Ragazze attaccate agli smartphone in ogni momento utile, ragazzi che non fanno più attività fisica. Paghette che arrivano a 30 euro utilizzate per acquistare alcolici o cannabis. Sono solo alcuni dei dati choc emersi da una ricerca condotta tra i giovani di Pavia e ripresa da autorevoli testate nazionali (su tutte l’Ansa).
La ricerca
La ricerca è stata condotta a Pavia in 3 istituti di primo grado (coinvolgendo 682 ragazzi) e 5 istituti di secondo grado (qui gli studenti coinvolti sono 4.546 studenti). A portare avanti la ricerca le associazioni Semi di Melo, Fondazione Exodus e Casa del Giovane.
Una generazione allo sbando
Il ritratto che ne viene fuori è impietoso, e al contempo estremamente preoccupante.
Smartphone e social network
Il primo grande dato che desta serie preoccupazioni è quello legato all’utilizzo degli smartphone, soprattutto per connettersi ai social network. Il 63 percento delle ragazze intervistate ammette candidamente di utilizzarlo “in ogni momento libero a disposizione” (contro il 34 percento dei ragazzi). Le une lo usano per chattare, gli altri per giocare con le app. In totale, in ogni giornata dei nostri ragazzi almeno due ore sono davanti allo schermo del telefono.
Le ripercussioni sulla vita sociale
Questo dato è legato a doppio filo a quello delle attività sociali e di interazione con gli altri e/o di stimolo artistico e culturale. Non è un caso che con l’esplosione dei telefoni diminuisce drasticamente il numero di giovani che si dedicano ad attività sportive, alla lettura, al disegno o alla musica.
Alcool e droghe
Che l’età media in cui si entra a contatto con gli alcolici e gli stupefacenti si è abbassata è fatto noto. Ma preoccupa che il 50 percento e più dei maschietti intervistati dichiara di destinare gran parte della sua paghetta all’acquisto di alcolici, e uno su cinque per comprare cannabinoidi. Altro dato preoccupante è che questo numero è in aumento anche tra le giovani donne, che si stanno mettendo al passo con i pari età uomini.
Autolesionismo al 24 percento
Infine, a completare questo quadro nero, il numero di ragazzi che dichiarano di “essersi fatti del male da soli” che si attesta al 24 percento degli intervistati. Riferito solo alla quota rosa, questa percentuale sale al 29 percento, quasi insomma una ragazza su tre.