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Il caso in Piemonte: la zona diventa arancione ma le lezioni restano sospese. L’attacco di Anief

“La decisione di lasciare sospese le lezioni in presenza alle scuole medie nonostante il passaggio del Piemonte da zona rossa ad arancione è spiazzante, ma ancora di più lo è sentire il Presidente Cirio parlare di recupero dei giorni in presenza persi”. Così commenta l’ANIEF la scelta di mantenere inalterato l’assetto delle scuole piemontesi nonostante l’allentamento delle misure decise dal governo.

Una decisione che non sta solo suscitando malumori e proteste di studenti e famiglie, ma crea anche difficoltà organizzative non indifferenti alle scuole. La secondaria di primo grado è, infatti, integrata in istituti comprensivi in cui operano anche la scuola primaria e sezioni di scuola dell’infanzia che finora hanno sempre lavorato in presenza, come peraltro le classi prime delle medie. Questo rende molto complessa, soprattutto per i docenti, la gestione di una didattica in parte in presenza e in parte a distanza.

Il presidente regionale ANIEF Piemonte, Marco Giordano, è sorpreso, però, soprattutto dalle dichiarazioni di Cirio sulla necessità di recuperare i giorni di lezione in presenza persi.

“Vorremmo ricordare al Presidente Cirio – afferma Giordano – che le scuole hanno attivato la didattica a distanza sulla base di regole precise e valide, almeno quelle, su tutto il territorio nazionale. Quando sentiamo parlare di recupero dei giorni in presenza non svolti, ci chiediamo a cosa esattamente si riferisca il Presidente della giunta regionale piemontese e, soprattutto, con quali risorse, umane e finanziarie, intenderebbe procedere. Abbiamo siglato, con il Ministero dell’istruzione e altre organizzazioni sindacali, un contratto integrativo sulla didattica digitale che prevede attività sincrone e asincrone, da combinare sulla base delle esigenze di ogni scuola, per l’intero orario di servizio. I docenti delle scuole statali, quindi, stanno lavorando a distanza esattamente come in presenza”.