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Blocco quinquennale sui trasferimenti. Anief: il governo faccia passo indietro

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“Nel decreto-scuola varato alla Camera, e ora al Senato, abbiamo già inserito un articolo sulla continuità didattica: tutti coloro che vinceranno il concorso ordinario e straordinario dovranno rimanere presso la sede di inserimento per almeno cinque anni”. L’annuncio del ministro Lorenzo Fioramonti, rilanciato dalla stampa specializzata, non può essere accolto positivamente dal giovane sindacato. Sugli altri provvedimenti annunciati dal titolare del Miur (“Bisogna dare la possibilità di introdurre meccanismi già possibili con l’attuale normativa come i bonus per gli affitti e i buoni per fare la spesa”, ha aggiunto Fioramonti) c’è un cauto apprezzamento di Anief, ma anche la consapevolezza che il personale scolastico, a iniziare da quello fuori sede, non ha bisogno di “gettoni”, ma di un sostegno economico reale e di potersi ricongiungere alla famiglia d’origine se lo desidera.

NO ALLO STOP DEI TRASFERIMENTI

Contro lo spettro del blocco quinquennale Anief si è più volte espressa.  Il vincolo di permanenza per cinque anni, senza la possibilità di trasferimento è una disposizione incostituzionale, approvata nel 2011, con la Legge 106, e modificata dal Parlamento, grazie sempre alla denuncia del giovane sindacato, nel 2013, con la Legge 128/13 quando si riportò a un triennio il blocco dei trasferimenti. Per via del vincolo quinquennale si potrebbe ripetere la stessa ingiustizia perpetrata nei confronti dei docenti ingabbiati dalle diverse procedure di reclutamento e di mobilità attuate all’indomani dell’approvazione della legge 107/2015, voluta dal governo Renzi.

LE QUOTE ALLARGATE

Sebbene quest’anno si sia registrato un altissimo numero di posti vacanti e disponibili, con più di 200 mila supplenze annuali, il Miur non è andato oltre le quote sui trasferimenti fuori provincia, introdotte col contratto sottoscritto a dicembre sulla mobilità del personale. Per colpa proprio della contrattazione integrativa, per l’anno scolastico 2019/20 sono stati previsti il 40% di trasferimenti interprovinciali e il 10% di passaggi di ruolo; per il 2020/21, il 30% di trasferimenti interprovinciali e il 20% di passaggi; per il 2021/22, il 25% di trasferimenti interprovinciali e il 25% di passaggi. L’introduzione di quelle percentuali risibili sui trasferimenti ha portato il M5S, attraverso il primo firmatario Marilotti, ad avviare un’interrogazione all’allora ministro dell’Istruzione. 

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF

“Bisogna promuovere la mobilità – sottolinea Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – per contemperare diritto al lavoro, alla famiglia e favorire in altro modo la continuità didattica. Come Anief abbiamo promosso uno specifico emendamento e chiesto di sostituire il comma in questione con la proroga dei termini della mobilità straordinaria per tutto il personale di ruolo. Per il nostro sindacato è un punto irrinunciabile e non trattabile, tanto più alla luce di tantissimi posti vacanti e disponibili e dei numeri record di supplenze annuali (oltre 200 mila). Occorre favorire il rientro dei docenti “ingabbiati” e programmare agevolazioni per attrarre e risarcire i lavoratori provenienti dalle altre regioni. La continuità didattica non passa per imposizioni temporali anticostituzionali, contro cui siamo pronti a ricorrere in tribunale, semmai dall’immediata assunzione in ruolo su tutti i posti vacanti, evitando nel prossimo futuro che tante supplenze vengano assegnate mesi dopo l’inizio dell’anno e altri posti, soprattutto di sostegno, siano ancora da coprire”.