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Decreto Semplificazioni: salta l’obbligo dei cinque anni sulla stessa cattedra

sede Miur Trastevere Roma

Quattro sono le questioni sul decreto Semplificazioni che il Presidente della Repubblica ha fermato, innanzitutto, l’allargamento dell’obbligo di restare cinque anni sulla stessa cattedra per tutti i neoassunti di ogni ordine e grado. Resta, invece, sempre di cinque anni, per i professori delle scuole superiori sancito nell’ultima legge di bilancio.

Come ha spiegato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, per quanto riguarda il reclutamento, si intende portare avanti la politica del Miur che ricorda quella di Renzi-Giannini: “Vogliamo chiudere le Gae”, ha detto Bussetti. Il ministro ha in mente di convogliare sempre più aspiranti docenti sui concorsi pubblici: “il prossimo bando ordinario sarà avviato quando arriveranno i risultati della mobilità, i trasferimenti cattedra su cattedra: in questo modo la prova potrà essere chiesta solo sulle discipline necessarie”.

Lo stop al “Semplificazioni” è una cattiva notizia anche per i precari della Terza fascia, i “laureati senza abilitazione”. Nel decreto era stata prevista una quota di riserva per il prossimo concorso ordinario: il dieci per cento. Niente, salta anche questo. Così come non diventa legge lo spostamento del corso di formazione per dirigenti scolastici previsto all’interno del lungo concorso presidi in fase di svolgimento. Meglio, per questa prova lo spostamento alla fase successiva all’assunzione (due mesi di corso più quattro di tirocinio in classe) è previsto, ma con il blocco del decretone non è diventato una legge valida per il futuro.

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Regionalizzazione: Da Aosta il “no” unanime del Consiglio nazionale Anief

“La regionalizzazione della scuola, così come pensata, non si può fare: dopo aver esaminato il testo che vuole regionalizzare l’Istruzione pubblica, dando seguito all’articolo 116 della nostra Costituzione mai attuato sino ad oggi, e che il 15 febbraio dovrebbe essere oggetto dell’incontro fra Governo e Regioni”, lo hanno dichiarato i vertici dell’organizzazione sindacale Anief, l’organismo che tutela i diritti dei lavoratori della scuola, ha posto il suo veto al provvedimento che vorrebbe portare da subito l’autonomia scolastica, e non solo, a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.

Sulla questione, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha detto che “il piano di regionalizzazione di un servizio pubblico è una minaccia al diritto allo studio. Contro questo progetto ci opporremo in tutte le sedi, ad iniziare da quelle giudiziarie. E i precedenti ci danno ragione piena. Speriamo comunque che non ve ne sia bisogno, perché confidiamo nella lungimiranza dei parlamentari, in particolare del M5S, che in alcune occasioni ha mostrato dubbi sulla fattibilità del provvedimento” – continua –“la scuola ha bisogno di nuove norme che introducano gli organici differenziati, sulla base di effettive necessità del territorio, dell’incremento dei livelli di istruzione, della riduzione dei tassi di dispersione, della riduzione del gap esistente tra i servizi a supporto dell’offerta formativa del Sud e quella del Nord, con quest’ultima troppo spesso in netto vantaggio. Tutte condizioni che, con l’autonomia differenziate, non avrebbero mai luce o sarebbero destinate ad aggravarsi”, ha concluso il presidente Anief.

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#StabilizziamoLaScuola, CGIL, CISL e UIL in piazza contro il sistema di reclutamento docenti

flc cgil logo

Dopo aver lanciato la campagna #StabilizziamoLaScuola nel novembre scorso, dove si proponeva una soluzione transitoria e straordinaria per il reclutamento dei docenti, sabato 9 febbraio CGIL, CISL e UIL manifesteranno unitariamente contro la legge di bilancio 2019 che lascia irrisolte molte criticità, tra cui soluzioni incisive per il mondo del lavoro e soprattutto la mancanza di dialogo verso i giovani.

Nella legge di bilancio sono state introdotte modifiche al sistema di reclutamento dei docenti della scuola secondaria: un pacchetto di riforme, stando a quanto afferma FLC CGIL, inadeguate, incoerenti e sicuramente inefficaci per garantire l’avvio dell’anno scolastico.

Per questo la FLC CGIL ha proposto di portare in piazza proposte avanzate nelle assemblee svolte lungo tutto il territorio contro dei provvedimenti giudicati ingiusti e inefficaci.