mi
hanno risposto: proviamo”. “Parlavamo della Shoah, dell’integrazione
– ha aggiunto – e quindi era per suscitare una provocazione.
Il
padre del bambino ha poi sottolineato la solidarietà degli altri genitori
evidenziando che l’Italia “non è un Paese razzista”. “Altrimenti
– ha aggiunto – non saremmo qui da tanto tempo. In Italia abbiamo fatto tante
cose belle, tra cui i nostri cinque figli”. Prima di salire in auto con la
moglie e il legale rispondendo alla domanda se crede alla versione del maestro
in merito all’esperimento sociale, ha sottolineato che il docente “non
aveva informato gli alunni”. “E comunque – ha concluso – non riterrei
giusto che possa aver preso i miei figli per fare un esperimento”. La famiglia
ha fatto sapere che quanto è successo finirà “a breve” all’attenzione
della magistratura. “I genitori – ha detto il legale – sono sereni ma
chiedono tutela. È comunque importante che tutto ciò sia emerso dai racconti
dei bambini che erano in classe ai genitori”.
Il
maestro “sarà sospeso dal servizio in via cautelare” dal ministero
dell’Istruzione, fanno sapere fonti del Miur, dopo che il ministro Marco
Bussetti ha “chiesto agli uffici di intervenire immediatamente”,
“a tutela della serenità degli alunni”. “La scuola – ha
sottolineato – è luogo di inclusione ed è di tutti”. Dopo la segnalazione
alla responsabile della scuola, l’Ufficio scolastico regionale è stato subito
messo al corrente della situazione. E il Ministero dell’Istruzione ha chiesto
una relazione. “Saremmo di fronte a un fatto gravissimo. Da
condannare” ha ribadito lo stesso ministro Bussetti.
Interrogazioni
parlamentari sono state presentate da Nicola Fratoianni, di LeU, e da Alessia
Morani, del gruppo Pd alla Camera. “Se i fatti saranno accertati non
basterà un’ispezione. Bisognerà chiedersi quanto c’entra questa odiosa e
terribile escalation di razzismo con la propaganda di Salvini” ha scritto
la deputata Dem Anna Ascani su Facebook. “Cosa è diventato il nostro Paese
se non riesce a distinguere il bene dal male, il giusto
dall’inammissibile?” si è chiesta Mara Carfagna, vice presidente della
Camera e deputata di FI.
Il
Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha
firmato il decreto di distribuzione alle Università dei 14.224 posti
disponibili per l’anno accademico 2018/2019 per le specializzazioni sul
sostegno. Il decreto individua anche le date delle prove di accesso ai corsi.
Le prove si terranno: il 28 marzo di mattina per la Scuola dell’infanzia e di
pomeriggio per la Scuola primaria, il 29 marzo di mattina per la Secondaria di
I grado e di pomeriggio per la Scuola secondaria di II grado.
“In
tre anni – ricorda Bussetti – specializzeremo 40.000 nuovi insegnanti sul
sostegno per garantire un servizio migliore ai nostri studenti. Partiamo con
questi primi 14mila posti e proseguiremo, nei prossimi due anni, con una
precisa programmazione che mette al centro il bene della scuola e degli
studenti con disabilità. Era un impegno che avevo preso fin dai primi mesi del
mio mandato e che stiamo concretizzando rapidamente. Il sostegno è un problema
annoso, lo stiamo affrontando con serietà e con una visione di lungo periodo”.
Nell’ambito
dei 50 milioni di Euro che Amministrazione de Magistris ha destinato alle
scuole napoletane, si apre la terza fase del programma di riqualificazione e
messa in sicurezza anche sismica: dopo il censimento degli edifici scolastici
di proprietà comunale, e la fase -ancora in itinere- dell’ acquisizione delle
certificazioni antincendio, partita lo scorso anno, si investono oggi
11.383.962,32 Euro per acquisire secondo gli obblighi di legge le verifiche sul
grado di vulnerabilità sismica rese obbligatorie dalla Legge dell’ 8 febbraio
2017 per gli edifici in zona sismica 1 e 2.
Si
tratta di uno dei più grossi investimenti in Italia su questa materia e si
contraddistingue per il coinvolgimento di 333 edifici scolastici censiti.
Nella
definizione della banca dati degli stessi e del capitolato di gara con cui
saranno affidati i Servizi di ingegneria e architettura, il PRM Edifici
Scolastici del Comune di Napoli ha lavorato insieme alla task force
dell’Agenzia Coesione Territoriale con cui si è stretto un Protocollo e in
sinergia con i Servizi Tecnici delle 10 municipalità.
L’assessore
Palmieri dichiara: “È una scelta politica chiara di questa
Amministrazione, un lavoro che viene da lontano e che ogni anno si arricchisce,
quello di investire risorse su tutte le scuole della città senza distinzione e
senza essere costretti come succede, invece, con la politica dei bandi a
premiare alcuni e trascurare altri: tutte le scuole hanno lo stesso diritto
alla sicurezza, perché tutte le bambine e i bambini di Napoli sono
uguali”.
Parte
5G4School per accelerare l’innovazione nella scuola italiana. Fondazione Lars
Magnus Ericsson e Fondazione Mondo Digitale hanno deciso di investire sui
giovani e con il progetto 5G4School portano le nuove tecnologie di
comunicazione digitale negli istituti del nostro Paese per sostenere lo
sviluppo personale e professionale delle nuove generazioni e promuovere una
società più connessa, innovativa e sostenibile. L’iniziativa punta a far
conoscere agli studenti le potenzialità della rete di quinta generazione e
avvicinarli verso nuovi scenari e profili professionali.
“Sono
orgoglioso come Presidente della Fondazione Lars Magnus Ericsson di contribuire
fattivamente, attraverso questo nuovo programma, alla diffusione delle
competenze critiche che saranno determinanti per l’inserimento dei giovani nel
mondo del lavoro” ha detto Cesare Avenia, presidente della Fondazione Lars
Magnus Ericsson, che ha incontrato questa mattina 100 studenti dell’IIS Croce
Aleramo di Roma. “Auguro, insieme a tutto il Consiglio di Amministrazione
della Fondazione Ericsson, che questo nuovo programma promosso insieme a
Fondazione Mondo Digitale possa avvicinare tutti gli studenti che
parteciperanno alla nuova frontiera dell’innovazione tecnologica digitale”
ha aggiunto Avenia.
“Con
Fondazione Lars Magnus Ericsson aiutiamo i giovani a sperimentare potenzialità
e impatto delle nuove tecnologie nella vita personale e professionale.
Promuoviamo creatività, soluzioni innovative e inclusive, e cultura del
cambiamento per un’azione sistemica di sviluppo, visione e crescita delle
aziende italiane e del nostro Paese” ha sottolineato Alfonso Molina,
direttore scientifico della Fondazione Mondo Digitale.
Trasmettere
fino a 10 Gigabit al secondo, evidenziano Fondazione Lars Magnus Ericsson e
Fondazione Mondo Digitale, “significa che enormi quantità di informazioni
superano distanze maggiori in tempi velocissimi, rivoluzionando diversi ambiti
di applicazione, dal settore automobilistico alla sanità. Ma come accompagnare
i cittadini in questa trasformazione? Come investire sulla formazione dei
giovani per prepararli ad affrontare con successo le sfide del futuro?”
Con il progetto ‘5G4School’, continuano Fondazione Lars Magnus Ericsson e Fondazione
Mondo Digitale, si “coinvolgono gli studenti nella sperimentazione delle
tecnologie 5G, Internet of Things e Cloud Robotic per interconnettere oggetti,
dati e persone e portare servizi e benefici nel contesto in cui vivono. E le
attività, rivolte a 200 studenti delle scuole secondarie superiori di Roma e
Milano, rientrano in un programma di formazione, orientamento e
autoimprenditorialità che si articola in diverse fasi. Nell’ambito del progetto, infatti, è previsto
un percorso di alternanza scuola-lavoro sullo sviluppo di applicazioni IoT e
Cloud per la robotica; due hackathon per selezionare i team che accedono alla
Phyrtual Factory, l’acceleratore giovanile inclusivo della Fondazione Mondo Digitale.
Infine, l’esposizione dei prototipi e la
premiazione del miglior progetto avverrà alla RomeCup 2019, la manifestazione
di robotica in programma nella capitale dal 2 al 5 aprile.
“Verso
una Scuola che promuove salute”. Questo il titolo del documento presentato ieri
mattina dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, e dal Ministro della
Salute, Giulia Grillo, che
impegna i due dicasteri a diffondere l’educazione a corretti e sani stili di
vita tra gli studenti e a inserire nel loro percorso di studi la promozione
della salute come proposta educativa continuativa e integrata, a partire dalla
Scuola dell’infanzia e fino alla Secondaria di secondo grado.
Il
testo è frutto di un lungo percorso di valorizzazione dei temi della salute nei
programmi scolastici e sancisce una stretta collaborazione tra sistema
scolastico e sistema sanitario. Il documento, presentato al Ministero della
Salute, è stato redatto congiuntamente dai due Ministeri e approvato in
Conferenza Stato-Regioni il 17 gennaio 2019. Definisce un Piano di interventi
educativi rivolti agli studenti, alle loro famiglie e al personale scolastico,
con l’obiettivo di far acquisire competenze individuali su questi temi, di
qualificare gli ambienti in cui i giovani vivono e si formano e di garantire il
benessere complessivo del corpo sociale, nel presente e nel futuro.
Non
un’ora di lezione dedicata o una materia aggiuntiva nel curricolo scolastico:
l’obiettivo è rendere la promozione della salute trasversale nel percorso
formativo dei giovani. Nel rispetto dell’autonomia, ogni scuola potrà
strutturare percorsi per il benessere psicofisico dei bambini e dei ragazzi,
lavorare al miglioramento della qualità dei luoghi di studio, promuovere
corretti stili di vita come, ad esempio, mangiare sano e fare attività fisica.
Aprendosi anche al territorio e rafforzando la collaborazione con il servizio
sanitario e le comunità locali.
“Stiamo
predisponendo un Piano di interventi di ampio respiro che mira a educare
cittadini consapevoli. Vogliamo investire sui giovani che frequentano le nostre
scuole. Far sì che sviluppino conoscenze e competenze ci consentirà di avere
domani comunità composte da cittadini più responsabili. Dobbiamo operare
affinché l’individuo sia in grado di utilizzare i propri strumenti culturali
per la realizzazione di un equilibrio e di un benessere psicofisico personale e
sociale. Consideriamo anche che ogni bambino che acquisisce un corretto stile
di vita, che impara ad avere rispetto dell’ambiente, che capisce l’importanza
dell’attività sportiva per la propria crescita è un ‘ambasciatore’ di queste
buone pratiche e di questi valori nella sua famiglia, nella sua cerchia di
amici. Per questo, attraverso questo documento, stiamo portando avanti una
campagna di promozione della salute che parte negli Istituti scolastici, ma non
si esaurisce in essi”, ha dichiarato il Ministro Marco Bussetti.
“Questo
passo rientra all’interno di una visione complessiva che il Governo sta
portando avanti. Crediamo in un approccio multisettoriale sui processi di
salute, c’è un impegno multidisciplinare e la scuola rappresenta un momento
fondamentale di informazione e formazione. In questi anni sono stati fatti
degli sforzi ma non sono stati sufficienti: nell’ambito del nuovo Piano di
prevenzione lavoreremo per avere una spinta maggiore e più stringente per avere
obiettivi e risultati misurabili”, ha affermato il Ministro Giulia Grillo.
Nel
corso della mattinata, di ieri, Bussetti e Grillo hanno firmato inoltre un
Protocollo d’Intesa per la tutela del diritto alla salute, allo studio e
all’inclusione. Obiettivi: rendere stabile la programmazione condivisa e
partecipata tra le Istituzioni centrali, regionali e locali, sanitarie e
scolastiche, attraverso la condivisione di obiettivi educativi e di salute;
promuovere l’inclusione scolastica di bambini, alunni e studenti con
disabilità, con disturbi evolutivi specifici e con altri bisogni educativi
speciali; sostenere i sistemi nazionali di sorveglianza nel monitoraggio di
alcuni aspetti della salute dei bambini e degli adolescenti riguardo ai
principali fattori di rischio comportamentali.
I Sindacati Udir e Anief sostengono la norma che elimina
l’obbligo vaccinale della Legge Lorenzin e incentiva una vaccinazione spontanea
e volontaria, secondo i dettami della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Per quanto riguarda l’organizzazione delle classi, anche in
presenza di soggetti immunodepressi, e altre azioni inerenti alle mansioni dei
DS e delle segreterie, segnalati emendamenti alla XII Commissione che
ravvicinano il diritto alla salute a quello allo studio
Anief e Udir si dichiarano favorevoli all’approvazione del
disegno di legge AS 770 che abroga gli obblighi vaccinali rigidamente
introdotti dalla Legge Lorenzin e rimodula tutto nella promozione di
un’adesione volontaria e consapevole alle vaccinazioni, nel rispetto della
Cedu.
Tale obbligo risultava irragionevole e contrario alla
giurisprudenza comunitaria alimentando un conflitto, di certo non apparente,
tra il diritto alla salute e il diritto all’istruzione, tra trattamento
sanitario obbligatorio e libertà individuale, peraltro, previsto in maniera
perentorio nell’età prescolare che copre soltanto un bambino su due e
derubricato a facoltativo, ma con sanzione nella scuola dell’obbligo.
Importante anche il richiamo relativo al fatto che soltanto
in presenza dei significativi scostamenti del PNPV, tali da ingenerare il
rischio di compromettere l’immunità di gruppo, i piani straordinari di
intervento possono subordinare in modo temporaneo la frequenza a scuola alla
somministrazione di una o più vaccinazioni. Questa possibilità è compatibile
con la necessità di non compromettere l’immunità di gruppo, a maggior ragione
per il fatto che ci sono anche minori non vaccinabili che devono stare in classe
con soggetti immunizzati.
Per queste ragioni, nell’auspicare un esame urgente del
provvedimento in esame, comunque da concludere per consentire l’avvio ordinato
del prossimo anno scolastico, sono state proposte soltanto tre minimali e
specifiche proposte emendative tese ad agevolare peraltro il lavoro del
dirigente scolastico e delle segreterie
Le proposte Anief e Udir, appunto, mirano a imporre il
diritto all’istruzione dei minori in modo che esso non venga compromesso in
nessun modo, nell’ottica di un’istituzione scolastica che non neghi diritto
alla frequenza a scuola per alcuna ragione. Infatti, non possono essere le
istituzioni scolastiche a esercitare la facoltà di respingere un allievo perché
non vaccinato, ma bisogna unire il diritto alla salute con quello
all’istruzione.
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