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10 febbraio 2022 Giorno del Ricordo

Memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe
“La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare
la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre
degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine
orientale” (legge 30 marzo 2004, n. 92).
Il 10 febbraio 1947, a Parigi, venivano firmati i trattati di Pace con i quali l’Istria, il Quarnaro, Zara e
parte del territorio della Venezia Giulia furono assegnati alla Jugoslavia. Precedente l’annessione
della Dalmazia.
“La guerra è un controsenso della creazione” ha osservato nei giorni scorsi Papa Francesco. E un
controsenso della creazione furono le violenze, gli eccidi di civili e militari italiani avvenuti sul confine
nordorientale del Paese al termine e subito dopo la Seconda guerra mondiale, così come l’esodo, lo
sradicamento e spaesamento che ne derivò per alcune centinaia di migliaia di istriani e dalmati.
Il “Giorno del Ricordo” è opportunità per far conoscere ai giovani una pagina a lungo rimossa della
nostra storia nazionale e spiegare gli eventi nella prospettiva del periodo lungo del primo
Novecento. Nella duplice consapevolezza che non si comprende mai il presente se non si conosce il
passato e che non bisogna mai usare il passato per giustificare il presente.
Che significa ricordare?
Pensatori di tutti i tempi hanno riflettuto sul significato della parola che, di per sé, può già costituire
occasione di riflessione critica con gli studenti.
Riportare al cuore. Ricordare è, implicitamente, narrare il passato. E la narrazione, per sua natura,
risente della rielaborazione della storia. Questa rappresenta inevitabilmente il sovrapporsi, alla
realtà accaduta, del sentire dei narratori. Un sentire che deve essere rigoroso. Altra cosa dal
relativismo soggettivo.
Raccontare criticamente le vicende accadute – lo esprime con angoscia Amleto – rende storia le
stesse. Cioè ne impedisce l’oblio. Fuggire la conoscenza storica degli accadimenti, la loro
condivisione, costituisce ostacolo alla costruzione di gruppi sociali consapevoli. Al contrario, narrare
la storia consente che accadimenti che hanno sconvolto intere popolazioni divengano fondamento
delle comunità umane successive.
Ma quale storia?
Non si tratta – suggerisce Bauman – di sacralizzare, da un lato, o banalizzare, dall’altro, le
deportazioni, gli orrori, i genocidi. Non se ne riduce in tal modo il portato di violenza, perché si
rischia di non comprenderne le radici.
Il “Giorno del Ricordo” e la conoscenza di quanto accaduto possono aiutare a comprendere che, in
quel caso, la “categoria” umana che si voleva piegare e culturalmente nullificare era quella italiana.
Poco tempo prima era accaduto, su scala europea, alla “categoria” degli ebrei. Con una atroce
volontà di annientamento, mai sperimentata prima nella storia dell’umanità. Pochi decenni prima
ancora era toccato alla “categoria” degli Armeni. Eppoi? Sempre vicino a noi, negli anni novanta,
vittima è stata la “categoria” dei mussulmani di Srebrenica…
Non serve proseguire.
Allo sconvolgimento e all’empatia per le vittime deve dunque associarsi il tentativo di riflettere sugli
effetti della riduzione etica delle persone umane a “categorie”, perciò stesse dis-umanizzate.
Per ricordare quanto accaduto, per resistere con ciò all’apparente restrizione dello spazio di
conoscenza ed appartenenza alla comunità sociale di questo Paese, le SS.LL. sono invitate a favorire
la partecipazione degli studenti alle innumerevoli iniziative (di cui in allegato, senza attesa di
esaustività, si offre una rassegna,) organizzate su tutto il territorio in occasione del “Giorno del
Ricordo” 2022. Un ringraziamento particolare va alle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e
Dalmati cui si deve il costante e qualificato impegno di valorizzazione dell’ingente patrimonio
culturale, storico, letterario e artistico degli Italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia e del contributo di
questi allo sviluppo sociale e culturale del confine nord-orientale italiano.

Cuori da campioni – Napoli