Anche la Corte d’Appello conferma le tesi Anief e condanna il Ministero dell’Istruzione dichiarando l’illegittimità dell’ormai famigerato “algoritmo impazzito” che ha trasferito i docenti nel 2016 in base a criteri non conformi al principio del merito.
La Corte d’Appello di Bologna, infatti, dà piena ragione ai legali Anief Fabio Ganci, Walter Miceli, Marco Di Pietro e Tiziana Sponga e non lascia spazio a dubbi ribadendo l’illegittimità dell’operato del MIUR nelle operazioni di trasferimento affidate al famigerato “algoritmo” che ha, in realtà, violato la normativa sotto molteplici profili. “Le battaglie Anief – fanno sapere dal sindacato – si concretizzeranno anche ai tavoli della contrattazione e le tante storture previste nelle procedure di trasferimento del personale docente e ATA saranno sanate proponendo anche una revisione delle tabelle di valutazione dei titoli e dei servizi e riconoscendo, finalmente, precedenza al merito e alla professionalità acquisita negli anni da tutti i lavoratori”.
“Le operazioni di mobilità – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – sono state e sono tutt’ora palesemente inficiate da criteri che nulla c’entrano con il merito e la professionalità acquisita in anni di servizio; il nostro sindacato è orgoglioso di aver per primo condannato quel tipo di procedura e contribuito a far rientrare a casa tanti docenti che ne avevano diritto, ma la nostra battaglia non si ferma e continueremo a schierarci al fianco dei lavoratori della scuola anche per il riconoscimento del servizio svolto nelle paritarie e per la pari dignità da riconoscere al servizio con contratti a tempo determinato nelle graduatorie interne d’istituto”. L’Anief aveva denunciato sin da subito le troppe illegittimità contenute nella contrattazione integrativa in materia di Mobilità ed esprime piena soddisfazione per il risultato ottenuto in tribunale che conferma, ancora una volta, la validità delle azioni promosse dal giovane sindacato.
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