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Corsi di sostegno in remoto, Anief: “Così non va”

Dopo le lezioni, anche l’accesso ai corsi di sostegno si svolgeranno in “remoto”. La decisione è stata presa dal Governo per rispondere all’aumento dei casi di contagio da Covid19, che ha causato lo stop alle procedure concorsuali sia per i concorsi a cattedra che per l’accesso ai corsi di specializzazione sul sostegno. Premesso ciò, il ministero dell’Università ha deciso di comunicare agli atenei l’organizzazione della prova pratica secondo modalità a distanza, “avendo l’accortezza – si legge nella nota – di uniformare la procedura tra le varie sedi per evitare trattamenti differenziati tra i candidati”.

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LE MODIFICHE CHIESTE DALL’ANIEF

Per agevolare l’accesso sulle tante cattedre libere e coperte da personale non specializzato, l’Anief ha deciso di chiedere nella Legge di Bilancio, con specifici emendamenti, anche in considerazione della sospensione di tutte le procedure concorsuali, l’ammissione al TFA sostegno per tutti coloro che hanno presentato domanda, così da “consentire l’accesso ai ruoli al personale precario che da anni presta servizio e al personale di ruolo che vuole presentare domanda di passaggio”.

Inoltre, il sindacato autonomo rivendica, sempre con la legge di fine 2020, l’ammissione al TFA sostegno di coloro che sono risultati idonei alle precedenti procedure di selezione, consentendo in tal modo “l’accesso ai ruoli al personale precario che da anni presta servizio e al personale di ruolo che vuole presentare domanda di passaggio”.

Infine, sempre con uno apposito emendamento alla Legge di Bilancio l’Anief chiede l’ammissione al TFA sostegno del personale “con contratto a tempo determinato con almeno 36 mesi di servizio e indeterminato”. Tale norma permetterebbe pure di “consentire l’accesso ai ruoli al personale precario che da anni presta servizio e al personale di ruolo che vuole presentare domanda di passaggio”.