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Chiuse dopo il terremoto: 17 anni dopo riapre la scuola Ciletti di San Giorgio La Molara

Molta attesa, tante aspettative e dopo solo due anni di lavori, domenica 18 agosto, è finalmente arrivato il giorno del taglio del nastro per la nuova scuola di San Giorgio la Molara: innovativa, sicura, ecosostenibile e confortevole.

Con un investimento complessivo di meno di 1,5 milioni di euro, l’edificio scolastico in piazza Roma riapre le porte, dopo 17 anni di chiusura forzata, ospiterà gli alunni della scuola secondaria di primo grado “Nicola Ciletti”. Tutto questo è stato possibile grazie ai finanziamenti (CIPE 146/2006) concessi al Comune di San Giorgio la Molara e alla Regione Campania affiancati in questo progetto dalla Task Force Edilizia scolastica.

Alle 11:33 del 31 ottobre 2002, dopo una notte di scosse leggere, la provincia di Campobasso fu colpita da una scossa di magnitudo 5.4 con epicentro tra i comuni di San Giuliano di Puglia, Colletorto, Bonefro, Castellino del Biferno e Provvidenti. Il progetto di “rinascita” della scuola “Nicola Ciletti” a San Giorgio la Molara nasce proprio da questo drammatico evento.

Subito dopo il sisma, infatti, furono eseguite le verifiche sismiche sull’edificio scolastico. Il risultato dei controlli tecnici mise in luce quanto la struttura non fosse idonea e adeguata alla normativa dell’epoca, e questo portò immediatamente al suo sgombero. Non dimentichiamo d’altronde che in quel terremoto, a San Giuliano di Puglia crollò la scuola elementare e 57 tra alunni, maestre e bidelli rimasero intrappolati sotto le rovine dell’edificio.

San Giorgio sorge in cima a un’altura, dalla quale si possono ammirare i paesi e i monti circostanti. L’edificio scolastico “Nicola Ciletti” gode di una posizione assolutamente unica e privilegiata, dominando l’intero paesaggio circostante, ma nel cuore del centro storico. Nel 2007 il progetto di recupero e messa in sicurezza della scuola è stato affidato a un gruppo di professionisti locali. Una scuola sostenibile, energeticamente efficiente e antisismica, questi i punti cardine del progetto. Ma soprattutto una scuola innovativa, pensata per restare aperta anche la sera e nel week-end. Un progetto che vuole vedere oltre, fondato sull’idea di scuola come luogo di incontro e scambio, in grado di creare un collante con tutta la “città”.

Il recupero: quando architettura e storia si intrecciano dando vita a qualcosa di unico.

Nel 2002 l’edificio scolastico era costituito dal piano terra e due piani seminterrati realizzati negli anni ‘50, molto probabilmente nella stessa area dove insisteva un importante edificio storico (Palazzo Baronale). Mentre i piani primo e secondo, furono realizzati negli anni 60, con blocchi di “tufi” oltre a una copertura in cemento armato, i cui pesi gravavano sulla “muratura antica” in modo eccessivo. Infatti, il recupero dell’edificio era legato principalmente alla messa in sicurezza delle strutture con l’eliminazione dei piani che “appesantivano” le fondazioni e di altre cause di degrado strutturale.

Lo scopo progettuale era quello di preservare, tutelare e restaurare il nucleo antico dell’immobile e sopraelevare un piano (sottotetto) con tecnologie moderne e leggere, in chiave ecocompatibile con attenzione all’inserimento storico-urbanistico. Da non dimenticare d’altronde la collocazione della scuola in pieno centro storico: una sfida non solo architettonica ed urbanistica ma soprattutto sociale.

Il progetto: l’ambiente scolastico come elemento di esperienza e crescita individuale e collettiva.

Dal punto di vista spaziale “la nuova scuola” è stata concepita su quattro livelli di cui il piano terra rappresenta il punto di contatto tra l’edificio e la “città”, si presenta quindi leggermente sollevato rispetto al terreno, in modo da essere permeabile e “trasparente” con grandi finestre verso l’esterno. Il piano sottotetto è stato pensato come uno spazio multifunzionale: dalla palestra all’auditorium, dai laboratori alla biblioteca, spazi di carattere collettivo appartenenti all’intera comunità che consentono alla scuola di vivere per molte più ore rispetto a quelle richieste dalla didattica. Questo livello prende luce naturale a 360° e abbraccia un “giardino” interno, al centro del quale è situato un grande albero, con colori e profumi, che nel variare delle stagioni insegna ai ragazzi la mutevolezza della vita e la necessità di rinnovarsi. L’ultimo livello consente di guardare il mondo da prospettive diverse. In questo grande spazio, i ragazzi possono scoprire le attività manuali, i laboratori e la lettura, possibilmente aperta a tutti, è il luogo dove la cultura e la memoria prendono forma. “Quella pensata – racconta l’architetto Vincenzo Leone, a capo del gruppo di lavoro che ha ideato e realizzato il recupero – è una scuola in cui l’educazione avviene non solo tramite le parole ma anche attraverso le esperienze che il bambino fa nell’ambiente che lo circonda, che deve quindi essere ricco e stimolante, è uno sprone a ripensare gli spazi, ad immaginare un uso più versatile delle aule in modo da stimolare l’ascolto e la concentrazione dei bambini ed evitare di costringerli per ore in scomodi banchi, limitando la loro libertà e fantasia”.

Le aule luogo della didattica, come la presidenza e la sala professori sono collocate al piano terra e al primo seminterrato, si affacciano sul panorama mozzafiato sangiorgese, ad eccezione di una che si apre invece sulla piazza principale. I corridoi, spogliati della mera funzione di collegamento, non sono più luoghi angusti, ma ampi punti di incontro. I servizi su ogni piano, tutti dotati di bagni distinti per sesso e accessibili alle persone con disabilità. L’edificio è dotato di minimo due uscite per piano, oltre alla scala d’emergenza posta sull’altro estremo dell’immobile. Grande importanza è stata data ai materiali utilizzati nel recupero dell’edificio: la sopraelevazione è pensata in legno ed alimentata tramite fonti rinnovabili, a basso consumo energetico. La cura dei particolari è un modo alternativo ma immediato per educare bambini e ragazzi al rispetto della natura e al risparmio delle risorse. Infatti, la scuola stessa deve essere un esempio di sostenibilità e occasione continua di apprendimento.

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Potenziamento degli organici nelle scuole delle aree colpite dai terremoti. Misura estesa anche a Ischia

vigili del fuoco generica

Via libera, con un emendamento approvato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato al decreto proroga termini, al potenziamento del personale scolastico, docente e ATA (Ausiliario, Tecnico e Amministrativo), nelle aree colpite dai terremoti del 2016 e del 2017 nelle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. La norma, fortemente sostenuta dal Governo, si estende anche ai Comuni di Ischia coinvolti nel sisma del 21 agosto 2017.

Lo rende noto con fierezza il Miur in una nota stampa. “Era una misura attesa e necessaria, che consentirà un buon avvio del prossimo anno scolastico e il potenziamento dell’offerta formativa”, spiega il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti.

“Dobbiamo continuare a supportare la scuola e l’università nei territori colpiti dai terremoti del 2016 e del 2017. Da parte del MIUR c’è la massima attenzione. Si tratta di aree del Paese che sono state messe a dura prova. Anche per questo, nei giorni scorsi, ho firmato il decreto che istituisce una task force per dare tutto il supporto possibile alle scuole, agli studenti, ai dirigenti, ai docenti, alle famiglie, per l’avvio del prossimo anno scolastico. E ho incontrato i rettori delle Marche per offrire tutto il mio sostegno alle loro comunità accademiche”, conclude il Ministro.

La norma approvata in Parlamento consentirà di dare alle scuole (prorogando disposizioni già previste per gli anni scolastici 2016/2017 e 2017/2018) tutto l’organico necessario, potenziando i posti. Sarà così garantita l’offerta formativa a tutti gli studenti, anche nelle strutture temporanee, che spesso ospitano le scuole in aule più piccole, con una maggiore necessità di personale. La norma consentirà anche al personale sfollato di essere assegnato nelle scuole dei Comuni dove è attualmente residente, in attesa di tornare nelle città e nelle scuole di origine.

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Dal MIUR 120 milioni di euro per la messa in sicurezza delle scuole colpite dai terremoti del 2016/17

vigili del fuoco generica

Risorse per 120 milioni di euro per la messa in sicurezza e l’adeguamento sismico degli edifici scolastici. È quanto previsto dal Decreto del MIUR che punta ad accelerare gli interventi nelle scuole delle quattro Regioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017 (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria). Il Decreto è stato trasmesso oggi alla Conferenza Unificata.

“Si tratta di un investimento importante – sottolinea il Ministro Marco Bussetti – e di un segnale concreto di impegno attivo nei confronti di comunità duramente colpite dal sisma del 2016 e del 2017. Le scuole costituiscono il vero presidio sul territorio e la loro ricostruzione è tra le priorità per una vera rinascita delle aree più fragili del nostro Paese. Garantire la continuità didattica e il diritto allo studio in ambienti sicuri significa mettere la scuola al centro, riaffermare il suo ruolo e la sua funzione educativa all’interno di una comunità”.

Questa misura si affiancherà alle azioni di ricostruzione già in atto, per garantire un’azione sinergica sui territori. Il Decreto Ministeriale avvierà la definizione di un piano di costruzione di nuove scuole e di messa in sicurezza e adeguamento sismico di quelle già esistenti, nelle zone sismiche 1 e 2 delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, anche a seguito delle verifiche di vulnerabilità già autorizzate ed effettuate nei mesi scorsi dal MIUR. Si inizierà proprio dalle aree sismicamente più sensibili.

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Post terremoto: Coop e IUAV restituiscono la scuola a Caldarola

A un anno esatto dall’avvio del cantiere, a Caldarola, in provincia di Macerata, è stato restituito l’istituto scolastico gravemente danneggiato dalle scosse di terremoto dell’agosto 2016. L’istituto è stato ricostruito grazie ai fondi raccolti dalla campagna di solidarietà che ha coinvolto i soci e altre 13 cooperative di consumatori di tutta Italia. 

Questo è il risultato della campagna di solidarietà “il nostro cuore va al Centro” che ha coinvolto i soci di Coop Alleanza 3.0 e 13 cooperative di consumatori di tutta Italia: attraverso donazioni libere, i contributi versati trasformando i punti accumulati facendo la spesa e la devoluzione del 10% del valore delle vendite complessive del prodotto a marchio di una settimana, sono stati raccolti oltre 2 milioni e 700mila euro.

Il progetto ha visto il supporto alla progettazione dell’università di Venezia, la realizzazione ad opera del consorzio Integra e la committenza di Legacoop nazionale.

I 1.700 metri quadrati del complesso, intitolata al pittore manierista Simone De Magistris, accolgono tre sezioni della scuola dell’infanzia e cinque della primaria per un totale di 250 bambini. La struttura è stata realizzata in acciaio per la resistenza al sisma e in materiali di tamponamento e copertura utili a garantire il massimo comfort termico. Per il nuovo edificio, che ospita anche un auditorium, una biblioteca, un laboratorio di grafica ed un’aula informatica, sono stati impiegati pannelli fotovoltaici per garantire una maggiore efficienza energetica, e ampie vetrate per stabilire una connessione con il paesaggio storico.