Il rientro dei docenti nella propria provincia di appartenenza diventa parte essenziale di un disegno di legge, presto all’esame dei parlamentari della Camera: a proporlo, alcuni giorni fa, è stata l’on. Tiziana Drago, del M5S, all’interno di una proposta articolata per la riforma del welfare familiare. Il ddl parte dall’assunto di favorire la natalità e attuare misure che consentano alle donne di avere figli nel picco maggiore di fertilità.
UN PROBLEMA DA RISOLVERE
Secondo quanto riferisce Orizzonte Scuola, il testo – ufficializzato il 30 gennaio scorso, ma non ancora assegnato alle competenti Commissioni per la lettura – non è ancora disponibile. Tuttavia, alcuni punti sono anticipati dalle agenzie giornalistiche: tra quelli centrali del ddl, figura proprio il rientro dei docenti nelle proprie province, motivato da fatto che “il benessere degli insegnanti passa anche da una condizione di lavoro stabile, accanto ai propri affetti. Un problema acuitosi con la mobilità straordinaria (2016) conseguente al piano di assunzioni Renzi, ma che riguarda anche docenti assunti con altri canali”.
LA POSIZIONE DELL’ANIEF
Proprio per evitare di tradire un preciso precetto costituzionale, che impone di rimuovere gli ostacoli nella ricerca del lavoro, e di agevolare il diritto alla famiglia, Anief – da anni principale protagonista di questa battaglia – sostiene da tempo che occorre riportare alla contrattazione la materia della mobilità e agli altri sindacati rappresentativi di prevedere una nuova mobilità straordinaria senza algoritmi e su tutto l’organico di fatto non coperto da titolare. La richiesta è stata formulata anche con un emendamento al decreto Milleproroghe, ancora di più perché andrebbe a sanare gli effetti disastrosi, ancora in vita, derivanti dall’algoritmo impazzito del Miur che nel 2015 portò migliaia di docenti a essere assunti in sedi lontanissime dai propri affetti senza conoscerne i motivi, come hanno ben descritto i giudici del Consiglio di Stato nelle sentenze richieste dai legali di Anief.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE
“Riteniamo particolarmente positiva l’iniziativa dell’on. Tiziana Drago, perché va ad affrontare un problema che nella scuola, a causa dei moti regionalistici mai sopiti, rischia di prendere una brutta piega – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief –, perché dal momento che vi sono tanti posti vacanti non è possibile introdurre paletti e lacciuoli, al fine di tenere legati gli insegnanti assunti in province lontanissime dalla loro d’origine. L’opportunità di fare ordine e di superare il contratto capestro sulla mobilità del personale, c’era: invece, non solo i nostri governanti non sono stati in grado di coglierla, ma nella Legge 159/2019 sono stati capaci di introdurre il vincolo di permanenza di cinque anni consecutivi nella scuola di titolarità, negando per un tempo così lungo ai docenti il diritto alla libera mobilità sul territorio nazionale”.
LE ALTRE NORME DEL DDL
Tra le norme rivolte alla scuola, nel disegno di legge Drago vi sono anche altre richieste, alcune delle quali sostenute dall’Anief: il riconoscimento della figura del primo collaboratore del Dirigente Scolastico con esonero dal servizio; più scuola grazie alla costruzione di mense nelle scuole del centro sud; il riordino dei cicli scolastici, anticipando di un anno il completamento della scuola secondaria, che però secondo il giovane sindacato va accompagnato con l’anticipo della scuola a 5 anni con il primo anno “ponte” comprendente maestri della scuola dell’infanzia e primaria.
(fonte: Ufficio Stampa Anief)