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Anief applaude alla “forma” che sta prendendo il governo Draghi

Il Governo di Mario Draghi sta prendendo una forma sempre più europeista. Secondo il sindacalista autonomo Marcello Pacifico “è fondamentale andare a esaminare a fondo il tessuto sociale ed economico che c’è in ogni luogo di produzione o di ricerca del sapere: solo a seguito di uno studio analitico si può infatti attuare un programma definito ed efficace, le cui possibilità di riuscita sono decisamente più alte rispetto a quanto avviene oggi sulla base di parametri rigidi di tipo nazionale sganciati dalla realtà. Uno degli esempi più lampanti di questo sistema è la sempre più anacronistica assegnazione degli organici dei lavoratori della scuola in base al solo mero rapporto numerico con la popolazione studentesca”.

“È chiaro – continua Marcello Pacifico – che non tenendo conto di altri fattori, anche endogeni alla scuola, come il supporto culturale e sociale del territorio e degli enti locali, si ottiene un risultato fortemente differenziato e penalizzante verso quegli studenti collocati in aree svantaggiate, con influenze dirette sia sulla ricezione dell’offerta formativa sia sull’abbandono scolastico. Come una logica da superare è quella dello stipendio comune, da ancorare al costo della vita e ai livelli europei, che tenga conto di specificità legate al burnout o al lavoro correlato o, come si è visto in tempo di pandemia, al rischio biologico, pure questo mai considerato ma evidente in un contesto lavorativo come quello scolastico”.

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Marcello Pacifico, leader di Anief

Sempre per rimanere sulla scuola, Anief fa presente la necessità di cambiare il sistema di reclutamento, favorendo quelle logiche di assunzione di personale formato “sul campo”, adottate da tempo negli altri Paesi europei. Come dal Recovery Plan ci si aspetta che arrivino novità pure in fatto di digitalizzazione delle scuole, anche con l’introduzione di reti internet super veloci, e di mobilità del personale, “in particolare – dice il presidente Anief – quella transfrontaliera che interessa il settore della ricerca, e si concretizza nella rimozione di tutti i vincoli alla mobilità del personale docente e amministrativo. A partire dall’assurdo obbligo di permanere nel territorio di assunzione per almeno cinque anni, imposto ai docenti immessi in ruolo dallo scorso mese di settembre, e contro di esso il sindacato si sta battendo in tutte le sedi possibili”.