Il rapporto Integrating Students from Migrant Backgrounds into Schools in Europe: National Policies and Measures, pubblicato dalla rete europea Eurydice, parte da un quesito: “In che modo viene affrontata oggi in Europa l’integrazione degli alunni provenienti da contesti migratori?”
Lo studio, che fa riferimento all’anno scolastico 2017/18, propone un quadro di contesto sui dati demografici relativi all’immigrazione in Europa, sui risultati negli studi degli alunni migranti e sul loro benessere a scuola. Il rapporto fornisce un’analisi comparativa delle politiche e delle misure messe in atto dalle autorità educative nei Paesi europei per promuovere l’integrazione nelle scuole degli studenti provenienti da contesti migratori. I giovani migranti, infatti, si trovano a dover affrontare diverse difficoltà che possono influire negativamente sul loro apprendimento e sul loro sviluppo.
La prima parte dello studio offre un’analisi comparativa sui 42 sistemi educativi dei paesi facenti parte della Rete Eurydice relativa ai temi della governance e dell’accesso all’istruzione, oltre che della lingua, dell’apprendimento e del supporto psico-sociale, degli insegnanti e dei capi di istituto.
La seconda parte dello studio analizza alcune politiche e misure di integrazione mirate sul singolo alunno in 10 paesi: Italia, Germania, Spagna, Francia, Austria, Portogallo, Slovenia, Finlandia, Svezia, e Inghilterra.
Da quanto emerge dallo studio, nella maggior parte dei sistemi scolastici i giovani migranti in età di obbligo scolastico hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri dei loro compagni nativi per quanto riguarda l’accesso all’istruzione e alla formazione; mentre in 13 sistemi di istruzione, ma non in Italia, i giovani migranti non più in età di obbligo scolastico non è detto che abbiano il diritto di accesso all’istruzione.
Per quanto riguarda il supporto linguistico, il numero degli studenti migranti che necessitano di questo tipo di sostegno è un criterio spesso dirimente per l’assegnazione dei finanziamenti per l’integrazione. Inoltre, lo studio affronta il supporto offerto agli insegnanti per far fronte ai bisogni degli alunni immigrati che, in alcuni paesi, prevede la presenza di assistenti e mediatori culturali per facilitare l’integrazione.
In Italia, i documenti ufficiali sottolineano l’importanza dell’istruzione e del supporto tra pari, in particolare con l’aiuto degli alunni di seconda generazione che svolgono la funzione di tutor con gli alunni neoarrivati. Sono fortemente incoraggiate anche le attività extracurricolari per aiutare gli alunni con background migratorio nell’apprendimento e nella integrazione sociale, prevedendo anche il coinvolgimento dei loro familiari.
Il rapporto è disponibile a questa pagina del sito di Eurydice Italia.