Da un lato i nuovi Cavalieri del Lavoro, dall’altro 25 studenti eccelsi, motivo di orgoglio delle loro scuole e delle loro comunità. Sono gli Alfieri del Lavoro 2018 nominati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nelle scorse ore al Quirinale, al termine di una solenne ed emozionante cerimonia.
I venticinque studenti scelti in una rosa di 2766 nomi segnalati dai dirigenti scolastici di tutta Italia sono: Roberta Andrea Burz (Taranto), Marco Caldera (Vercelli), Angela D’Angelo (Salerno), Cecilia De Bernardi (Bergamo), Ivan Di Rosa (Ragusa), Maria Cristina Fiore (Cosenza), Serena Gaggi (Trieste), Gianpaolo Gallo (Siracusa), Mihaela Maciuc (Savona), Luca Maisti (Roma), Manuele Maistrello (Ferrara), Davide Marchese (Agrigento), Stefano Milizia (Brindisi), Gabriele Muzzu (Olbia-Tempio), Vittorio Nalbone (Caltanissetta), Marco Parente (Caserta), Alberto Pomari (Verona), Flaminia Quattrini (Viterbo), Caterina Rossi (Forlì – Cesena), Silvio Rossini (Torino), Damiano Scevola (Pescara), Giusy Spacone (L’Aquila), Lisa Valentini (Genova), Marco Paolo Vergani (Varese), Federico Vitillaro (Perugia).
La più brava tra i bravi
Tra questi, spicca Maria Cristina Fiore. Secondo il suo preside intervistato da Orizzonte Scuola la Fiore è l’unica ad aver fatto en-plein di 10 in tutto il percorso superiore di studi.
Al Corriere della Sera, Maria Cristina spiega il segreto del suo successo con queste parole:
«Conoscere sé stessi. Nel mio caso, so quali sono i miei pregi e i miei difetti, e li ho usati per raggiungere i miei obiettivi. Io sono insicura: non mi accontento mai, non sono mai soddisfatta dei miei risultati. Ma uso il mio difetto per migliorare sempre: non essendo convinta di aver fatto bene, insisto finché non supero i miei limiti. Però sono anche curiosa, persino le cose banali mi attirano, i miei “perché” non finiscono mai, come mi dicono spesso gli amici. Questo mi spinge ad approfondire»
Maria Cristina Fiore, calabrese di Cosenza, dopo il diploma conseguito lo scorso anno ora è iscritta alla Facoltà di Fisica dell’Università di Padova.
(foto: Luca Aless – Wikicommons)