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Tempo pieno, nessuna rivoluzione al Sud: solo 1,5%

insegnanti docenti immissione in graduatoria

Tempo pieno: dopo l’estate passerà dal 34,8% al 36,3%. Solo il 1,5 percento in più, altro che rivoluzione. A fare il calcolo è stato il quotidiano La Repubblica, che definisce il provvedimento “un flop”, come illustrato dal Miur ai sindacati nella “tabella con la ripartizione dei duemila posti previsti dalla legge di Bilancio” che ignora le esigenze e criticità del Sud Italia.

Intanto per il terzo anno consecutivo salteranno pure gli agognati trasferimenti di migliaia di docenti ricattati dagli estensori della Buona Scuola, immessi in ruolo in scuole dall’altra parte d’Italia. Marcello Pacifico, presidente Anief: Il rilancio della scuola al Sud passa per l’attivazione di organici differenziati per innalzare l’offerta formativa, gettare le basi per la riduzione di abbandoni scolastici e tasso di disoccupazione, anteprime del crescente fenomeno dei Neet

Così, “i 2 mila posti in più previsti con la legge di dicembre incrementeranno il tempo pieno alle elementari dell’1,5%: a settembre, si passerà dal 34,8% al 36,3%”. Inoltre, il piano di incremento dei posti non sarà riservato al Sud, come invece era stato detto: in base “all’algoritmo utilizzato da viale Trastevere per ripartire i duemila posti di scuola primaria in più per l’anno scolastico 2019/2020, si vede che il Nord beneficia di un numero di posti paragonabile a quelli assegnati alle regioni meridionali”. 

“Con 262 cattedre, la Lombardia passerà da una copertura del 50,6% ad una copertura del 51,8%. Regioni come Campania e Sicilia, dove il Tempo pieno è quasi una chimera, si dovranno accontentare di una quota di posti simile che sposterà le cose di poco. In Campania, che attualmente copre il 15% delle classi col servizio a Tempo pieno, arriveranno 276 cattedre che faranno salire il tempo scuola prolungato dal 15,0% al 16,8%”. 

Alla fine, quindi, l’aumento di posti sarà risibile. Altro che tempo pieno per tutti. Con il risultato che, per il terzo anno consecutivo, salteranno pure gli agognati trasferimenti di migliaia di docenti ricattati dagli estensori della Buona Scuola, immessi in ruolo in scuole dall’altra parte d’Italia. Anche la prossima estate, “le possibilità di trasferimento al Sud si incrementeranno, ma di pochissimo. Perché i 941 posti in più al Sud e nelle isole faranno incrementare di poco le chance delle migliaia (15 mila circa) di docenti assunti nelle regioni settentrionali che, dopo alcuni anni passati lontano da casa, aspirano a rientrare in patria”. 

In conclusione, quella che doveva essere “una misura per estendere il tempo pieno alla scuola primaria, soprattutto nelle regioni meridionali”, ora si sta traducendo in una operazione di ritocco: “l’incremento delle lezioni pomeridiane alla scuola elementare sarà ridottissimo e il Sud resterà distante dal Nord esattamente come prima”. 

Il risultato di questo processo era stato ampiamente previsto dall’Anief, che non a caso aveva detto come occorrevano finanziamenti dieci volte maggiori e che il completamento del tempo pieno, a questi ritmi, si sarebbe concretizzato non prima del 2060: delle 132 mila classi di scuola primaria autorizzate nel 2017/2028 soltanto 46 mila (25 mila concentrate al Nord) funzionavano infatti a tempo pieno, con orario che si protrae fino alle ore 16. Per non parlare della difficoltà oggettiva, alle attuali condizioni, di avviare il tempo piano in scuole dove le mense scolastiche scarseggiano e comunque si avrebbero enormi difficoltà ad introdurle rispettando le normative su igieni, sicurezza e altro. 

Il commento di Anief

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “l’ultimo rapporto Pirls ha tracciato la via da adottare: ripristinare l’insegnamento per moduli, reintroducendo i 30 mila posti in più in organico meno di dieci anni fa. La verità è che il rilancio della scuola al Sud passa per l’attivazione di 100 mila posti da destinare agli organici differenziati: con questi numeri, allora sì che si potrebbe anche avviare il tempo pieno. Oltre a innalzare l’offerta formativa, gettare le basi per la riduzione degli abbandoni scolastici e del tasso di disoccupazione, anteprime del crescente fenomeno dei Neet”. 

“Al Sud, quindi, anche l’anno prossimo non cambierà nulla: si continuerà a sfiorare il 50% di dispersione scolastica, contro il 10% che ci chiede l’Unione europea. Si continuerà ad uscire da scuola all’ora di pranzo, anche perché non si comprende come si fa a parlare di tempo pieno, senza preoccuparsi di assumere anche il personale Ata e di dare alle scuole risorse e infrastrutture che sono necessarie per allungare di tre ore al giorno il tempo scolastico”, ha concluso il presidente Anief.