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Decreto Rilancio entrato in vigore, per la Scuola solo un “antipasto”. Anief: c’è ancora molto da fare

È entrato da poche ore in vigore il Decreto Rilancio convertito in via definitiva al Senato e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.180 del 18 luglio 2020 – Suppl. Ordinario n. 25: la Legge n. 77 comporta diverse modifiche rispetto al D.L. del 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Diverse sono le disposizioni previste, in particolare, per il rientro in sicurezza a scuola coincidente con l’inizio del prossimo anno scolastico, rispondenti alle disposizioni contenute nel documento del Comitato tecnico-scientifico approvato da alcune settimane.

Il sindacato Anief considera le novità apportate come una sorta di ‘antipasto’ in vista della prossima legge di bilancio: è necessario, infatti, incrementare l’organico del personale docente ed Ata, procedendo ad almeno 150 mila assunzioni aggiuntive di insegnanti e a 40 mila amministrativi, tecnici, ausiliari in più. Il tetto dei 50 mila, indicato dai componenti di Governo, non può bastare. Come non può bastare l’assunzione a tempo determinato di mille assistenti tecnici negli istituti comprensivi: la loro collocazione contrattuale deve essere definitiva. A proposito di Ata, va quindi affrontato il problema della ridefinizione degli organici che già da venticinque anni prevedono ulteriori profili mai attivati. Va poi preso in carico il vulnus delle nuove graduatorie di istituto provinciali per le supplenze che hanno avuto in sede di accesso e di tabella di valutazione dei titoli e criteri differenti non giustificabili da esigenze oggettive, tali da costringerci a impugnarle per l’evidente illegittimità. Va quindi normata l’esigenza di costituire classi con non più di 15 alunni: è una decisione inderogabile, che va oltre anche il Covid, e che passa per la cancellazione degli articoli inseriti nel DPM (81/2009) e nella Legge del 133/2008 che negli ultimi dodici anni sono stati alla base dei tagli di 200.000 insegnanti, 50.000 ATA e 4 mila istituti autonomi con relative dirigenze. A questo proposito, l’emergenza sanitaria rende necessario nominare dirigenti scolastici pure nelle scuole sottodimensionate. Come diventa imprescindibili per l’organizzazione degli istituti assorbire nei ruoli, con un concorso riservato, gli oltre 600 facenti funzione Dsga abbandonati al loro destino dopo lustri di sfruttamento.

I FINANZIAMENTI APPROVATI

I primi a tornare sui banchi, dal 1° settembre, saranno gli alunni ammessi all’anno successivo con valutazioni non sufficienti, gli allievi che dovranno sostenere esami di idoneità, integrativi e preliminari. Dal 14 settembre, invece, sarà la volta di tutti gli altri. Per realizzare questa operazione tenendo conto delle disposizioni del Cts, sono state previste misure straordinarie e stanziati di 1,6 miliardi di euro: di questa somma, 1 miliardo sarà destinato specificatamente per l’emergenza e 331 milioni sono stati già inviati alle scuole. In particolare, il decreto istituisce un “Fondo per l’emergenza epidemiologica da Covid-19” da 977,6 milioni di euro, presso il ministero dell’Istruzione, per la ripartenza e con l’obiettivo di contenere il rischio sanitario. Per assicurare la ripresa delle attività scolastiche il decreto incrementa poi di 331 milioni il Fondo destinato al funzionamento delle istituzioni scolastiche per l’anno scolastico 2020/21. 

LE DISPOSIZIONI APPROVATE

I dirigenti scolastici, hanno spiegato dal ministero dell’Istruzione, potranno utilizzare parte dei fondi assegnati alle scuole “per l’acquisto di dispositivi di protezione e di materiale per l’igiene individuale o degli ambienti. Ma anche per interventi a favore della didattica per le studentesse e gli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento e altri bisogni educativi speciali, per potenziare la didattica digitale. E poi, ancora, per adattare gli spazi interni ed esterni degli istituti per garantire lo svolgimento delle lezioni in sicurezza o per l’acquisto di servizi professionali, di formazione e di assistenza tecnica per la sicurezza sui luoghi di lavoro, per l’assistenza medico-sanitaria e psicologica, per la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti”.

Le scuole hanno inoltre già avuto 39 milioni per la gestione in sicurezza degli Esami di Stato del secondo ciclo, che si sono svolti in presenza. Sempre per l’organizzazione da attuare nel mese di settembre, al fine di consentire il distanziamento e ridurre le aule affollate, sono possibili, in base al decreto, deroghe al numero di alunni per classe. A questo scopo il provvedimento prevede la possibilità di attivare ulteriori posti di personale docente e ATA a tempo determinato. Il decreto incrementa, poi, di 15 milioni per il 2020, il Fondo nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione da 0 a 6 anni, stabilendo modalità specifiche per la ripartizione delle risorse, al fine di assicurare la loro tempestiva erogazione. Stanziati anche 13,1 milioni per evitare il taglio del FUN, il Fondo Unico Nazionale, che consentiranno di mantenere invariata la retribuzione pro-capite di posizione variabile e di risultato dei dirigenti scolastici, scongiurando possibili riduzioni a fronte dell’aumento di dirigenti in ruolo a seguito dell’ultimo concorso pubblico.

Hanno avuto poi un incremento di “posti per il concorso ordinario (+8.000) e straordinario (+8.000) per la scuola secondaria di I e II grado banditi a fine aprile. Per lo straordinario i posti saranno, dunque, 32.000, mentre saranno 33.000 quelli dell’ordinario. A questi concorsi si somma quello previsto per la scuola dell’infanzia e della primaria, anche questo bandito a fine aprile, per un totale di 78.000 posti a concorso per la scuola”. Inoltre, “si prevedono mille assistenti tecnici nel primo ciclo per sostenere l’utilizzo delle piattaforme multimediali per la didattica e per assicurare le funzionalità della strumentazione informatica. Il contingente verrà ripartito tenendo conto del numero di alunne e alunni di ciascun istituto”.

Disco verde anche per la “stipula, nel corso dell’anno scolastico 2020/2021”, di “un contratto aggiuntivo a tempo determinato fino al 31 dicembre 2020, a completamento dell’orario di servizio presso la sede di titolarità” di tutto il personale Lsu assunto in ruolo con modalità part-time. Si istituisce la previsione, per l’anno scolastico 2020/2021, della conclusione degli scrutini entro il termine delle lezioni ed infine, per le istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e degli enti di ricerca, l’equipollenza dei titoli ottenuti al termine dei corsi biennali sperimentali per il conseguimento del diploma di specializzazione in musicoterapia anche ai fini concorsuali, ai diplomi accademici di secondo livello” rilasciati dalle istituzioni afferenti all’Afam.

L’ANALISI DEL PRESIDENTE ANIEF

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “per una valutazione delle disposizioni approvate con la Legge di Rilancio bisogna attendere le disposizioni che verranno stabilite per la scuola con la prossima Legge di Bilancio. Destinando alla scuola non meno del 10% dei 172 miliardi del Recovery Fund che l’Unione Europea alla fine dovrebbe assegnare al nostro Paese, si possono infatti realizzare quei provvedimenti che andrebbero finalmente a rilanciare la scuola e a spazzare via le politiche che hanno portato a tagli, dimensionamenti e classi ‘pollaio’ negli ultimi 15 anni”.

“Ci aspettiamo, oltre ai concorsi, che la politica affronti una volta per tutte il problema del precariato, perché il solco che lasceranno a settembre 250 mila supplenze annuali sarà così profondo da necessitare quelle risposte che la Commissione europea sollecita dal 1999 con la direttiva 70 contro l’abuso di precariato. Noi le nostre indicazioni l’abbiamo fornite, sia al premier Giuseppe Conte sia alla politica sia al ministero, nel corso dei tanti incontri a cui Anief ha partecipato come sindacato rappresentativo. Presto arriverà la resa dei conti”, conclude il sindacalista autonomo.

(fonte: Ufficio Stampa ANIEF)

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Un assistente tecnico in tutte le scuole: la richiesta dell’Anief sta diventando legge col Decreto Rilancio, adesso tocca agli altri Ata

Sembra avere l’accoglimento dei parlamentari della Camera la richiesta del sindacato Anief di confermare in pianta stabile i mille posti di assistente tecnico informatico introdotti nel mese di aprile per decisione del Governo, al fine di dare una risposta nelle scuole al contagio di massa del coronavirus. A prevederlo è un emendamento approvato dalla Commissione Bilancio proprio “per l’assunzione di 1.000 assistenti tecnici nelle scuole di infanzia, primarie e secondarie di primo grado”.

Si tratta di un provvedimento che va anche ad implementare il Piano nazionale di riforma che accompagna il Def e che dovrebbe arrivare sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri, che per rispondere alla sfida emergenziale del coronavirus. L’obiettivo dichiarato è quello di incrementare sensibilmente “le risorse per il Piano scuole – nell’ambito del Piano banda ultralarga – passando a 400 milioni dai 200 stanziati in precedenza” e prevedendo anche “interventi per rafforzare la connettività delle scuole portando in più di 32.000 istituti la banda ultralarga”.

L’EMENDAMENTO PER ASSUMERE TECNICI

Dopo l’assunzione di “emergenza” durante il periodo di sospensione delle lezioni in piena emergenza Covid, scrive Orizzonte Scuola che ha riportato delle dichiarazioni della deputata Vittoria Casa (M5S), si vuole dunque dare continuità a questa esperienza che si è rivelata proficua per le scuole. “Il secondo emendamento – dice l’on. Vittoria Casa – prevede l’assunzione di 1000 assistenti tecnici nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado per il potenziamento delle piattaforme e degli strumenti digitali in dotazione alle scuole. La Didattica Digitale, indipendentemente dall’emergenza, è una risorsa fondamentale per un’istruzione moderna e innovativa e deve potere essere attuata in tutte le scuole di ogni ordine e grado”. Il testo potrebbe domani essere approvato in via definitiva dall’Aula della Camera, dove si potrebbe attuare il voto di fiducia sull’intero Decreto Rilancio

LA POSIZIONE DELL’ANIEF

Anief ritiene fondamentale introdurre almeno un assistente tecnico in tutti gli 8.200 istituti scolastici, nessuno escluso: il giovane sindacato lo chiede da tempo e lo ha ribadito negli ultimi mesi, alla luce della pandemia e dell’esigenza di introdurre la componente digitale telematica nell’offerta formativa, con un emendamento al Decreto Legge n. 22 sulla Scuola. La presenza stabile del personale tecnico in tutte le istituzioni le istituzioni scolastiche, anche quelle dell’infanzia, del primo ciclo e della secondaria di primo grado, dove sino ad oggi non era previsto, deve diventare la regola e non l’eccezione. Come va integrato il numero di assistenti amministrativi, che operano nelle segreterie, e dei collaboratori scolastici addetti alle pulizie e alla sorveglianza. Vanno assorbiti nei ruoli dello Stato, poi, tutti i Dsga facenti funzioni (anche con concorso riservato) che negli ultimi lustri hanno assicurato il servizio, acquisendo professionalità e competenze che non possono andare disperse.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE

Secondo il leader dell’Anief, Marcello Pacifico, “nei mesi scorsi, con la DaD, il problema della mancanza di assistenza tecnica nelle scuole è diventato cogente. Il Governo è intervenuto d’urgenza ed ora tocca la Parlamento fare la sua parte. Perché anche le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, dove non ci sono ancora ad oggi queste professionalità, devono avere accesso al piano di digitalizzazione previsto in tutto il comparto pubblico e formativo. Pensare di riempire le scuole di nuove tecnologie e banda larga, come prevede anche il Piano nazionale di riforma, senza assicurare il personale umano necessario, significa realizzare un’opera a metà: i tagli alle scuole e al personale degli ultimi dodici anni sono stati un errore macroscopico, che ha ridotto il livello dell’offerta formativa, ora è il momento di voltare pagina”.

(FONTE: Ufficio Stampa Anief)

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Decreto Rilancio, FIDAE Campania: “Scuole paritarie cattoliche invisibili per il Governo”

Molte scuole paritarie, specialmente al sud, dove le scuole cattoliche accolgono tantissimi bambini di famiglie disagiate, rischiano seriamente un tracollo finanziario. Le 13mila paritarie presenti in tutta Italia fanno parte del sistema pubblico nazionale dell’istruzione, sono garanzia di pluralità dell’offerta formativa e nello stesso tempo permettono allo Stato di risparmiare ogni anno circa 6 miliardi di euro grazie all’accoglienza assicurata a 866mila alunni e ai 100mila posti di lavoro tra personale docente ed amministrativo. Eravamo già in sofferenza, l’emergenza Coronavirus ci ha messo completamente in ginocchio. Nel decreto ‘Rilancio’ emerge un dato inequivocabile: il nostro settore è diventato invisibile. Se per le scuole statali si prevedono risorse straordinarie, per le paritarie non statali dell’infanzia, primaria e secondaria, si prevedono risorse ridicole. Auspichiamo che il Parlamento, in fase di conversione in legge del decreto, sappia tenere nella giusta considerazione i diritti delle persone”.

E’ l’allarme che arriva dalla Fidae Campania, la Federazione Italiana delle Attività Educative, che oggi e domani aderisce alla due giorni di sciopero promossa da Usmi Unione Superiori Maggiori d’Italia e CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori).

“Ringraziamo anche la CEI per l’attenzione dimostrata ieri. Allo Stato chiediamo un Fondo straordinario per le scuole paritarie per colmare i già pesanti disavanzi, aggravati dall’interruzione di rette e contributi privati per la sospensione delle attività didattiche. Che sia un fondo certo e adeguato, non simbolico. Ormai sono rimasti pochi giorni per recuperare in Parlamento. Per le stesse ragioni, chiediamo anche che dal prossimo anno il fondo ordinario sia adeguatamente implementato. Occorrono, inoltre, la detraibilità integrale delle rette pagate dalle famiglie per la frequenza scolastica e per i servizi educativi; l’accesso ai fondi previsti per le piattaforme didattiche a distanza e l’azzeramento delle imposte e i tributi locali”, conclude la nota.

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Decreto Rilancio, Anief: “Mancano risorse per eliminare le classi-pollaio”

Non ci sono solo i 16 mila incrementi di posti da docente nella secondaria all’interno del Decreto Rilancio pubblicato in Gazzetta Ufficiale: il provvedimento legislativo contiene diversi altri passaggi normativi che riguardano la scuola. Lo denuncia Anief.

Nell’articolo 234 del decreto sono presenti diversi commi che indicano le risorse da destinare alle scuole per il prossimo anno scolastico, al fine di garantire una ripartenza in sicurezza.

marcello pacifico anief
Marcello Pacifico, leader di Anief

Marcello Pacifico, leader dell’Anief, chiede a nome del sindacato “lo stanziamento di 7 miliardi di euro: è questa la somma che permetterebbe di eliminare le oltre 20 mila classi pollaio oggi ancora presenti, di rifare classi con 10-15 alunni senza turnazione per 20-35 metri quadrati, come abbiamo chiesto con precisi emendamenti al decreto legge 22 ora al Senato. Oltre che per assumere necessariamente altri 200 mila docenti e Ata tagliati peraltro dalla riforma sul dimensionamento scolastico di quasi 15 anni fa che nessuno ha avuto la forza di cancellare. Ecco perché non possono bastare gli 8.000 posti in surplus per ciascuna procedura concorsuale della secondaria, previsti dall’articolo 233 dello stesso decreto: meno di 80 mila assunzioni complessive, derivanti dai vari concorsi da poco banditi, non coprono nemmeno il fabbisogno di immissioni in ruolo da attuare alla luce della quantità immane di posti vacanti, a partire dal sostegno”, conclude Pacifico.

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Il Decreto Rilancio dimentica infanzia e primaria? Anief: “16mila posti in più tutti alla secondaria”

Con la pubblicazione della bozza del Decreto Legge Rilancio, si delinea l’assegnazione dei 16 mila posti aggiuntivi nei concorsi scuola: si tratta di 8.000 posti in più per il concorso straordinario secondaria già bandito il 28 aprile scorso per 24.000 posti e 8.000 posti in più per quello ordinario secondaria già bandito per 25.000 posti. “E la scuola primaria? E quella dell’infanzia?”. A chiederlo è il sindacato Anief, il quale lamenta la grave dimenticanza dopo che per il segmento scolastico rivolto ad alunni dai 3 agli 11 anni non è stato nemmeno attivata la procedura riservata, come invece per la secondaria di primo e secondo grado.

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Marcello Pacifico, leader di Anief

Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “va benissimo avere incrementato le cattedre di medie e superiori, dove vi sono tantissimi vuoti da colmare, ma allo stesso tempo servivano altrettanti e più posti anche per i cicli scolastici precedenti: stiamo parlando degli alunni che a settembre dovranno ricevere maggiori attenzioni e non potranno nemmeno alternare la didattica a distanza con quella in presenza. Siccome la scuola non è un baby parking, con l’esempio del Piemonte che non può di certo andare oltre l’attuale sperimentazione,perché gli allievi vanno affidati sempre e solo ai docenti, diventa a questo punto ancora più indispensabile che le commissioni del Senato approvino la nostra richiesta di formare classi da massimo 15 alunni per classe, così da dare certezza al rientro in presenza dei bambini fino a 11 anni, come pure chiesto nei giorni scorsi al premier Giuseppe Conte da alcuni senatori del M5S della commissione Cultura con un documento ufficiale”.

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