Stamattina è sbarcata al porto di Palermo la Nave della Legalità, partita da Civitavecchia, dopo il saluto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E giovani di tutta Italia stanno ricordando i giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e degli agenti delle loro scorte Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Rocco Dicilllo, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Claudio Traina.
LA COMMEMORAZIONE
Il premier Giuseppe Conte ha deposto una corona d’alloro alla stele che ricorda la strage di Capaci. Nel corso della giornata prevista la cerimonia all’aula bunker del carcere Ucciardone – simbolo del maxiprocesso a Cosa nostra – alla presenza di Roberto Fico, presidente della Camera, e dei ministri Bussetti, Bonafede e Salvini. Nell’ambito della manifestazione promossa dal Miur sono in programma poi, attività nelle piazze e nelle scuole di Palermo e, in parallelo, in tante altre città italiane, sorta di “staffetta” a distanza tra gli studenti sui temi della legalità.
I CORTEI
Nel pomeriggio partiranno i due tradizionali cortei di #PalermoChiamaItalia, con studenti e docenti protagonisti, ma aperti a tutta la città. Il primo si muoverà alle 15.30 da via D’Amelio, luogo della strage Borsellino, il secondo alle 16 dall’aula bunker. Entrambi si ricongiungeranno sotto l’albero Falcone, in via Notarbartolo, per il Silenzio, alle 17.58, ora dell’eccidio.
“Nessuno di noi – ha sottolineato Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone – quel 23 maggio di 27 anni fa avrebbe immaginato che un giorno tragico, di dolore e lutto, sarebbe stato l’avvio di una trasformazione profonda del Paese”. La sorella del magistrato ha inoltre esortato i palermitani a esporre i “lenzuoli della legalità”.
Il sindacato Anief e l’ente di formazione Eurosofia hanno presenziato alla manifestazione di stamattina. Marcello Pacifico, leader del giovane sindacato autonomo, ha sottolineato la centralità dell’istituzione scolastica e degli insegnanti per la formazione di giovani uomini consapevoli, che nulla hanno a che spartire con la criminalità organizzata. “Il rispetto della civile convivenza e delle leggi – osserva il presidente nazionale di Anief – l’istruzione e la cultura sono le armi migliori a favore della giustizia e contro l’omertà e l’indifferenza. I docenti della scuola italiana, quotidianamente, svolgono anche il ruolo di educatori. Riteniamo che la diffusione della cultura della legalità e la lotta alla mafia possa partire dall’istruzione e da messaggi positivi e di speranza”.